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02 Marzo 2023
Salvini dov’è?
Non va in Parlamento,
scarica tutto su Piantedosi
di Federica Olivo
Il titolare del Viminale sarà alla Camera il 7 marzo e al Senato l’8, mentre il vicepremier leghista non dà disponibilità: “Si è già espresso, non aggiungerà altro”. Ma sulla catena dei soccorsi Piantedosi non è l’unico a dover dare delle risposte
È ancora un giorno di dolore a Crotone, dove le salme dei 67 migranti morti a seguito del naufragio a ridosso della spiaggia di Cutro sono state omaggiate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A Roma, intanto, dopo giorni di attesa si iniziano a calendarizzare le informative del governo, chiamato a spiegare i punti ancora non chiari della vicenda. A spiegare, in particolare, se ci sono state, e da chi sono dipese, falle nei soccorsi, che hanno portato alla mancata partenza dei mezzi della Guardia costiera. Gli unici in grado di fronteggiare il mare in pessime condizioni. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si era detto disponibile a riferire in Aula “anche domani”. Lo farà, a quanto si apprende, martedì 7 alla Camera e mercoledì 8 al Senato. Le opposizioni, però, avevano chiesto un’informativa anche da parte del ministro Matteo Salvini, titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti, e quindi della Guardia costiera. Mentre dal titolare dell’Interno una risposta è arrivata, dal suo collega no. A Palazzo Madama, ad esempio, Ignazio La Russa ha dovuto comunicare ai capigruppo che sulla calendarizzazione dell’informativa del titolare del Viminale non c’erano problemi, ma che il titolare del Mit, invece, non aveva ancora dato feedback. Alla Camera il refrain è stato simile. E la cosa ha fatto agitare non poco le opposizioni.
“Non è obbligato, valuterà”, ci spiegavano nel pomeriggio dall’entourage del vicepremier leghista. Una risposta che lasciava aperta ancora la possibilità che alla fine il ministro una data alle opposizioni la comunicasse. Nulla da fare. In serata, fonti del Carroccio provano a chiudere la questione: “Ha già espresso le proprie valutazioni e non aggiungerà altro”. Un “no”, questo, che non farà altro che agitare ancora di più le opposizioni.
In effetti, un obbligo di rispondere a un’informativa non esiste. O meglio, ci spiega un senatore di lungo corso, si può parlare di un dovere politico, che deriva dalla funzione stessa del ministro. Ma un obbligo di andare in Aula vero e proprio non c’è. E, soprattutto, non ci sono sanzioni. Generalmente, quindi, un ministro non si sottrae alle richieste di informativa dei parlamentari – almeno non quando si tratta di tematiche così importanti – perché presto o tardi cede alla pressione politica. Sarà questo il caso di Salvini? Lo vedremo nei prossimi giorni. Intanto, in Transatlantico, chi ha una memoria di ferro ricorda di quella volta in cui Salvini, verso la fine del governo Conte I, non andò in Aula a rispondere a un’informativa sulla vicenda dei fondi russi. Suscitando, anche in quel caso, non pochi mormorii.
Altri tempi, altri temi, ma il precedente in queste ore è tornato alla mente di chi, constatando l’assenza di una risposta da parte di Salvini, aveva già capito che la storia si sarebbe ripetuta.
Per il Movimento 5 stelle e il Pd questo sottrarsi all’Aula sui fatti di Cutro è inaccettabile. In prima fila nel chiedere al titolare del Mit di dare una risposta celere c’è Barbara Floridia, capogruppo M5s a Palazzo Madama: “È grave che Salvini non abbia ancora risposto alla richiesta del Parlamento di venire in aula a riferire sui fatti di Crotone. In capigruppo ho sollecitato la sua presenza. Dobbiamo chiarire al più presto le eventuali falle nella catena di comando e se ci sono responsabilità sulla morte di quasi 70 persone, e il suo dovere è quello di venire in aula al più presto”, ha spiegato. Il riferimento è al mancato intervento della Guardia costiera. Su questo punto, è il pensiero di Floridia ma non solo, l’unico che può dare una risposta – e spiegare se ci sono state o meno falle nella catena dei soccorsi – è chi ha competenza sulla Guardia costiera. Salvini, appunto.
Il diretto interessato, di solito molto attivo nel raccontare l’attività del suo ministero, sulla vicenda è intervenuto pochissimo. Lo ha fatto solo un paio di volte per difendere il Corpo delle capitanerie di porto e minacciare querele nei confronti di chi insinuava eventuali responsabilità. Per il resto ha lasciato che a parlare fosse il titolare del Viminale, bersaglio facile, esposto al fuoco incrociato delle opposizioni. Al quale è corrisposta una difesa del governo meno calda di quanto ci si potesse aspettare.
Chi nel pomeriggio ipotizzava, dai banchi dell’opposizione, che la linea dell’esecutivo sarebbe stata quella di mandare avanti, anche e soprattutto in Parlamento, il ministro Piantedosi che – anche a causa di varie dichiarazioni infelici – è diventato il capro espiatorio perfetto, aveva visto bene. Perché, alla fine, la settimana prossima ad affrontare l’opposizione andrà solo Piantedosi. Però, fanno notare fonti d’opposizione di Palazzo Madama, se davvero il problema nella catena dei soccorsi fosse da attribuirsi al mancato intervento della Guardia costiera, allora a quel punto il Viminale c’entrerebbe ben poco. Sarebbe Salvini a dover rispondere, anche e soprattutto davanti ai parlamentari che gli hanno chiesto l’informativa. Anche solo per dire che in realtà omissioni o falle nei soccorsi non ce ne sono state. Una risposta, evidenziano le stesse fonti, dovrebbe arrivare anche da Giancarlo Giorgetti che, da ministro dell’Economia, ha la competenza sulla Guardia di finanza. Perché, lo ricordiamo, il primo corpo ad andare in mare, con due motovedette, è stato proprio quello dei finanzieri, in quanto dopo la segnalazione di Frontex, l’intervento da compiere sull’imbarcazione che era al largo di Cutro, non era stata considerata di soccorso, ma solo di law enforcement, di polizia. E quindi, attribuibile alla Guardia di Finanza, che però non è riuscita a raggiungere la nave a causa delle pessime condizioni del mare.
Al Senato, il coro per sollecitare Salvini ad andare in Aula è unanime: “Abbiamo fatto presente che se l’8 marzo, data dell’informativa di Piantedosi, non dovesse esserci già anche la data di un’informativa del ministro Salvini sarà un problema”, dice Raffaella Paita, capogruppo del Terzo polo, “insieme non verranno, – prosegue – ma separatamente secondo me è doveroso, perché la competenza della Guardia costiera è del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti in maniera inequivocabile”. Della stessa idea Peppe De Cristofaro, di Alleanza Verdi-sinistra, che afferma: “Giudicheremmo in maniera molto negativa se il ministro Salvini non facesse un’informativa”. Anche i dem chiedono che il ministro non si sottragga all’Aula: “Ci aspettiamo una risposta sulla presenza del ministro competente. È importante che venga informato il Senato di entrambi gli aspetti sia di quelli di competenza del ministro degli Interni che di quelli del ministero delle Infrastrutture. Vogliamo avere indicazioni chiare del calendario”.
Da Montecitorio, le voci che si alzano sono principalmente quelle di Pd e 5 stelle. Dice la dem Debora Serracchiani: “Restiamo in attesa che anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, comunichi la data della sua informativa. I cittadini italiani vogliono e devono sapere con urgenza l’esatta dinamica dei fatti sul mancato soccorso ai naufraghi. Non c’è più tempo da perdere”. I dem, come annunciato dalla segretaria Elly Schlein, hanno presentato un’interpellanza urgente nei confronti di Piantedosi, Giorgetti e Salvini.
Per i 5 stelle, sulla mancata calendarizzazione dell’informativa a Montecitorio interviene Chiara Appendino: “I ministri che devono spiegare cosa è accaduto nella tragedia di Crotone sono due: Matteo Piantedosi, che ha usato parole inqualificabili per le quali io da madre e da italiana mi sono vergognata al posto suo, e Matteo Salvini. Piantedosi verrà alla Camera e al Senato a riferire, lo aspettiamo e abbiamo molte domande da fare. Salvini invece dov’è?”. La risposta è data dai suoi: Salvini è al Mit ma in Parlamento non andrà. Almeno per ora.
L’uomo del Papete non perde occasione, se gli conviene, di farsi notare straparlando a vanvera, ma se messo di fronte alle istituzioni e alle sue regole preferisce da sempre giocare a nascondino…