Santi e cadaveri

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Santi e cadaveri

I santi non muoiono mai, perché hanno vissuto dell’Eterno presente, e dunque sono tuttora eternamente presenti, nello Spirito divino.
Santi si è, senza dover ufficialmente essere riconosciuti tali dall’istituzione ecclesiastica, tanto più che essa usa criteri tutti suoi per professare la santità di una persona, rendendola modello di vita, secondo quelle virtù scelte dalla stessa istituzione per garantirsi prestigio e potere.
Ogniqualvolta la Chiesa “canonizza” una persona “proclamandola” santa, fa danni alla vera santità di quella persona, costretta in un rigido schema mortificante la libertà dello Spirito.
Se poi la “canonizzazione” di una persona è legata al culto del suo cadavere, allora siamo all’assurdo di chi onora un cadavere, priva di spirito.
E se venerare un corpo da vivo è già un controsenso, in quanto violenta la realtà stessa dell’essere umano composto sì di corpo e di psiche, ma soprattutto di spirito, sarebbe paradossalmente ancor più dissacrante la realtà dello spirito venerare un cadavere.
Almeno intuissi una qualche ragione!
No, non c’è ragione, dunque anche dal punto di vista razionale, per cui una religione, in particolare la Chiesa cattolica, imponga il culto di un cadavere, privo di psiche e soprattutto di spirito.
Già certe devozioni cimiteriali sono discutibili (non si capisce il culto per le tombe!), se poi la Chiesa estrae il corpo dalle tombe per farlo venerare, allora siamo al colmo della idolatria cadaverica.
Idolatrare un corpo vivente è anche comprensibile (un bel corpo può piacere a tutti!), ma idolatrare un cadavere è solo perversione: questa idolatria cadaverica non la perdonerò mai ad una Chiesa che si proclama Chiesa del Cristo risorto!
31 ottobre 2020
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

Lascia un Commento

CAPTCHA
*