Vigevano, il Papa affida a Tettamanzi la reggenza della diocesi di Vigevano
Non entro nel merito delle dimissioni di monsignor Vincenzo Di Mauro. Le vere motivazioni di certi provvedimenti ecclesiastici non le conosceremo mai. Pongo invece qualche domanda sul nuovo incarico affidato al cardinale Dionigi Tettamanzi. Perché hanno scelto proprio lui come amministratore apostolico in una situazione particolarmente difficile che richiede anche una certa capacità di conoscenza nel campo amministrativo? È vero che il nome di Tettamanzi potrà soddisfare o far tacere qualche malumore in quella Diocesi martoriata. Ma c’è un’altra domanda altrettanto provocatoria: non è che la presenza fisica di Tettamanzi nella diocesi milanese – risiede attualmente nella Villa S. Cuore di Triuggio (Monza-Brianza) – dava fastidio al cardinale Scola? Quante domande! Ma non sono legittime?
dal Corriere della Sera
La nomina dopo l'improvviso congedo del vescovo Di Mauro, contestato per gli happy hour e Facebook
VIGEVANO (Pavia) – A 78 anni compiuti il cardinale Dionigi Tettamanzi è stato «richiamato in servizio» dalla Chiesa: l'ex arcivescovo di Milano dovrà riportare pace e serenità nella piccola diocesi di Vigevano, scossa negli ultimi due anni da una serie di misteri, ultimo dei quali l'improvviso congedo del capo della comunità, il vescovo Vincenzo Di Mauro, 61 anni. Il monsignore ufficialmente è stato collocato a riposo per motivi di salute, ma la versione non convince nessuno.
IL CONGEDO DEL VESCOVO – «Monsignor Di Mauro non ha mai nascosto di avere problemi di diabete – racconta don Emilio Pastormerlo, portavoce della Curia di Vigevano e stretto collaboratore del vescovo – ma noi per primi siamo stati sorpresi dal suo repentino abbandono; nella sua missione in città non aveva mai risparmiato energie, tutt'altro». Il predecessore monsignor Claudio Baggini, del resto, a lungo aveva convissuto con problemi di salute, al punto da dover girare con la bombola d'ossigeno al seguito. Cosa può aver determinato dunque la brusca interruzione del mandato di Di Mauro? Il prelato era approdato nel dicembre del 2010 nella piccola diocesi lombarda (118 mila fedeli) con credenziali d'eccezione: ex stretto collaboratore di Carlo Maria Martini, ottime referenze nella cerchia di papa Benedetto XVI, un master in gestione aziendale conseguito all'università di Salerno, prefetto per gli affari economici della Santa Sede. Insomma, un vescovo manager con un cursus honorum che pare esagerato per la piccola Vigevano.
IL MISTERO DELLA MORTE DELL'ECONOMO – Ma quando monsignor Di Mauro arriva nella città del romanzo di Mastronardi, il clero locale vive un periodo a dir poco di apprensione. A metà del 2011 viene scoperto un ammanco nelle casse della Curia di poco inferiore al milione di euro; nessuno sporge denuncia, ma pochi giorni dopo viene rimosso dal suo incarico l'economo don Elio Caspani. Passano pochi giorni e don Caspani viene trovato morto nella sua casa, precipitato dalle scale. L'episodio è archiviato come incidente domestico, ma i «Vigevano leaks» si mettono in moto: arrivano telefonate nelle redazioni dei giornali locali che alludono a una lettera lasciata da don Elio con dettagli riguardanti l'ammanco, ma la missiva non viene mai trovata. Nel frattempo al vescovo Baggini – il cui addio era da tempo annunciato – subentra Di Mauro e per la pacifica chiesa vigevanese è uno tsunami. Il nuovo pastore sprona tutti i parroci a dare l'anima nella loro missione, sostituisce gli uomini della Curia in enti e associazioni, prende le redini dell'ex collegio Negroni, un'istituzione prestigiosa ma da anni in uso a privati e la trasforma nel più grande e attivo oratorio della città.
IL VENTO NUOVO – Spira un vento di novità anche nel linguaggio: il monsignore apre un profilo facebook personale (quanti suoi colleghi ce l'hanno?), inventa gli «happy hour» in Curia dedicati ai giovani, nelle omelie in Duomo usa spesso metafore calcistiche (è supertifoso del Milan). Insomma, il personaggio è travolgente al punto che diversi parroci restano un po' perplessi di fronte ai modi del loro superiore. Finché venerdì scorso, con un provvedimento che cita un articolo poco usato dal codice canonico, il Vaticano comunica che monsignor Di Mauro non è più il vescovo di Vigevano. Lui scrive una breve lettera in cui dice di gettare la spugna per motivi di salute, non celebra nemmeno una messa di congedo. «Ma giovedì aveva partecipato a un dibattito pubblico sulla mafia organizzato dalla Cgil» riferiscono testimoni.
IL SUCCESSORE – La comunità è disorientata e incredula, finché ieri dalla Santa Sede arriva la novità: la reggenza della diocesi viene affidata al cardinale Dionigi Tettamanzi. Non un personaggio qualsiasi, nel mondo ecclesiale. E la missione, dunque, deve essere di quelle delicate.
Claudio Del Frate
Complimenti Don Giorgio dimostri uno spirito….sportivo.
Non mi sarei aspettato che avresti pubblicato lamia riflessione piuttosto….irridente.
Io penso che stai sulle scatole pure al Cardinale Tettamanzi.
Boh, forse non c’è questa grande dietrologia… mons. Tettamanzi è un gigante, per cui perchè lasciarlo “a riposo” e sprecarne le potenzialità?
Perchè succedono certe cose? Forse perchè la Chiesa negli anni ha sempre guardato severamente ai peccati dalla cintola in giù, dimenticandosi dei peccati legati ai soldi ed al potere ? Basterebbe soffermarsi sulle parole del Magnificat “ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”. Ma dove hanno la testa questi prelati quando al mattino nella liturgia delle ore recitano ogni giorno questa preghiera? Comunque il cardinal Tettamanzi mi sembra la persona giusta per mettere ordine in questa confusione.
per precisione il magnificat si recita al vespro.
Le vie del signore sono infinite e imperscrutabili i suoi sentieri, quelle della curia vaticana invece sono ingarbugliate e capricciose. Segreti, giochi di potere, intrighi e trame ordite da mani potenti e nascoste: insomma, tutti gli ingredienti più succulenti per alimentare misteri, leggende e luoghi comuni. Tutto così politico, tutto così “terra-terra”… che fine hanno fatto il primato spirituale e l’aspetto trascendentale della missione degli eredi degli apostoli?
Beh, visto che c’è pure una morte di mezzo, la questione è delicata.
Potrebbe anche essere che abbiano voluto mandare qualcuno considerato più in gamba,nell’affrontare certe questioni, in questo caso questioni penali.
E sotto questo profilo, Tettamanzi poteva parere a molti più idoneo al ruolo, che il precedente vescovo.