Il problema sta quasi tutto nella ignoranza

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Il problema sta quasi tutto nella ignoranza

Credo che si tratti di una ignoranza colossale quella che riguarda il nostro essere, nella sua più profonda intimità.
Ed è qui, sulla ignoranza, che si gioca il nostro vero benessere e il futuro dell’umanità: chi pensa o lavora fuori di se stesso, inganna se stesso e inganna la società.
Ci stiamo giocando la vita, il nostro futuro e il futuro dell’umanità, proprio perché, volutamente o no, ignoriamo noi stessi, ciò che ciascuno è, in quel mistero profondo là dove è presente l’Eterno presente.
Parlo di essere umano, di società, di umanità, e come non pensare che l’ignoranza più colpevole sia della Chiesa istituzionale che ha fatto di tutto, e tuttora fa, per bloccare il nostro essere più profondo, mettendosi nel mezzo, come un inopportuno intermediario che ci proibisce di essere se stessi nel Sé divino.
E che nessuno mi contesti perché sto dicendo cose impossibili o cose astruse o troppo alte per essere capite. Subito lo butterei nell’abisso del mare, tanto è cosa inutile.
E il paradosso è tutto qui: in una chiesa istituzionale che ancora oggi dice cose assurde sulla salvezza eterna, ignorando o contestando o proibendo quel mondo divino, a cui tutti siamo chiamati a unirci, nel profondo del nostro essere, là dove ogni intermediario umano è una idolatria che grida vendetta al cospetto di Dio.
Anche in questi giorni sto sentendo bestemmie da parte di teologi, stramaledetti teologi che pretendono di porre i loro sigilli su Dio, imponendogli di benedirli ma in nome nostro. Sta tornando la confessione sacramentaria, e questi teologi del cavolo cercano ogni pretesto per avallare la necessità di un intermediario umano, il prete, tra le anime e Dio. Un problema, quella della confessione anche sacramentaria, che si potrebbe risolvere in due minuti. Ne parleremo.
A me preme ora insistere sulla ignoranza che ci tocca sul vivo, e riguarda proprio il nostro essere più profondo. E se ciascuno di noi, tolto dalla prigione di una religione, potrebbe arrivare quasi istintivamente alla Fonte genuina, il problema sta nella ignoranza che ci impedisce di conoscere chi siamo.
La gente va educata alla conoscenza di ciò che è l’essenziale. E la massa rimane ignorante perché i ministri di Cristo sono tuttora ignoranti su ciò che è essenziale. Troppo obbedienti alla Chiesa istituzionale che impone anzitutto ai suoi preti di essere ignoranti?
Sapete una cosa? È qualcosa di veramente mostruoso, per non dire assurdo che non ci sia un prete che si faccia almeno prendere da una certa curiosità, appena sente parlare di Mistica. D’altronde, dove e quando sente parlare di Mistica? Il diabolo qui è riuscito in pieno nel suo inganno, talmente bravo da starsene a riposare perché sa che ancora a lungo la Chiesa non uscirà dal letargo infernale.
Non è vero che non ci sia almeno un’occasione per toglierci dal letargo o dalla incoscienza o ignoranza, più o meno colpevole. Dio semina ovunque, sempre, dall’inizio della Creazione, “semi di grazia”, o di opportunità divine. Certo, non sono “semi” (λόγοι σπερματικοὶ o Semina Verbi, li ha chiamati san Giustino) del tutto appariscenti, non le vidi come vedi un albero o una casa, ma sono reali nell’Universo.
Tutto è Grazia! Ma se tu passi sui semi nascosti nella terra con il tuo passo pesante e veloce, schiacci quei semi e te ne vai ancora imbecille, cieco e ottuso, alla ricerca del vuoto.
E qui mi pongo una domanda: come educare i preti all’Essenzialità? Ovvero, come parlare loro di Mistica, quella speculativa medievale, l’unica che si rifà al Vangelo più puro, ovvero al pensiero originario di Cristo?
Ma questi preti di oggi sono ancora così volutamente ignoranti, chiusi ad ogni curiosità, appena si accorgono che c’è nascosto un seme divino, appena al di sotto della crosta terrestre?
Ignoranti, e criminali, se non permettono ai cristiani l’accesso al mondo del Divino, che è in ogni essere umano.
01/11/2025
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