È proprio vero: la legge non è uguale per tutti! E così Salvini di nuovo si salva… ma quando arriverà il suo turno nei tribunali della Storia?

È proprio vero:

la legge non è uguale per tutti!

E così Salvini di nuovo si salva…

ma quando arriverà il suo turno

nei tribunali della Storia?

E così ci si sottomette a privilegi assurdi di parlamentari che possono fare ciò che vogliono, anche offendere e distruggere l’onorabilità di una persona o di un cittadino: loro, i parlamentari, sono superiori alla legge!
Questa è una vigliaccata, degna della più implacabile condanna.
Ma la Storia, quella della Giustizia, prima o poi arriverà a emettere il suo giudizio di condanna nei riguardi di prepotenti che si avvalgono di avvocati, che conoscono della legge solo i cavilli che permettono di surclassare la legge stessa.
Se questa è la giustizia italiana, allora d’ora in avanti la combatterò con più violenza perché arrivi un giorno in cui qualcuno dirà: “Qualcosa è cambiato, e lo dobbiamo perché qualcuno ha creduto fino in fondo nel combattere le ingiustizie e i privilegi di un parlamento, che sembra talora un covo di ladri e di farabutti, protetti da privilegi assurdi”.
Oggi non mi rimane che dire, usando le parole di Cristo: “Maledetti, sepolcri imbiancati, razze di vipere!”.
Che tu vinca o no, che tu te la cavi a buon mercato, per me sarai sempre non solo un pezzo di merda, ma un balordo su cui sputare tutta la mia disapprovazione.
Mio nonno, quando ero piccolo mi diceva: “I farabutti cadranno nella pece eterna!”.
Forse allora non capivo, poi ho imparato quanto fossero sagge quelle parole: quanti prepotenti ho visto ruzzolare nel fango, maledetti dagli innocenti che hanno messo sulla loro tomba montagne di sterco.
***

Sospeso il processo Salvini-Rackete:

“Atti al Senato

per valutare insindacabilità delle frasi”

Il tribunale di Milano ha sospeso il processo in cui il leader della Lega Matteo Salvini è imputato per diffamazione aggravata nei confronti di Carola Rackete, l’ex comandante della Sea Watch 3, e ha trasmesso gli atti al Senato, che ora dovrà valutare la posizione dell’ex ministro.
A cura di Annalisa Cangemi
Il tribunale di Milano ha deciso di sospendere il processo in cui il leader della Lega Matteo Salvini è imputato per diffamazione aggravata nei confronti dell’ex capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete, e ha trasmesso gli atti al Senato affinché valuti se le dichiarazioni rese via social dal politico tra il giugno e il luglio 2019 siano o meno coperte dall’insindacabilità legata al suo ruolo di senatore. A deciderlo è stato il giudice Maria Burza che ha accolto una delle questioni preliminari avanzate dal legale di Salvini, Claudia Eccher.
Le accuse nei confronti di Salvini sono legate ad alcuni post sui social e ad alcune dirette su Facebook, in cui furono utilizzate frasi come “quella sbruffoncella di questa comandante che fa politica sulla pelle di qualche decina di migranti”, “criminale tedesca”, “ricca tedesca fuorilegge”, “ricca e viziata comunista”. La vicenda giudiziaria dell’ex comandante della Sea Watch 3 si era conclusa invece nel dicembre 2021: per il giudice Rackete aveva il dovere di fa sbarcare i migranti.
Ieri Carola Rackete ha chiesto ufficialmente a Salvini una lettera di scuse, oltre ad un risarcimento in denaro da stabilire, e l’ex ministro oggi le ha risposto così: “Non ho seguito la vicenda, mi dovrei scusare io per una signora tedesca che ha speronato una motovedetta militare italiana in un porto italiano? È una richiesta abbastanza curiosa”, ha detto a margine di un giro elettorale a Monza per i ballottaggi. La richiesta dell’ex capitana è stata avanzata tramite il suo legale, l’avvocato Alessandro Gamberini, in una memoria depositata nei giorni scorsi nell’ambito del processo in cui il leader leghista deve difendersi dall’accusa di diffamazione.
“Esprimiamo il nostro radicale dissenso per questa decisione, perché quelle espressioni nulla avevano a che vedere col ruolo di parlamentare di Matteo Salvini, sia per i modi utilizzati che per i contenuti”, ha commentato l’avvocato Alessandro Gamberini, legale di parte civile di Carola Rackete, in merito all’ordinanza del giudice della quarte penale di Milano Maria Burza.
Le dichiarazioni e le offese pronunciate da Salvini “Non sono frasi che attengono ad un discorso di politica, anche del Ministero dell’epoca, ma veri e propri attacchi alla persona, alla sua dignità, espressioni di denigrazione, è stata un’aggressione diretta alla persona”, aveva detto il pm Giancarla Serafini nella scorsa udienza, chiedendo che le eccezioni preliminari della difesa di Salvini, tra cui anche quella di immediato proscioglimento per “non punibilità” delle dichiarazioni (non accolta oggi), venissero respinte.
“Siamo di fronte non alla frase brutta, ma ad un discorso di odio costruito da un soggetto che sfrutta la propria carica”, aveva affermato l’altro avvocato di parte civile dell’attivista tedesca, Salvo Tesoriero. Per il legale di Salvini, l’avvocato Claudia Eccher, quelle parole, invece, rientravano in un “messaggio politico” espresso nel “pieno esercizio” delle sue funzioni di senatore. Il “linguaggio della Lega e dei nuovi partiti come i Cinque Stelle”, per l’avvocato Eccher, “è caratterizzato da un cambio di paradigma linguistico, da un eloquio chiaro e diretto”.

3 Commenti

  1. luigi egidio ha detto:

    Due pesi e due misure sempre favorevoli a Salvini. Sorge il dubbio che queste giudici monocratiche siano più al servizio dei disonesti che degli onesti come ironizza Martina. Da artista pittrice penso conosca il dipinto del 1500 attribuito a Hieronymus Bosch dei sette vizi capitali. Dove c’è l’avarizia è dipinta la corruttibilità del giudice forse nella forma più vile e disgustosa: l’ingiustizia si ammanta di giurisdizione. L’ingiustizia subìta da don Giorgio da parte di Salvini si è capovolta in ingiustizia verso la Rackete sempre a vantaggio di Salvini. Don Giorgio Salvini è stato già condannato dalla storia come un istrione che rincorre o il popolo imbecille o i potenti di turno che si chiamano Putin, Trump o Berlusconi … Vincendo queste battaglie giudiziarie ha perso la cosa più importante per un uomo: la dignità. Non credo esista l’Inferno dantesco, ma se esiste Caronte si rifiuterebbe di traghettare la sua anima lasciandola nel vuoto del suo cadavere in balìa delle tante ingiustizie che ha procurato a persone combattive come lei. Sempre solidale contro questi bulli bauscia milanesi o brianzoli come Efrem Brambilla.

  2. Giuseppe ha detto:

    La vergogna più grande è che all’epoca un simile individuo fosse titolare di un ministero della repubblica italiana che, guarda caso sarebbe la nazione da cui il suo movimento originale desiderava separarsi…. sappiamo bene che alcuni di questi individui conoscono un solo linguaggio, quello delle offese volgari!

  3. Martina ha detto:

    VERGOGNA!!!!
    VERGOGNA!!!
    VERGOGNA!!!
    W l’Italia degli onesti!

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