Un Parlamento da azzerare: fuori tutti!

di don Giorgio De Capitani

Sì, siamo nauseati di tutto,
anche dei cortei, delle manifestazioni di piazza,
pro questo o contro quello:
ognuno in difesa di qualcosa,
pro domo sua.

I sindacalisti sono la peggiore specie
degli anti-diritti dell’Umanità!
Teatranti comici da strapazzo,
sempre in ritardo sulla Storia
che non aspetta gli idioti imbonitori delle masse alla deriva.

Sì, c’è anche chi protesta in nome
della giustizia, della democrazia, della libertà
– parole ridondanti su cui si può giocare! –
ma nessuno più crede
nemmeno alla buona fede dei messia urlatori!

Ci si scandalizza sempre “dopo”,
difficilmente si scandalizza in anticipo:
saresti già condannato a morte
dai soliti soloni che vivono sulle disgrazie altrui.

E la peggiore disgrazia è un popolo che,
nonostante batoste su batoste,
non vuole proprio rendersi conto della realtà.

Già la realtà!
Come si può “vederla”, coperta com’è
dalle apparenze dell’inganno del potere?

Un popolo di ciechi e di analfabeti,
ma ognuno pretende di dettare legge a tutti,
immerso fino al collo nella incapacità
di vedere fuori dal proprio ristretto cervello.

Sono anche nauseato dalle proteste mediatiche
di giornali venduti al potere:
sentiteli questi catoni implacabili
che menano fendenti ovunque,
ma sempre là dove tira il buon vento del loro padrone.
E non sai da che parte stanno,
perché loro della democrazia hanno solo
quella pallida idea che serve solo a fargli credere
che stanno nel giusto:
ma che cos’è la Giustizia?

Mentono, e sanno di mentire
ma fanno credere di essere i paladini della verità,
dietro gli inganni del potere invisibile,
tanto invisibile che può assumere volti diversi,
secondo le circostanze, le evenienze, le opportunità.

Tutto è apparenza:
apparenza la giustizia, apparenza la democrazia,
apparenza la libertà…

La realtà è al di sotto, o al di là:
ne soffriamo i suoi diritti inalienabili,
ma non riusciamo a farli uscire dalle ceneri,
a dare spazio alle loro infinite possibilità
perché si realizzino nel tempo.

Che fare?
Il marcio è così esteso, e stratificato
che sembra impossibile ogni rinascita.

Il parlamento è come un water:
centinaia di onorevoli vi buttano di tutto,
non solo la loro coscienza, la loro dignità,
ma anche la nostra, di cittadini onesti
costretti a mangiare merda, a respirare merda,
perché questa è la migliore democrazia
che vorrebbero farci credere.

Che fare?
Urlare loro in faccia che sono pezzi di merda,
filibustieri, dementi, pazzoidi, troie, figli di troie,
ladri, farabutti, criminali… ?

Ci verrebbe solo nausea,
e nient’altro.
Noi staremmo male, e loro si continuerebbero a divertirsi.

Ricorrere alle armi? La tentazione ci sarebbe!
Ma… che cosa otterremmo?
Gli attuali tiranni sono hanno già fecondato la terra,
e il seme è già pronto a tramandare il loro marciume.

La rivoluzione deve partire dal piccolo,
ma con determinazione, con coraggio, senza pietà.

Bisogna essere in tanti:
conquistare ogni paese, riempire il vuoto con le grandi idee,
battere il chiodo della responsabilità, del servizio,
a partire dagli ambiti educativi.

Fuori da ogni pregiudizio, fuori da ogni religione,
ciò che ci accomuna è l’Umanità.
Basta coi partiti, basta con le ideologie,
basta con i fondamentalismi religiosi:
via interessi di parte, via favoritismi,
l’unico vero interesse è il bene comune.

Non chiuderemo nemmeno un occhio,
saremo intransigenti, senza compassione!

 

 

 

8 Commenti

  1. Pippo ha detto:

    Ogni tanto……. c’azzecchi.
    Occhio, però! La Triplice non è il P……….

  2. Francesco Ferrari ha detto:

    Un altro arresto nel filone “tangenti rosse” a Sesto S. Giovanni. Non sarebbe il caso di parlarne per equita’?

  3. Giuseppe ha detto:

    Non so a voi, ma a me fa male! Fa male sentire le notizie dei vari telegiornali, che tra l’altro anche quando raccontano un fatto certo riescono sempre a dare una versione di parte dell’accaduto. Fa male apprendere dalle statistiche internazionali, o dai nostri stessi governanti, che l’Italia è sempre ai primi posti delle classifiche della corruzione, dell’abuso di potere, della pressione fiscale e del numero dei politici coinvolti in vicende giudiziarie o in attività illecite … e sempre in coda alle graduatorie degli stati virtuosi. Fa male sapere che all’estero, salve rare eccezioni, continuiamo ad essere considerati il paese della mafia, di pulcinella, della pastasciutta, del mandolino, dell’arte di arrangiarsi e … di Berlusconi. Fa male vedere un governo che, nel raccogliere i cocci di un apparato statale frantumato dalla volgarità e dall’inettitudine della corte dei miracoli del miglior presidente del consiglio dei ministri di sempre, anziché cercare di ricomporre il tessuto sociale e abbattere i privilegi della casta (ivi compresi il vaticano e le istituzioni ecclesiastiche), si è limitato a delle semplici operazioni matematiche per far quadrare i conti (indubbiamente disastrosi), senza preoccuparsi minimamente di ripartirne l’onere in maniera equilibrata, finendo per andare a colpire sempre gli stessi grulli, che (anche volendo) non riescono mai a sottrarsi alla scure di stato: un po’ per senso civico, un po’ perché non hanno i mezzi e le conoscenze di chi lo fa per abitudine. E pensare che c’è chi li vorrebbe ancora lì (sulle loro poltrone) chissà per quanto tempo ancora.
    Un discorso a parte “merita” il mondo dell’’informazione che da sempre ha tratto grandi vantaggi dalle cattive notizie. In pratica il motto “sbatti il mostro in prima pagina” oltre ad essere di grande effetto, ha certamente rappresentato un modo di fare giornalismo sempre pronto a stuzzicare la curiosità morbosa dell’opinione pubblica verso la cronaca nera. Questo in un paese e in tempi normali, ma oggi che di normale c’è rimasto ben poco e l’attualità è così piena di nefandezze, lo stesso effetto (forse) potrebbe farlo giusto qualche buona notizia. Il problema però è riuscire a trovarla.

  4. Gianni ha detto:

    si, siamo solo in una democrazia apparente, in cui chi fa il proprio dovere è un’eccezione…..

  5. ROBERTO ha detto:

    SONO D’ACCORDISSIMO.
    NON COMPRO PIU’ IL GIORNALE, NON GUARDO PIU’ LA TV, PERCHE’ SONO IL PALCOSCENICO DI COLORO CHE DOVREBBERO ESSERE I NOSTRI DIPENDENTI, INVECE FANNO QUELLO CHE VOGLIONO, I LORO INTERESSI, CON I NOSTRI SOLDI.
    E’ UNO SCHIFO DOBBIAMO REAGIRE, MA COME ?
    SALUTISSIMI

  6. Francesco Ferrari ha detto:

    Caro don Giorgio,
    non si può non condividere quello che lei dice, e lo affermo con rammarico. Ma tocca a noi uomini semplici essere pessimisti, non a lei che in un certo senso è un privilegiato, se non socialmente, almeno eticamente. Lei deve essere in fondo ottimista e nel mettere a nudo le miserie della società in cui viviamo lei deve infondere un po’ di coraggio e di fiducia nel futuro di questa povera Italia.

  7. luca ha detto:

    ma io devo scendere in piazza don Giorgio,devo urlare la mia rabbia.vedi qui da noi,a Taranto.l’Ilva quella sanguisuga delle vite nostre.oggi Balduzzi il ministro,ha reso noti i dati…sapevamo gia’,si,dalla puzza che ogni mattina sentiamo provenire dall’area industriale.ti seguo e mi dai la forza,un prete che non e’ prete e che e’ invece un leader,come pochi in giro.ciao don Giorgio ciao.

    • mauro basilico ha detto:

      Don Giorgio non è solo un prete, forse è anche un profeta… La nausea è forte ma bisogna ricominciare dall’umanità, togliere steccati e far saltare luoghi comuni.
      Prima di tutto avere la dignità di cittadini i svestire i panni (spesso comodiper tanti piccolo borghesi arrivati)dei sudditi.
      Concepire la tradizione e i valori nel loro divenire e nel loro cambiamento, non come barriere verso l’altro e il diverso.Pensiamo ai danni che certi valori fanno, famiglie come luoghi chiusi, valori che guardano indietro, morali pubbliche e vizi privati, beneficenze pelose che appagano le coscienze ma nulla fanno per rimuovere le cause della povertà…
      Aprire i cuori e la mente al diverso, in tutti i sensi, non temere i cambiamenti e sciogliere le vele di una nuova umanità… forse sogno!! Alziamo la testa, adesso.

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