È in vendita la Villa S. Cuore di Triuggio: i preti ambrosiani dovrebbero ribellarsi!

È in vendita la Villa S. Cuore di Triuggio:

i preti ambrosiani dovrebbero ribellarsi!

Oramai la Diocesi milanese fa acqua da tutte le parti, e fra poco affonderà non tanto per mancanza di soldi (la Diocesi più grande del mondo che non ha soldi?), ma anche per una cattiva gestione dei suoi beni immobili, alcuni dei quali destinati a Centri di spiritualità.
La spiritualità è scomparsa dal piano pastorale diocesano, e così vendono anche ambienti che erano serviti anche per convegni, corsi e incontri.
Chi decide su queste scelte scriteriate? Solo il Vicario episcopale per gli Affari generali e Moderator Curiae, monsignor Bruno Marinoni? Ma il vescovo Delpini che fa? Approva?
Per anni e anni la Villa S. Cuore di Triuggio era stata gestita da don Luigi Bandera, mio compagno di Messa, il quale mi diceva che riusciva sempre ogni anno a fare quadrare i conti per il mantenimento della casa. Poi, senza un motivo è stato sostituito da un altro, l’attuale, su cui non mi pronuncio per evitare rogne. Senz’altro un inadatto!!!
Ed ora, solo per una questione di soldi, chiudono e vendono la Villa…
Ma in questa Diocesi non c’è il dissenso? I preti non si ribellano?
Perché quando si tratta di fare certe scelte, tutti i preti diocesani non vengono coinvolti, lasciando invece le decisioni a preti balordi della Curia e a un vescovo inetto?
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dal Sito della Diocesi Milanese
TRIUGGIO

Dal 21 ottobre

Villa Sacro Cuore termina l’attività

A fronte delle criticità di gestione e manutenzione, l’ha stabilito l’Arcivescovo, che esprime la sua riconoscenza a quanti hanno curato l’accoglienza e l’animazione del Centro di spiritualità
A partire dal prossimo 21 ottobre termina le proprie attività la Villa Sacro Cuore di Triuggio (MB), storica struttura dal 1984 di proprietà della Diocesi di Milano, adibita a centro di spiritualità e sede di convegni, corsi e incontri.
È quanto ha stabilito l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, alla luce dei risultati di un’attenta analisi che ha evidenziato le crescenti criticità nei costi di gestione e manutenzione di una struttura dotata di oltre 150 posti letto, oltre ai servizi, alle parti comuni e agli ampi spazi aperti. In particolare, il necessario e non più procrastinabile adeguamento dell’intera Villa alle normative di sicurezza e ad un urgente ammodernamento avrebbe comportato investimenti per centinaia di migliaia di euro.
«Nella decisione – spiega il Vicario episcopale per gli Affari generali e Moderator Curiae, monsignor Bruno Marinoni – ha influito anche la consapevolezza che la Diocesi di Milano può contare per le proprie attività pastorali, formative e di spiritualità su altre importanti strutture, come ad esempio il Centro pastorale di Seveso e la Villa Cagnola a Gazzada, che saranno più che sufficienti al fabbisogno. E anche per queste strutture occorre curare con grande attenzione il tema della sostenibilità, tanto più in questa congiuntura come sappiamo molto delicata per tutti».
La chiusura della Villa Sacro Cuore non comporterà l’interruzione di rapporti di lavoro, dato che l’ente che attualmente gestisce le attività formative, il Centro Ambrosiano, ricollocherà il proprio personale nelle sue due altre sedi di Seveso e Milano. Nei prossimi mesi la Diocesi valuterà le possibili destinazioni dell’immobile, non escludendo l’ipotesi di una alienazione.
«Sono riconoscente e ammirato – dichiara l’Arcivescovo – per i direttori e i loro collaboratori che hanno gestito l’accoglienza e l’animazione di Villa Sacro Cuore in questi anni. Hanno avuto il grande merito di creare uno stile familiare, una condivisione semplice di spazi di preghiera, di silenzio, di festa, nelle cappelle interne, negli angoli del parco caratterizzati da una creatività edificante, negli spazi in cui si allarga lo sguardo e si respira serenità».
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da Il Cittadino Monza Brianza

La diocesi di Milano cerca acquirenti

per la storica Villa Sacro Cuore di Triuggio

La problematica principale che ha originato una riflessione sul futuro dell’edificio riguarda l’onerosità della gestione, cui si aggiunge la necessità di un ammodernamento
Si cercano acquirenti per Villa Sacro Cuore a Triuggio. L’edificio, che risale al 1500, è proprietà dell’Arcidiocesi di Milano dal 1984 che ne fece sede di esercizi spirituali. Dal 2018 rettore della Casa è don Marco Galli, successore di don Luigi Bandera. «Ancora nulla di definitivo è stato deciso -ha precisato don Marco-. Sicuramente la gestione di un edificio così grande è diventata sempre più difficile e onerosa». Villa Sacro Cuore in seguito alla ristrutturazione novecentesca venne progettata per accogliere numerose persone contemporaneamente: oggi conta ben 150 camere con servizi più tutti gli spazi comuni e quasi 8 ettari di parco. Una realtà imponente. «Servirebbe un ammodernamento ma si parla di cifre incredibili -ha aggiunto don Marco-. Inoltre, a pochi chilometri da Triuggio, a Seveso, è aperta la sede del seminario che può offrire gli stessi servizi in una struttura già sistemata in tempi recenti». La villa il 24 marzo 1546 venne ceduta da Giacomo Antonio Morigia all’ordine dei Padri Barnabiti da lui fondato con Sant’Antonio Maria Zaccaria. Nella casa, in località Zuccone, furono ospiti San Carlo Borromeo, Giuseppe Parini e, in tempi recenti, il cardinale renatese Dionigi Tettamanzi che vi trascorse i suoi ultimi anni.
Villa Sacro Cuore: la riflessione sul futuro è in corso
«È in corso una riflessione seria sul futuro della Villa -ha spiegato il rettore don Marco Galli-. Il Covid ci ha costretti a una lunga chiusura. Stiamo pian piano ripartendo ma anche i gruppi di anziani che solitamente ospitavamo adesso fanno più fatica a muoversi». Don Marco è rimasto l’unico prete ad occuparsi della residenza. Accanto a lui un gruppo di volontari affezionatissimi alla loro Villa che prese il nome attuale il 4 giugno 1922, quando sulla torretta fu posta la statua del Sacro Cuore. «Purtroppo, oggi anche il volontariato ha un costo -ha concluso don Marco-. Basti pensare all’assicurazione. Abbiamo fatto di tutto per rendere sostenibile l’attività di Villa Sacro Cuore, ma siamo in grande difficoltà».
Villa Sacro Cuore: il timore per un possibile degrado
Il timore di quanti in paese sono legati a Villa Sacro Cuore è che una chiusura possa poi portare a un lento degrado dell’edificio come già avviene, a pochi chilometri di distanza, a Villa Don Bosco. «Nell’ultimo periodo diverse associazioni si sono attivate per tenere viva Villa Sacro Cuore -ha sottolineato Rosanna Zolesi, presidente della Pro Loco Triuggio-. Si sono organizzati tour guidati, concerti, incontri di approfondimento». Gli ultimi eventi erano serviti per raccogliere fondi da destinare alla sistemazione del Giardino Biblico. «Villa Sacro Cuore è stata da subito una casa di spiritualità -ha aggiunto la presidente della Pro Loco-. Una realtà conosciuta in tutta Italia, straordinaria dal punto di vista storico, artistico e anche ambientale. La notizia della sua possibile chiusura è un dispiacere profondo».

 

7 Commenti

  1. simone ha detto:

    Vendere, valorizzare, uso differente.
    https://primatreviglio.it/attualita/rivoluzione-in-parrocchia-a-treviglio-troppi-oratori-il-progetto-per-affittarli/

    Don Norberto lo conosco bene perchè è stato, purtroppo, decano nel mio decanato quando ero educatore in oratorio e ho il ricordo di un prete ottuso e ostinato. Poi è andato a Giussano come salvatore della patria dopo don Caccia, morto misteriosamente. Poi è andato in curia come responsabile dell’ufficio amministrativo, giusto per diventare monsignore. E adesso prevosto a Treviglio.
    Un manager in veste talare. Costruire, vendere, comprare, sistemare, questi sono i progetti che ha per la testa.
    Poi i bambini diminuiscono da 1000 a 600 al grest in pochi anni…diminuzione delle nascite? Ma siam pazzi: 400 in meno in 2 anni? Semmai incapacità nella proposta e nuovi centri più attrattivi.
    Questa notizia fa riflettere su cosa sta a cuore alla chiesa milanese!

  2. luigi egidio ha detto:

    Me ne sono andato dalla Chiesa perchè cercavo quelle esperienze di eternità che non trovavo. L’esperienza di eternità che ricordo l’ho avuta all’eremo delle Stinche in Toscana dove si era ritirato fra Giovanni Vannucci. E’ un’esperienza che non si può raccontare, come l’Invisibile non lo si può vedere. Non sono stato a Triuggio, ma per me è una follia chiudere la Villa. Perchè non portarla sotto i Beni Culturali? Culto e cultura non sono della stessa derivazione? Chi osserva con attenzione i due video s’accorge del calore di don Bandera nell’accompagnarci a visitarla e come non ascoltare nel secondo video all’inizio il canone di Pachelbel che accompagna il paesaggio.

  3. Luca ha detto:

    Piange il cuore, però Triuggio è una struttura veramente troppo grande se pensiamo ai ritiri spirituali di oggi che non sono più “di massa” ma sempre più per piccoli gruppi (e giustamente) sia perché le parrocchie sono meno frequentate, sia per la sensibilità attuale che preferisce iniziative che consentano un raccoglimento maggiore. Se posso dire la mia opinione il vero grosso errore è stata la ristrutturazione di Seveso da parte di Tettamanzi: una ristrutturazione costosissima per una struttura anch’essa troppo grande (e che addirittura Tettamanzi voleva mantenere assurdamente come seminario quando già Venegono è immenso… poi è diventato “centro pastorale”). Triuggio paga la relativa vicinanza con Seveso, di cui è per molti versi un doppione… e gli si è preferita Seveso.

    • Simone ha detto:

      Qui stiamo nuovamente ragionando come farebbe il mondo e come fa la curia milanese. Non si tratta di disponibilità, costi o bisogni…qui stiamo parlando di un luogo di spiritualità, fecondo di natura. Ci stiamo preoccupando di trovare un modo per valorizzare un luogo che è già valorizzato da solo. Io ho passato intere giornate nelle cappelle di villa Sacro Cuore da solo, in silenzio e non mi mancava niente. Non avevo bisogno nemmeno di un bicchiere d’acqua o del bagno. Voi lo vedete come luogo di eventi di massa ma non lo è. È diverso da Seveso che è immerso nella città. Villa sacro cuore è un eremo, un luogo di silenzio e di pace. Ci vai per ritrovare te stesso e ricostruire il dialogo con Dio. È il luogo dove mettersi in ascolto.
      Basta tenerlo aperto, fruibile per dare un grosso servizio alla Brianza.
      Ricordo quando andavo e incontravi il card. Tettamanzi che ti accoglieva; ti invitava alla Messa della sera e se volevi ti confessava.
      Villa sacro cuore è la locanda che accoglie gli uomini massacrati dalla vita. Ti accoglie nel silenzio e ti cura con amore, con la bellezza della natura.
      Non facciamo ragionamenti di bilancio con le case di spiritualità. Villa sacro cuore non deve fare utili, deve essere utile. Utile a ritrovare la strada nella confusione della vita.
      In questa scelta e davanti a certe giustificazioni, si evince la superficialità della nostra società. Si fanno discorsi opportunisti, puramente economici. Si dimentica il valore e il tesoro nascosto che è Villa sacro cuore. Qualcosa che non puoi misurare e mettere a bilancio e che solo le persone con un minimo di profondità possono percepire. Chi è materiale, attaccato ai numeri, continuerà a pensare che Villa sacro cuore non serve è superflua, costosa.

      • Don Giorgio ha detto:

        Condivido in toto, e vorrei anche andare oltre, mettendo sotto accusa una Curia (non solo quella milanese) che ragiona da ragioniera. Ho sempre visto, anche quando conducevo una parrocchia, che anche i nostri Consigli Affari Economici, pur organismi preziosi, sono composti di ragionieri o di economisti, che non sanno capire che non basta far quadrare i conti, e che certe uscite sono giustificate in base ai valori. Un conto se devo fare un altare nuovo, un conto se devo impegnare soldi nel campo educativo. Qui le uscite saranno sempre maggiori delle entrate, guai se fosse il contrario. E il parroco deve essere così convinto da convincere quelli del Consiglio Affari Economici, i quali tra l’altro dovrebbero essere convinti anche dai membri del Consiglio Pastorale. Mi fermo qui, il discorso si farebbe lungo, ma doveroso comunque da sviluppare. Ma forse bisognerebbe anche chiederci se i preti stessi sappiano fare scelte giuste.

      • Elenap ha detto:

        Condivido totalmente la riflessione. Ho svolto il servizio di volontaria per parecchi anni. Mi è dispiaciuto molto apprendere la notizia

  4. Andrea G ha detto:

    Don Giorgio, da ragazzino frequentai le scuole medie inferiori a Villa Perego di Cicognola: tra tutte le esperienze scolastiche ed accademiche che ho vissuto, rimane il ricordo più bello di formazione ed educazione che ebbi mai avuto, con la Professione di Fede fatta dal Card. Martini!! Avevo 13 anni…
    Ne sono trascorsi 27 e nel frattempo tutto ciò che di nobile ed elevato c’era e funzionava nella diocesi meneghina è affondato. Senza contare l’incuria e l’abbandono di immobili meravigliosi al servizio dei fedeli.
    Probabilmente in Curia si curano si trotterellare qua e là, senza avere dei punti di riferimento. Non vendono il Duomo forse perchè vi è la Veneranda Fabbrica…

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