A proposito dell’articolo “Un anno fa, a Monte succedeva che…”

chiesa monte

di don Giorgio De Capitani
Ho messo su facebook questo commento, a cui naturalmente ha fatto seguito un quasi totale silenzio da parte degli ex parrocchiani.
Tranne pochissime eccezioni, l’articolo “Un anno fa, a Monte succedeva che…”  non ha avuto tra gli ex parrocchiani un particolare interesse. Lo supponevo. Del resto, in questi dieci mesi, dal settembre scorso, quando ho dovuto lasciare la comunità, fino ad oggi ben pochi hanno seguito la mia lotta che ho continuato, nonostante tanta solitudine e l’indifferenza quasi generale.
A parte ciò che ho seminato, che nessuno potrà mai del tutto sradicare, sento che la comunità di Monte entrerà in uno stato comatoso, da cui uscirà solo quando tornerà ad alzare la testa. Quando? Passeranno anni e anni.
Comunque, mi fa veramente pena constatare la piccolezza di fede anche di chi s’impegna ancora in parrocchia (tra ritualismo e pragmatismo!), e il menefreghismo locale di chi ha magari responsabilità amministrative. Ho sempre insistito nel dire che la fede cristiana non è disimpegno sociale e politico.
Fra poco ci sarà il referendum sulla fusione di Perego e di Rovagnate: ho scritto articoli e articoli sul mio sito, che sono apparsi anche su Merateonline, ma mi sarei aspettato che ci fosse lo stesso impegno anche da parte dei cosiddetti impegnati civilmente. Penso di aver sempre insegnato anche quest’altra cosa: pensare in grande, ma agire localmente. Smettiamola di giocare fuori di casa: dove vivo, qui è la mia lotta, una lotta che deve anzitutto partire dalla educazione della gente del posto a uscire dal ghetto.
La fusione dei due Comuni non potrebbe essere l’occasione per scrivere qualcosa su facebook, ogni giorno, senza stancarsi, se veramente crediamo in certe svolte storiche anche per i nostri piccoli paesi? No, si preferisce usare facebook per cose poco serie, restando nel gretto mondo di pettegolezzi o di piccinerie: mondo tipico di gente che non vede oltre il proprio naso.
Da parte mia, se è inopportuna ogni ingerenza nella Comunità pastorale della Valletta, non mi tirerò indietro per risvegliare i nostri Comuni (sono cittadino anch’io!), e nello stesso tempo sarà anche mio dovere dire agli amministratori: Assumete le vostre responsabilità, siete stati eletti non per fare le belle statuine! Le belle parole non servono, tanto meno le comparse, servono i fatti!   

1 Commento

  1. LANFRANCO CONSONNI ha detto:

    Caro don
    ci vuole tanta fede. Non sempre è dato di vedere i frutti del proprio lavoro. Ne sanno qualcosa tutti coloro che sono chiamati ad essere genitori. Ti capisco perché ho dei figli, e tu stai sperimentando le preoccupazioni di un padre.
    Continua serenamente il tuo lavoro per tutti coloro che ogni giorno cliccano per cogliere le tue proposte di riflessione e dialogano con te e fra loro.
    E naturalmente il tuo compito di cittadino “esperto”: non è solo un diritto, ma un dovere!
    Buon lavoro, vecchio don!
    con affetto Lanfranco

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