Cari vescovi, perché tacevate quando Berlusconi s-governava l’Italia?

galarenzi

Appena ho letto la notizia apparsa a caratteri cubitali sui vari mass media, ovvero che i vescovi italiani avrebbero bastonato Renzi, sul momento sono rimasto allibito. Poi, dopo essere andato a fondo della notizia, ho trovato che, come al solito, i nostri giornalisti hanno confuso un po’ le cose. In realtà, si tratta di un messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della Cei e di una intervista rilasciata dal Segretario Generale, monsignor Nunzio Galantino.
I giornalisti hanno attribuito alla Cei ciò che ha detto invece il Segretario generale.
MESSAGGIO DEL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

Il bene comune della famiglia

26 settembre 2014
Nell’imminenza dell’appuntamento sinodale – che fin dalla vigilia, la sera del 4 ottobre, ci vedrà in preghiera con il Santo Padre – intendiamo dar voce a una realtà che ha attraversato puntualmente i lavori del Consiglio Episcopale Permanente. È la famiglia, comunione di vita che un uomo e una donna fondano sul vincolo pubblico del matrimonio, aperta all’accoglienza della vita. Per noi cristiani assume la dignità di sacramento; per essa non ci stanchiamo di investire persone ed energie.
Nel prendere la parola vogliamo farlo con l’indispensabile chiarezza e serenità, pur nella preoccupazione che circonda questo fronte decisivo dell’esperienza umana. Parliamo perché ci sta a cuore l’uomo e la società, convinti come siamo che la famiglia è un bene di ciascuno e di tutti, del Paese nel suo insieme.
Parliamo, innanzitutto, per esprimere gratitudine a quanti quotidianamente – e spesso in mezzo a sfide e difficoltà indicibili – testimoniano la libertà e la dignità che scaturiscono da quell’intima comunità di vita e d’amore che è il matrimonio.
Grazie, dunque, a ogni uomo e a ogni donna che, anche in questo tempo complesso, abbracciano con fiducia un progetto di vita coniugale e costruiscono una famiglia aperta alla generazione e, quindi, al domani.
Grazie per l’investimento educativo con cui mamme e papà sfidano, con la fionda di Davide, una cultura che produce a buon mercato banalità e omologazione, appartenenza debole e disaffezione al bene comune.
Grazie per la dignità e la pazienza ostinata con cui affrontano la grave e perdurante crisi: quanti genitori resistono in prima fila, provati dalla mancanza di lavoro, dal problema della casa, dai costi legati alle proprie scelte educative. La famiglia si conferma il presidio della tenuta non solo affettiva ed emotiva delle persone, ma anche di quella sociale ed economica.
La stima e la riconoscenza per la famiglia ci impongono di fare anche un passo successivo.
Ci portano a riaffermare con Papa Francesco che “questo primo e principale costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo merita di essere fattivamente sostenuto”.
Non lo fa chi, al di là delle promesse, si rivela sordo sia nel promuovere interventi fiscali di sostegno alla famiglia sia nel realizzare una politica globale di armonizzazione tra le esigenze del lavoro e quelle della vita familiare, a partire dal rispetto per la domenica.
E non lo fa neppure chi non esita a dare via preferenziale a richieste come il riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o, addirittura, l’accesso al matrimonio per coppie formate da persone dello stesso sesso. Del resto, che aspettarsi per la famiglia se la preoccupazione principale rimane quella di abbreviare il più possibile i tempi del divorzio, enfatizzando così una concezione privatistica del matrimonio?
Quanti sono in buona fede sanno che la nostra posizione parte dalla conoscenza della complessità di questo tempo e non se ne scandalizza. Soprattutto, non chiude la porta ad alcuno: lo stile e la prassi di cordiale e totale accoglienza espressa dalle nostre parrocchie, ne è la prova più immediata.
Questa disponibilità di fondo ci spinge ad alzare la voce a tutela e promozione della famiglia e a rilanciare la disponibilità a spenderci con tutte le nostre forze a servizio del nostro popolo. Sappiamo di non essere soli in questo cammino, ma di incrociare l’intelligenza e la generosa volontà di quanti – pur partendo a volte da presupposti culturali diversi – avvertono il peso della posta in gioco. Insieme condividiamo la convinzione che alla stabilità della famiglia è legata la stessa qualità della condizione umana: per questo non ci stanchiamo di impegnarci contro ogni attentato alla vita, alla libertà educativa, al diritto all’istruzione e al lavoro, autentiche condizioni di giustizia e di pace.
Il Consiglio Episcopale Permanente
Roma, 24 settembre 2014

Al termine i giornalisti hanno sollecitato monsignor Galantino su temi di stretta attualità. Il segretario della Cei ha risposto:
«Non è questione se il premier Renzi piaccia a noi o no. Bisognerebbe chiedere alla gente se sta trovando le risposte. La nostra impressione è che ci sia da ridisegnare l’agenda politica mettendo come priorità la famiglia, il lavoro, i giovani e i temi della formazione e della scuola ma non annunciandoli, affrontandoli veramente».
E ha aggiunto: «La famiglia non ci pare messa al centro della politica italiana”.
Per quanto riguarda il dibattito sull’articolo 18, monsignor Galantino ha chiesto di «pensare con più realismo alle persone che non hanno lavoro o che cercano lavoro», di rivolgere lo sguardo in avanti, anziché pensare a «tenere alto il numero dei propri iscritti».
Il Segretario Generale ha poi richiamato il servizio svolto dalla scuola, affermando che «esiste una sola scuola pubblica, che può essere statale o paritaria». «In Italia si sente sempre parlare di “senza oneri per lo Stato”, a proposito delle scuole paritarie, ma – ha domandato – immaginate che tutte queste scuole chiudano all’improvviso: dove collocherebbe lo Stato il milione e 300 mila studenti che le frequentano? Ricordiamo che le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato circa 6 miliardi ogni anno».

Ho messo sulle due pagine di facebook questo commento:
Non sopporto l’ipocrisia dei mass media italiani che, come se fosse una vittoria politica, confondendo il documento conclusivo della Cei con alcune dichiarazioni personali del Segretario Generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, prendono la palla al balzo per contestare ancora una volta Renzi e il suo governo. Gli atei devoti si inginocchiano davanti a certe dichiarazioni opportunistiche della gerarchia cattolica, mentre non se la prendono per un documento, quello finale della Cei, in cui si rinnovano dei no espliciti e senza speranza al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto e all’accesso al matrimonio per coppie formate da persone dello stesso sesso. Questo va bene? Laicisti del cazzo, quanto siete bastardi!
Aggiungo alcune domande.
Signor Galantino, nonché vescovo, Lei dov’era quando governava Silvio Berlusconi? E quel lurido bastardo non ha forse s-governato l’Italia per decine di anni? Lei, eccellenza, perché ha taciuto? E così i suoi compari cardinali e vescovi, dov’erano? A Palazzo Grazioli? Non solo avete taciuto sulle malefatte di un Porco, ma lo avete sostenuto, per il fatto che il Maledetto difendeva i valori della famiglia tradizionale, dava contributi alle scuole cattoliche, si opponeva ai diritti civili delle coppie di fatto, non voleva sentir parlare di gay, era contro il testamento biologico ecc. ecc. Cavoli! Che coerenza!  
Ed ecco che ora, cari vescovi, volete essere i difensori della Patria, bacchettando Renzi e il suo governo, ma non vi vergognate, non arrossite? Avete la coscienza pulita?
Certo, vi fate grossi e grassi, perché vi appoggiate su quel consenso che sta circondando papa Francesco. Avete per di più il consenso degli atei devoti, i quali sono così tonti o storditi da subire ciò che sostenete nel vostro Messaggio, quando dite no ai diritti civili delle coppie di fatto e dite no alle unioni gay ecc. ecc.
E già, questi borghesacci dalla penna facile vogliono solo distruggere Renzi e il suo governo. Non ho ancora capito perché lo facciano, so solo che sono ostinatamente folli nel vedere scendere a picco il nostro Paese.
Signori vescovi, è un vostro diritto sostenere ciò che continuate a sostenere, ma ciò che non sopporto è la cecità di questi infedeli che, per un verso, vorrebbero uno Stato laico, e per l’altro, si alleano con i santi pur di distruggere qualsiasi tentativo per ricostruire una nazione in bancarotta. 
Ad ogni caso, non mi sfugge il vostro motivo di bacchettare Renzi. È un avvertimento: non fare nulla che possa intaccare la famiglia tradizionale! L’articolo 18 è solo un pretesto per gettare un po’ di fumo negli occhi degli allocchi!
   

20 Commenti

  1. Paolo ha detto:

    Riguardo a Renzi ultima spiaggia. Non si diceva lo stesso di Monti? Non c’è mai l’ultima spiaggia. Forse Renzi è l’ultima spiaggia per Berlusconi, anzi, la sua reincarnazione. L’unica cosa concreta che ha fatto finora è concedergli la tanto agognata agibilità politica chiesta invano a Napolitano. Insomma, si scrive Renzi e si legge Berlusconi. Tutto uguale tranne qualche piccola differenza marginale.

    • Don Giorgio ha detto:

      Solito qualunquista che lascia andare l’Italia alla deriva. Dimmi tu un altro nome! Grillo il petomane? Salvini il barbaro? Chi c’è che possa salvarci dal baratro? Perché non ci vai tu che pontifichi senza magari aver mai fatto nulla di buono neppure per il tuo paese o città? Tu parli a vanvera. Di me puoi dire tutto tranne che non ho lavorato parecchio, sudando, anche per il bene di questo Paese!

      • Paolo ha detto:

        Grazie per il qualunquista, ma non intendo parlare di me. Mi limito solo ad osservare che con la teoria dell’ultima spiaggia prima o poi ci arriveremo veramente all’ultima spiaggia. Renzi ha fatto tanti annunci ma l’unica cosa che ha fatto veramente, oltre a regalare 80 euro prima delle elezioni, è stato rottamare Prodi, Bersani e Letta e tirare a nuovo Silvio Berlusconi. Questo sono fatti, non opinioni. Ora sta attuando punto per punto il programma che prima fu di Licio Gelli e poi di Silvio Berlusconi, attuando una vera e propria mutazione genetica del Pd, così come fece Bettino Craxi con il Psi.

  2. fdrk ha detto:

    Ritengo sia un’ipocrisia continuare a parlare di “famiglia” intendendo sempre e solo quella canonica (e “canonicizzata”…). E ritengo anche sbagliato continuare a porre il problema in termini di PIL e occupazione.
    Bisogna accettare (e lavorarci sopra) nuovi (o vecchi?) concetti:
    – famiglia è tutto ciò che permette un sistema non solo procreativo bensì, e soprattutto, adottivo ed educativo;
    – va rivalutato il concetto di “lavorare per vivere”, da tempo sostituito dall’errato “vivere per lavorare” e per farlo va rivista la ripartizione del lavoro (e anche quella del reddito)
    – va accettato il fatto che chi non può lavorare (e anche chi non vuole correre come un pazzo nella ruota del criceto) abbia un sostegno che gli permetta di vivere decorosamente.

  3. Edoardo ha detto:

    Don Giorgio, non si “ricostruisce un paese in bancarotta” come tu dici promuovendo le unioni gay e cose del genere!
    Siamo seri. L’Italia ha bisogno di ben altro.

    • Don Giorgio ha detto:

      Difatti! Anche del tuo impegno!

      • Edoardo ha detto:

        Purtroppo non posso più fare niente. Ho 75 anni e vivo negli USA dove 20 anni fa si è trasferita mia figlia con la sua famiglia. Seguo l’Italia da quello che dicono i giornali e mi sono fatto l’idea che molto difficilmente le cose cambieranno. Ci sono troppi privilegi a cui i beneficiari non vogliono rinunciare e solo una rivoluzione sociale (a mio parere) potrà cambiare qualcosa.
        Mi viene in mente la vecchissima storiella di coloro che in alto mare sono su una nave con una falla a prua. A preoccuparsi sono solamente coloro che vedono l’acqua entrare nello scafo; gli altri “se ne fregano” tanto la falla non è dalla loro parte!

  4. Patrizia ha detto:

    Cari vescovi, perché tacevate quando Berlusconi s-governava l’Italia e la distruggeva?
    Certo adesso è molto comodo accusare i disgraziati che oggi si ritrovano in eredità i disastri passati.
    L’unica cosa che oggi vi rimane da fare è: TACERE!!!!!
    (E vergognarvi)

  5. Giuseppe ha detto:

    Che Renzi non mi piaccia è risaputo. Oltretutto sono stato (purtroppo) buon profeta quando ho previsto il muro di difficoltà che avrebbe incontrato per realizzare i suoi programmi, la maggior parte dei quali ancora in embrione. Però non sarò io a scagliare la pietra contro di lui, perché come tutti gli altri ha solo sbattuto la testa contro i soliti giochi politici trasversali degli opportunisti di turno, sempre pronti a cercare di dimostrare che il nostro è un paese ingovernabile, e non certo per questioni di alleanze e di programmi, come la pubblica opinione vorrebbe farci credere. Già la pubblica opinione. Vale a dire l’insieme degli articoli e dei pettegolezzi che appaiono sulle maggiori testate e le principali reti televisive, i cui giornalisti pretendono di influenzare il punto di vista di chi legge o li ascolta, omologandolo al proprio. Si parla tanto di lobby e di centri di potere … e quella dei giornalisti non è una lobby? So benissimo che esistono persone realmente indipendenti che esprimono il loro pensiero liberamente finendo per pagarne le conseguenze (vedi Enzo Biagi ), ma sono molto poche e scarsamente influenti. Riguardo alla Cei e ai suoi loquaci rappresentanti, mi pare che don Giorgio abbia detto tutto. Forse la memoria degli italiani è a breve termine e selettiva, ma è impossibile non ricordare la deferenza e l’accondiscendenza dei nostri cari vescovi verso l’ex cavaliere, le sue alzate di ingegno e le sue volgari cadute di stile. Per loro, in fondo, si trattava di un “buon cristiano” che come tutti del resto ogni tanto poteva anche fare piccoli sbagli, ma si trattava sempre e comunque di peccati veniali che qualche pater ave e gloria, magari accompagnati da un buon contributo economico o qualche sostanziosa regalia, potevano essere facilmente perdonati…

    • fdrk ha detto:

      concordo pienamente sul fatto che il sistema politico vive e gozzoviglia sull’instabilità, perfetta nel rendere impossibile un vero cambiamento così che loro, randagi coalizzati xontro la Società Civile, possano continuare a farsi i propri affari e quelli di chi li prezzola…

  6. PietroM ha detto:

    Carissimi interlocutori,
    prendo atto di non essere stato una voce nel deserto, quando precocemente ho avvertito le discrasie politiche ed economiche del governo Renzi. Non mi piace tifare per alcuno, specie se politico.
    Tuttavia, giusto non scoraggiarsi, noi italiani abbiamo visto e passato di peggio e siamo stati capaci di ricominciare. Rifiuto l’idea di chi sostiene Renzi privo di alternative. In Italia non c’è solo Renzi, il resto un mare di … escrementi ! Avevamo un “ghe pensi mi “, abbiamo un altro “ghe pensi mi” !!
    Questo può piacere a coloro che amano il leader “ carismatico “, il comandante in capo, colui che dispone di tutto e di tutti. Non ci siamo. Lo spirito della DEMOCRAZIA non vive di diktat, ma di confronto costruttivo con le parti sociali . L’esempio eclatante viene proprio dalla voglia di cancellare l’art. 18, quando basterebbero poche modifiche per renderlo più equilibrato nella tutela dei diritti e definizione dei doveri delle parti in gioco.
    Quanti posti di lavoro creerà la sua abolizione ? Chi ce lo dice ? Renzi ? Si va avanti per scommesse ?
    Nell’agenda di questo governo di nominati è ancora scritto il problema del LAVORO come passaggio PRIORITARIO. Aspetta e spera …
    Prendiamo atto che oggi più che mai è in atto una vera e propria LOTTA DI CLASSE non dichiarata per puro opportunismo. Ricordiamo la famosa dichiarazione di Berlusconi in difesa del capitalismo borghese (che prevede la totale eliminazione del ceto medio e la sua riduzione in schiavitù sociale) Già ci siamo e si lamenta il calo dei consumi …!
    Basterebbe abolire l’IRAP sulle nuove assunzioni, per cominciare ad incrementare
    l’occupazione….

  7. marcello ha detto:

    l’uomo giusto è Renzi?

  8. Antonio ha detto:

    Mah…
    Renzi non è quello del Patto del Nazareno con il sullodato Berlusconi? Non è la persona che si fa riprendere a braccetto, sorridente in modo persino sguaiato, con Marchionne, che non ha bisogno di presentazioni?
    E perché i costi della “crisi”
    (a mio parere si tratta, invecem di un piano lucido e criminale ordito da chi tira le fila del capitalismo attuale)
    la devono pagare solo i poveri cristi: tagli agli stipendi, tagli ai salari, smantellamento del welfare, problema delle pensioni, istigazione alla lotta tra poveri mentre i ben pasciuti (Marchionne, Monti & Co nella sua “brillante” università Bocconi, Luca Cordero di Montezemolo… e via e via… fino ai “piccoli” cumenda) stanno a guardare, continuano a guadagnare e si fregano le mani?
    Ecco: io vedo un Renzi, sostenuto da Berlusconi, che, non per nulla ne tesse le lodi sui media servi e grazie a giornalisti privi della minima capacità di analisi, che non sia il protervo e bieco appiattimento sulle posizioni dei padroni, che pagano;
    tanto è vero che, quando si azzardano a scrivere quello che pensano vengono licenziati (Corsera, Fca, Marchionne: vi dice niente la vicenda De Bortoli)?
    Le misure draconiane del prof. Monti “grande cattedratico di scienze economiche”
    (… ma qualcuno non ha forse detto che le persone, come gli alberi – professori inclusi – si debbano valutare dalla quantità e dalla qualità dei “frutti” che producono?),
    che avrebbero dovuto rivitalizzare l’economia, che effetto positivo hanno avuto?…
    Hanno avuto il risultato di peggiorare ancora di più la situazione economica dell’Italia: basta leggere gli indici.
    Basta menzogne, che si guardi, finalmente, la realtà; quella in corso è una ristrutturazione del capitalismo contemporaneo, che si trasforma per meglio opprimere i poveri cristi che, per qualche decennio della storia, si erano illusi – dopo i macelli delle grandi guerre del 900 – di poter avere una qualche “voce in capitolo”-.
    “Voce in capitolo” richiama i conventi, la chiesa, i vescovi, i cardinali, la loro rigida struttura.
    Ma, benedetta gente, cosa pretendete da costoro?
    “Nei secoli dei secoli”, da Costantino e forse anche prima, in poi, non sono sempre stati dalla parte dei potenti, dei ricchi degli imperatori… e pretendete che ora, all’improvviso, invertano la rotta, negando la loro storia e la loro essenza?
    Vi ricordate Monti: ad ogni partenza/arrivo di Benedetto VI per i suoi viaggi si recava in aeroporto ad omaggiarlo: perché? non aveva altro da fare per l’Italia che doveva governare (anche se, pure lui, l’ha, invece, sgovernata)?
    Davvero siamo in un regime di libera chiesa in libero stato: evidetemente no?
    E che dire del “devotissimo figlio” Berlusconi, ex allievo salesiano?
    Ebbene Renzi, con quest’ultimo, ha siglato il misterioso ed oscuro patto del Nazareno: Renzi “scende a patti” in modo estremamente opaco e i due si fanno fotografare insieme amichevolmente.
    Ma chi è, cosa pensa di fare questi Renzi, al di là della raffica di cose che dichiara e che, in buona parte, si rivelano false, abborracciate, irrealistiche? Naturalmente sta dandosi da fare anche lui per “uscire dalla crisi per il bene degli italiani”.
    Mah… non so proprio cosa pensare o, meglio, sì, lo so benissimo: a mio parere anche Renzi è un colluso con chi non vuole il bene dell’Italia ma la vuol affossare, come sta facendo – meglio; ha fatto – Merkel & Co. con la Grecia-
    Grazie e cordiali saluti a Don Giorgio per questo spazio prezioso.

  9. laura ha detto:

    tacevano perche le piacevano i soldi di berlusca

  10. GIANNI ha detto:

    I mass media cercano la notizia a tutti i costi.
    Nelle dichiarazioni leggo più un discorso su certi temi, che non un riferimento troppo diretto a Renzi.
    Ci sono i soliti temi di sempre, come le unioni di fatto eccetera.
    Credo che Renzi, piaccia o non piaccia, vada comunque sostenuto, altrimenti l’alternativa qual’è?

    • zorro ha detto:

      L’alternativa si puo’ e si deve costruire politicamente RENZI non e’la sinistra che combatte le disuguaglianze.Non seve un partito ideologico serve un partito che accomuni gli individui che vivono ormai nel precariato sociale che scardini i privilegi a cominciare dai politici di professione e guardi alla promozione sociale si economica ma anche culturale.Pochi soldi in tasca ma grandi pensieri in testa.Oggi abbiamo pochi soldi e vuoto in testa.Finita la guerra era peggio non si aveva nulla no telefonino,no vestiti firmati poco da mangiare eppure si e’ riusciti nell’impresa di risollevarsi.

      • GIANNI ha detto:

        Io non sono mai stato renziano …..
        ritengo che senza una certa politica monetaria non si arrivi da nessuna parte…..
        ma non esiste allo stato attuale alcun partito che sostenga le mie posizioni…
        allora dico: piuttosto che l’anarchia assoluta, che il marasma sul debito pubblico ecc. ecc.
        non il rimedio, ma il MALE MINORE è Renzi.

        • fdrk ha detto:

          Non ho mai creduto in Renzi ma l’ho accettato e gli ho dato fiducia ma… questo suo continuo voltafaccia e comunella con la destra non riesco più a sopportarla. Sono, invece, sempre del parere che gli unici che abbiano fatto qualcosa siano stati Prodi e Bersani, regolarmente impallinati dai loro stessi “compagni” al fine di poter continuare il guazzabuglio nel quali possono muovere le mani nel fango e spesso prezzolati…

          • fdrk ha detto:

            non sono mai stato né comunista né democristiano ed ho creduto solo una volta ad un socialismo europeo, poi tradito dal cinghialone e da allora NON vesto più nessuna casacca!

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