Anche noi voteremo il Partito democratico di Enrico Letta. Convinti e determinati, senza doverci turare il naso.

Anche noi voteremo

il Partito democratico di Enrico Letta.

Convinti e determinati,

senza doverci turare il naso.

Da una nostra amica francese abbiamo ricevuto questa email:
Oggi ho guardato il vostro video: se fossi italiana, voterei Enrico Letta! Ha molta esperienza in politica. A Parigi è stato direttore de “l’Ecole des Affaires Internationales de Sciences Po” una delle scuole dove studiano i futuri politici francesi. Un’esperienza all’estero evita certi campanilismi ottusi. In luglio Letta è venuto a Montpellier, per degli incontri aperti al pubblico. Ha fatto un intervento molto apprezzato sull’Europa e mi è sembrato serio e preparato. Bruxelles spera che lui ce la faccia, pure Macron, un suo amico. Speriamo in bene.
Cordiali saluti
Qui in Italia c’è il peggio del peggio mondiale, e quando c’è una luce la spengono, come hanno fatto con Mario Draghi.
Come scrive Michele Serra, Enrico Letta ha sempre dimostrato quel “tratto di signorilità che sembra, oggidì, molto anticonformista, per non dire rivoluzionario”.
Dire che tutti sono uguali – un modo di dire tipicamente nostrano – rivela quel deprecabile qualunquismo che significa in poche parole: fare il ponzio pilato, fregarsene di tutto, fare i cavoli propri, pensare solo al proprio orticello, lasciare che tutto vada alla malora, tranne il proprio ventre da riempire con le panzane di populisti come Berlusconi, Salvini, Meloni e Conte, e altri ancora.
Bisogna andare a votare, e votare il meglio, che c’è, ma per vederlo occorre aprire gli occhi interiori, togliere le fette di salame sugli occhi, i vari pregiudizi, i fattori emozionali di massa che tolgono la lucidità dell’intelletto.
Sì, voteremo il Pd di Enrico Letta, senza doverci turare il naso. Siamo convinti e determinati anche nel dirvi: Votate il Pd di Enrico Letta.
don Giorgio – Martina Viganò
***
da La Repubblica

Voto Pd senza turarmi il naso

di Michele Serra
Che dice, Serra? Se la sentirebbe di fare il Montanelli della situazione, “tappiamoci il naso e votiamo Pd”, ovvero cercare di convincere gli elettori (dieci per cento circa?) gravitanti nell’orbita della sinistra che non vogliono accasarsi nel Partitone, a dare un voto utile per fermare le destre? Non pensa che adesso più che mai ne valga la pena? So che non le piace essere tirato per la giacchetta, ma il momento è storico. Carlo Alberto Minzoni
Buongiorno Serra, sono un elettore di sinistra da sempre, molte volte con antiemetico, ma stavolta ho deciso di non votare. Quando sarà che si potrà votare per un candidato con nome e cognome? A chi fa paura un sistema elettorale alla francese, ad esempio? Perché dovrei eleggere uno come Casini, che è stato con tutti? Altroché Plasil… Basta! Chiedo scusa dello sfogo, ma sono disgustato. Fernando Turrini
Non posso emulare Montanelli perché voterò Pd senza bisogno di turarmi il naso. È un partito politicamente opaco, e mostra tutte le cicatrici e le debolezze della svolta post-ideologica cui la sinistra italiana è stata costretta dalla catastrofe storica del comunismo. Ma risponde all’esigenza di far comunque vivere un partito di massa nel quale gli elettori di sinistra (uso ancora questo termine molto approssimativo ma lo preferisco a “progressista”, che è perfino più vago e datato) possano mettere insieme un peso politico importante, non marginale. E poi, devo aggiungere che il coro di sghignazzi e critiche sul Pd mi ha un poco stufato. Niente di più conformista. A turarsi il naso provvedano gli elettori di altri partiti, ammesso che ne abbiano il tempo e la voglia.
Ho seguito con rispetto la fatica di Letta per arrivare a costruire il suo “fronte ampio”. Ce l’ha messa tutta e non ha perduto, nemmeno nelle circostanze più sgradevoli, quel tratto di signorilità che a me sembra, oggidì, molto anticonformista, per non dire rivoluzionario. Parentesi: ai funerali di Piero Angela è stato Renzo Arbore a scomodare, ricordando l’amico, il suo essere “signorile”. E sia ben chiaro che non stiamo parlando di un connotato “di classe”. Stiamo parlando di una qualità dell’animo. Chiusa la parentesi.
Le elezioni sono una fotografia non sempre nitida dello spirito del Paese; e però servono a eleggere il Parlamento e formare i governi, e dunque sono importanti. Sono sempre andato a votare, banalmente, per senso del dovere, ma alcune volte – tra le quali questa – si aggiunge la necessità di segnare la differenza, di far valere la propria presenza. Votare Lega o Meloni (con fiamma) o Berlusconi (il peggiore di tutti, nonché quello con le responsabilità storiche più gravi) non è la stessa cosa che votare a sinistra. Sono differenti i programmi, le culture di provenienza, l’idea di società, le parole adoperate. Sono diverse le persone, e anche se a volte, in quelle stucchevoli sfilze di dichiarazioni nei tigì, quelli del Pd mi paiono indistinguibili, riconosco ancora in quella parte di italiani qualcosa che mi assomiglia e alla quale voglio assomigliare.
Venendo a lei, caro Turrini, rispetto chi non va a votare, per esasperazione o per stanchezza. Ma penso che abbia torto. La dico tutta: penso che sia un peccato di superbia, tipo “non vedo nessuno alla mia altezza”. La politica è la più compromessa, la più popolare, la più impura delle arti, riservo ad altri campi la mia intransigenza. Ci sono ottime ragioni per custodire la propria solitudine. Ma non il giorno delle elezioni. Anche se devo darle ragione al cento per cento su quella che è la più imperdonabile delle colpe della politica italiana: non essere stati capaci, dopo anni e anni di inutili ciance, di mandarci a votare con una legge elettorale decente.
Sul Venerdì del 26 agosto 2022

4 Commenti

  1. Lanfranco Consonni ha detto:

    Non ho nulla da aggiungere, anche io voterò per il PD. Non solo per la stima al segretario Letta, ma anche per tutte le persone oneste, serie e preparate che compaiono nelle liste del partito, a partire dalla candidata della nostra zona per la camera al maggioritario, Laura Bartesaghi. Una giovane signora di 28 anni di Annone, seria e preparata. Ha avuto il coraggio di affrontare Lupi in un confronto impari (pensiamo alla forte esposizione mediatica del candidato Lupi, presente ogni sera in televisione, altro che par condicio). Laura sarebbe in grado di rappresentare la nostra zona molto meglio del suo avversario. Un grazie sincero a lei e a tutti quei giovani che stanno portando avanti questa campagna elettorale per il PD nella nostra zona con poche risorse economiche, ma con tantissima fede, impegno e dedizione.

  2. Patrizia ha detto:

    Andiamo a votare e salviamo il nostro Paese dalle orde barbariche che lo assediano. Un giorno potremo pentirci amaramente di non averlo fatto.

  3. Giuseppe ha detto:

    La tentazione di non andare a votare è forte e comprensibile, ma se lo facessimo sarebbe un regalo a persone impresentabili e dall’ego smisurato, come la maggior parte dei cosiddetti “politici” di casa nostra e a chi si è macchiato del delitto di bocciare Draghi, il miglior presidente del consiglio degli ultimi decenni. Enrico Letta, se non altro non porta alle elezioni un partito personale con il nome stampato sul simbolo, ma sin dal suo primo incarico ha incarnato quello spirito di servizio che un capo dovrebbe sempre avere.

  4. luigi egidio ha detto:

    Nel 2006 Michele Serra scriveva su Repubblica “Che la furbizia sia caratteristica servile, e mai signorile, è la sola fondamentale scoperta politica che milioni di italiani devono ancora fare.” Aveva ragione allora, ma lo ha più ancora oggi. La furbizia della Meloni nasconde quel suo essere donna zerbino come la definisce don Giorgio. Tutto all’opposto c’è la signorilità di Letta. Non c’è da turarsi il naso, ma dare fiducia alla sua sincerità. Quando è stato presidente del consiglio nel 2013/2014 aveva portato i suoi ministri all’abbazia di Spineto nel senese per creare quello spirito dove si auspicava “lealtà e franchezza” tra loro. Draghi non l’ha avuta da alcuni suoi ministri che pressati dai loro partiti lo hanno costretto a dimettersi, come Renzi con Letta per iniziare a dar sfogo al suo ego personale. Hanno prevalso gli zerbini di Putin con le loro furbizie che ora cercano di rinnegare. Una cosa è certa: Draghi è premiato a livello internazionale come statista. Gli altri sono autocrati piccoli piccoli da combattere per le loro ambiguità dando fiducia piena a Enrico Letta.

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