I due gatti della Lega Nord di Perego vogliono la rovina del paese

peregolega
di don Giorgio De Capitani
Immaginatevi un po’ lo scenario. Se vincessero i no alla fusione con Rovagnate, a Perego che cosa succederebbe? Una catastrofe per il bene comune del paese!
Non dimentichiamo che, a differenza di Rovagnate, Perego nel 2015 andrà a votare per le amministrative. Mi chiedo come faranno a mettere insieme due liste di candidati. Certamente, come al solito, si andranno a cercare allo scadere del tempo i soliti tappabuchi che, poi, finite le elezioni, si defileranno. Resteranno i soliti due o tre gatti a tirare il carro, con le scarse risorse disponibili. Risorse umane e risorse economiche. E il paese ne risentirà ancora di più. Da anni sta subendo un continuo arretramento.
Ho deciso: se si andrà a votare per le amministrative di Perego, non voterò e farò una propaganda perché più gente possibile non vada a votare. Arriverà il commissario.
Allora… apriamo gli occhi oppure no? Chi, in questi giorni, si è dato da fare per il no? Una sola persona, del partito della Lega Nord, che non mi pare abbia particolarmente brillato come presenza amministrativa tra la minoranza. E quale minoranza? Uno solo! Quando c’era! C’era sì, ma con la ripetuta proposta di esporre striscioni sul palazzo comunale in favore dei marò. Pensate un po’! Tutto qui il suo impegno politico! Esporre uno striscione, solo perché il tizio era legato emotivamente con i marò! Questa è stata la sua unica proposta come esponente della Lega Nord di Perego. Forse sarebbe il caso, invece che per i due marò, di far qualcosa per salvare il proprio paese! E adesso eccolo riapparire per dire NO alla fusione. Lui vorrebbe che Perego restasse autonomo, come lo scheletro di un pesciolino!
Certo, non posso non ammirare la sua solitaria battaglia per il no alla fusione (almeno uno, altrimenti il comitato del SÌ sarebbe rimasto ancor più tranquillo a sognare le stelle!), ma nello stesso tempo, a parte le buone intenzioni che non si possono negare a nessuno per partito preso, ciò che m’interessa è il bene comune del paese di Perego. Non si può permettere che un paese sia amministrato da nullità “politiche”. Il che significa: che vinca la destra o che vinca la sinistra, importa relativamente nel campo amministrativo, ma ciò che importa è che ci siano persone di un certo spessore, che abbiano in mente una grande idea di bene comune.
E su questo argomento il discorso dovrebbe allargarsi, se vincessero i sì alla fusione, anche e soprattutto al nuovo Comune unificato. Come sarà? Si avrà il coraggio di andare oltre quella stretta visuale amministrativa che finora ha caratterizzato i nostri piccoli paesi? Già dire “amministrativa” è dire anche qualcosa di importante, ma non di unico indispensabile. Bisognerà puntare all’aspetto culturale che veramente manca tra ala nostra gente. Un aspetto che non si riduca a qualcosa da fare, ma richieda qualcosa di più del semplice far qualcosa.
L’aspetto culturale non ha nulla a che fare con una questione puramente economica. È una questione di testa, e le idee non hanno un prezzo. Le idee migliori non sono quelle che sono al servizio di uno sviluppo urbanistico e neppure quelle che si limitano a far funzionare al meglio i servizi sociali. Il bene comune ci coinvolge nel profondo del nostro essere umano, in tutte le sue relazioni che vanno al di là del nostro piccolo mondo, più o meno borghese.
Già l’ho detto, e lo ripeto: agire localmente, pensare in grande. Amministratori praticoni li possiamo trovare dappertutto. Mancano politici “pensanti”, oltre le cose da fare. Un Comune “virtuoso” non è un insieme di cose o di servizi virtuosi. La virtuosità sta nella qualità del pensiero o di quella visuale secondo cui il bene comune è il ben-essere dei cittadini, che non hanno solo la pancia o esigenze varie di tipo materialistico. La gente va educata a “pensare” in grande.
Se con i capi leghisti è impossibile dialogare su queste cose, data la loro proverbiale ignoranza culturale (rifiutano perfino di “pensare”, e, se fanno qualche sforzo, viene loro il mal di testa o il mal di pancia!), ma è proprio impossibile tentare una seria discussione con quanti, fuori da ogni schieramento partitico, si dedicano al bene comune del loro paese?
Prima o poi saremo costretti a confrontarci con i valori autentici di questa società, altrimenti saremo trascinati nel vortice di un materialismo che ci consumerà nell’anima e nel corpo. Già ne sentiamo gli effetti, a partire dai nostri ragazzi.   

2 Commenti

  1. GIANNI ha detto:

    Come dice un antico detto, a pensare male si commette peccato, ma speso ci si azzecca. e dico…
    forse, dietro il no, sta anche il temere una perdita di potere, all’insegna del meglio comandare su qualcosa di piccolo, che perdere potere su qualcosa di più grande, il tipico campanilismo all’italiana.
    Per non parare, poi, dell’ipotesi che magari si abbia qualche scheletro nell’armadio che non si vuole far scoprire, a fronte di ingerenze di altri.

  2. dario colombo ha detto:

    …che peccato rovinare una foto così bella!
    Scherzi a parte, in questi giorni ho avuto l’occasione di toccare con mano quanto poco conti il Bene Comune nei nostri paesini.
    Ho partecipato alle assemblee organizzate in occasione del referendum per la fusione e ho notato che pur di stare dalla parte del partito (anche nel senso che “se n’è andato”…col malloppo) alcuni personaggi si inventano delle cose assurde, delle cose che non stanno né in cielo né in terra, con l’arroganza di prendere “per il culo” i presenti, sottovalutandone la capacità di critica e di analisi.
    Nell’ultima assemblea organizzata dai sostenitori del No ho sentito dire, oltre ad altre innumerevoli panzane, che non è conveniente per i piccoli paesi unirsi e diventare grandi perché nel paese piccolo ci si conosce tutti e ci si controlla a vicenda, anche in questo modo si tiene a bada la criminalità, perciò nei paesi piccoli non c’è pericolo che si insinui la mafia …!!!!!!
    A voi ogni altro commento…

    firlinor

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