Visita del Papa a Milano: concertino già assicurato con don Bruno Maggioni!

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di don Giorgio De Capitani
Le poche ore – tante quante sono quelle disponibili per la visita di una sola giornata – come saranno impegnate da papa Bergoglio? Quali ambienti visiterà? Quali discorsi terrà, e su quali temi?
Forse, al posto di parole, che lasciano il tempo che trovano, anche se di gustosa degustazione dei mass media, il Papa compirà gesti “significativi”, che solo lui sa inventare provocando l’applauso mediatico e di quel popolino sempre pronto a bearsi di qualcosa che gli torna gradito.
Non dimentichiamo che verrà a Milano, e che Milano, capitale del Nord (almeno questo lo possiamo dire?) è sempre stata, benché da lontano, messa nel mirino della Chiesa romana, la quale, nei tempi più bui, ha dovuto chiedere aiuto a qualche vescovo milanese particolarmente “illuminato”.
Il Papa verrà a Milano a visitare o a farsi visitare? Verrà a consolare o a farsi consolare?
Troverà ancora quella fede ambrosiana, vanto di una terra particolarmente benedetta da Dio, anche se ultimamente, nel campo politico, si è imbarbarita e resa sterile da ideologie di bastardi e di analfabeti? Nessuno dimentichi che la terra milanese ha dato origini a Berlusconi e a Bossi, e perciò al più osceno berlusconismo e al più rozzo leghismo.
Terra di santi, e di diavoli. Terra di fede, e di commistione idolatra. Terra di giusti, e di ladroni.
Ma è bastato poco, ovvero che si rivoltasse qualche zolla con l’aratro del tempo che non perdona ma giudica, bruciando la paglia secca e usando la merda come concime, perché apparisse di nuovo un inizio di primavera.
Ma c’è ancora nebbia, tanta nebbia: il dio-avere è sempre pronto a offuscare l’essere che, appena si riaffaccia, rientra di nuovo nel cuore della terra, ma altri aratri sono pronti per altre semine, con l’incuranza però dei “vigilantes” (o episcopi), che se la spassano a imbellettarsi di profumi accademici, a gingillarsi con tintinnii che lasciano tranquilli i topi di fogna.
Di gingilli e di tintinnii, che richiamano lo sfarzo femminile di altri tempi, ce ne sono nella Diocesi milanese, ora però con l’intento di coprire il silenzio dello spirito, che ha ben altri suoni che nessuno vuole ascoltare, nemmeno quei portavoce che parlano di Dio, ma restano all’esterno del suo Mistero. Appunto, come gingillo.
La Diocesi milanese vorrebbe essere un campanello di richiamo per tutta la Chiesa, ma non è che un insieme di tintinnii che coprono la voce interiore, che tace come quando Dio taceva perché il suo popolo si prostituiva agli idoli più spudorati.
Niente paura, signor cardinale! In Diocesi tutto luccica come oro splendente! Sì, ci sono voci irritanti che intristiscono il clima festoso, ma basta il tintinnio di un prete che canta e balla in chiesa, perché si possa ancora ridere sui ruderi, quasi che questi magicamente si trasformino in cattedrali. 
Chi organizzerà il programma della Visita del Papa a Milano, tenga conto che in Diocesi un prete canterino c’è, ed è don Bruno Maggioni, attualmente parroco della Comunità Pastorale di Margno, Crandola e Casargo, in Valsassina (Lc), sempre disponile a rallegrare gli animi depressi, e perciò credo che sarà disponibile anche a rallegrare papa Francesco, che così potrà farsi una certa idea della fede profonda della Diocesi milanese.

7 Commenti

  1. giovanna ha detto:

    Ma questo sacerdote (sacerdote è una parolaccia) è mostruoso…Non lo avevo mai visto nè sentito ma è qualcosa che fa vergognare l’universo…
    E Bach e Vivaldi e Mozart e Pergolesi e Monteverdi e il gregoriano????????????

    Nostro Signore spero non debba contemplare tali miserie spero si nasconda nell’infinito del suo Mistero… Andrebbe radiato allontanato annientato…

    • Cristina ha detto:

      Magari fossero tutti con la stessa semplicita… è richiamo xchi come me si è allontanato…con tutto l amore con cui fa il suo lavoro e l energia dovrebbe essere solo premiato….

  2. GIANNI ha detto:

    Canzoni e canzonette possono o meno piacere, come possono piacere o essere considerati noiosi financo i corali di Bach, ma…
    Non è di questo che ha bisogno la chiesa, che si trova, per certi versi, dove l’hanno lasciata Ratzinger e vorrei dire anche Martini.
    Partiamo di qui.
    Sia Ratzigner, che Martini, pur per ragioni diverse, erano convinti che la chiesa avesse bisogno di una profonda rivisitazione.
    Ratziger pensava sopratutto agli aspetti della deriva curiale, MArtini anche alla dottrina ed alla morale.
    COn l’elezione di Ratzinger si era pensano sopratutto ad una riforma della curia, non riuscita, da cui le dimissioni.
    Questo, almeno, secondo talune ricostruzioni.
    E, quindi, se la chiesa necessita di una profonda riforma, rispetto a questo che senso ha la visita di Bergoglio?
    Se viene solo per ascoltare cerimonie, discorsi formali, e magari pure qualche canzonetta (o anche i corali di Bach, fermo restando che l’organo della cattedrale non è il più idoneo per brani di musica barocca…), allora avremo una visita, come dicevo altrove, solo formale.
    Se, invece, viene per sentire che aria tira, che possibilità ci sarebbero di smuovere le cose, magari mirando a qualcuno di fede martiniana, allora invece le cose potrebbero cambiare.
    E’ vero quello che si è detto in altra sede: Coccopalmerio ha una certa età, ma ha diversi collaboratori e si potrebbe pensare al successore di Scola in tale ambito.
    Del resto, l’attuale posizione della chiesa, come rappresentata da Bergoglio, non piace a tutti, nel senso che tende a non prendere posizione.
    In tal senso, si sono dissociati da precedenti posizioni filobergogliane anche alcuni vaticanisti, che hanno criticato l’ormai famoso: si, ma anche.
    Cioè la tendenza a dire e non dire, chiarire e non chiarire.
    Come sulla questione dei divorziati risposati.
    COmunione?
    Sì, ma anche no, no, ma anche sì.
    Con questa tendenza alla valutazione del singolo caso, nè si riforma la precedente dottrina, nè si conferma con certezza quella precedente.
    IL rischio, a livello generale, come locale, è che non si vada da nessuna parte, ma si continui ad ondeggiare.
    D’accordo il primato dello spsirito, ma tale primato non può prescindere da decisioni su cosa fare per una riforma della curia, che allontani da pregresse e attuali derive, nè può prescindere dal dire una parola chiara su dottrina e morale.
    IL futuro della chiesa passerà probabilmente proprio dalla nomina del prossimo arcivescovo.
    IN tal senso, il papa dirà qualcosa durante la visita?
    Vedremo.
    DI certo, se durante la visita qualcosa sarà detto, capiremo dal nome del prossimo arcivescovo se sarà qualcuno in grado di dire una parola chiara, abbandonando la politica del sì, ma anche no, no, ma anche sì, o se continueremo nell’incertezza di chi ondeggia tra posizioni diverse.

  3. Giuseppe ha detto:

    «… Troverà ancora quella fede ambrosiana, vanto di una terra particolarmente benedetta da Dio, anche se ultimamente, nel campo politico, si è imbarbarita e resa sterile da ideologie di bastardi e di analfabeti?» e ancora «… Terra di santi, e di diavoli. Terra di fede, e di commistione idolatra. Terra di giusti, e di ladroni.»
    Caro don Giorgio, quanto spreco di parole! Posso capire il tuo affetto per la terra che ti ha dato i natali e il tuo legame profondo con la diocesi ambrosiana, ma questa descrizione potrebbe andar bene per tutte, o gran parte, delle diocesi italiane. E forse del mondo. L’essere umano, come tutti sappiamo, è una contraddizione vivente. In lui albergano una luminosa nobiltà di sentimenti e allo stesso tempo l’ombra oscura di stati d’animo negativi e di passioni sconsiderate che, talvolta, prendono il sopravvento anche in persone brave e buone, e dalla condotta generalmente irreprensibile. E comunque la chiesa cattolica non mi sembra un buon giudice e non fa testo per quanto riguarda la valutazione della bontà delle persone che ne fanno parte, basti pensare a quanti preti e religiosi in genere si sono fatti ammaliare (o corrompere?) dal fascino ambiguo e perverso del piazzista di Arcore, e hanno goduto o godono ancora della sua amicizia, addirittura andandone fieri. Posso anche capire il tuo turbamento e la tua preoccupazione per il prossimo incontro “storico” tra due persone per cui non provi alcuna stima e simpatia, anche se immagino per motivi diversi, ma aspetterei a vederne le eventuali conseguenze per trarne cattivi auspici.

  4. Ezio ha detto:

    dico la mia: quel prete canterino mi fa schifo.
    poi con quella maglia di LADRONE ancora di più.
    Ciao Don Giorgio tutta la mia stima, per il suo coraggio.

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