Ruini: io dico no alle unioni civili

ruini
Che dire delle risposte del cardinale Camillo Ruini? Per chi non lo sapesse o se ne fosse dimenticato, Ruini è stato il Presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) dal 1991 al 2007. È stato al centro di numerose polemiche. Uno che ha lasciato un segno nella storia della Chiesa, e anche nella vita politica italiana.
L’età (ha 83 anni) non lo ha reso più duttile, e tanto meno misericordioso. È sempre rimasto coerente con le sue “fisse” idee sulla Chiesa, sull’uomo e sulla società. Ma la coerenza che non si evolve è la virtù degli stupidi.
Più  cammino, più progredisco. Più studio, più mi evolvo. Più conosco Dio, per quanto lo posso conoscere, più mi metto in crisi.
Quando ascolto oggi Ruini dire le stesse cose che diceva trent’anni fa, un dubbio mi viene. L’evoluzione fa parte della storia umana, ma la fede ruiniana è qualcosa che esce dalla storia.
In fondo, Ruini dice le stesse cose che dice ancora la Chiesa di oggi, col permesso di papa Francesco.
***
dal Corriere della Sera
L’INTERVISTA
Milano, 22 ottobre 2014

Ruini: io dico no alle unioni civili

L’ex presidente dei vescovi italiani, Camillo Ruini, parla di Chiesa, gay e divorziati: «Questa ondata libertaria potrebbe defluire»
di Aldo Cazzullo
Eminenza, dal Sinodo esce una Chiesa divisa. Si è votato, le posizioni sostenute dal Papa hanno prevalso, ma di misura. Che impressione ne ha tratto?
«Quella che papa Francesco ha espresso nel discorso conclusivo: non una Chiesa divisa, ma una Chiesa con posizioni differenti. Una Chiesa che è comunione: l’unico corpo di Cristo, in cui siamo membri gli uni degli altri. Mi pare un po’ forzato dire che certe posizioni erano sostenute dal Papa piuttosto che certe altre. Lui stesso ha voluto che ci fosse piena libertà di parola. Ed è anche molto arrischiato parlare di maggioranze e minoranze».
Però si sono coagulati elementi di dissenso e di malumore verso Francesco. È normale? O ne possono derivare conseguenze negative?
«Questi elementi ci possono essere, non è certo la prima volta. Accadde anche al Concilio. Conseguenze negative si possono verificare se qualcuno dimentica che il Papa è il capo e il fondamento visibile dell’unità della Chiesa».
Francesco ha criticato «gli zelanti, gli scrupolosi, i premurosi, i cosiddetti tradizionalisti, gli intellettualisti». A chi si riferiva?
«Ma ha criticato anche i buonisti, chi vorrebbe scendere dalla croce o truccare il depositum fidei per accontentare la gente. Collocare il Papa da una parte contro l’altra è fare il contrario di quanto il Papa stesso ci domanda».
Nell’intervista con Ferruccio de Bortoli, Francesco ha detto di non riconoscersi nella formula dei valori non negoziabili. Ma quella formula è stata centrale negli ultimi anni per il Vaticano, e anche per la Cei.
«La formula risale a una nota del novembre 2002 della congregazione per la dottrina della fede, guidata allora dal cardinale Ratzinger, che l’ha usata talvolta anche da Papa. L’espressione riguardava l’impegno dei cattolici nella vita politica e il senso era precisato nella nota stessa: serviva a distinguere le esigenze etiche irrinunciabili dalle questioni su cui è legittima per i cattolici una pluralità di orientamenti. Io stesso usai quella formula. Ma non amo fare questioni di parole e non ho difficoltà a rinunciare a un’espressione che in effetti è stata spesso equivocata; come se privasse i cattolici impegnati in politica della loro libertà e responsabilità, mentre si limita a richiamarli alla coerenza, affidando questa richiesta di coerenza alla libertà di ciascuno».
È vero che un gruppo di cardinali durante il Sinodo è andato da Ratzinger per chiedere un suo intervento, ricevendone un rifiuto?
«Non ne ho mai sentito parlare. Sarei un po’ sorpreso se si fosse verificato, senza che prima o poi qualche voce mi giungesse alle orecchie».
Qual è oggi il ruolo del Papa emerito? Le capita di parlargli?
«Sono stato a trovarlo due volte, l’ultima nel settembre scorso. Abbiamo parlato soprattutto di teologia. Il suo ruolo l’ha precisato lui stesso: non esercita alcuna funzione di governo; sostiene la Chiesa dal di dentro, con la preghiera e con la forza del suo pensiero teologico».
È davvero impossibile dare la comunione a un divorziato senza violare l’indissolubilità del matrimonio?
«Se il matrimonio rimane indissolubile, e quindi continua a esistere, contrarre un nuovo matrimonio sarebbe un caso di bigamia; e avere rapporti sessuali con altre persone sarebbe un adulterio. Non si può pretendere che il matrimonio sia indissolubile e che ci si possa comportare come se non lo fosse».
Regola immutata, prassi più elastica: sarà questo il compromesso finale?
«È probabile. Nella messa di ieri si cita un salmo che dice: “Verità e misericordia si sono baciate”. Questa idea è già nell’Antico Testamento, è nel mistero di Dio. Realizzarla nel mondo creato può essere faticoso. Ma abbiamo un anno di tempo per trovare la strada giusta».
Lei ha parlato di diritto divino. Il Papa vi ha invitati a farsi sorprendere da Dio.
«Io penso così, e devo dire quello che penso. Anche il Papa ha riaffermato l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà, la procreatività del matrimonio, in termini molto netti».
Sta dicendo che Francesco ha cambiato linguaggio e temi, puntando sul sociale, ma non la dottrina?
«Ogni Papa ha la sua sensibilità. Wojtyla era un polacco che si era temprato nella battaglia contro il comunismo, e per questo passò per un Papa conservatore: in realtà definiva il Concilio “la più grande grazia del XX secolo”. Ratzinger è un grande teologo tedesco. Francesco è il primo Papa latinoamericano, e ha una sensibilità diversa».
La valutazione corrente è che la Chiesa sia passata dal conservatorismo al progressismo. È sbagliato?
«L’ottica non è appropriata, ma se si vogliono usare categorie mondane si può dire anche questo. E può accadere che noi uomini di Chiesa diamo a questo linguaggio improprio qualche pretesto. Rimane il fatto che la Chiesa è una cosa diversa. È una comunione».
Esiste oggi un’opposizione nella Chiesa? Con un suo capo?
«Non c’è un’opposizione, e tanto meno un capo dell’opposizione. Non riesco a immaginare a chi si possa aver pensato per un ruolo di questo genere: nessuno ne ha la velleità».
Ha letto il libro di Antonio Socci, «Non è Francesco»?
«Non l’ho letto. Se vuole sapere cosa penso della tesi secondo cui il Papa sarebbe stato eletto invalidamente, le dico subito che la considero totalmente infondata e abbastanza ridicola. Non ho mai sentito un solo cardinale che abbia partecipato al conclave dire qualcosa che in qualche maniera le assomigliasse».
Non trova che nell’editoria laica sia partito un «attacco da destra», che dà voce a una parte del mondo cattolico che non si riconosce in questo papato?
«Un piccolo attacco di questo genere purtroppo esiste; forse anche per reazione alla tendenza di altri editori laici ad appropriarsi di papa Francesco, per trasformarlo in un sostenitore delle tesi contrarie al cattolicesimo. Le due cose si rimpallano; ma la potenza mediatica di questo secondo atteggiamento è molto più forte. Gli uni hanno i fucili ad avancarica, gli altri hanno l’aviazione».
Simboli, vestiario, stile: l’hanno colpita le scelte di Francesco? Compresa quella di non vivere nell’Appartamento?
«Mi hanno colpito molto, ma in maniera decisamente favorevole. Credo siano state una vera benedizione per la Chiesa: hanno contribuito a farle superare un momento difficile. In particolare, il Papa sta a Santa Marta non per motivi “ideologici”, ma perché si trova meglio a contatto costante con la gente, come ha detto lui stesso».
Lei è d’accordo con il cardinale Scola, quando dice che la Chiesa è in ritardo sull’omosessualità?
«La questione del ritardo o dell’anticipo dipende dalla direzione di marcia in cui si va. Quando da giovane sacerdote venivano a parlarmi e talora a confessarsi vari omosessuali, dicevano di trovare nella Chiesa un ambiente rispettoso e comprensivo. Di alcuni divenni amico. Adesso la Chiesa è considerata in ritardo perché continua a ritenere l’omosessualità non conforme alla realtà del nostro essere, che è articolata in due sessi dal punto di vista organico, psicologico e più in generale antropologico. Sarà il tempo a dire se, sostenendo questo, la Chiesa è in ritardo o in anticipo rispetto all’opinione prevalente».
In Italia pare vicina l’intesa sulle unioni civili, con il consenso di Berlusconi. È un errore?
«Su questo punto mi sono espresso al tempo dei Dico, e non ho cambiato parere. È giusto tutelare i diritti di tutti; ma i veri diritti, non i diritti immaginari. Se c’è qualche diritto attualmente non tutelato che è giusto tutelare, e ne dubito, per farlo non c’è bisogno di riconoscere le coppie come tali; basta affermare i diritti dei singoli. Mi pare l’unico modo per non imboccare la strada che porta al matrimonio tra coppie dello stesso sesso».
Ma in Italia si parla di unioni civili, non di matrimonio.
«Se il contenuto è molto simile, serve poco cambiare il nome del contenitore».
Cosa pensa di Marino che a Roma registra le nozze gay?
«Un sindaco ha il diritto di sostenere le proprie posizioni, ma non può per questo violare le leggi dello Stato».
Ci sarà anche in Italia un movimento di protesta?
«Nessuno può escluderlo. In Francia il movimento “Manif pour tous” non è certo stato organizzato dalla Chiesa: è una forza grande e variopinta, che ha indotto il governo a essere più prudente».
Sta dicendo che l’ondata libertaria può defluire?
«Negli Anni 70 anche molti non marxisti erano convinti che il marxismo fosse un orizzonte insuperabile per la cultura e la storia. Ma poi il marxismo si è dissolto e sono subentrate prospettive diverse. Allora mi occupavo di giovani: nel giro di pochi anni è cambiato tutto; Marx non interessava più. Non so dire se accadrà qualcosa di analogo con l’attuale tendenza libertaria; ma non lo escludo».
22 ottobre 2014

 

13 Commenti

  1. john coltrane ha detto:

    lo stato deve essere laico e per questo motivo si cerca di evitare di offendere qualcuno con leggi, disposizioni, usanze. per es in molte scuole non si fa più il presepe o i canti natalizi per non offendere i bambini di altre religioni, per lo stesso motivo (i mussulmani lapidano gli onosessuali,sopratutto le lesbiche) beh dicevo il decreto scalfarotto offende questi nuovi connazionali, forse sarebbe meglio ritirarlo

  2. Valentina ha detto:

    Io dico sì alle unioni civili.

  3. Antonio ha detto:

    Perchè schiumare di rabbia per le opinioni di Ruini e/o di altri gerarchi della Chiesa? Non è questa rabbia segno di sudditanza psicologica? In Italia la religione cattolica condiziona tutti, in modo diretto o indiretto (qui in Italia … non possiamo non dirci cristiani… (rectius:cattolici) B. Croce e tutti hanno i loro bravi condizionamenti verso tale struttura religiosa. tando così le cose molto meglio ricercare, studiare, affinare, far evolvere le proprie convinzioni e poi, se da un confronto il pare dei gerarchi diverge dalle proprie convinzioni, pazienza: lasciare i gerarchi alle proprie sclerotiche convinzioni e sperare che anche i politici siano altrettanto obiettivi e non ciechi strumenti dei gerarchi. Altrimenti continuare a lavorare e diffondere idee di libertà e di progresso.
    Buona serata e cordiali saluti a tutti.
    Antonio

    • klement ha detto:

      Io non ce l’ho con i condizionamenti, ma con la presunzione di essere autorità universali sia per i credenti che non (e allora che senso ha essere credenti?)
      Con le tecnologie di rete posso benissimo mandare un messaggio a tutti i Governi della terra, ma san Giovanni Paolo 2. ha pensato di essere seguito pure dai governi integralisti di altre religioni. E sulle radici cristiane dell’Ue (di cui il Vaticano non fa parte) ha pensato di poter metter mano al testo del Trattato costituzionale, e ancora insistito in incontri con singoli politici dei vari paesi. Ben altra cosa se lo dice un singolo pensatore come Giovanni Reale (che è laico, in quanto non prete).
      Ogni pastore diriga le sue pecore, e fanno benissimo gli Ortodossi a chiudere i confini

  4. Patrizia1 ha detto:

    Spero che Papa Francesco si tenga ben alla larga da individui come questo.
    Vade retro.

  5. GIANNI ha detto:

    Forse è improprio distinguere in senso assoluto conservatori e progressisti, ma quanto meno tali categorie aiutano a capire meglio la realtà della chiesa.
    La prevalente interpretaione sulla contrarietà della chiesa a certe aperture è che si tratti di posizioni ideologiche.
    Ma c’è anche chi ritiene che i vecchi motivi economici siano predominanti.
    In tal senso:
    http://www.keinpfusch.net/2014/10/pacs.html

  6. klement ha detto:

    E se un politico non cattolico dicesse no al matrimonio religioso?
    I teologi che parlano del battesimo mica devono intervenire pure sulle registrazione anagrafica.
    Invece di combattere su tutti i fronti, sarebbe molto più saggio dare la benedizione a qualunque matrimonio purché davvero indissolubile, sia omo che etero

  7. Giuseppe ha detto:

    Per Ruini vale il discorso fatto nei giorni scorsi a proposito delle conclusioni del Sinodo. Cito me stesso: «la maggioranza dei vescovi vede come fumo negli occhi qualsiasi modifica nell’atteggiamento della chiesa verso le persone che soffrono a causa di divieti e obblighi insensati e, a volte, anche crudeli». Eppure le persone colte dovrebbero sapere che non si finisce mai di imparare e, in certi casi, modificare le proprie idee è segno di umiltà e di intelligenza.

  8. zorro ha detto:

    Ma perche’ Ruini ha paura dei matrimoni fra persone dello stesso sesso?Se non sbaglio matrimonio vuol dire generare figli e come e’ possibile che due dello stesso sesso facciano figli? Paura ingiustificata.Se la chiesa non vuol dare il sacramento a coppie omosessuali padrona di farlo si sposeranno in comune non vedo il problema.Se poi i due sposi sono credenti preghino pure e siano chiesa con altri cattolici,ortodossi,protestanti,anglicani,musulmani,induisti,buddisti etc

  9. Edoardo ha detto:

    Don Giorgio, mi ha sorpreso la sua frase “coerenza che non si evolve”. Che cosa significa?
    La coerenza porta ad un comportamento sempre consono a dei principi che per definizione sono immutabili.
    Le idee possono essere mutabili secondo i tempi e quindi lo possono essere anche le leggi.
    Un principio mutabile coi tempi mi sembra una fesseria!

    • Don Giorgio ha detto:

      Chi non ha cambiato idea nella vita? Anch’io anni fa ero convinto di una cosa, poi ho cambiato parere, sia perché sono cambiate le circostanze, sia perché ho approfondito l’argomento, ecc. Per questo non sono incoerente. La coerenza è in rapporto alla verità, e la verità non è mai qualcosa di già conosciuto. Pensa al tema della pace e alla guerra giusta e ingiusta. La Chiesa ha cambiato idea, arrivando sempre più alla convinzione che è difficile oggi parlare di guerra giusta. Pensa alla tolleranza. Ciò che noi diciamo principi immutabili sono sempre delle conquiste. La mia coerenza segue le mie convinzioni, non importa se poi oggettivamente sono fuori strada. Chi è proprietario della verità? Forse la Chiesa? Ha ucciso profeti e poi li ha santificati! Ha commesso enormi errori. Il peccato più grosso della Chiesa è di non aver mai cambiato idea su certi valori che essa ritiene immutabili. Pensa a ciò che è successo in questo ultimo Sinodo. Fra qualche anno ci sarà un profondo cambiamento nella Chiesa. Non sarà incoerenza, ma presa di coscienza.

      • Edoardo ha detto:

        Messa la coerenza in questi termini non posso che concordare con quello che scrive e sono d’accordo con la frase di Patrizia qui sotto che “solo gli idioti non cambiano mai idea. Noto tuttavia che lei introduce un altro significato della coerenza: quello in rapporto con la Verità. Allora mi lasci elencare i tre concetti di coerenza di cui parliamo.
        1.Quella verso la Verità: Impossibile da esercitare perché la Verità non si conoscerà mai in quanto legata alla conoscenza che per definizione non avrà mai fine.
        2.Quella verso i Principi di Vita che sono immutabili: Non uccidere, non rubare ecc… È quella di cui parlavo io.
        3.Quella verso le proprie convinzioni: Variabilissima e quindi diversa da persona a persona.
        Quest’ultimo tipo di coerenza, a mio parere, non mi sembra poi tanto importante!

    • Patrizia ha detto:

      Solo gli idioti non cambiano mai idea!
      Mettersi in discussione e variare le proprie convinzioni secondo i nuovi elementi acquisiti nel tempo, è indice di grande intelligenza e saggezza!

Lascia un Commento

CAPTCHA
*