C’è scandalo e scandalo

L’EDITORIALE
di don Giorgio

C’è scandalo e scandalo

Quando intervengo a dire la mia, e la dico senza mezzi termini, non lo faccio per fare polemica per il gusto di fare polemica. Certo, lo potrei anche fare, ma sarei un masochista imperdonabile, visto che poi mi becco insulti, anatemi, scomuniche e querele.
Intervengo, anche duramente, per provocare, partendo da un fatto o da un personaggio politico o ecclesiastico, con lo scopo di riflettere e far riflettere, visto che oggi gli scandali sono solo di un certo tipo: toccano la morale comportamentale o nel campo sessuale o nel campo della giustizia sociale.
Eppure, già la parola “scandalo”, che etimologicamente significa “inciampo” (si dice “pietra d’inciampo”), dovrebbe far capire che esistono anche gli scandali che bloccano la strada della verità.
E qui le pietre, che fanno inciampare l’essere umano, perché cada e perciò smetta di camminare, provengono in modo particolare dalla religione, la quale, da che mondo è mondo, ha posto in continuazione paletti e steccati perché non si proceda oltre. Questo che cos’è se non uno “scandalo”?
Impedire all’essere umano di procedere alla ricerca di se stesso, dove c’è la Verità divina, è uno scandalo imperdonabile. Del resto, già Gesù Cristo aveva detto che tutti i peccati sono perdonabili, tranne il peccato contro lo Spirito santo, intendendo dire che chi ostacola l’agire dello Spirito non merita perdono.
Se è vero che nella società civile e negli apparati dello Stato gli scandali più gravi riguardano la giustizia (pensate alle disonestà, ai furti, alle tangenti, ecc.), e se è vero che ultimamente a scuotere la Chiesa istituzionale sono gli scandali del clero pedofilo, credo che gli scandali più imperdonabili siano quelli che riguardano il rispetto della dignità dell’essere umano, la sua ricerca della libertà interiore e della verità, questo al di là dell’aspetto religioso.
Tuttavia, se dallo Stato non posso pretendere più di tanto, invece dalla religione, Chiesa inclusa, ho il diritto di pretendere il massimo, pur sapendo che la religione in sé, più che un mezzo per aiutarmi a crescere nella scoperta del mio essere interiore, è un ostacolo (“scandalo”) in quanto si intromette come mediatrice tra il singolo essere umano e quel dio/idolo che essa vorrebbe imporre.
25 luglio 2020
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