L’EDITORIALE
di don Giorgio
Forse che Dio ci stia prendendo
per i fondelli?
Vorrei che qualcuno mi rispondesse, e seriamente, dopo aver ponderato bene la domanda: mi sapreste dire il motivo per cui, diciamo dopo Berlinguer, in Italia non sia apparso/a sulla scena politica un uomo o una donna all’altezza dei grandi uomini/donne del passato?
Allargherei la domanda: non solo in campo politico, come mai in questi ultimi tempi non troviamo un uomo o una donna che si proponga come vero leader che si distingua per la sua nobiltà e la sua acutezza d’intelletto e per il suo coraggio di aprirsi alla Novità (che non sia stravaganza o apparenza di imbecillità), e questo anche nel campo ecclesiastico?
Se apriamo ben bene gli occhi, che cosa vediamo?
Io dico la mia, e aspetto anche una vostra “intelligente! risposta sul motivo per cui oggi assistiamo a un vuoto assoluto.
Le motivazioni le lascio per ora a voi, faccio solo alcune constatazioni, anche con domande provocatorie.
Diciamo così: al di fuori di Sergio Mattarella, i cui discorsi sono di un tale spessore umano/civile/politico da essere difficilmente contestabili, trovate nei politici di oggi, di governo o no, discorsi veramente all’altezza del loro ruolo? Quando ad esempio parla Matteo Salvini che cosa dice? A parte le cazzate quotidiane, almeno una volta dice qualcosa di profondo, di Politico nel vero senso della parola? E poi: mai, mai, mai ho sentito un discorso veramente Politico della Meloni! Mai! Ho citato due nomi, ma potrei citare una infinità di altri. Più esplicitamente, mai, mai, mai, oggi sento un politico fare discorsi Politici, come li sapeva fare, cito alcuni nomi, De Gasperi, Togliatti, Nenni, Saragat, Andreotti, Craxi, Berlinguer ecc.
Ecco perché non possiamo chiamarli politici, ma politicanti questi mestieranti di oggi scesi in campo politico per varie ragioni, quasi esclusivamente per prendersi un cadreghino e così vivere sulla nostra pelle.
E allargo il discorso: questo succede anche nel campo ecclesiastico. Abbiamo un papa che straparla, vive di pelle, e che pelle!, brutta anche da vedersi (anche esternamente, ha nulla di nobile, con una faccia ora truce ora ebete, con quel gesticolare irritante), forse il peggior papa da trecento anni in qua. Abbiamo vescovi o cardinali non all’altezza del loro ruolo, o di quella missione di ministro di quel Vangelo, che non è una barzelletta da raccontare. Una Chiesa in balìa di una follia epidermica! Neppure bella da vedersi!
Almeno, o nel campo politico o nel campo ecclesiastico, ci fosse un punto di riferimento, autorevole e nobile! No, assistiamo a due cadaveri: il mondo politico e il mondo religioso!
Un punto di riferimento, un faro, qualcosa che elevi! No!
Anche un tempo era così? No, non era così! Se nel campo politico e nel campo religioso c’era del marcio, eccome!, c’era però tutto un movimento di dissidenza che faceva da contraltare, che era quella vera contestazione che pungeva, feriva il potere marcio o della chiesa o dello stato, o di entrambi.
Oggi, nulla! Dov’è la dissidenza? Le femministe dove sono? Gli studenti dove sono? I preti ribelli dove sono?
Oggi assistiamo solo a una contestazione di comodo, per scopi unicamente personali!
Un paese va a rotoli, ma chissenefrega?
Una nazione è nelle mani di farabutti e incompetenti, e chissenefrega?
Certo, il cittadino borbotta se aumenta il prezzo della benzina, poi finisce tutto lì. Un sindaco fa l’imbecille, non interessa, purché non aumenti le tasse, e, se le aumenta, si borbotta, poi finisce tutti lì.
Dov’è la dissidenza di pensiero di una volta, quando gli spiriti liberi rischiavano la vita, non per qualcosa, ma per un ideale, che era quella Verità divina da togliere dalle grinfie di una istituzione talmente dogmatica da spegnere ogni ricerca della verità. Non è per questo che Simone Weil non ha voluto entrare nella Chiesa cattolica? Per non soffocare, lei pensiero liberissimo.
Che tristezza! Che miseria! Che obbrobrio!
Quando sento parlare Salvini, o la Meloni, o Delpini o questo papa, per citare alcuni, mi sembra di vivere in un altro mondo, dove Dio, invece che infondere lo spirito, si divertisse a prenderci per i fondelli.
23/09/2023
Una volta, chi si dedicava alla politica e ad altri ambiti, che fanno parte della cultura umanistica, come il pensiero filosofico o religioso, aveva generalmente una cultura decisamente superiore agli attuali epigoni.
In genere, il politico affronta due tipi di questioni.
Le grandi questioni, che richiedono cultura e formazione, e la politica dei mezzi tecnici, attraverso cui si estrinseca la politica. Essenzialmente atti giuridici, come decreti, leggi e via dicendo.
In questo secondo tipo di attività da sempre ci si avvale dell’opera di tecnici, principalmente funzionari pubblici degli uffici giuridici e legislativi, e funzionari di partito.
Quando si dice che il tal parlamentare ha presentato un disegno di legge, in realtà quasi sempre il testo non lo scrive lui, al più lo studia, apporta qualche correzione. E questo accomuna politici del passato e del presente.
Ma quanto allo slancio ideale, a mio parere non può esistere, se non nutrito di profonda cultura.
Anche le grandi battaglie ideologiche del passato, come quella tra comunismo e liberalismo, si sono nutrite di cultura, intesa sia come sistema di valori, che come conoscenza delle questioni.
Oggi questo slancio ideale tende a mancare. Non dico che nessuno ne sia ormai dotato, ma che, rispetto al passato, in genere tende ad essere una eccezione.
E questo vale non solo per la politica. Anche in campo religioso, magari potremmo avere tecnici in grado di scrivere un intero nuovo codice di diritto canonico, ma quanto a grandi slanci ideali…..
Si potranno condividere le sue idee o meno, ma almeno Ratzinger ha comunicato una visione teologica, ancora espressione di una certa cultura.
Con Bergoglio grandi slanci non se ne sono visti. O almeno io non li ho colti.
Probabilmente il motivo è che oggi, invece che il concetto di missione, prevale quello di mestiere.
Tutto tende a diventare mestiere. E quando prevale questo concetto, ci si limita a fare quello che serve.
Diverso il concetto di missione, che spinge ad approfondire molto di più certe tematiche, a pensare di non saperne mai abbastanza.
Un esempio in tal senso quello di Napolitano.
Non solo politico, ma anche attento studioso di molti ambiti dell’umano sapere.
Non credo di riuscire a dare una risposta intelligente ma mi sento di dire una parola.
Mi sembra evidente che l’umanità stia attraversando un periodo di buio. Buio nel campo filosofico/letterario, nel campo artistico (quante brutture sia negli edifici che nelle opere), ma soprattutto nel campo del pensiero. Oserei dire che oggi non siam più capaci di pensare, di riflettere oltre le cose immediate e visibili e di immaginare e sognare qualcosa di grande. Siamo una società performante nelle cose immediate e ripiegata sul breve periodo. Non vedo politici sia a livello nazionale che locale, capaci di sognare qualcosa di grande che richieda sforzo e dedizione. Mi pare che emerga tutta l’incapacità di spendersi con continuità nella costruzione di qualcosa di grande.
Lo stesso lo ritrovo anche nella chiesa che litiga su questioni marginali, che è confusa nella guida e non riesce più a radunare un popolo intorno a dei valori che hanno perso la loro capacità di penetrare nell’animo della gente. Una testimonianza sempre più fragile, sgangherata, spesso che strizza l’occhio alle modernità e mondanità. Difficile trovare un esempio di santità davanti a cui stupirsi…un tempo la radicalità della vita faceva riconoscere alla gente di essere al cospetto di un santo: oggi non è più così!
Ai preti piace il lusso, le comodità, la popolarità, le vacanze; oppure i pizzi, l’incenso, gli abiti del 600 e i termini in disuso da tempo. A taluni piace celebrare di spalle e ricostruire, in piccolo, la chiesa pre-conciliare. Ognuno, comunque, cerca la sua strada per divenire protagonista, per portarsi al centro dell’attenzione. Spesso l’omelia diventa un palcoscenico e non il momento dove Dio, per mezzo del prete, rende più assimilabile il suo pensiero. E’ il momento del prete, i suoi 15 minuti di celebrità, dove ogni domenica trova senso la sua esistenza e ha l’occasione per sfoggiare il suo valore, la sua superiorità.
Di base ci sono i valori distruttivi e divisivi che sono penetrati in ogni ambito: l’individualismo e il protagonismo. Ci vuole umiltà per camminare insieme; ci vuole la capacità di rallentare il passo quando serve, di fermarsi, di lasciare che altri dettino i tempi. Insieme si costruiscono grandi cose, da soli si raggiungono piccole mete. Penso che sia tutto qui.
Un popolo che cerca un successo facile, immediato, che non richieda fatica. Un popolo di youtuber, di furbi, di lazzaroni. Questo siamo e nelle caste (politici, clero, notai…) si cerca sempre di fare meno e di guadagnare di più…di preservare ed incrementare i privilegi. Questi valori non costruiscono nessun futuro! Questo è vivacchiare!