Open Arms, Giunta dice no a processo a Salvini. Italia Viva non partecipa al voto. Decisivi una dissidente e un ex 5S

da www.repubblica.it

Open Arms,

Giunta dice no a processo a Salvini.

Italia Viva non partecipa al voto.

Decisivi una dissidente e un ex 5S

Per i renziani “il leader leghista non era il solo responsabile” del blocco di 150 migranti sulla nave della ong spagnola. La votazione finisce 13 a 7: la 5S Riccardi vota in dissenso dal suo gruppo ma non sarà deferita ai probiviri, l’ex grillino Giarrusso vota no
di MONICA RUBINO
26 maggio 2020
Il primo verdetto sul caso Open Arms è arrivato. La Giunta per le immunità del Senato ha deciso di respingere la richiesta dei magistrati siciliani di rinviare a giudizio il leader della Lega, Matteo Salvini. Un esito praticamente scontato, dopo il colpo di scena arrivato in mattinata con la decisione dei tre senatori di Italia Viva di non prendere parte al voto e della cinquestelle Alessandra Riccardi di votare contro il processo in dissenso dal suo gruppo.
La seduta dell’organismo presieduto da Maurizio Gasparri è iniziata pochi minuti dopo le 9. Il pronostico era già da ieri sera a favore dell’ex ministro dell’Interno, sebbene i numeri fossero sul filo. Ma la svolta di oggi ha dato un esito schiacciante: a conti fatti, la votazione è finita 13 a 7. Contro il processo si sono espressi i cinque senatori della Lega, i quattro di Forza Italia, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, Meinhard Durnwalder delle Autonomie e l’ex M5s Mario Giarrusso, considerato in un primo tempo l’ago della bilancia (ma poi ci hanno pensato i renziani a sollevarlo da questa responsabilità). In senso positivo si sono invece pronunciati Anna Rossomando del Pd, Pietro Grasso di Leu, Gregorio de Falco del Misto. Mentre, come già detto, i tre rappresentanti di Italia viva non hanno preso parte al voto. Per il sì solo quattro senatori del Movimento 5 stelle su cinque, visto che Riccardi ha votato no. La parola finale spetterà comunque all’Aula di Palazzo Madama, che entro fine giugno dovrà pronunciare il verdetto definitivo. La proposta di diniego avanzata dalla Giunta per essere confermata dovrà essere approvata con 161 voti, la maggioranza assoluta dell’Assemblea. Altrimenti si considererà respinta.

Il colpo di scena dei renziani

Il colpo di teatro che volge le carte in favore dell’ex ministro dell’Interno arriva intorno alle 10.30. I senatori di Italia Viva che fanno parte della Giunta – Giuseppe Cucca (che è anche vicepresidente), Francesco Bonifazi e Nadia Ginetti – decidono di non prendere parte al voto.
Queste le motivazioni addotte da Bonifazi, capogruppo dei renziani in Giunta: “Italia Viva ha deciso di non partecipare al voto sulla vicenda Open Arms: ci rimettiamo dunque all’aula. Non c’è stata a nostro parere un’istruttoria seria, così come avevamo richiesto sia in questo caso che nella precedente vicenda Gregoretti: era necessario ricevere indicazioni sui rischi reali di terrorismo e sullo stato di salute riguardo alle imbarcazioni bloccate in mare dall’ex ministro dell’Interno, che non sono arrivate”. E conclude: “Dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex ministro dell’Interno dei fatti contestati”. Insomma, Italia Viva ritiene che Salvini non sia l’unico responsabile di quanto accaduto, ma abbia ricevuto “l’avallo del governo”.

Le reazioni

La dissidente Riccardi al termine della Giunta così commenta la sua scelta: “Se il M5s mi espellesse” per aver votato contro l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro Salvini “me ne assumerò la responsabilità. Ho seguito la mia coscienza”. Il capo politico del Movimento Vito Crimi chiarisce che “non ci sarà nessun deferimento ai probiviri” della senatrice dissidente.
Anche la senatrice di Iv Ginetti ha così motivato il non-voto del suo gruppo: “Non è stata una scelta politica. Il nostro giudizio sulle politiche migratorie dell’ex ministro Salvini è già noto a tutti, lo abbiamo sempre espresso. La nostra decisione è nel merito della questione, coerente col caso Gregoretti. Mancava una seria istruttoria per definire la questione”. Mentre Lucia Evangelista, altra senatrice 5S in Giunta, attacca Iv: “Solo giochi politici da parte di Italia Viva su Open Arms, di tecnico non c’è niente”. Per la dem Rossomando “siamo di fronte a un fatto di propaganda politica, ecco perché ho votato contro la relazione del Presidente Gasparri”.
Delusa la ong Open Arms: “Il voto di oggi rappresenta una battuta d’arresto nell’accertamento della verità”. Erasmo Palazzotto, deputato Leu e fondatore della rete di associazioni e ong “Mediterranea”, aggiunge: “La politica non si sostituisca ai magistrati, nessuno è al di sopra della legge”. Mentre Nicola Fratoianni, portavoce di Sinistra italiana, afferma: “Oggi un senatore fa il garantista. Quando era ministro era forcaiolo con Mimmo Lucano, con me e con altri parlamentari. Bello fare il gradasso e scappare dal processo”.
Soddisfatto il presidente della Giunta, l’azzurro Maurizio Gasparri: “Salvini agì per interesse pubblico con la condivisione del governo. Il fatto che ci fosse stata una corrispondenza scritta col premier rafforza l’idea di una condivisione dell’esecutivo”. Dall’esterno la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini rileva: “Lo strappo di Iv è un atto politico contro Conte e M5s”. Lo stesso leader leghista commenta in una diretta su Facebook: “Allora ‘bloccai lo sbarco’ e oggi la Giunta del Senato ha detto ‘Salvini ha fatto il suo dovere’. Ora la parola passa all’aula del Senato, dove la maggioranza è in mano al Pd e ai 5 stelle”. “Non mi sono sorpresa del voto di Iv in Giunta – è l’osservazione della leader di Fdi Giorgia Meloni a Radio1 – Se questo fosse un Parlamento normale, avrebbero votato così tutti”.

Il caso Open Arms

Il tribunale dei ministri di Palermo accusa il leader della Lega di sequestro di persona e di rifiuto di atti di ufficio per la vicenda dei 150 migranti bloccati a largo per alcuni giorni sulla nave della Ong spagnola, prima dello sbarco a Lampedusa, nell’agosto 2019.

Diciotti, Gregoretti e la lettera al Quirinale

Si tratta della terza decisione della giunta su Salvini. Nella prima, per il caso Diciotti, la richiesta di processo venne respinta: la Lega era ancora al governo con il M5s. La successiva, per il caso Gregoretti, venne accolta. In quell’occasione lo stesso leader della Lega, non più ministro, chiese di essere processato. Il processo per la Gregoretti è slittato (per l’emergenza Covid) da luglio a ottobre prossimo.
Qualche tempo dopo, ricevendo l’avviso di garanzia per Open Arms, Salvini ha commentato amaro: “Ormai le provano tutte per fermarmi. Sono tutti processi politici”. Un’affermazione che ha avuto un’eco nel dibattito, anche alla luce del polverone sollevato dalle chat dell’ex consigliere del Csm Luca Palamara Luca Palamara, agli atti dell’inchiesta di Perugia, in cui diversi magistrati commentano con giudizi politici le iniziative dei pm siciliani contro il leader leghista. “Alcuni magistrati – ha scritto nei giorni scorsi Salvini in una lettera al Quirinale – concordavano su come attaccare la mia persona per la politica sull’immigrazione che all’epoca, quale Ministro dell’Interno, stavo portando avanti”. E ha concluso: “La fiducia nei confronti della magistratura adesso vacilla”, chiedendo al capo dello Stato la garanzia di un processo giusto davanti a un giudice terzo e imparziale.

1 Commento

  1. Luigi ha detto:

    Perchè il bullo di Firenze e la bestia di Milano si sono alleati per far fuori il mite devoto di padre Pio? O meglio chi li manovra? Il boy scout ex PD e il neo massone della Lega hanno l’invisibile appoggio del boy scout dei 5 stelle, bravo nell’aver fatto genuflettere il mite comunista che amava papa Giovanni XXIII. Chi crede che nel nostro Paese la Chiesa e lo Stato non vadano a braccetto è un illuso. Con il papa argentino messo in fuorigioco, con una comunità ecumenica fatta esplodere stanno avendo buon gioco gli avvoltoi ecclesiastici e statali. E’ il popolo se non vuol rimanere immobile come i 5 stelle che stanno a guardare, sarà meglio che apra gli occhi prima che sia troppo tardi. Col canto di “Sento la nostalgia del passato” la Chiesa e lo Stato a braccetto ritorneranno ai riti tridentini e ai sabati fascisti. Per chi abita a Merate può già pregustare dopo il suono iniziale delle campane a mezzogiorno il seguito con il suono del “Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat”.

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