Le religioni monoteistiche sono quelle più pericolose

 

di don Giorgio De Capitani

Definendo “bastardo” il dio degli ebrei, degli islamici e dei cristiani (cattolici e protestanti), non intendevo assolutamente bestemmiare il vero Dio. Anzi, è in nome del vero Dio che contesto il dio delle varie religioni. Ma qual è il vero Dio? Bella domanda. Senz’altro non è quello di una religione, che si costruisce un proprio dio, dentro una struttura che finisce per spegnere l’Infinito divino, in nome della stessa struttura da difendere a ogni costo, anche a costo di spegnere la sete infinita di Dio.

Dio è tutto da scoprire. Sempre da scoprire. Al di là di ogni profeta che si arroga il diritto di parlare in nome di chissà quale dio. Posso anche appartenere ad una religione, ma nella consapevolezza che nessuna religione potrà esaurire il concetto del Dio assoluto, che, proprio perché “assoluto”, è sciolto da ogni legame con le cose o con le persone.

Invece che prendercela con l’islamismo fondamentalista, che da sempre, ma soprattutto oggi, sta incutendo paura a tutto l’occidente, dovremmo anzitutto noi cattolici guardare in casa nostra, e soffrire per quanto c’è di ottusità e di cecità in fatto di fede. Assistiamo purtroppo al risveglio della peggiore religione. Già la religione in sé è da temere. Se pensiamo poi alle sue strutture più rigide e chiuse all’Umanità, ci verrebbe veramente da esclamare: Mio Dio, il seme evangelico è ancora da gettare nel terreno! C’è un tale riflusso che mi chiedo come questa Chiesa di beceri fondamentalisti, alla ricerca del vecchiume più deprimente, non sia stata ancora spazzata via dalla potenza dello Spirito santo. I super cattolici avrebbero forse il potere diabolico di spegnerla? Parrebbe di sì.

Proprio per questo, partendo dalla fede nel Dio assoluto, dovremmo renderci conto di che pasta è fatto il nostro “dio”. Ogni religione si costruisce un proprio dio: su misura della propria religione, la quale non è altro che un apparato, talora imponente apparato di riti e di magie, di prepotenze e di conquiste, di violenze e di bestemmie: una religione che vive e sopravvive di contraddizioni. Predica anche bene, ma poi razzola male. Ma il razzolare male non fa parte della debolezza della natura umana: è nel dna della religione. Ogni religione poggia la propria natura nel costruirsi un proprio dio, frutto delle peggiori perversioni umane, sublimando l’idea stessa del proprio dio. Come a dire: Il nostro dio è il più bello, e facendo credere che è il più bello copriamo così delle cattiverie. Non è assurdo, veramente assurdo conciliare ad esempio l’amore di Dio con la violenza? Ripeto: la violenza è insita nella religione, che per difendere se stessa arriva al punto di escludere, o di eliminare anche fisicamente i dissidenti, i nemici, i ribelli. Il fondamentalismo in realtà è coerenza, nel senso che apertamente afferma: il nostro dio vuole violenza. Per difenderlo nella sua purezza divina, nella sua santità, nella sua giustizia, si ricorre a tutto, anche alla violenza. E la violenza ha forme diverse: è fisica, ed è di tipo morale. Tutte le religioni sono passate attraverso violenze fisiche. Anche quella cattolica. Oggi, parliamo di violenze psicologiche, o di tipo morale. Ma le ricadute sul fisico non sono di meno delle violenze fisiche che, se non altro, hanno il vantaggio di creare dei simboli o delle testimonianze eroiche che alla fine, come un boomerang, si ripercuotono sulla stessa religione.

Ma vorrei esprimere un altro concetto che ritengo fondamentale, anche con il rischio di essere frainteso. Fondamentalmente sono tre le religioni monoteistiche: quella ebraica, quella islamica e quella cristiana. A differenza dei politeisti che adorano più divinità, i monoteisti adorano un solo Dio. Il monoteismo lo troviamo anche, individualmente, perciò non come corrente religiosa, presso i filosofi antichi. È chiaro che le divinità, così come venivano rappresentate, erano frutto di fantasia, o, meglio, erano la sublimazione dei desideri, dei sogni, ma soprattutto la proiezione delle passioni umane. Possiamo anche vedervi diverse sfaccettature di un unico Dio? Può darsi.

Ne derivava che tale pluralismo di divinità evitava o per lo meno attutiva il rischio di cadere in una religione assolutistica. Sarà una mia opinione personale, ma le divinità in un certo senso si controllavano tra di loro, permettevano ad ogni essere umano di esprimere le proprie tendenze, non solo religiose, anche nei vari campi della vita sociale. Pluralismo di divinità, pluralismo religioso, pluralismo socio-politico. È vero: ogni popolo aveva la sua divinità preferita, che condizionava, nel bene e nel male, anche le scelte di tipo politico-espansionistico.

Le religioni monoteistiche, per il fatto di credere in un unico Dio, sono diventate assolutistiche, esclusivistiche, chiuse in se stesse. L’unico Dio è il “loro”. Ognuna dice che quello vero è “il suo” dio, escludendosi reciprocamente. Anche odiandosi. Anche facendosi guerre. Guerre di conquista.

Il monoteismo porta facilmente al fondamentalismo. Ha creato lungo la storia, e sta tuttora creando, problemi seri e drammatici alla società. Ogni religione monoteistica vuole espandersi, ma sempre mantenendo il proprio dio assolutistico. Un dio che fa comodo, perché vi si appella ad ogni occasione per trovare scuse espansionistiche. Lo ripeto: l’unico Dio serve per compattare al massimo la struttura religiosa, che pretende di inglobare anche la società civile.

Forse per questo, hanno un particolare fascino sull’uomo d’oggi le filosofie orientali. Appaiono meno assolutistiche, meno fondamentaliste. Hanno della divinità una concezione forse meno monoteistica, senz’altro meno rigida, meno strutturale.

Non posso concludere senza accennare almeno alla confusione che è nata da una deviante concezione monoteistica della religione. Oltre al fondamentalismo, il monoteismo è servito anche a separare l’essere umano nella sua unitarietà. Le religioni hanno diviso l’anima dal corpo, la coscienza dalla libertà. Ma l’assurdo sta in questo: hanno diviso in sé l’essere umano, ma in realtà si sono serviti delle cose peggiori terrene per sfruttare al massimo la loro voglia di conquista. Si conquistano le anime, usando mezzi umani, i più terribili per la costruzione di un Regno che dire spirituale sarebbe veramente una grossa bestemmia. Non vorrei mettere sullo stesso piano le tre religioni monoteistiche, nel loro fondamentalismo cieco e violento. Ma noi cristiani cattolici non tiriamoci fuori dalla mischia: il passato è ancora qui a condannare il nostro “dio”, in nome del quale abbiamo compiuto delitti atroci. E oggi noi cristiani, sempre in nome dell’unico dio, siamo ancora ancorati ad una concezione dualistica della vita, lontani dalla filosofia orientale che ha dell’universo una visione così unitaria da permettere pluralismo di vedute, riscoperta di valori immanenti, tra loro così interconnessi nello stesso essere di ciascuno da costituire il vero progresso umano e sociale.  

 

 

18 Commenti

  1. Terry ha detto:

    Mi spiace ma non concordo, tranne su un punto: mettersi sempre in discussione cercando di essere aperti verso l’altro, chiunque sia.

    Noi non seguiamo una religione, noi seguiamo Cristo e chi cerca di seguirlo è un uomo nuovo.

    L’uomo vecchio è l’uomo del taglione, di un dio fatto a propria convenienza e a proprio consumo.

    Gesù è l’amore, la libertà e chi non lo conosce è rimasto indietro nel tempo, ancorato all’odio e appresso alle guerre.

  2. michele ha detto:

    Questo pensatore avrebbe ragione se l’umana concordia, la pacifica convivenza e l’uomo stesso fossero la cosa più alta; ma non è così!

  3. Patrizia ha detto:

    Grazie ancora una volta, don Giorgio, e spero che le sue parole aprano le menti e producano molto frutto.

  4. Giuseppe ha detto:

    Una volta si diceva che i “non cristiani” che conducevano una vita esemplare (e i non battezzati in genere) anziché andare in paradiso sarebbero finiti al limbo. Infatti, perfino Dante nella divina commedia dà credito a questa tradizione. Tutto perché quel “non avrai altro Dio al di fuori me” è sempre stato interpretato come “dio degli ebrei” e per titolo ereditario dei cristiani e dei musulmani, come se un giusto, a qualsiasi religione o tradizione culturale faccia riferimento, non abbia una dignità pari a quella dei credenti delle tre religioni citate. L’errore fondamentale è quello di non aver mai voluto accettare che il bisogno di sacro e la venerazione per il creatore dell’universo è identica sotto ogni cultura o forma di società, anche se viene manifestata in maniera differente. Come differenti, del resto, sono anche gli stessi esseri umani, il loro linguaggio e il modo di agire e affrontare la vita. Il rischio enorme di una concezione così ottusa è quello di un razzismo religioso, che a guardare bene è solo lo schermo per un altro tipo di razzismo molto profondo e ben radicato.

  5. Gianni ha detto:

    Ho già scritto un commento ma non lo vedo…
    rieccolo…..
    Colgo l’occasione per esprimere talune riflessioni che, nel corso del tempo, ho avuto modo di elaborare su diversi dei temi cui riconduce l’articolo:
    il cristianesimo è una religione realmente monoteista?
    Perché di solito la religione non può accettare né che si rida di lei né accetta, spesso, la critica?
    Perché certe religioni sono più violente di altre?

    Non so se qualcuno ha mai avuto modo, tra i lettori, di avere esperienze mistiche o analoghe, ma…..
    Se crediamo a qualcosa di metafisico, o abbiamo avuto qualche esperienza che ci fa ritenere che il metafisico esista, allora sappiamo che è impossibile ricondurre a forme umane la divinità.
    Anche Cristo, era si uomo, ma la sua natura divina usava un essere umano, ma non era quell’essere.
    Una visione realmente metafisica, quindi, non considera questa in forma politesta, ma rigorosamente monoteista, e le apparenti altre divinità non sono altro che espressioni di una ed unica dimensione metafisica, soprattutto se si ritiene che tale dimensione tutto pervada.
    Perché, diversamente, si ipotizzerebbe una divinità limitata, mentre la divinità è, per eccellenza, senza limiti.
    Così, Cristo non è una divinità altra da Dio, e così lo spirito santo, e Cristo e spirito santo sono solo alcune delle possibili ed infinite manifestazioni del divino.
    Detto questo, ecco perché io ritengo che il cristianesimo non sia, in realtà una religione monoteista.
    Come la religione romana e prima ancora quella greca avevano un pantheon abitato da diversi dei, così anche la religione cristiana.
    Non c’è solo Dio, ma una infinità di realtà, più o meno personalizzate, che vanno dagli dei buoni, gli angeli, i santi, i beati, ecc. ma anche la madonna, a quelli cattivi,i demoni,che per il cristianesimo non sono altro che angeli decaduti per ribellione a Dio.
    Non sono costoro, forse, realtà metafisiche, ma capaci di incarnarsi?
    Cosa sono gli indemoniati, se non esseri umani abitati da demoni?

    Come si vede, al di là della forma, nella sostanza esiste un’evidente trasposizione di caratteristiche dell’antica religione greca e romana.
    C’era Zeus, o Giove, alla sommità della gerarchia, e poi i vari dei, Giunone e via dicendo.
    Noi abbiamo Dio, ma abbiamo le sfere angeliche, in ordine gerarchico, i demoni, e quant’altro……

    In molti casi, quindi, religioni come il cristianesimo ed altre hanno assunto caratteristiche di fondamentalismo religioso, forse non tanto per essere formalmente monoteiste, ma per altri motivi, e cioè perché hanno incardinato l’autorità che ha espresso unione di potere temporale e spirituale.
    In occidente il cristianesimo, dopo gli anni di persecuzione romana, è diventato una cosa sola con l’impero e l’autorità…temporale.
    Ma pensiamo ad altre storie, che ci parlano di autorità militari e politico- religiose.

    In altri casi, invece, la religione era separata dal potere temporale e così non aveva ragione di diventare assolutista e terrorista.
    Assumendo quindi il sacerdozio la valenza di autorità anche politica ed istituzionale, ne derivava, anche a prescindere da fede autentica, il potere, e per il potere si complottava, si uccideva, si torturava…..pensiamo ad esempio alle false accuse ordite contro il Savonarola, ecc.
    Direi, quindi, che il discrimine non è tanto tra religione monoteista e politeista, che in fondo anche il cristianesimo è politeista, ma tra religioni che hanno riguardato solo l’aspetto spirituale e metafisico ed altre che hanno rivestito il ruolo di autorità….
    Nel momento in cu si tratta di autorità non democratica, il sacerdote non può permettere che altri ridano di lui o lo critichino, e di qui l’intolleranza…anche oggi lo vediamo…non c’è più l’assolutismo di secoli fa, ma ovviamente la chiesa non può permettere che si rida di lei, perché sarebbe messa in forse la sua autorità….
    E questo spiega la violenza di certe religioni.
    Se l’autorità si identifica con la religione, questa autorità viene persa, se altri la mettono in forse o se la attaccano militarmente, e quindi la difesa avviene sempre con la violenza e l’assolutismo.

    Del resto, dove troviamo religioni molto tolleranti?
    Dove non esiste identificazione tra figura religiosa ed autorità civile e militare, insomma con l’autorità temporale.
    Del resto, a parte l’ambito teoretico, oggi come mai il cattolicesimo non è più quello di un tempo, pronto a fare le guerre, ma propone tolleranza?
    Fateci caso: perché il suo potere temporale è pressochè simbolico.
    Invece, fate caso al fatto che nell’islam autorità religiosa e politica si identificano.

    Il caso di Israele è ancora diverso.
    Direi che lì non opera tanto una questione religiosa, ma etnica e politica.
    E’ una lotta di un popolo contro altri popoli, un po’come avveniva nell’Italia risorgimentale.
    C’è anche lì una dimensione religiosa, ma certo meno preponderante.
    Non è che se Israele decide di bombardare l’Iran, lo farà per una questione religiosa….

  6. gianfranco ha detto:

    Lei ha citato il concetto di “sublimazione” che risale a Freud. Come è noto, Freud aveva una visione estremamente pessimista dell’uomo e del mondo biologico in sè, dominato, accanto all’Eros, da Thanatos, il “principio di morte”, per il quale il vivente è caratterizzato dalla “guerra di tutti contro tutti”, da cui “mors tua, vita mea”. Ora, far risalire la violenza del mondo ai monoteismi è del tutto improprio; casomai, si deve dire che essi non hanno inventato la violenza, ma l’hanno incanalata compattandone gli infiniti nuclei “clanici” e “tribali” in “masse continentali” reciprocamente ostili, ma tali da assicurare al loro interno una certa pacificazione ( senz’altro non completa, e curiosamente dovuta anche alla necessità di rimanere disciplinati per fare forza contrio il nemico esterno ). Lei tende a una certa rivalutazione delle religioni pagane e di quelle orientali. Le ricordo che tra le religioni orientali c’è anche lo Shintoismo, anima del militarismo giapponese, e il Brahmanesimo “castale”. C’è poi da considerare che il politeismo non era affatto una garanzia di pace. Ciascun popolo aveva il suo Dio che gli faceva da Totem, come oggi succede per le contrade di Siena e le squadre di calcio con il loro tifo violento; per cui la guerra serviva anche a comprovare quale fosse il dio più forte ( al punto tale che spesso il dio del vinto veniva “catturato”).
    Il benefico politeismo di cui apprezza i benefici è quello interno ai grandi Imperi, come quello romano, che preferivano lasciare in parte libero corso al “market delle religioni” ( accanto al “panem et circenses” ) purchè non interferisse con il culto dell’Impero, che si era costituito con la violenza e con essa si manteneva. Ci sarà stato pur qualche motivo se gli imperatori perseguitarono il Cristianesimo, sia pur non in modo continuativo.
    Sono convinto che lo sfondo della sua “predicazione” sia costituito da un fallace ottimismo antropologico alla Rousseau, per cui “l’uomo è buono, è la società – diciamo anche lo stato guidato da gente corrotta – che lo rovina”.
    Da qui nasce il mito della “base”, del popolo buono buonissimo ( magari anche intontito ) contro i cattivissimi “potenti di questo mondo”.
    Non è questa la visione di Gesù, che non era affatto classista, non aspirava a nessuna rivoluzione zelota e vedeva il male nei cuori degli uomini, di quelli ricchi come dei poveri. In termini parateologici il suo è un pelagianesimo orientato a sinistra, in cui il giustizialismo diventa troppo spesso contestazione rabbiosa.Il che mi sembra davvero tutt’altro che evangelico; e davvero spericolato, equivoco e squalificante per un sacerdote mi sembra l’uso del termine “dio” ( minuscolo ) accompagnato da aggettivi vituperosi, come “bastardo”. Qualcuno rischia di cadere in un grosso equivoco.

    • Gioele ha detto:

      Povero don Giorgio…e dire che è evidente la “sana provocazione” di questo bell’articolo!Senta un po’, Gianfranco, a parte la sua personalissima idea di una visione “pessimistica” della vita espressa, a suo dire, da Freud (stendiamo un velo pietoso), perché accusa don Giorgio di…(rullo di tamburi)…pelagianesimo di sinistra? Già con Pelagio il buon don Giorgio non ha nulla a che spartire…tuttavia, mi permetta una sonora risata, CHE COSA INTENDE CON PELAGIANESIMO…DI SINISTRA?C’E’ ANCHE UN PELAGIANESIMO…DI DESTRA? MI ILLUMINI, LA PREGO! SONO UN VILE GIUDEO, PERTANTO PUR OCCUPANDOMI DI ESEGESI DELLE FONTI STORICHE DA QUARANT’ANNI…DI FRONTE ALLA SUA GENIALATA MI SENTO UN FANTOLINO!
      PS PER DON GIORGIO : LEI PERO’, A MIO AVVISO, LO FA APPOSTA, DICA LA VERITA’!LEI LANCIA LA PROVOCAZIONE MAGNIFICA…POI PRIMA DI ADDORMENTARSI SI AMMAZZA DAL RIDERE A LEGGERE DI “PELAGIANESIMI DI SINISTRA”, “ANTICRISTI VARI” ECCETERA…Un salutone don Giorgio, e mi perdoni se ho risposto al posto suo.Buonissime cose.

  7. michele ha detto:

    Ormai siamo all’adorazione dell’Anticristo.

    • riccardo ha detto:

      @michele
      ogni volta che adori qualcuno ne diventi schiavo, non importa come lo chiami o come si fà chiamere (se poi è il suo vero nome), ne quali siano le sue intenzioni (manifeste o nascoste).

      altra cosa è la consapevolezza… e questa non *ammette* adorazione verso qualunque cosa di percepibile esteriormente o interiormente.

  8. Alessandro ha detto:

    Grazie Don Giorgio per questa immensa riflessione . Lei dice il vero, il monoteismo e’ per sua natura esclusivista, oppone verita’ univoche che, in situazioni particolari, si scatenano in violenza. Grazie alla rivoluzione filosofica iniziata dal settecento la chiesa oggi si e’ leggermente rifatta il trucco accettando la liberta’ religiosa, la democrazia fino a ieri erano pronti a sbranare come lupi sanguinari. Non hanno piu’ bracci secolari che li appoggiano, per fortuna, nel cristianesimo si e’ frapposto tanto marciume, il vero e’ nelle sue parole. Chi ha a cuore l’ umanità dovrebbe pensarla come lei!

  9. Gioele ha detto:

    Caro don Giorgio, lei è un grande “provocatore”…e lo fa al fine di stimolare reazioni costruttive. Chapeau.Mi permetta solo di correggere il tiro circa una sua dichiarazione. Lei afferma che tutte le religioni monoteistiche cercano di espandersi. Se questo è vero per il Cristianesimo, soprattutto cattolico, e per l’Islam…non è assolutamente corretto per l’Ebraismo.Il proselitismo religioso non appartiene proprio alla nostra Tradizione. Il Sionismo, poi, è un’ideologia profondamente laica. Quindi, in questo senso, noi non possiamo essere annoverati nel solco del teorema da lei giustamente estratto. Complimenti, comunque, per il coraggio. Distinti saluti.

    • ada ha detto:

      x Gioele
      Prima di porti la domanda, voglio premettere
      che adoro Gesù, che è un ebreo,
      che amo Maria SS, altra ebrea, la più alta delle creature umane.
      Premesso ciò, pongo le domande.
      Per quello che ho capito io, correggimi se sbaglio,

      l’Ebraismo non cerca di far proseliti presso gli altri popoli, perchè l’Ebreo è tale in quanto figlio di madre ebrea, vero?

      In quanto al sionismo non è forse un movimento politico e laico di una parte di ebrei e di sostenitori anche non ebrei, verosibilmente di stampo nazista?

      • Gioele ha detto:

        Carissima Ada,
        è ebreo chi è figlio di madre ebrea, senz’altro. Il mio contrappunto si riferisce al fatto che l’Ebraismo non ha mai tentato, o immaginato nemmeno, l’espansionismo tipico delle altre due religioni monoteistiche abramitiche.In parole povere: a noi non interessa convertire nessuno…anche se ultimamente molti, non so per quale motivo, cercano di convertirsi all’Ebraismo.Quanto al Sionismo, si tratta di un movimento di pura matrice sociopolitica nato nel secolo diciannovesimo e volto alla autodeterminazione del nostro popolo.E’ proprio sulla spinta del Sionismo che nel 1948 siamo riusciti ad avere (ci è costato un tantino…) Erez Israel.Sostenitori non ebrei del Sionismo ce ne sono…e per quanto mi riguarda mi fido molto poco di essi. Ma è importante che tu sappia che il Sionismo non è mai stato né mai sarà di stampo nazista. Assolutamente. Lo stampo di base, diciamo così, la matrice del Sionismo portata a fulgore da Theodor Herzl è socialista. L’etica del kibbutz, ormai diventato moshav (cooperativa agricola), si qualifica come puramente socialista. Ti abbraccio.

        • ada ha detto:

          Caro Gioele,
          dici che l’etica di base è di tipo socialista;
          d’accordo, che è così per le comunità ebraiche,
          ma è opinione diffusa che il Sionismo sia razzista (tipo nazismo) e c’è il timore, visto che innegabilmente sta diventando una grande potenza,
          che si torni ai mali del secolo scorso.
          Questo è il motivo di tanto astio che, a mio avviso deve avere una risposta chiara.

          • Gioele ha detto:

            Vedi, Ada, purtroppo le cosiddette “opinioni diffuse” affondano le radici nella melma dell’ignoranza. In molti amici di sinistra (ahimé poco informati sui fatti) riscontro spesso questa disinformazione. Il Sionismo trapiantato in Erez Israel, non v’è dubbio, ha dovuto indurirsi, crearsi una struttura di guardia forte o, almeno, resistente nel mezzo di un mondo come quello arabo che, storicamente, ci odia. Pochi si ricordano che quando (Maometto)Muhammad, a (Medina)Mdina, affermò di essere il messia…sterminò l’intera comunità ebraica che non lo riconosceva. Per noi il Messia è qualche “cosa” d’altro. Ma da allora il mondo arabo ci è opposto e nemico. Erez Israel è una potenza, hai ragione. Ne siamo fieri, anche se abbiamo il dovere amaro di armarci e difenderci continuamente. Io ho doppia cittadinanza, ma un altro ebreo italiano può non sentire questa fierezza. C’è differenza fra ebreo ed israeliano, ricorda sempre. Ma il Sionismo non sarà mai nazismo, mai. Che i militari siano costretti alla forza è vero, è indubbio e terribile. Ma se mai, dico mai, dovesse rinascere l’idea lontana, remota, peregrina di un altro delirium persecutionis come quello della Shoah…questa volta non ci colgono impreparati. Stavolta gliele suoniamo noi…e di brutto.Abbiamo lavorato tanto per avere il privilegio di esistere: i nostri padri hanno creato giardini dal deserto innaffiandoli col sudore della fronte. Ma ora siamo una potenza, siamo un sol uomo. Grazie Ada per le domande belle e stimolanti. Un abbraccio.

  10. Loredana ha detto:

    E se la parte divina di Cristo fosse un’altra “sublimazione di un desiderio”?

  11. barbara ha detto:

    Fantastico!!!!!!!!! Ti abbraccerei per come mi hai fatto sentire mie le tue parole. Come mi piacerebbe che tu fossi il parroco della chiesa vicino a casa mia. Verrei ogni domenica ad ascoltarti e collaborerei con te nelle tue attività.

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