L’arcivescovo Mario Delpini viene di persona a esprimermi solidarietà!

L’arcivescovo Mario Delpini

viene di persona a esprimermi solidarietà!

di don Giorgio De Capitani
Non tutto il male vien per nuocere!
La sentenza di condanna dell’11 novembre scorso, emessa nei miei confronti dal Tribunale di Lecco (giudice monocratico Nora Lisa Passoni), una sentenza pesantissima tanto da “scandalizzare di brutto” tantissime persone che conosco e anche gente che non conosco, è stata una “bomba” che ha scatenato anche un’apertura “provvidenziale” dagli aspetti diversi: dalla mia presa di coscienza che per certe battaglie politiche ed anche ecclesiali non occorre insistere perennemente sullo stesso metodo, ma che a una certo punto si deve cambiare tattica (mi sono già ripromesso di farlo, da subito, senza tuttavia cedere di un millimetro), fino ad assistere, quasi meravigliato, fortemente meravigliato, al risveglio di quella chiesa milanese, che negli anni passati ho combattuto, forse con troppa audacia, visto che man mano che il tempo passava il silenzio si intensificava come una cappa di piombo sulla mia residenza privatamente forzata.
Sì, pestavo sempre più i piedi in attesa che qualche pezzo grosso della Curia milanese reagisse, nella speranza che si aprisse qualche spiraglio per un dialogo, all’inizio magari difficile, ma che avrebbe portato, con la buona volontà di tutti, ad una soluzione pacifica.
No! Ci è voluto una condanna pesante perché succedesse come un miracolo. Prima la telefonata (subito dopo la sentenza) di monsignor Franco Agnesi, con cui il Vicario Generale della Diocesi milanese mi esprimeva sentitamente solidarietà, disposto anche, forse in nome della Curia, di aiutarmi economicamente, vista l’ingente somma che “dovrei” versare a Salvini e allo Stato, e poi, dopo qualche giorno (14 novembre) lo stesso arcivescovo di Milano, Mario Delpini, scriveva di suo pugno un biglietto in cui mi diceva:

Nei giorni precedenti l’incontro, mi ero posto diverse domande sul perché della visita così inaspettata dell’arcivescovo a casa mia, in località Perego (La Valletta Brianza). Una cosa era sicura: tutto è successo, subito dopo quella “maledetta” e “benedetta” sentenza giudiziaria per la querela di Matteo Salvini nei miei riguardi.
Prima che mi arrivasse il biglietto dell’arcivescovo (ci ha messo 6 giorni di tempo!), avevo realizzato un video, in cui, dopo l’incontro di Salvini-Ruini e dopo l’invito da parte del leader leghista per un altro incontro al cardinale di Bologna Matteo Zuppi, con il proposito di allargare i colloqui ad altre autorità ecclesiastiche, ebbene, in quel video, dopo aver stigmatizzato il colloquio tra l’altro privatissimo tra Salvini e Ruini, avevo posto qualche domanda alla Curia milanese: quale sarebbe stata la sua scelta? accettare l’incontro con Salvini oppure rifiutarlo?
Ed ecco la risposta immediata dell’arcivescovo, che ha espresso esplicitamente con una visita personale la sua solidarietà nei miei riguardi.
Non è difficile vedervi una scelta esplicita della Curia milanese, che ha preferito solidarizzare con un prete anti-salviniano nell’anima e nel corpo.
Questa è la realtà dei fatti. Certo, si può discutere sulle mie supposizioni, ma è veramente difficile confutarle.

 

12 Commenti

  1. Lino Masoni ha detto:

    Gent. Don Giorgio,

    Le esprimo la mia incondizionata solidarietà per la vicenda,

    Saluti cordiali

    Lino

  2. Giorgio ha detto:

    Non vorrei deludere i molti che hanno espresso entusiasmo per la visita di Delfini a don Giorgio, ma volevo solo ricordare la sesta Opera di misericordia corporale: visitare i carcerati. E se fosse stato solo questo?
    Anche Montini e’ andato a San Vittore.

  3. simone ha detto:

    Scrivo qui perchè è una pagina bella di questo blog e tra le cose belle mi permetto di aggiungere questa bella intervista al card. Zuppi sulla chiesa dei nostri giorni e sul tema della morte.

    https://www.quotidiano.net/cronaca/cardinale-zuppi-intervista-1.4902742

    riporto solo questa risposta che personalmente mi ha commosso:

    Lei come si immagina il dopo?
    “Come una luce. Una pienezza di luce senza diaframmi, in cui tutto si chiarisce e tutto si riconcilia. Anche il peccato, il buio, le cicatrici della nostra vita: tutto viene pienamente amato. E poi l’amore con gli altri: quello che divideva, scompare. Saremo tutti una cosa sola”.

    buona lettura

  4. Luigi ha detto:

    Felice per l’incontro. Hai fatto bene don Giorgio a manifestare a Delpini l’interesse per le profondità mistiche. Delpini e Franco Agnesi hanno collaborato con Martini. Sanno che: “occorre educare a gesti, pensieri e parole di perdono, di comprensione e di pace, usando tolleranza zero per ogni azione che esprima sentimenti di antisemitismo, di xenofobia”. Se la memoria non m’inganna, Martini si rifiutò d’incontrare la cattolica leghista Irene Pivetti.

  5. Teofilo ha detto:

    Caro don Giorgio,
    sono davvero felice! Lei lo sa bene: non è stata una visita di circostanza; non una delle visite che il vescovo fa a i suoi preti. Io sono certo (e lei lo sa) che Delpini ha voluta cercarla. Mi è venuta in mente la parabiola di Zaccheo: “Voglio venire a cassa tua”. E don Mario è venuto. Basta questo? NO! Vorrei sapere che avrà libertà di celebrazione, di predicazione, di movimento. Lo chieda al Vescovo.La porta è aperta. E’ un bel regalo di Natale.
    La prego don Giorgio: preghi per me
    suo aff.mo d. Tommaso

  6. Patrizia ha detto:

    Il coraggio di quest’uomo ha smosso le coscienze, ed era ora. E poi la pace e la solidarietà fanno sempre bene al cuore.
    Veramente una buona notizia.

  7. simone ha detto:

    Questa fa onore a mons. Delpini. Non tanto per la posizione anti-Salvini ma per la vicinanza che un pastore deve a tutte le sue pecorelle.
    Dopo l’omelia nella solennità di San Carlo (una belle strigliata al clero milanese) ho iniziato a rivalutare questo vescovo. Certo ha ancora mille lacune ma forse, a mio modo di vedere, ha centrato il campo d’intervento.
    1- i preti che si sentono i PADRONI delle comunità facendo tutto quello che vogliono.
    2- i laici schiavi del volontarismo, che vivono la fede come un palcoscenico e son diventati incapaci di dare una testimonianza autentica tanto da esser ormai impossibile definirli “cristiani”….son figuranti.

    Certo la strada è ancora lunghissima ma forse si è imboccata la direzione corretta.
    don Giorgio mi permetta di dirle che questo piccolo segno ha un grandissimo valore. Buon Natale don Giorgio…di cuore!

  8. lanfranco consonni ha detto:

    Ho letto solo ora e solo il titolo di questa notizia.
    Al di là di ogni riflessione e prima di ogni ragionamento, la prima reazione è che mio sono commosso.

  9. Marco Brenna ha detto:

    Caro don Giorgio questa è una Sua grande vittoria e la prova certa che Gesù e Maria detestano l’empio individuo che li strumentalizza. Di sicuro don Livio Fanzaga di Radio Maria si starà mangiando il fegato.:-)

  10. marco ha detto:

    Un piccolo grande passo per ritrovare capacità di incidere sulla realtà politica, sociale ed ecclesiale.
    Ognuno con i suoi carismi.

  11. giuseppe ha detto:

    EGREGIO DON GIORGIO, SONO MOLTO LIETO DELLA VISITA DEL NOSTRO ARCIVESCOVO A CASA SUA. LE SONO VICINO E PREGO PER LEI.
    CON CORDIALITA’, GIUSEPPE

  12. bartolomeo palumbo ha detto:

    FINALMENTE!!!!!!!!!!!!SPERO BENE!!!!!!!!!!!!

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