La Chiesa non è la via, è solo un mezzo per indicarmi la via

L’EDITORIALE
di don Giorgio

La Chiesa non è la via,

è solo un mezzo per indicarmi la via

Il Governo fa quello che può in caso di emergenze, e la cosa più vigliacca sarebbe strumentalizzare le emergenze, come fanno i populisti che spesso e volentieri speculano sulle disgrazie nazionali o mondiali per ottenere una manciata di voti.
Come cittadino ho il dovere di agire per il bene comune, e il bene comune va al di là del proprio tornaconto individuale.
La Chiesa ha altro intento, oltre al fatto che i credenti sono anche cittadini. “Otre” significa che il cittadino non è solo colui che vive in una società e vive di socialità, se, in quanto essere umano, la sua “cittadella” è anzitutto quella interiore.
La religione non deve pretendere alcun diritto di primato su questa “cittadella interiore”, casomai dovrebbe stimolare ciascuno, credente o non credente, perché riscopra “se stesso”.
Indicare la strada del ritorno nella propria “cittadella interiore” non significa pretendere di essere la strada. Se i primi cristiani erano i “seguaci della Via”, ovvero del Cristianesimo, la Chiesa però non è il Cristianesimo, in quanto essa è una struttura religiosa.
La strada che ci porta al nostro essere umano non ha necessariamente una connotazione religiosa. Come si dice, le vie del Signore sono infinite.
Ecco, basterebbe che la Chiesa mi dicesse: “Scopri te stesso”, “Sii te stesso”, “rientra in te stesso”, e poi spetterà a ciascuno di noi servirsi di qualche mezzo o strumento, religioso o no, per imboccare la strada giusta, quella che porta alla “cittadella interiore”.
Che le istituzioni civili ci offrano possibilità di vivere dignitosamente in questa società, credo che ciò sia il loro compito principale, ma aspettiamo che, in quanto credenti, la religione, pagana o cristiana, ci sostenga a ritrovare la via del ritorno nel proprio essere interiore.
Ma ciò non succederà, perché la religione, Chiesa istituzionale compresa, continuerà a condizionare e a manipolare i suoi membri affinché servano la struttura religiosa a cui appartengono, senza rientrare in se stessi onde evitare di sfuggire alla legge impositiva della struttura religiosa.
28 marzo 2020
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Luigi ha detto:

    Ad una società organizzata servono cittadini che agiscano per il bene comune. Nelle emergenze il loro servizio è fondamentale. La Chiesa può essere d’aiuto orientando i cittadini verso il bene comune lasciandoli liberi di agire. Può indicare loro quello che si trova nel vangelo di Giovanni dove Gesù dice: “Io sono la via.” La via del maestro che lava i piedi a chi lo segue sul suo cammino. La via dell’amore diventato servizio. Quella dell’ebrea Etty Hillesum: rifiuta l’aiuto di molti suoi amici offertogli per nasconderla e sfuggire alla persecuzione nazista per seguire fino in fondo la sorte della sua gente. Morirà ad Auschwitz.

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