Vale anche per i francesi: chi è causa del suo mal pianga se stesso!

torre eifel
di don Giorgio De Capitani
Oramai sono al limite di sopportazione, e devo confessare che i mass media italiani, nel loro complesso, sono riusciti perfino a farmi odiare la Francia. Evito nel modo più assoluto telegiornali o trasmissioni che parlano delle tragiche notizie dei giorni scorsi. Non ne posso più! Mi sta venendo la nausea! 
Fin dall’inizio non sono caduto nel tranello di quel “emozioniamo” che prende la massa, quando ci sono di mezzo morti innocenti. Certo, non sono insensibile a tal punto da fregarmene di ciò che succede nel mondo, quando la violenza distrugge ogni sentimento di pietà. Ma non sono neppure un bischero che corre dietro alla prima ondata emozionale irrazionale. Cerco di mantenermi pensante, e non pecorone!
Certo, di fronte alle ingiustizie non resto immobile, ma non faccio il solito qualunquista che spara nel mucchio, standosene poi a casa a fare i cavoli propri. E neppure mi ergo a populista, pur di accaparrarmi qualche consenso di circostanza, andando a qualche stupida o saccente trasmissione televisiva, dove ciò che conta è l’audience, per cui ben vengano le soliti teste di cazzo che fingono di litigare, cercando una rissa provvidenziale, compiacenti i conduttori anche se al momento sembrano contrariati.
Non vorrei anch’io cadere nella tentazione di allargare troppo il discorso, alla ricerca di cause politiche che affondano in un passato oramai lontano, ma neppure posso ignorare che il presente proviene da quel passato, e che le ferite inferte non si rimarginano con un colpo di spugna, in nome di una democrazia occidentale che si vanta di essere uscita da un criminale colonialismo, quando tutti sanno, anche i bambini, che noi occidentali sfruttiamo ancora i poveri del Terzo o Quarto Mondo, per poi buttarli in mare quando fuggono dai paesi che abbiamo resi un deserto.
Non sopporto il solidarismo becero di questi giorni, che piange degli innocenti massacrati, magari enfatizzandoli fino a chiamarli eroi, ignorando quei veri eroismi di innamorati per la causa dell’Umanità, che non si sono trovati per caso sulla via della morte. Sembra quasi che vogliamo sempre trovare una ragione per fare di una normalità comune qualcosa da idealizzare. Di bravi giovani ce ne sono, anche senza per forza trasformare la loro tragica morte in un martirio, solo perché in quel momento si sono trovati nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.
Ma la cosa che potrebbe attirarmi ancor più antipatie è quel voler concentrare tutta la propria attenzione su atti terroristici di fondamentalismo islamico, quando l’Europa non ha ancora dimenticato – e come potrebbe? – due guerre mondiali, non certo dovute al mondo arabo, e quegli atti terroristici che hanno seminato stragi e morti in casa nostra da mani estremiste, di stampo nero o rosso, che hanno messo a duro rischio la nostra democrazia.
E poi, perché distinguere i morti da altri morti? Certo, non è il numero che conta, ma non possiamo dimenticare milioni di morti a causa di guerre tribali, di eccidi atroci dimenticati. Che cosa li distingue: il fatto che il terrorismo metta paura all’Europa perbenista, il fatto che esso ci disturbi nei nostri orticelli padani, il fatto che scombussoli i nostri piani politici e religiosi? Cavoli! Se l’Isis ammazza gente in Africa o in Iraq o in Iran o nel Medio evo, ma chissenefrega? Ma se arriva in Europa, allora è terrore, allora dobbiamo difenderci, allora vogliamo vendetta! Non è così?
Ogni giorno ci sono morti per causa di un folle progresso che non rispetta la dignità umana, ma chissenefrega?  C’è gente che distrugge l’ambiente, ma chissenefrega? Nessuno alza bandiere di solidarietà, nessuno grida giustizia!
Viviamo in mezzo ad un terrorismo nostrano (pensate alla Lega Nord che ogni giorno batte sul tasto degli immigrati, buttandoli tutti nello stesso calderone), e noi se ne stiamo zitti?
Ogni giorno, migliaia di giovani sono rovinati dall’alcol e dalla droga, ma quanti ne parlano?
Smettiamola di essere ipocriti, e di essere francesi quando ci fa comodo! Che se la sbrigano da soli, i francesi, battendosi il petto, anche perché non so se gli atti terroristici fossero capitani in Italia, o altrove, gli amici d’oltralpe sarebbero stati tanto coglioni come noi italiani a dimostrare solidarietà oltre l’eccesso del dovuto!
Loro fanno cazzate, e dobbiamo essere noi a subirne poi le conseguenze? Quando le cazzate le compiamo noi italiani, non facciamo che autoflagellarci oltre il dovuto, quasi con gusto masochista.
Capitasse a noi quanto è capitato a Parigi, per prima cosa travolgeremmo il governo, per seconda cosa daremmo retta ai catastrofisti di professione, per terza cosa daremmo consenso a sciacalli tipo Salvini, per quarta cosa, il giorno dopo, programmeremmo le prossime vacanze!

 

3 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Sono pienamente d’accordo. Mi permetto solo di aggiungere che vorrei tanto che i giornalisti, i reporter e tutti i lavoratori del mondo dell’informazione si limitassero a riferire le notizie, dandogli il risalto dovuto, anziché cercare di sfruttarle per attirare l’attenzione su di sé e costruirci sopra la propria carriera.

  2. gianmaria ha detto:

    Non c’è molto da aggiungere. Solo faccio presente che la situazione del medio oriente attuale è stata preparata dalla politica espansionistica occidentale ( Francia e Inghilterra in primis) durante le vicissitudini del secolo scorso…….Ecco i risultati !

  3. GIANNI ha detto:

    Ognuno ha le sue responsabilità, e se gli eventi francesi sono saliti alla ribalta mediatica, altri, probabilmente, sono sottaciuti, o non destano comunque uguale interesse, perchè meno interessanti per le varie testate giornalistiche.
    Ci sono tanti modi per declinare il terrore, in diverse versioni, compresi inquinamento, criminalità organizzata, e quant’altro.
    Ma, probabilmente, ormai a questo ci siamo assuefatti e, quindi, questo tipo di fatti non desta lo stesso interesse dei media che, come di consueto, li considerano ormai fatti di routine, utili sì per realizarci qualche news, ma, certo, meno rilevanti dei fatti francesi.
    Purtroppo c’è molta ipocrisia, in giro, ed i media non ne sono certo estranei, anzi.

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