Amen! Sic transit imbecillitas mundi!

di don Giorgio De Capitani
C’è Milano la città civile, e c’è Milano la comunità cristiana.
Dovrebbero coincidere, ma non è così. Neppure si completano, perché sono due realtà troppo diverse.
Attualmente c’è un grande sindaco che tiene in alto la città civile, e c’è un piccolo vescovo che tiene giù la comunità cristiana.
Due figure che sembrano cercarsi, per mostrare ai milanesi che è possibile armonizzare il sacro e il profano.
In realtà, il piccolo vescovo milanese cerca solo un po’ di credibilità, mettendosi all’ombra di un Nobile della Politica.
Il divario è netto: da una parte un carisma nel campo politico, e dall’altra un aborto di profezia.
Il Duomo, paurosamente vuoto dentro, ha in suoi riti, fuori, sul piazzale, dove avviene di tutto: una spettacolarizzazione della fede solo credenza quasi idolatrica, certamente ridicola, e una esposizione energumena della politica più blasfema.
E il vescovo tace, senza nemmeno batter ciglio: eppure, basterebbe aprire le finestre di casa, e sentirebbe sguaiati latrati di castrati nella mente e le litanie dissacranti del loro capitano delle bande nere, che ostentatamente baciucchia il rosario come giuda che, prima di finire appeso ad una corda, baciava le monete che rubava, senza però poter aggiungere i trenta denari del tradimento del suo Maestro.
E la stessa fine forse farà il giuda brianzolo.
Narra Luca, nel libro “Atti degli apostoli”, che l’Iscariota si impiccò e “precipitando si squarciò e si sparsero le sue viscere” (At 1,18).
Immaginate la scena: il ventre di Salvini che scoppia e lascia uscire le viscere, mentre i cani le leccano, subito disgustati dalla tremenda puzza che emanano.
E il “piccoletto” tace.
Secondo un’autorevole testimonianza, quel sabato sera Delpini si era ritirato nella sua cameretta, con ancora negli occhi la scena di quel sant’uomo di Salvini, che baciava con grande trasporto di fede il rosario, e si era inginocchiato per terra esclamando: “Buon Gesù, che dovrei fare? Non posso compromettermi: io, pastore di un gregge che non può essere diviso. E poi, se dovessi condannare il buon Matteo, condannerei anche i suoi devoti seguaci, e avrei le chiese vuote. E poi, chi aiuterà il ministro di Cristo a organizzare con tanta generosa competenza le feste patronali, dando il meglio di sé nel preparare ottimi pranzetti? E poi, io sono il buon pastore, a cui è cara ogni pecorella, di destra o di sinistra, anzi con un certo riguardo verso la destra, se è vero che Cristo ha messo i cattivi alla sinistra e i buoni alla destra”.
Sentì bussare. Era il segretario tuttofare che avvertiva sua eccellenza che Salvini era in linea. Delpini nonché Mario prese la telefonata, e disse: “Caro Matteo, che vuoi da me, misero peccatore?… No, no, non dirò una parola… Come?… Che dovrei fare?… Spedire in Africa don Giorgio?… No, no, non lo posso fare… è da quasi sei anni che né lo vedo né lo sento… E come potrei?… Ogni giorno mi scarica addosso il caricatore della sua mitraglia… Dovrei… scomunicarlo? Matteo, non scherzare!… Senti, senti, al massimo potrei avvertire un amico che è in Vaticano… lui ha conoscenze nella Curia…. Io non lo posso fare. È un tipaccio: me la farebbe pagare!… E poi per me è come se fosse già morto… Per te no?…  Come potrei darti una mano?…  Matteo… Matteo… non chiedermi troppo. Tu lo sai come sono fatto. Tappagli tu la bocca!… L’hai già querelato? E quando? Sai io ho i miei problemi con i preti pedofili, che devo difendere… Tu te ne freghi dei preti pedofili? E perché?…. Non ti rompono i c… mentre temi i preti dissidenti perché ti contestano. Se l’hai querelato, se ne starà zitto, no?… Continua a offenderti? Che tipaccio! Che screanzato! Non ha più rispetto di nessuno, nemmeno dell’autorità costituita… Matteo… Matteo… fa’ come me: lo ignoro! È come se non esistesse! Cosa stai dicendo?…. Non capisco…  Lo vuoi scomunicare tu?… Con quale potere?… Già! Hai consacrato l’Italia alla Madonna, quindi… Fa’ quello che vuoi… Io non voglio rogne… Che cosa vuoi farmi sentire? Alcune parolacce di don Giorgio? Fammele sentire…»  (si sentono voci, come da video, dall’intervista di Giuseppe Cruciani)
Salvini aveva chiuso.
Delpini si inginocchiò ancora sul pavimento, e pregò: “Dio, che devo fare? Sono già su una croce: quella della codardia. Magari avessi il coraggio di dimettermi!”.
Salvini di nuovo era al telefono.
“Che vuoi ancora, caro Matteo? Vuoi occupare il Duomo di Milano, e farti incoronare re d’Italia? Questo è troppo! Non te lo permetterò!… Come?… Cosa hai detto? Mi farai papa?… Sarebbe troppo bello, ma…».
Quella notte ci fu un temporalaccio, con fulmini e tuoni.
Un fulmine colpì la Madonnina, che cadde squarciando la parte alta del Duomo.
Un altro fulmine colpì l’arcivescovado, e Delpini restò secco.
Un altro fulmine colpì la capocchia di Salvini che, stramazzando a terra, disse le ultime parole famose: “Prima gli…”. E il primo fu proprio lui, per bontà di Dio!
“Che culo!”, esclamai. Nella stessa notte tre segni provvidenziali!
Il Duomo, simbolo del vuoto d’essere!
L’arcivescovado, simbolo di codardia nel suo inetto pastore!
La Lega, simbolo della barbarie nel suo leader, letame dei letami!
Ma il sogno non era finito.
I leghisti in massa si suicidarono, mentre il clero milanese non si accorse di nulla e continuò nel suo cammino di fede, come massa di ossa inaridite.
Al funerale di Salvini parteciparono solo le ceneri fumanti di una distesa di corpi bruciati dai fulmini della Storia.
Scrissi un articolo: solo il titolo senza altri commenti. “Amen! Sic transit imbecillitas mundi!
Nel film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, mentre Gesù muore scende dal cielo una grossa goccia di acqua. Era la lacrima del Padre!
Ora il Padre celeste sorride, ma il suo volto si fa subito triste, pensando di avere davanti agli occhi, per il giudizio particolare, una massa di caproni.
Inventò una soluzione: oltre al paradiso e all’inferno, Dio in un istante creò un abisso profondo, in cui direttamente precipiteranno i barbari e gli imbecilli, neppure degni di essere prima giudicati. Nell’abisso saranno triturati per sempre.
Per il clero milanese Dio aveva in mente un’altra via. Ma prima doveva spremere ben bene le sue meningi, per trovare finalmente un ottimo rimedio, per tirar fuori dal pantano la diocesi più grande del mondo.
Quando lo trovò, disse: “Quel poveretto avrà bisogno dell’interezza del mio Spirito, se vorrà cambiare radicalmente la testa del clero milanese!”.
Il nuovo vescovo, appena mise piede nella città di Milano, guardò in alto: la Madonnina misteriosamente brillava di nuovo della Luce divina.
Gli scappò quasi una bestemmia: “Non farti più fregare da nessun altro bestione, che ti userà come panno immondo per pulirsi il suo culo pieno di merda!”.
Era un tipo così il nuovo arcivescovo di Milano: pane al pane, benedetto con qualche sacra maledizione, con effetto immediato.
Appena varcò una delle porti laterali del Duomo (era anche umile!), rimase colpito da un silenzio tombale: nemmeno un’anima viva, tranne uno spiritello che saltava e danzava, senza fare un benché minimo rumore.
«E tu chi sei?», disse sottovoce il vescovo.
«Se vuoi, rispose lo spiritello, sono a tua completa disposizione. Sarò la voce della tua coscienza di buon pastore. Ti dico già: se vuoi salvare questa diocesi, restituiscile la sua anima, dando subito questo messaggio: “Siate voi stessi, rientrate dentro di voi,  figli della carne! Riprendete a pensare, decerebrati! Il Divino è in voi, credenti castrati nello spirito!”. Non avere paura! Dalla tua parte avrai la forza dello Spirito e la presenza dei spiriti ribelli. Non  sarai solo!».
Il vescovo rispose: «Amen!».
Il Duomo improvvisamente si riempì di spiriti ribelli di tutto il mondo, anche di coloro che erano stati dalla Chiesa condannati e bruciati sul rogo.
Il vescovo gridò: «Alleluia!».
Gli sembrò di vedere due ombre, una in particolare, nera come il carbone!
Di nuovo gridò: «Alleluia!».
Le ombre si dileguarono di colpo!
Così iniziò la risurrezione della Diocesi milanese.
Anche la Politica rinacque, e gli italiani finalmente ripresero a Pensare!

 

8 Commenti

  1. Patrizia ha detto:

    Questo video, non so perché ma mi ha rimesso di buonumore, dopo una domenica drammatica.
    Grazie don Giorgio, voce di un uomo che grida nel deserto.

  2. Luigi ha detto:

    Bello! Salvini “l’è pirleta milanes casciaball” brutta copia del Berluska. Delpini “l’è un cagamoll”. I leghisti se si dichiarano cristiani guardino a Franz Jagerstatter. Sapete perchè è stato giustiziato nel 1943 dai nazisti? Perchè ha preferito obbedire a Dio (la sua coscienza) e non agli uomini (la cattiva coscienza incarnata in Hitler). Ha detto: “Non posso essere nazista e al tempo stesso cristiano”. Delpini imiti Ratzinger che ha avuto il coraggio di dimettersi. Lo so è un paragone che non regge: un fine teologo con un devoto piccolo, piccolo … Gli propongo una via per redimersi: guardi ai grandi geni religiosi, quelli che non solo hanno pensato, ma hanno vissuto il cammino religioso a ritroso per ritrovare la purezza delle origini. Ritorni alla Maria del Magnificat che dal suo stupore degli inizi la porta a “mandare a fanculo gente come Salvini” (ha rovesciato i potenti dai troni). Maria è “la credente”. Non ha bisogno di “apparizioni” come la Maddalena e i discepoli. La può trovare in una sura del Corano alla faccia dei leghisti anti-islamici.

  3. bartolomeo palumbo ha detto:

    BELLISSIMO!!!!!Vai DON GIORGIO,non sei solo.Un saluto fraterno,se posso permettermi questa familiarita’.

  4. Antonio ha detto:

    Stupendo, l’ho letto ed ascoltato!Ma c’è un imprecisione, il tizio giuda, non è brianzolo e non è nemmeno umano. Ed il letame è utile. non vedo nulla che può essere paragonato, forse…. cesso o latrina …..

  5. marco attucci ha detto:

    fortissimo. Dovresti scriverci un romanzo storico.

  6. don ha detto:

    Don Giorgio hai letto l’ultima lettera aperta che ricolta a Mons. Delpini scritta dalla famiglia del ragazzo che don Galli aveva fatto dormire nel suo letto? E’ una lettera piena di dignità e di sofferenza, in cui mette l’Arcivescovo con le spalle al muro … dovrebbe trarne le conseguenze. Ne avessimo di famiglie come quella che, senza perdere la fede e l’appartenenza alla Chiesa, dice ai suoi Pastori ciò che è giusto che si sentano dire.

  7. marco ha detto:

    don Giorgio
    volesse il Cielo che il tuo sogno si avverasse !
    Io ho qualche anno meno di te…ma non molti !
    Vedremo, tu ed io, il sogno realizzato da un altro punto di osservazione.
    ne sono certo !

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