Omelie 2020 di don Giorgio: S. FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

26 gennaio 2020: S. FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
Sir 7,27-30.32-36; Col 3,12-21; Lc 2,41-52
Non c’è confronto
Tutti gli anni, quando arriva questa domenica, dedicata alla Sacra Famiglia di Nazaret, sono quasi costretto a ripetere le stesse cose: ci vuole un bel coraggio, che per me è spudoratezza e sfrontatezza, dire che la Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe debba essere proposta come modello delle famiglie umane.
Che cosa vediamo nella Famiglia di Nazaret? Gesù, figlio unico, il che farebbe rizzare i capelli ad una Chiesa che invita a fare figli; Maria, Madre-Vergine, il che farebbe saltare ogni legge biologica; Giuseppe, padre putativo, il che metterebbe in crisi quel mondo maschilista che vuole sempre recitare la parte dominante in tutto.
Non è il caso di insistere, visto che tra la famiglia di Nazaret e la famiglia umana c’è una differenza o divergenza talmente sostanziale da essere assolutamente impossibile ogni confronto, neppure aggrappandoci a quelle famose virtù domestiche (obbedienza, amore e fedeltà) che, tra l’altro, sono sempre pronte ad essere tirate in ballo in ogni altro campo del vivere sociale.
Tuttavia, non mi sentirei a posto se dovessi liquidare così la festa di oggi, parlando di altre cose, commentando i tre brani della Messa, tra l’altro assai interessanti.
La soluzione mistica
Proviamo allora a porci alcune domande: che significa che Gesù è il figlio unico, che Maria è Vergine-Madre e che Giuseppe è solo padre putativo?
Per rispondere dico subito che bisogna assolutamente uscire da un piano puramente biologico o, se volete, usando una parola più cruda, bisogna uscire da un piano carnale.
E allora l’unica via da scegliere è quella mistica e, nella realtà mistica, si superano quelle incongruenze umane che hanno sempre rappresentato un difficile, per non dire insuperabile, ostacolo per dare un senso alla famiglia di Nazaret: un senso che vada oltre, infinitamente oltre il senso che può avere anche la migliore famiglia umana.
Parlare di Mistica della famiglia di Nazaret è vederla alla luce soprannaturale, ovvero al di sopra di ogni concezione o visuale puramente umana.
Premetto subito che, dicendo che la famiglia di Nazaret non può essere modello della famiglia umana non significa deprezzare la famiglia umana, togliendole il suo ideale punto di riferimento, e neppure che, ponendosi al di sopra del piano biologico, la famiglia di Nazaret non possa essere un modello della famiglia umana.
Per essere più chiaro: perché la famiglia di Nazaret diventi il modello di ogni famiglia occorre andare oltre il piano biologico.
Altra cosa da dire è questa: la visuale mistica della famiglia di Nazaret apre un mondo nuovo in ogni campo del vivere umano, religioso, socio-politico.
Aver paura di affrontare il problema dal punto di vista mistico per allargare il discorso su tutta la realtà umana è tenersi ancora una concezione ben misera della società.
Il vero nostro problema di esseri sempre alle prese con le enormi difficoltà di una esistenza al limite della sopportabilità, la cui via d’uscita la troviamo o, meglio, ci viene imposta evadendo dal problema (che perciò rimarrà sempre irrisolto), tenendo gli occhi bendati e frastornandoci con piaceri mai sazi e con qualche consolazione concessaci da una religione che sa usare bene l’alibi dell’aldilà, ecco, ripeto, il nostro vero problema siamo noi, è la società, è la stessa religione, la Chiesa, lo Stato.
Oggi difficilmente sentiremo parlare di una visuale mistica della realtà in quanto tale, tanto più se questa realtà appartiene al mondo del Divino.
Parlo di realtà, perché ogni falsificazione o mistificazione della realtà, che si chiama anche apparenza illusoria per non dire ingannevole, trova un serio ostacolo nella Mistica, la quale disinganna, disincanta, apre gli occhi dello spirito per rompere quel falso incantesimo che mette nel sacco una massa di ciechi e di ottusi, sempre pronti a farsi di nuovo ingannare.
E allora?
Che significa, allora, dire che Gesù è il figlio unico di Maria, concepito nel suo grembo verginale, per opera dello Spirito santo? Certo, qui tutto è reale, non c’è nulla di apparenza, come sostenevano invece i Doceti, i primi eretici cristiani, che sostenevano che Gesù sembrava fosse uomo, ma era solo una apparenza. No, il Figlio di Dio si è realmente incarnato, ovvero ha preso un corpo umano come il nostro. Ma non si deve limitarci a questo aspetto carnale di Gesù: l’aspetto carnale morirà sulla croce, scomparirà nel sepolcro (sarà trovato vuoto) per lasciare il posto al Cristo risorto e al suo Spirito. Anche per Gesù, visto nel suo aspetto carnale, possiamo dire che si è svuotato non della sua divinità (come sembrerebbe dire san Paolo), ma della sua umanità, proprio per lasciare il posto allo Spirito santo? È quanto dicevano i grandi Mistici medievali, commentando le parole di Gesù ai discepoli: è bene che io me ne vada, sparisca per lasciare il posto alla venuta dello Spirito santo. Ma Gesù non se ne andato così, senza farsi più vedere. Sulla Croce, mentre muore, mentre cioè se ne va da questa terra come uomo, consegna, ovvero dona lo Spirito santo. Per cui possiamo dire che tra il Cristo risorto e lo Spirito c’è un rapporto stretto, inscindibile.
Ma c’è di più. Qual è il rapporto tra il Cristo risorto e il nostro essere, anche nelle sue relazioni umane (pensiamo anche alla famiglia umana)? Il rapporto stretto non è tra il Gesù storico, il Gesù carnale di Nazaret, che è morto su una croce, e il nostro essere, che, nella sua interiorità, richiede un rapporto del tutto mistico: tra il nostro spirito interiore e lo Spirito santo.
E qui entra in scena il concepimento verginale di Maria per opera dello Spirito santo. Non dobbiamo anzitutto dimenticare che Maria è riconosciuta dalla Chiesa ufficiale (Concilio di Efeso del 431) come “Madre di Dio” (theotòkos, letteralmente significa: “colei che genera Dio”). Un titolo che dovrebbe quasi scandalizzarci. Una ragazza di Nazaret che diventa Madre di Dio! E Maria non solo ha generato il Figlio di Dio, dandogli anche un aspetto carnale (Gesù di Nazaret), ma genera in noi, già carnali, il Figlio di Dio. Altro che dire che Gesù è il figlio unico di Maria e dello Spirito santo! Possiamo invece dire che siamo tutti figli di una Donna eccezionale, che in quanto Madre di Dio, genera ancora, sempre per opera dello Spirito, figli di Dio.
Dunque, in gioco c’è la Donna vergine Maria, il Figlio Gesù e lo Spirito santo. Da questa triade dipende la nostra realtà spirituale.

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