Omelie 2019 di don Giorgio: QUARTA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

22 settembre 2019: QUARTA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
Pr 9,1-6; 1Cor 10,14-21; Gv 6,51-59
La Sapienza e Gesù Cristo: nutrimenti del nostro essere
Ci sono due parole che si ripetono nei brani della Messa: pane e vino. Ma non si tratta di qualcosa di fisico o di carnale, ma di un cibo “spirituale”. E sono presenti altri due nomi: Sapienza e Gesù.
È la Sapienza (primo brano) che ci nutre del vero pane e del vero vino. Ed è Gesù (terzo brano) che ci nutre di se stesso. Il vero pane è Lui: pane di vita eterna; pane che già ora ci nutre di eternità.
Da una parte, dunque, c’è la Sapienza che ci nutre, e dall’altra Gesù, che è la stessa sapienza di Dio che si è fatta carne. In altre parole, Gesù, il Pane vivo, è la stessa Sapienza, il Logos come la chiama Giovanni nel Prologo.
La Sapienza ci nutre di se stessa, così Gesù in quanto Logos, ovvero la Sapienza, ci nutre di se stesso.
Dunque, il nostro vero cibo è la Sapienza divina. Ecco perché dicevo che si tratta di un cibo “spirituale”, di un cibo cioè che nutre il nostro “spirito interiore”.
Noi siamo così corporali o “carnali” che, quando si parla di cibo o di vino, pensiamo subito al cibo o al vino in senso fisico. Non è facile in una società materialistica far compiere alla gente un salto di qualità: dal piano dell’avere al piano dell’essere. L’avere è concretezza, è
ciò per cui viviamo, l’essere invece è ritenuto qualcosa di evanescente, per cui non vale la pena né di lottare e tanto meno di vivere.
Inutile attutire le cose, tanto più che la situazione di oggi è veramente drammatica: certo, drammatica anche per il cibo che manca sulla tavola di milioni di persone, ma soprattutto drammatica per tutti, poveri e meno poveri, perché manca sulla tavola della nostra esistenza il vero pane, quello sapienziale, quello che ci nutre in quanto spirito.
Forse è il caso di dire che noi ai poveri di oggi diamo, se diamo, tutto ciò che serve loro per sopravvivere in un momento di grave emergenza umanitaria, ma in quanto credenti e anche in quanto cittadini ci preoccupiamo del loro mondo interiore? Sento dire: prima riempiamo la loro pancia, e poi… E poi… rimane sempre “poi”.
Certo bisogna avere il pane per nutrire il corpo, e anche qui quante responsabilità nel campo politico! E all’essere interiore a chi pensa? Quante responsabilità nel campo ecclesiastico!
Sapienza o Logos che abita in noi
Giovanni, nel Prologo, parla di Logos, ovvero di Sapienza, che ha preso dimora presso di noi o, meglio, ha preso casa in noi.
Dunque, la Sapienza divina abita in noi. Ancora oggi, vorrei dire banalmente, parliamo di Dio che abita presso di noi, che ci è vicino, che è accanto a noi, che ci accompagna come un amico. Questo nostro modo di pensare è una distorsione della fede. Fede è credere che Dio inabita in noi. In-abita, ovvero abita in noi,  e non abita accanto o con noi.
Quel voler ancora insistere su un rapporto di amicizia esteriore tra noi e Dio è come uccidere un mondo interiore, dove Dio è presente e si fa Uno con noi. Uno con noi, ma dentro di noi.
La Sapienza o Logos è la stessa abitazione dello Spirito divino nel nostro essere interiore.
Ecco ciò di cui parlava Cristo quanto invitava a convertirsi, cioè a cambiare mentalità: “metanoèite”. Dobbiamo vivere del pensiero di Cristo, che è già dentro di noi.
Ma noi siamo fuori, extra; ragioniamo con l’extra, con ciò che è fuori di noi. Ecco allora: “Cambiate mentalità”, ovvero rientrate in voi, nel vostro essere interiore, dove c’è il Pensiero Divino.
Convertitevi, metanoèite, cambiate la vostra mente, che gli antichi filosofi greci chiamavano “nous” (da qui meta-noia: “meta” in greco significa “oltre”, “noia” viene da “nous”, mente). Bisogna andare “oltre” la nostra mente, elevarla al di là della nostra piccola o gretta mentalità. Occorre fare un salto di qualità, dall’esterno all’interno, e qui, all’interno, riscoprire l’Intelletto divino.
Il pane della Sapienza
Già nell’Antico Testamento la Sapienza, personificata come Donna, era immagine di Dio. Dio come Donna sapiente.
Non è vero che l’Antico Testamento è tutto maschilista: ci sono libri in cui si parla della Femminilità divina che, come Donna vergine e madre, genera figli nello Spirito santo.
Là dove c’è una generazione, vi è il grembo verginale di Donna.
La Sapienza è Donna che, dopo averci partorito, ci nutre di un cibo sostanzioso. Già dire Donna Sapiente è dire tutto di un Dio che governa il mondo, non secondo il potere maschilista che ci toglie il pane per vivere o ce lo trasforma in qualcosa che consuma la nostra mente, a partire da quella mente interiore che dovrebbe invece aprirci al mondo divino.
Il potere maschilista (e quanto vorrei che la donna moderna non si lasciasse contagiare dal predominio maschilista in un nome di uno stupido diritto di parità di genere) non fa che mortificare (dare la morte) una esistenza che vuole vivere, nutrendosi di un pane fortemente “spirituale”.
Quante lotte, quante guerre, quanto sangue sparso per il diritto a un pezzo di pane! Ma non credo che l’essere umano abbia lottato e stia tuttora con altrettanta determinazione lottando per un pane molto più prezioso, quello che dà la vita eterna, ovvero l’eternità già in questa vita.
Mangiate la bellezza
Nel libro di Isaia, capitolo 55, versetti 2 e 3, troviamo. «Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete”.
Un esegeta ha tradotto così: “Ascoltatemi, ascoltatemi: mangiate la bellezza e la vostra vita ben s’impinguerà. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrà la vostra vita”.
Commenta don Angelo Casati: «Sto mangiando bellezza? Stiamo mangiando bellezza? O mangiamo parole che sono scialo di squallore, di disgusto, di degrado, di egoismi, di intolleranza, di miopie dello spirito, di insensatezza del vivere”.
Mi piacerebbe fare tutta un’omelia sulla bellezza e sulla bruttezza dei nostri paesi, delle nostre comunità. Un discorso che sarebbe davvero interessante e scioccante.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*