Alla fine vincerà il Sì del realismo e del buon senso?

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Alla fine vincerà il Sì del realismo e del buon senso?

Sì, alla fine vincerà il Sì del realismo e del buon senso? Lo spero. Ho diversi motivi per  crederci.
Gli italiani sono quelli che sono, ma, di fronte al naufragio, sanno capire il pericolo, anche se, il giorno dopo il referendum se dovesse vincere il Sì, continueranno ancora a credere coglionescamente nei fanfaroni e negli imbonitori da strapazzo.
D’altronde, non si cambia un popolo né con le promesse del paradiso celeste, né con le promesse di un eden già qui sulla terra.
 Siamo un popolo che vuole, vuole, vuole, e perciò protesta. Ma che cosa vogliamo? Non lo sappiamo. Vogliamo, e basta. Siamo per il nostro dna alla ricerca dell’impossibile, del proibito, dell’irreale o di quel qualcosa che appare al momento luccicante, ma la cui falsità/apparenza non fa che aggredire di più i nostri desideri repressi o traditi.
Vogliamo, senza neppure cercare nel profondo di noi stessi. Siamo alienati, e ci piace esserlo, se è vero che le cose che vogliamo non sono altro che alienanti fino al parossismo.
Restiamo all’esterno, e qui, in  superficie, le apparenze sono maschere di quell’inganno che si copre ora di idoli religiosi ora di pseudo-ideali dai mille volti, anche di quel becero laicismo che si fa passare come libertà progressista a tutto campo, ma con gli occhi spenti.
Dunque, di fronte a scelte che possono decidere del nostro presente e del nostro futuro, scatta quell’istinto di sopravvivenza  che ci spinge a fidarci della roccia, anche se si tratta di scogli percossi dai marosi. Meglio questi che le allucinazioni di chi batte l’aria per togliersi l’odore della merda che si porta addosso.
Sì, confido che gli italiani useranno il buon senso, unitamente ad un sano realismo, votando il Sì per una riforma che non stravolgerà la Costituzione nei suoi principi portanti, ma la snellirà, come è giusto che sia, in ciò che si sedimenta col tempo. E chi sostiene che votando No lo farà per salvare l’intoccabilità della Costituzione, come se questa fosse solo una Carta, come poi, in concreto, la vive nel proprio cuore e nella propria vita? 
Ma il cuore si appanna, e la Costituzione langue, violata da evangelizzatori di fogli ingialliti anche dalla loro ipocrisia dissacrante. E il popolo, schiavo di imbecilli adulatori, abili nel difendere pezzi di Carta ingiallita, e altrettanto abili nell’usarla per pulirsi il loro culo, si riprenderà di colpo la sua poca o tanta dignità rimastagli sotto la cenere, e farà ciò che deve fare chi vuole arrestarsi in tempo, prima di naufragare.
Confido nella gente ancora sana e confido nella gente in parte disorientata. Confido nelle capacità reattive di una massa che, sul punto di annullarsi definitivamente, estrae dal segreto del proprio essere quella dignità che serve ad aggrapparsi a qualche roccia, contro cui andranno a sbattere le tante parole di quei giuda che, ancor meno di trenta denari, sono sempre pronti a tradire il popolo bue.
Basta un profondo sospiro, e con un Sì sulla scheda elettorale potrai agganciarti al porto della salvezza.
Certo, forse non succederà nulla di particolare se anche vincesse il No, ma una cosa è certa: resterà l’amarezza di poter cambiare in meglio l’Italia, ma non si è voluto, per una marea di motivazioni, tanto pittoresche quanto allucinanti.
Basta un Sì, magari gridato ai quattro venti come gesto di liberazione, magari per sbeffeggiare  quei ragli di asini che, come sirene accattivanti, sono osceni richiami per un’orgia mortale.
29 ottobre 2016  
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Patrizia ha detto:

    Caro don Giorgio, se uno dovesse prendere in considerazione il famoso detto ” guarda sempre da chi viene”(il fronte del no), uno intelligentemente dovrebbe votare SI. Il fronte del salva poltrone.
    Forza Matteo!!!Forza don Giorgio!!!

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