Il “fenomeno” Bergoglio come una bolla di sapone?

papa-francesco-tra-la-folla[1]
di don Giorgio De Capitani
Nei giorni scorsi,
quante parole inutili e scontate!
Come fiumi in piena!
Noia, noia, noia!
E… ancora noia!
Natale e pace, Natale e giustizia,
Natale e bontà ecc. ecc.
Mettete tutte le parole che volete,
purché adatte a strappare qualche lacrima,
e le emozioni a fior di pelle sono assicurate!
Ma le lacrime durano poco,
un giorno al massimo,
e poi?
Il cuore torna ad essere di pietra,
come ai tempi della pietra.
Ma il problema non è la durezza del cuore,
il problema è la durezza della mente.
Anche questo papa ci sta rompendo le palle
con parole e gesti strappalacrime,
o strappa consenso.
Ma la mente non cambia,
la gente resta idiota come prima.
NON PENSA!
Non si potrebbe fare almeno un passo in più
sulla strada del rinsavimento generale?
La Chiesa, con questo papa,
“sembra” essere diventata più umana,
ma l’Umanità dove la vedete?
Barbari siamo, e barbari resteremo,
fino a quando non toglieremo la mente dallo stallo in cui si trova.
La religione non basta a civilizzare le persone:
talora le ha rese ancor più dis-Umane.
Inutile puntare sull’agire o sulla morale:
bisogna mirare anzitutto all’essere,
e dov’è l’essere in una società completamente aliena?
Siamo “fuori”, cittadini barbari!
Siamo “fuori”, credenti dis-Umani!
Ci stiamo giocando il futuro, ma
su un comune campo di battaglia che sarà fatale per tutti.
La Chiesa pensa solo a salvare se stessa,
anche con questo papa,
che solo “apparentemente” si presenta come progressista,
ma che in realtà è il più tradizionalista degli ultimi tempi.
La Chiesa mi fa paura più dello Stato,
che (lo si vede benissimo) sta almeno lottando
– nei suoi uomini migliori –
per risolvere una crisi che sembra interminabile.
E la Chiesa, eccola godersi un momento felice,
pensando di essere uscita dalla tempesta.
Ma l’apparenza durerà poco:
L’INGANNO DI QUESTO PAPA LO SI VEDE GIÀ,
lo si vede dalla “contingente realtà”, che è la medesima di prima,
peggiore di quella precedente,
SOLO PER IL FATTO CHE NULLA È CAMBIATO.
Non basta mutare qualche vestito,
e neppure indossare abiti più sgargianti,
se, sotto i paludamenti religiosi, non c’è che il nulla.
E il nulla è il vuoto di una struttura
che ha represso lo Spirito. Da secoli.
I tradizionalisti per un verso si scandalizzano,
ma non capiscono che papa Francesco farà il loro gioco,
i progressisti (!) fanno calorosi appelli per sostenerlo,
e non capiscono che papa Francesco li ha già fregati.
NULLA VEDO DI NUOVO!
Tutto in linea con una Chiesa che è vuota dentro.
Dicevo che apprezzo di più lo Stato italiano,
sì perché – ora mi aspetto i fulmini! –
preferisco i fatti di Matteo Renzi che le parole di papa Francesco.
Una cosa è certa:
Renzi il consenso che ha se l’è meritato col sangue,
ma si è procurato anche nemici, tanti nemici, d’ogni tipo, su ogni sponda,
– intellettualoidi della pseudo-sinistra da salotto perbenista;
– laureati con il cappello in testa a coprire le idee comperate al mercato,
vendute e rivendute, incartate e scartate più volte;
– operai smidollati, figli di ex marxisti oramai fuori della storia;
– sindacalisti che hanno fatto la Sinistra e poi l’hanno disfatta,
a causa della loro stupidità ideologica, svanita sotto i colpi del sole promesso;
– quella massa di popolo bue che piscia e si beve ciò che produce;
– quegli opportunisti che vanno dove c’è puzza di sterco dorato;
e così via…
Ma Renzi tira diritto, finché potrà,
ma spero che durerà tanto a lungo da far rimpiangere ai suoi detrattori
il giorno in cui sono nati.
A differenza di Renzi,
papa Francesco cammina su una strada asfaltata,
ostacolato soltanto da qualche tradizionalista doc:
uno che appena apre bocca si vede subito messo alla berlina,
denudato alla colonna dell’infamia e flagellato a morte.
E sia mai che a un “dissidente”, ai tempi della dura inquisizione,
di un passato recente, troppo recente,
venga in mente ora di mettere qualche puntino sulle i di papa Francesco!
Sarebbe indegno di appartenere alla casta delle Comunità di base,
che ora gongolano solo al pensiero
di sentir parlare Francesco tornato dalla tomba:
il profeta tanto atteso che, secondo loro,
ha spazzato via con un solo colpo di spugna
secoli bui di oscurantismo, quando imperava l’autoritarismo più dogmatico,
aprendo finalmente gli orizzonti di quella Novità evangelica,
subito tradita dai primi passi della Chiesa nascente.
Ed io mi sento come un pesce fuor d’acqua, che si agita prima di morire,
tra le maledizioni e gli improperi di quanti esultano
per l’avvento oramai prossimo del Regno di Dio.
Matteo Renzi, invece, nel campo laicamente politico,
non sembra avere tanti fanatici al suo fianco:
maledetto dai “suoi amici di casa”
– un po’ citrulli, un po’ ebeti, un po’ invidiosetti, tutto questo e altro –;
scorticato vivo come san Bartolomeo dai suoi indefessi nemici politici,
sempre antichi e sempre nuovi, ma gli stessi di sempre,
Travaglio in testa con figli e figliastri al suo seguito;
invidiato dalla stessa gerarchia ecclesiastica,
che, appena può, non tralascia occasione per bloccarlo,
senza quel minimo pudore di chi, un tempo connivente con il Porco,
dovrebbe fare il mea culpa per il resto della sua vita.
È vero:
sul nostro Paese il cielo non si è ancora aperto,
troppe nubi sembrano minacciare la Democrazia,
ma sta qui la forza di chi crede, nonostante tutto,
che la Democrazia ce la farà,
con una fede che non è quella nel dio tutto fare
che semina speranze e sorrisi agli ebeti che applaudono,
ma nella energia vitale che risiede nell’Universo,
che, chiesa o non chiesa, religione o non religione,
alla fine s’imporrà.
Ma siamo proprio sicuri che i cieli del Vaticano,
con l’avvento di papa Francesco,
si siano veramente aperti,
e che lo Spirito sia sceso sulla Chiesa universale?
“Dai loro frutti li riconoscerete”:
parole di Cristo nei riguardi dei falsi profeti.
Valgono anche per coloro che riteniamo i giusti di oggi:
finora i frutti non sono per nulla promettenti.
La Chiesa è rimasta come prima,
e, ancor peggio, la base si è omologata.
Pur su sponde diverse, completamente diverse,
anch’io contesto questo papa:
per cambiare in radice questa Chiesa millenaria,
ci vuole ben altro che parole e parole;
ci vuole il coraggio di chi crede nell’Umanità,
nelle sue energie più vitali e profonde,
IN QUEL PURISSIMO ESSERE DIVINO,
dove non ci sono divisioni, strutture, religioni,
caste, razze, faziosità, supremazie, gerarchie…
dove ci si trova tutti fratelli
VERAMENTE FRATELLI.
  
NOTEBENE n. 1
Vorrei precisare.
a) Gli strali che vogliono colpire l’operato di papa Bergoglio, provenienti dal mondo cattolico conservatore (Vittorio Messori) e ultra-fondamentalista (Antonio Socci), certamente sono pericolosi per un rinnovamento radicale della Chiesa. Tuttavia, fanno leva su un aspetto che non posso non condividere: il consenso generale che questo papa vuole ottenere a tutti i costi. Un consenso che, secondo me, a differenza dei tradizionalisti più o meno ultra, blocca l’apertura della Chiesa. Il papa ha paura o non vuole affrontare in radice le vere problematiche della Chiesa di oggi. Le tocca e non le tocca. Lancia qualche sassolino, poi tira indietro la mano. Papa Francesco è vittima del proprio consenso.  
b)  I progressisti temono, invece, i cattolici ultra-conservatori, come se costoro potessero bloccare il fenomeno Bergoglio. Ma non vogliono capire che il difetto di questo papa sta proprio qui: nell’essere un “fenomeno”, uno che sta suscitando delle illusioni. La dissidenza, ecco il punto, non dovrà mai mancare nella Chiesa, soprattutto quando c’è un forte consenso generale, e il rischio c’è che tutto, prima o poi, finirà come una bolla di sapone. 
c) Non ci tengo a dire che sono di sinistra (un’espressione che potrebbe ancora passare nel campo politico), ma vorrei rivendicare la mia radicale propensione verso il Vangelo autentico, quello delle origini, da tradurre o, meglio, da incarnare nella realtà dell’oggi, secondo quel principio universale per cui il progresso sta nel realizzare in pienezza l’Umanità, e non nell’imporre la Chiesa-struttura, la quale dovrà casomai essere al servizio dell’Umanità. La Chiesa deve de-strutturalizzarsi sempre più, se vuole servire l’Umanità, riscoprendone i valori che appartengono all’essere umano. Papa Francesco che concetto ha di Umanità? O, meglio, egli parla di Umanesimo (come Angelo Scola), ma guardandolo dalle finestre di una Chiesa, pronta a riceverlo e battezzarlo? 
NOTABENE n. 2
Ora non ho più dubbi sull’apparente e falsa apertura di questo Papa. Domenica 4 gennaio Bergoglio ha annunciato che prossimamente nominerà altri 15/20 cardinali di Santa Romana Chiesa. Da tempo sto dicendo che, prima o poi, si dovrà arrivare a eliminare il cardinalato, un titolo solo onorifico che ha fatto il suo tempo, anche a danno della stessa Chiesa.
Il Pontefice dovrà essere eletto dai vescovi. E ai vescovi si dovrà dare più spazio, più responsabilità anche decisionale.  Tenendo conto anche della base del Popolo di Dio.
Lasciamo pure il papato, ma privandolo del suo primato monarchico. La Chiesa dovrà incamminarsi verso una maggiore democrazia. Magari sui generis.
Il fatto che papa Francesco nominerà 15/20 nuovi cardinali fa capire quanto sia tradizionalista. Uno dei tanti esempi. Certo, nominerà cardinali di periferia (parola di moda!), buttando così ancora tanto fumo negli occhi.
Nulla in questi anni è cambiato nella Chiesa. Qualche riverniciatura. Ogni tanto qualche rimprovero a destra e a sinistra. E poi, tutto come prima. Qualche battuta più o meno felice, che fa mandare in visibilio i giornalisti ignorantotti nel campo della fede, o pronti al dialogo con l’acqua santa. Per fare colpo. Per vantarsi.
E tutti esultano come se il papa, oltre alle battute, facesse sul serio. Ci gira attorno. Stuzzica qualche applauso. Ma la Chiesa resta sempre al palo di un dogmatismo dottrinale e moralistico dei vecchi tempi.
Non sono convinto che la strada è oramai aperta, e tanto meno sono convinto che chi verrà dopo Bergoglio sarà costretto a percorrerla. Abbiamo visto ciò che è successo a Milano, dopo Martini e Tettamanzi. Scola ha bloccato tutto, anche se le orme di Martini difficilmente saranno coperte. Ma Bergoglio non è Martini.
L’ho detto e lo ripeto: la vera rivoluzione nella Chiesa deve partire dal basso, e non dall’alto. Martini è rimasto solo, e il clero milanese l’ha snobbato, lasciando nell’ignavia un gregge pecorone, anzi favorendo la sua arte culinaria.
Ed ora, che dire di una massa che, con svariati salamelecchi, applaude un papa ad ogni sua parola, facendo poi i cazzi propri?
E la base dov’è? Impegnata a fare da baciapile?
Dov’è finita la dissidenza? 

13 Commenti

  1. filippo ha detto:

    Complimenti a don Giorgio finalmente un prete coraggioso e non eunuco di fronte a tanti religiosi amici di Satana. L’unica cosa on cui non sono d’accordo è che Bergoglio, papa illegittimo eletto con l’inganno sia tradizionalista. È anzi un eretico e tutte le sue affermazioni lo confermano. Un suo seguace ha detto che nemmeno Lutero si era spinto a tanto (a tanta eresia). È un papa inflitto da Dio, forse tutti ci meritiamo una piaga simile oggi. Spero Arrivino presto i segreti di medugorje e tanti falsi profeti si inginocchieranno

    • GIANNI ha detto:

      ci sono due aspetti che mi incuriosiscono.
      cioè perchè l’elezione del papa sarebbe illegittima?
      E perchè il papa sarebbe eretico?

      grazie per l’eventuale risposta

  2. Enrico Beretta ha detto:

    Ciao Don Giorgio,
    la stima che ho di tè continua, riconosco la tua capacità riflessiva accompagnata da una intelligenza acuta e una sapienza notevole.
    Ho sempre stimato mio padre, persona molto seria, onesta e intelligente.
    Lui era simpatizzante di Benito Mussolini, tu stai dimostrando una simpatia per Matteo Renzi.
    Io ho preso del coglione da Berlusconi, del Gufo da Renzi e dell’incetrullito da te oggi.
    Io mi sento uomo nell’universo, speranzoso che l’umanità maturi, mi sento nonno che non vuole imbrogliare i nipoti, mi sento abbastanza giovane per prestarmi ancora per una politica locale di sinistra.
    Quando tu ti annunciavi come unico difensore di una cultura di sinistra ti avevo risposto che mi sarebbe piaciuto confrontarmi con te, quando bocciavi la politica del PD io facevo la campagna di tesseramento e ti informavo che la fiducia nelle persone oneste che conoscevo nel partito mi bastava per sostenerlo . Tre mesi fa ho riconsegnato la tessera perchè non voglio far parte di una avventura disgustosa con spartizioni di bottini speculando sui più deboli.
    Ora sinceramente faccio fatica a capirti ma sono sicuro della tua onestà intellettuale come quella di mio padre che accoglieva i miei amici di sinistra con massimo rispetto e con partecipazione alle discussioni fatte in casa.
    Su Bergoglio non mi sono lasciato influenzare dalle prime battute di Papa rivoluzionario alla san Francesco, ma mi pare un buon Papa, aspetterei ancora un anno per giudicare.
    Caro Don Giorgio, non sempre ti leggo ma ti ringrazio per gli stimoli alla riflessione che provochi.
    Con stima e saluti,
    Enrico

  3. Mathilda ha detto:

    Caro don Giorgio, ho idea che lei si aspettasse un rinnovamento della Chiesa con un colpo di bacchetta magica.
    Forse non ha ancora capito che in questo mondo le cose procedono lentamente, un passo dietro l’altro. Vorremmo cambiamenti repentini, ma Dio–a me sembra–ha disegni diversi dai nostri, e se ne infischia della nostra impazienza.
    Le favole dove tutto si avvera con poche mosse sono solo delle favole, appunto.
    Lei sostiene che papa Bergoglio non è poi così progressista come sembrerebbe agli ingenui che lo applaudono.
    Eppure, caro don Giorgio, tutti hanno potuto vedere che lui da subito si è mosso verso gli ultimi, cosa che mai si era vista prima. Tutti vedono chiaramente che le sue parole sono davvero evangeliche, a testimonianza del messaggio di Gesù. Ed entrano subito nel cuore e nella mente della gente semplice; e questa è acqua fresca. Se tutto ciò per lei è solo noia, mi permetto di dire che non lo è per il popolo dei fedeli. E neanche per chi manca della fede religiosa o per chi ne professa un’altra diversa da quella cristiana. Dunque, qualche passo in avanti c’è stato.
    Le faccio notare che non è Francesco a cercare notorietà e applausi, ma gli giungono spontaneamente da chi non era abituato ad un linguaggio così concreto, per cui dire, come lei fa disinvoltamente, che “questo papa ci sta rompendo le palle con parole e gesti strappalacrime, o strappa consenso” è una distorsione da attribuire ad una mente ( la sua) che a tutti i costi si compiace di mettere in evidenza, quasi sempre, il negativo sminuendo il positivo.
    Proprio chi ragiona come lei diventa un nemico della Chiesa stessa, molto più di quei tradizionalisti che non fanno altro che cercare l’ago nel pagliaio per cercare di abbattere un Papa che li ha spiazzati in tutti i sensi.
    Verissimo: Bergoglio non è Martini, ma è sua linea.

  4. Bruno Antonio Prof.Bellerate ha detto:

    Avevo scritto più a lungo, ma, non avendo azzeccato il codice CAPTCHA, non ho potuto inviare l’intervento. Ora dirò solo che le posizioni di don Giorgio mi richiamano il platonico iperuranio dove tutto è chiaro…, ma non si traduce in fatti: è come un sogno… Ovviamente, posso sbagliare, ma la storia si fa quaggiù e una sua miglior conoscenza non farebbe danno. Auguri…

  5. Paolo ha detto:

    Trovo tutto molto interessante. Vorrei però che qualcuno mi spiegasse meglio la questione della depenalizzaziobe dell’evasione fiscale sotto il 3%. Non l’ho capita bene. Soprattutto non capisco a che cosa e a chi serve.

    • GIANNI ha detto:

      E’ una riforma del cosiddetto diritto penale tributario, materia che si occupa di stabilire quando certi comportamenti costituiscano illecito penale.
      LA soglia del 3 per cento significa che se si evade fino al 3 per cento del reddito imponibile, tale stimato dagli uffici finanziari, non si commette reato.
      Questo non significa che ci siano sanzioni, ma solo di tipo amministrativo, le cosiddette sanzioni amministrative pecuniarie, comunemente dette multe-
      A chi o a casa giova?
      Evidentemente, possiamo dire che giovi a singoli ed al sistema.
      Ai singoli, cioè, che si trovino a evadere fino al 3 per cento.
      Al sistema giudiziario, che deve celebrare processi praticamente quasi destinati alla prescrizione.
      In altri termini, è una depenalizzazione prevista anche al fine di sbloccare l’arretrato degli uffici giudiziari.

      • Paolo ha detto:

        E’ proprio la prima parte della risposta che mi fa sentire un certo odore di bruciato. Comunque ora sembra tutto sospeso e speriamo che la puzza si dissolva definitivamente.

  6. diogene ha detto:

    …”La religione non basta a civilizzare le persone:
    talora le ha rese ancor più dis-Umane.”
    Come darti torto don Giorgio? Basta vedere cosa é successo proprio oggi a Parigi!

  7. GIANNI ha detto:

    E’ brutto, me ne rendo conto, dire..io l’avevo detto…ma devo per forza riallacciarmi alla mia prima analisi sul pontefice Bergoglio, quando ancora tutti dichiaravano rivoluzione e novità.
    Dissi allora, e ripeto adesso, che Bergoglio non è mai stato innovatore in fatto di dottrina.
    Se uno si fosse aspettato questo, sarebbe rimasto deluso, e così è stato.
    Capisco perfettamente, quindi, e condivido quel che dice don Giorgio.
    Semmai la sua opera riformatrice va vista in altri ambiti, ad esempio nel voler metter mano a certe istituzioni, come lo Ior.
    Anche questo non va frainteso, perchè non significa metter mano allo stato del Vaticano o all’apparato ecclesiastico, ma in determinati ambiti, dove maggiormente è emerso lo scandalo.
    In altri termini, non dovremo aspettarci nè una riforma della dottrina, nè delle istituzioni nel loro complesso, ma solo in alcuni ambiti determinati, in particolare nella finanza vaticana.
    Per il resto tutto continuerà come prima, poi quanto a simpatia o a modo di comportarsi, se è per questo anche Giovanni Paolo II era considerato simpatico ed immediato, il che non significa riformatore, ovviamente.
    Credo che sia questo l’equivoco in cui cadono molti progressisti, confondere simpatia e disponibilità con un riformismo del tutto assente.
    Credo che la frase più esatta per comprendere sia la seguente: Bergoglio non è Martini.
    Esatto, quindi i cosiddetti progressisti non commettano l’errore di sovrappore le due figure.
    Per avere le riforme di un certo tipo, cioè abolizione del cardinalato e via dicendo, appunto, dovremmo aspettare qualcuno come Martini, ma c’è, ci sarà mai?
    Martini disse ai “suoi” di non votarlo per l’elezione a pontefice, per i problemi di salute, ma mi domando se comunque, arrivato al soglio pontificio, avrebbe comunque realizzato certe riforme.
    Sono peraltro concorde anche con il giudizio su Renzi, si potrebbe non essere concordi con quel che sta facendo, ma non si può dire che non sta cercando di fare qualcosa.
    Peraltro, se dobbiamo giudicare dal famoso detto: tanti nemici, tanto onore……
    Comunque, il tema principale ora è Bergoglio e come ho previsto talune cose, ora ne prevedo altre: la dottrina della chiesa non muterà almeno sino al prossimo pontefice.
    Le strutture ecclesiastiche non verranno meno nei loro aspetti essenziali, al limite assisteremo a delle riorganizzazioni, come lo IOR.

  8. Paolo ha detto:

    Non seguo da vicino le vicende della chiesa e di Bergoglio.
    Il mio parere è pertanto dovuto soprattutto ad impressioni, che ammetto essere abbastanza superficiali, ma nella sostanza queste impressioni concordano sostanzialmente con quanto ha scritto.
    Se Bergoglio fosse veramente progressista, in un ambiente conservatore quanto la chiesa cattolica, le critiche sarebbero probabilmente ben più accese e proverrebbero da una platea ben più vasta. Un papa veramente progressista scatenerebbe un vero putiferio, e non mi pare che. al di là di pochi mugugni, stia succedendo niente di simile.
    Bergoglio mi pare più vicino alla tradizione gesuita, interessato a conservare l’integrità della chiesa di Roma, magari facendo un po’ di opera di moralizzazione qua e là, ma sempre rimanendo nell’alveo della tradizione, senza alcuna vera intenzione di far riemergere i valori che la chiesa sembra avere perso da troppo tempo.
    I veri progressisti si fanno un sacco di nemici, molti più di quanti se ne sia fatti Bergoglio (da personaggi come Socci le critiche sono scontate).
    Non per nulla Gesù Cristo (che forse è stato il primo vero progressista ricordato dalla storia) non era tanto ben visto ai suoi tempi.
    E neanche don Giorgio sembra avere tanti amici. Pazienza.

  9. zorro ha detto:

    Qualsiasi idea deve poggiare sulla realta’ oggettiva pertanto una struttura chiesa deve esistere al fine di coordinare le azioni che non si svolgono in un quartiere ma nel mondo.Spetta poi ai governanti avere un lucido comportamento sobrio e virtuoso,purtroppo sono uomini anche loro e sbagliano inconsapevolmente o coscienziosamente peccano.Bergoglio sicuramente cerca di muoversi in ambiti diversi rispetto ai suoi precedenti con la parola ai fedeli nella struttura chiesa non si sa tranne qualche rumors.La situazione sociale e’ grave nel mondo e per raggiungere le pecorelle deve avere ub linguaggio semplice portate il vangelo in tasca e leggetelo.Cosa e come dovrebbe fare di piu’per essere vicino alle anime?Don Giorgio spiagaci con parole semplici il tuo percorso di attività ‘per cambiare la chiesa attuale.Ho capito dell’ umanesimo ma mi e’ difficile capire come rendere reale la teoria

  10. Giuseppe ha detto:

    Caro don Giorgio, condivido spesso le tue opinioni, anche quando sono esposte con durezza e con un linguaggio che può far scandalizzare i benpensanti. Appunto per questo però, mi permetto di fare alcune osservazioni. Sono perfettamente d’accordo sulla necessità di un rinnovamento nella chiesa a partire dalla eliminazione di tutte quelle infra/sovrastrutture che ne hanno tradito la missione, mandandola ripetutamente fuori strada e che hanno finito per privilegiare valori che nulla hanno a che fare col messaggio evangelico. In quest’ottica l’eliminazione tout court del cardinalato, che ha fatto più danni alla chiesa di quanti ne abbiano fatti i suoi presunti nemici, mi sembra quanto mai opportuna e sarebbe un segnale non solo simbolico, ma probabilmente addirittura provocatorio nei confronti di certi ambienti abituati a vivacchiare sotto la protezione ecclesiastica. Come sarebbe necessaria, secondo me, l’abolizione dello Stato della Città del Vaticano, erede del mai tanto vituperato “Stato della Chiesa”, che è stato partorito da un ambiguo compromesso tra nostre Istituzioni e la diplomazia ecclesiastica. Per regolarne i rapporti e fornire adeguate garanzie di indipendenza al clero, alle congregazioni e agli istituti religiosi basterebbero accordi bilaterali stipulati volta per volta, man mano che si presentano i problemi da affrontare. Se non altro sarebbe eliminato il baraccone dell’apparato pontificio, che spesso, purtroppo, è stato alla fonte di scandali e sciaguratezze. Credo anch’io che Renzi, di cui non sono un fan, si stia dando da fare tra mille difficoltà e insidie provenienti soprattutto da ambienti che sarebbero polemici e insoddisfatti anche con un governo diverso, perché la loro vocazione è quella del bastian contrario.
    Non sono d’accordo invece, o almeno non del tutto, sul giudizio severo nei riguardi di papa Francesco, in cui continuo ad avere fiducia nonostante i segnali che denunci. Lo apprezzo in modo particolare per la sua immediatezza e semplicità, che mi ricordano Giovanni XXIII e che trovo sincere e spontanee e non frutto di ostentazione studiata ad arte. Credo che abbia le idee chiare e che in ogni caso, anche se lentamente, riuscirà a dare la scossa necessaria per un rinnovamento sostanziale. Che sia più o meno popolare, non mi sembra tanto importante, anche perché sappiamo bene che generalmente le persone fanno presto a cambiare opinione. Basta che accada qualcosa che troviamo fastidioso o che comunque non sia di nostro gradimento.

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