Buon Anno
nella Novità della Grazia divina!
Da qualche anno ho la fortuna di farmi prendere da un sonno profondo, quando a mezzanotte iniziano i colpi della mitragliera degli imbecilli.
Certo, da giovani tutti siamo stati, chi più chi meno, degli imbecilli. Ma poi, col tempo, qualcuno ha preso la strada della saggezza, e così la luce ha preso il sopravvento sulle tenebre.
Abbiamo sentito fino all’ultimo, poco prima che scoccasse l’ora fatidica della mezzanotte che separa il vecchio dal nuovo anno, le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sono sincero: quest’anno il discorso di fine anno del Presidente mi ha deluso. Un elenco di cose buone e di cose belle, senza mordente: di quel mordente che è anche spirituale. Un discorso un po’ alla Delpini.
Oramai anche le parole di chi ha ruoli di grandi responsabilità, nel campo civile e nel campo ecclesiastico, sono così banali che si lasciano sfuggire le occasioni più opportune per dire qualcosa di Buono.
Almeno un seme divino da raccogliere e comunicare anche solo come pungolo provocatorio!
No, si preferisce accarezzare il consenso di tutti, e quando tutti danno il loro consenso vuol dire che si è fuori strada. Subito la “tappetta” ha elogiato Mattarella perché ha parlato di patriottismo.
Volere o no piace a tutti fare il populista. Bisogna tener buoni anche chi sta rovinando il Paese, senza avere il coraggio di dire almeno una parola chiara sul bene comune.
Almeno un pizzico di pensiero sapiente!
No, questi gerarchi non sanno più essere impopolari, proprio perché dovrebbero parlare di valori che la società rifiuta anche perché tutto il con testo religioso e politico è immerso nelle tenebre.
Caro Presidente, i giusti ci sono, ma non sono solo quelli che Lei ha presentato come modelli, anzi fare nomi è sempre pericoloso perché si rischia di dimenticare i “migliori”, quelli che nessuno vede e nomina, sono come le radici della società migliore.
Sta bene dire che non tutto è male, che ci sono spiragli di speranza, ma dove sono questi spiragli di luce? Fuori o dentro di noi? “Fuori” tutto è pelle, “dentro”, non importa essere credenti o no, c’è qualcosa di Divino da tenere acceso.
Non si esaltano gli eroi, e neppure gli umili. Se imparassimo la lezione del Magnificat!
Oggi, primo giorno dell’anno, siamo qui con le ceneri non solo di un ultimo, vissuto nella pazzia (per fortuna non tutti si sono lasciati prendere dalla imbecillità), ma anche di parole vuote che in questi giorni, anche in occasione del Natale, hanno riempito cattedrali e le sedi istituzionali più alte (anche se oggi di istituzionale hanno ben poco!).
Avessimo il pudore di dare alle parole il loro giusto significato, il loro peso, nel contesto più opportuno. Forse la prima parola che eviteremmo di dire sproloquiando è proprio la parola più logora, ovvero “pace”.
Almeno noi credenti tirassimo fuori dall’armadio o dal cassetto la parola “grazia”! Tutto cambierebbe. Non pretendo che la massa anche di credenti capisca qualcosa della “Grazia” (e se non capiscono è anche per colpa di una chiesa gerarchica che parla solo di pelle!), ma i teologi dove sono?
Sarei tentato di dire: dove sono i Mistici?
Vorrei tanto sentir gridare:
BUON ANNO
NELLA NOVITÀ DELLA GRAZIA DIVINA!
Commenti Recenti