Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016: Voterò SÌ senza se e senza ma

Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016: Voterò SÌ senza se e senza ma

 

3 Commenti

  1. Giampaolo ha detto:

    Sono d’accordo con te una volta tanto.

  2. GIANNI ha detto:

    Un mio commento in merito è già presente nell’editoriale.
    Ma non intendo replicarlo.
    Nel merito ritengo che la riforma sia migliorativa, e che non dovrebbe incidere sulla tenuta del governo.
    Alcuni parlano di malcontento rispetto alla gestione politica di questo esecutivo, ma quando mai non c’è stato un certo malcontento.
    Mi pare, invece, che alcuni elementi siano migliorati, ad esempio dal punto di vista economico.
    Poi, certo, credo che nessuno abbia la famosa bacchetta magica, anche se la spocchia con cui taluni trattano certi temi, ad esempio D’Alema, quasi sembra voler presumere che comunque loro abbiano sempre più ragione degli altri.
    Ci fosse qualcuno che mi dicesse cosa di realmente importante hanno realizzato costoro…..

  3. Giuseppe ha detto:

    Se ci guardiamo un po’ in giro ci rendiamo conto facilmente del malcontento che serpeggia, sia tra la gente comune che tra gli addetti ai lavori della gestione politica del nostro paese. Insomma, in generale l’idea che sia necessario un cambiamento è ampiamente condivisa, mentre chi non avverte questa esigenza, probabilmente, lo fa perché trae vantaggio dallo statu quo e rifiuta a priori qualsiasi variazione nel timore di esserne danneggiato. Io credo che chi voterà NO al referendum, lo farà per antipatia verso Renzi sperando in una sua caduta, oppure per partito preso per motivi di schieramento e militanza politica, oppure per proteggere il proprio piccolo potere personale, o meglio ancora, nel caso di politici, per invidia verso chi propone la riforma, anche perché, avendone avuto magari l’opportunità, non ha saputo o non è stato in grado di portarla a compimento.
    Personalmente voterò SI anch’io, pur non essendo affatto un simpatizzante di Renzi, perché mi sembra una buona riforma e sono convinto che sia arrivato il momento di dare una spallata all’immobilismo istituzionale, che spesso è stato solo d’intralcio al funzionamento della cosa pubblica e allo sviluppo del paese. Il cui peso oltretutto grava in maniera insopportabile sulla spesa relativa, di cui in ultima analisi siamo noi cittadini a sopportarne l’onere. A mio avviso perciò è bene andare avanti, tenendo presente che si tratta comunque di un primo passo, e che poi ci saranno tempo e modi per apportare eventuali modifiche e miglioramenti, ma nel frattempo è essenziale cominciare a cambiare le cose.

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