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A me sinceramente non stupisce.
Più che far “pirlate” cosa fanno oggi i preti giovani?
Questa continua progressione nel mostrarsi moderni o al passo coi tempi, per poi ricoprirsi di pizzi e vesti del 1800 quando debbono celebrare.
E’ chiaro come interpretano il ministero: far di tuto per essere al centro dell’attenzione. Per far parlare sempre e solo di sé.
Io non trovo altra ragione.
Lo dica al vicario mons. Agnesi, don Alberto è il prototipo del prete giovane ambrosiano medio. Proiettato ad attirare tutte le attenzioni su di sé; mi permetto di dire, ma potrei sbagliarmi è solo una sensazione personale, che la sua aria da saputello, del “so tutto io” nasconda anche un pò di superbia.
In questi giorni stavo riguardando alcuni filmati su San Giovanni XXIII e il card. Comastri in un’intervista definiva i tratti necessari in un prete per attirare a Dio gli uomini: umiltà e bontà.
Questi preti giovani non hanno ne arte ne parte.
Mi preme anche sottolineare una cosa: aderire a certe mode, sdoganare una certa confidenza con la mondanità è proprio la strada peggiore per edificare la chiesa del futuro.
San Giovanni Paolo II, che abbiamo ricordato in settimana, nella veglia della GMG del 2000 definì i giovani “la primavera del Vangelo”.
Ma non questi giovani; non questi finti modernisti che vorrebbero tornare a celebrare di spalle. Che fanno tanto i moderni e voglio ricostruire la chiesa sulla teologia pre-conciliare. Questi sono “l’inverno della Chiesa”, il declino inarrestabile!
Io continuo a ripeterlo: don Alberto ha bisogno di 5 anni come fidei donum in missione! Può solo fargli bene!
Togliere un pò o tutto quel benessere che lo adorna e scontrarsi coi problemi essenziali. L’aria da saputello presuntuoso vedrai che sparisce in pochi giorni!
I vicari dovrebbero anzitutto conoscere i preti ed essere preoccupati della loro crescita UMANA e spirituale. Non semplicemente di coprire i buchi spostando pedine. Se un prete giovane ha bisogno di confrontarsi con problemi essenziali e realtà complesse per maturare, lo si faccia. Mandiamolo nell’hinterland, ad Affori a Cormano, dove il 60% della gente è straniera e la convivenza è quasi impossibile. Che muovano un pò il culo e si sporchino le mani. Magari capiscono che dei suoi video sui massimi sistemi non frega niente a nessuno. Vada a curare le ferite, a medicare le piaghe di questa umanità malata. Questa è la missione del prete.
Ma oggi i preti sono pochi, molti lasciano dopo pochi anni e allora i superiori li crescono come tanti bambini vizziati.
Non li mettono in difficoltà ritardando la loro maturazione; sì una massa di bamboccioni, immaturi e tutti impegnati nelle cose inutili. Sempre impegnati in cose esteriori e inutili!
Umili e buoni, Umili e buoni, Umili e buoni!