Non chiamateli “umani”!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Non chiamateli “umani”!

Eliminate la parola “umanità” dal vocabolario leghista: per i leghisti esiste solo il termine “barbarie”, con tutti gli annessi e i connessi.
Nel termine “barbarie” c’è una gamma tale di significati insignificanti da riempire l’intera esistenza di questi barbari, da quando neonati iniziano a strillare nella “verde” culla fino ai rantoli verdastri che finalmente porranno fine ad una esistenza bifolca.
Nascono dunque barbari, vivono da barbari e moriranno da barbari. In un ciclo perfetto di barbarie.
Ma non si creda che all’esterno tutto sembri così brutto o mostruoso. No, affatto!
La pelle è delicata, anche profumata, perfino aureolata di un misticismo accattivante.
Li vedi devotamente pregare, invocare compunti madonne e santi, incensare abbondantemente altari e altarini, segnarsi anche sono sul water, coprirsi di ogni forma di virtù, allacciare amorosi rapporti perfino con le stelle del firmamento, baciare gli animali e abbracciare le piante, annusare un fiore, illuminare ogni ora del giorno, sorridere anche nelle tragedie, apparire eroi nelle emergenze.
Sì, una vita tutta casa e chiesa, nella pace dei sensi, in odore di santità.
Ma è pelle, nient’altro che pelle!
Sotto la pelle, lo spirito è prigioniero di un corpo che non dà spazio se non a quell’ego che si fa idolo del peggior individualismo di una massa chiamata enfaticamente società, in vista di un qualcosa di proprio chiamato senza tanti scrupoli bene comune.
Dietro ad un’apparente adorabile facciata di pelle non c’è che il vuoto di un essere del tutto spento.
Ed ecco la danza macabra degli spettri rivestiti di solo pelle!
La musica inizia a emettere suoni scomposti e osceni.
La pelle si screpola.
Il vuoto mostra la nullità di una società che si sgretola al soffio dello Spirito di Novità.
I fantocci ben presto bruceranno, la pelle secca si sfalderà, un seme nuovo nascerà dal deserto.
25 agosto 2018
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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