Il vescovo e la barzelletta che fa sghignazzare gli amministratori e i canonici in veste magna

L’EDITORIUALE
di don Giorgio

Il vescovo e la barzelletta che fa sghignazzare

gli amministratori e i canonici in veste magna

Qualcuno subito premette che parto prevenuto, nel senso di malfidente o maldisposto a priori. Sarà anche vero, ma purtroppo la realtà conferma quasi sempre le mie prevenzioni.
Certamente non mi aspettavo dal vescovo di Milano, Mario Delpini, un discorso altamente rivoluzionario, fuori della solita tiritera socio/pedagogica, stile freddo resoconto da conferenziere specializzato in copia e incolla.
Ma nessuno si aspettava che il successore di Sant’Ambrogio sulla cattedra milanese sigillasse il suo “accademico” intervento con una barzelletta finale. Non la trovate nel testo, forse gli è venuta in mente all’ultimo momento, pensando di scuotere così un pubblico che si era quasi addormentato.
Sì, in fondo ci voleva: Delpini ha strappato una risata dai volti tristi di annoiati amministratori e di impassibili canonici e simili, costretti a fare da comparsa quasi carnevalesca.
È vero: ogni vescovo ha una sua originalità, un suo stile, un suo modo di fare e di parlare, una sua visuale pastorale. E la nostra diocesi con orgoglio ne può fare un lungo elenco.
Per fortuna, ci sono stati nel passato più o meno recente grandi vescovi, la cui originalità ha attinto così profondamente all’Intelletto divino da lasciare un solco, o anche solo una scia, o forse meglio un seme fertile, ben oltre la loro morte, riempiendo così eventuali successivi vuoti di pastori, la cui singolarità rimane nota solo a Dio e alla deferenza di una certa corte di devoti castrati.
Che dire d’altro?
Pensando al periodo attuale di una diocesi che continua ad annaspare nella più indescrivibile liquidità carnale, non mi rimane che aggrapparmi a un passato che, nonostante tutto, ancora riluce di uno splendore divino.
Neppure le barzellette del vescovo Mario Delpini potranno farci vergognare, togliendoci qualche speranza, quella speranza che non regge certo sulla fragilità dei pastori, ma su quel Logos eterno che vince ogni tenebra.
Il testo in pdf
discorso sant’ambrogio
Video del Discorso

EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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1 Commento

  1. Andrea ha detto:

    Ambrogio, vescovo mistagogo e musicista, a Lui si deve anche una delle liturgie più antiche, nobili e longeve della Cristianità, forse si sarebbe meritato 10 buoni minuti di invito alla Mistica, o almeno, ad una dimensione spirituale, che 30 minuti di ogni argomentazione e augurio di cambiamento in stile resoconto… mah, prendere qualche posizione vera, anche una sola, e svilupparla? “Offrire una speranza”, ma quale tipo di speranza? quale visione?

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