In Valletta è sempre festa!

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di don Giorgio De Capitani
All’entrata di Consonno (Lc) è ancora visibile una scritta su una specie di arco trionfale, che recita: A CONSONNO È SEMPRE FESTA. Le stesse parole dovremmo metterle alle due entrate, da Como e da Calco: IN VALLETTA È SEMPRE FESTA!
Da mesi oramai, non passa domenica che non ci sia una festa: a Perego, a Monte, a Rovagnate o a Santa Maria. Perego in particolare sembra distinguersi tra le altre comunità. O una festa religiosa o una festa sportiva o una festa civile o patriottica. Ogni ragione è buona per far festa. E quando proprio non c’è nulla, ecco una corsa ciclistica o podistica a rompere le palle, che tengono certo in vita il volontariato (che aria si danno certi motociclisti gasati!), ma che fanno incazzare i cittadini che non possono liberamente muoversi con l’auto, anche per doveri professionali.
Che dire?
In Valletta c’è esuberanza, e naturalmente i rumori vanno alle stelle. È proprio vero che la bellezza delle nostre zone, con i suoi silenzi tanto carichi di ben-essere, non si sposa con quella gran voglia matta di organizzare feste di ogni tipo, allo scopo di non sentirsi soli, depressi, e nello stesso tempo di far capire che queste comunità sono sempre in movimento, senza mai avere il tempo di arrugginirsi nel corpo.
Certo, non c’è solo fisicità, ma anche un po’ di fantasia e di creatività, che però, alla fine, vanno sempre a finire in bevute e mangiate.
Lo spirito ha i suoi tempi limitati, oltre i quali si va in depressione, se non arriva qualcosa di più concreto, poco importa se poi, il giorno dopo, lo spirito non risorge, ma rimane ancor più depresso.
Sempre in festa, finché si può! Coi tempi che corrono, con la crisi che taglia il nostro essenziale, ma soprattutto il nostro di più, costruito nei tempi delle vacche grasse, è meglio non pensarci troppo, e, dunque, facciamo festa, chissà! con qualche bevuta e mangiata riusciremo meglio a sopravvivere.
Il problema è che non si riesce mai ad andare oltre quella chiusura tipicamente leghista di  tenersi il proprio orticello, di pensare in piccolo e di godere come fratelli universali, sempre pronti a rivendicare di essere figli primogeniti, se non addirittura unigeniti.
Fra poco, arriverà il referendum per la fusione di Perego e di Rovagnate. Voglio vedere se i pereghini e i rovagnatesi sanno solo godersi insieme le feste, per poi tornare a casa loro, difendendo l’autonomia del proprio paesello, non importa se sull’orlo del fallimento o destinato ad esaurirsi politicamente nel giro di qualche anno.
Viva le feste! Godiamocele, finché siamo ancora in tempo. Sul futuro dei nostri paesi, penseranno i figli: sono svegli, diplomati, moderni, super-attivi, sempre in movimento motorizzato. Tanto a noi adulti che c’importa? Non saremo qui a vedere i disastri che combineranno.
Forse dimentichiamo che questi figli sono il frutto della nostra insipienza, o del nostro super-lavoro senza idealità, o di quel pragmatismo tipicamente brianzolo, che si aggrappa al presente come l’edera ad una pianta oramai stanca di vivere, soffocandola prima del tempo.
Non si chiede di chiudere con le feste. Si chiede uno sforzo per quel di più che finalmente possa aprire la Valletta verso traguardi migliori. Anche per un senso di riscatto nei riguardi dei nostri ragazzi, fatti crescere nella bambagia, viziati al massimo, ma già sfiniti dentro, per colpa di noi adulti che abbiamo pensato solo a sgobbare, a sacrificarci per cose e cose, pensando così di garantire ai figli un futuro migliore. E alla fine ci troveremo con un po’ di sabbia tra le mani.
  

 

5 Commenti

  1. Davide ha detto:

    Sempre a criticare quello che si fa, se non si fa niente si critica, se si fa qualcosa si critica. Magari si critica a prescindere senza domandarsi neanche che fine fanno i soldi guadagnati che nel caso dell’ultima festa di Perego (criticato x 2 gg quando da altre parti sono 2 settimane) rimangono in parrocchia e servono a finanziare le piccole opere fatte in oratorio, chiostro e chiesa. Poi mi pare che fino a pochi anni fa a Monte si facessero i fuochi d’artificio spendendo fior fior di euro..

    • Don Giorgio ha detto:

      Parli a vanvera. Ho fatto di tutto per eliminare i fuochi. Infatti da diversi anni non si fanno più. E poi non dire che coi soldi si aiutano le opere parrocchiali. Il fine non giustifica i mezzi. E poi non ho criticato le feste solo religiose. In Valletta c’è sempre qualcosa da festeggiare. Rispondi ad una domanda: che proporzione c’è tra le feste e la cultura?

      • Davide ha detto:

        Hai fatto di tutto ma sta di fatto che ci hai messo una vita..tu lo sai cosa si aiuta con i soldi raccolti? Tu lo sai? Non sei mai stato presente a nessuna iniziativa svolta a Perego e ti permetti di parlare? A nessuna intendo a nessuna..mai visto, neanche a tutte quelle che facciamo di beneficenza..accetto la critica di una persona che ha vissuto l’iniziativa e da spunti per migliorarla ma non ha qualcuno che parla solamente dall’esterno e sempre tramite tastiera. Per me la polemica finisce qui..buona giornata!

        • Don Giorgio ha detto:

          Non fare il cretino! Avrei messo una vita prima di togliere i fuochi? Al massimo due o tre anni, il tempo per convincere chi li voleva a tutti i costi. Non parlare a vanvera o per invidia, perché a Monte le cose funzionavano, mentre Perego è un povero paese religiosamente e politicamente parlando. Vuoto assoluto! Non lo dico io! State in piedi con le feste, tanto per dare un po’ di fumo negli occhi.

  2. GIANNI ha detto:

    Secondo me le feste servono a vivere il giorno per giorno, per dimenticare la crisi, ma non solo.
    Anche per evitare di meditare su qualcosa di più profondo, che vada oltre il piccolo orizzonte del quotidiano, delle solite faccende ed abitudini.
    Pancia piena e mente vuota spessp sono l’ideale, magari non dichiarato, di piccole e grandi manifestazioni che in questo periodo sono organizzate in varie località.

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