E ora pensiamo alle cose serie: chi succederà ad Angelo Scola?

Alla fine dell’articolo si citano alcuni papabili, non so con quale serietà. Ci vuole un bel coraggio a fare il nome di Mario Delpini, la mummia, faccia di bronzo, maschera di ipocrisia di potere. Beh, se fosse lui, lo giuro, mi sparerò in piazza Duomo! In ogni caso, non credo che il successore troverà vita facile, dopo Scola.  O forse no, se arrivasse uno con qualche idea aperta.
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da www.liberoquotidiano.it

Papa Francesco, incontro con Scola.

Poi la nomina del successore

24 marzo 2017
Papa Bergoglio sabato 25 marzo sarà a Milano e incontrerà l’arcivescovo Angelo Scola che ha ormai esaurito il suo mandato episcopale per raggiunti limiti d’età. Insomma, a breve potrebbe arrivare la nomina del 148esimo successore di Sant’Ambrogio. Scola, riporta il Fatto Quotidiano, se ne va proprio dopo le celebrazioni dei 90 anni dalla nascita di Carlo Maria Martini, che a Milano ha lasciato un segno forte e che è stato molto amato dai cittadini. Mentre di Scola non resterà traccia. Se ne andrà in silenzio, solo, con la sua depressione di cui, si mormora, soffra dagli anni Settanta e che affrontò a Parigi con Jacques Lacan in persona.
Comunione e liberazione – La sua appartenenza al movimento di Comunione e liberazione lo ha sempre fatto sentire un estraneo nella Diocesi di Milano. Dove di fatto arrivò nel giugno del 2011 spinto da una lettera a papa Ratzinger firmata da Julián Carrón, il capo di Cl, appunto, che lo voleva dopo il suo predecessore Dionigi Tettamanzi, accusato di “un sottile ma sistematico collateralismo verso una sola parte politica, il centrosinistra, trascurando, se non avversando, i tentativi di cattolici impegnati in politica, anche con altissime responsabilità nel governo locale”. Il riferimento era a Roberto Formigoni, ciellino, allora governatore della Lombardia. Il rimprovero massimo a Tettamanzi era di aver bollato “come affarismo le opere educative, sociali e caritatevoli dei movimenti”.
In silenzio – Ratzinger ascoltò Carrón e Scola entrò così da vescovo nella diocesi che non lo aveva voluto ordinare prete: nel 1970, infatti, il rettore del seminario di Venegono, monsignor Bernardo Citterio, non gli concesse come seminarista di Cl il suddiaconato. Comunque, una volta tornato a Milano, Scola non ha imposto né i metodi né gli uomini di Cl. Ha assistito in silenzio al declino del sistema di Formigoni. Non ha detto una parola sulle unioni civili “municipali” del sindaco Giuliano Pisapia e nemmeno sul recente caso di Dj Fabo.
I papabili – Chi lo sostituirà? La “scelta interna”, sulla linea ambrosiana, è Mario Delpini, vescovo ausiliare di Milano. Pierbattista Pizzaballa, dei Frati Minori, è Custode di Terra Santa e arcivescovo di Gerusalemme. Franco Brambilla è vescovo di Novara. Antonio Spadaro, gesuita, è direttore della rivista La Civiltà Cattolica vicino a Papa Francesco. Virginio Colmegna, fondatore della Casa della Carità di Milano, sarebbe l’outsider che solo Bergoglio, con un colpo di mano, potrebbe nominare.
24 Marzo 2017

 

1 Commento

  1. GIANNI ha detto:

    Più che la contingente attualità, vorrei commentare in senso….diciamo filosofico….ed a tale riguardo mi viene in mente sopratutto il senso del tempo che passa e dell’eterno transeunte che è in tutte le vicende umane.
    Tutto passa e arrivano nuovi orizzonti, speriamo migliori del passato.

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