Indulgenze, culti cadaverici: che oscenità!
di don Giorgio De Capitani
Quando la Chiesa si aggrappa ancora a qualcosa di carnale, allora mi chiedo fino a quando la pazienza di Dio sopporterà l’imbecillità di una religione, sempre aperta a catturare le cosiddette anime (in realtà, più corpi che anime!), inventando ogni blasfemia di quello Spirito che vive di solo Spirito.
Pensate alle indulgenze e alla reliquie. Non c’è bisogno di tirar fuori dalla tomba Martin Lutero, tra l’altro da lasciare nella tomba della sua carnalità dissolta dal tempo.
Osservo con occhio libero la Chiesa di oggi, e mi basta per vedere così tante incongruenze da restare inorridito per quella impurità di fondo che mi fa urlare: “Basta! Distàccati dalla carnalità! Profùmati del buon odore del Cristo risorto, tanto mistico da ripudiare ogni carne elevata a idolo e a qualche pezzettino di idolo! Vergògnati per quel tuo voler fare di Dio qualcosa di idolatrico, perfino sacralizzando un cadavere o pezzi di cadavere tolti dalla legge del tempo, solo per ingannare la buona fede di un popolo che rimane sempre come una femminuccia che gioca con le bambole”.
Il mondo delle indulgenze è un deplorevole inganno con invenzioni spudoratamente coperte con giustificazioni stupidamente teologiche.
E se anche la teologia ricorresse con inganno a giustificare le indulgenze, ci sarà sempre la via della Mistica pronta ad aprici gli occhi, e a dirci: “Distàccati da tutto!”.
Lo dicevano già gli antichi filosofi greci, e noi cristiani siamo ancora qui a porre fede in credenze talmente idiote che solo una religione perversa potrebbe inventare.
E quando sento parlare di venerare dei cadaveri, allora in me qualcosa mi spinge a bestemmiare quella Chiesa che si è fatta talmente cadaverica da aggrapparsi anche ai cadaveri per attirare una massa cadaverica!
È orrendo, osceno, blasfemo che la Chiesa si aggrappi a carnalità, idolatrandole, sottraendole alla legge del tempo che, se consuma il corpo, non consuma lo spirito. La Chiesa venera i cadaveri dissacrando lo spirito.
La Chiesa venera i cadaveri per far tacere la voce dello Spirito.
“Distacco!”.
No! La Chiesa si aggrappa a tutto, pur di coprire la propria imbecillità di fede!
“Via tutto”, e solo così riscopriremo chi siamo e la Nobiltà del nostro essere interiore.
Sì, la Nobiltà sta nel nostro essere più interiore, là dove il tempo consuma ogni cosa per lasciare all’Eterno di vivere di Eterno!
Vi invito a guardare il video e a riflettere
Ricordo dopo la morte di mio suocero un solerte parrocchiano mi invitava a versare la somma che pagava per dire la messa in memoria della moglie defunta. Non ero d’accordo e la figlia con me. Non era per i soldi. Non credevo e non credo nel culto dei morti, nel potere delle indulgenze e delle reliquie. Credo nella novità del vangelo che come dice la parola stessa è un lieto annunzio. Mi è capitato di percepire lo spirito di mio papà prima e di mia mamma poi nei momenti più belli dell’esistenza dopo la loro scomparsa. Nelle scelte migliori fatte senza di loro ne percepivo la loro presenza spirituale che non ha nulla a che vedere con le emozioni e i sentimenti. Penso ci sia una lontananza tra noi e loro. L’incontro avverrà solo dopo che avremo assolto le nostre funzioni sulla terra (de-fungere – defunto). Il Dio della vita è il Cristo risorto non il Gesù storico. Il Gesù storico può essere un modello di umanità come lo sono stati Lorenzo diacono e martire di Roma travolto dalla persecuzione dell’Imperatore Valeriano, come Lorenzo Milani confinato a Barbiana, Primo Mazzolari a Bozzolo … Giorgio de Capitani a La Valletta. Il divino è già in noi. Sta a noi creare il vuoto nel quale opera la sua invisibilità. Prendete una lampadina con una ventolina interna nel vuoto creato dalla protezione vitrea. Avvicinatala ad una fonte luminosa e vedrete la ventolina che si muove. Se la allontanate dalla fonte luminosa cessa di muoversi. Se ci allontaniamo dalla Luce che è Cristo rimarremo nell’oscurità, se ci avviciniamo la sua Luce ci muoverà. Per farlo occorre fare il vuoto dentro di noi. Come? Come dice don Giorgio, liberarci da tutti i culti cadaverici, dalle reliquie e dalle indulgenze.