Uccideremo il Leviathan con il grande Pensiero!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Uccideremo il Leviathan con il grande Pensiero!

Quando si è in lotta, e magari in prima linea, viene a mancare quella serenità che permette di riflettere e di discutere a più ampio raggio sui beni essenziali, per un vivere comune alla ricerca del Meglio, che si chiama Umanità.
Certo, si dice che in ogni religione ci siano semi del Divino, e che in ogni ideologia ci siano semi di Umanità. Ma succede che la perversione dell’animo umano è tale da inaridire ogni seme di luce e di bontà, conducendo masse intere alla deriva.
La religione, allora, viene usata come alibi per giustificare ciò che di peggiore c’è nell’animo umano. E la parola “ideologia” serve solo a dare qualche apparenza di salvezza in una società fatta a pezzi, come un insieme di rottami che galleggiano in acque flagellate da tempeste impazzite.
La peggiore perversione, l’anima della mentalità leghista, è la frantumazione dell’essere umano in milioni di ego diabolici che, come dice il nome “diavolo” (termine che in greco significa “colui che divide”), spezzettano, dunque frantumano l’unità dell’essere umano.
L’umanità diventa una massa di rottami in balìa della più oscena pantomima leghista.
Non ho più alcuna commiserazione alla vista dei rottami: che sprofondino in fondo al mare!
Non ho più alcuna pietas per una massa di rincoglioniti che si sono venduti, ovvero prostituiti, al Leviathan (terribile mostro marino biblico).
Che crepino insieme alla loro dissennatezza!
Che spariscano dalla faccia della terra!
Ho sognato di essere su di uno soglio, e di assistervi ad una carneficina di corpi senza testa: una scena orripilante, ma nello stesso tempo liberatoria, poiché all’orizzonte appariva una luce trafiggente le tenebre, mentre dal sangue dei cadaveri partiva un grandioso arcobaleno.
Mi svegliai di colpo: purtroppo la realtà del presente mi diceva che quel sogno era ancora una illusione.
Accesi la tv, ed ecco il Leviathan che bestemmiava Dio e i giusti, nutrendosi di cadaveri e di rottami, ridendo sguaiatamente in tutta la sua oscenità.
Mi dissi: Arriverà il momento che ti uccideremo e libereremo il popolo! Le nostre spade sono taglienti, come l’acuto Pensiero degli antichi filosofi, sempre pronto a fendere l’ignoranza atroce di una massa incancrenita.
28 luglio 2018
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