Stavolta, propongo due articoli, contemporaneamente. Il primo è l’ho scritto prima dell’intervento di papa Francesco, il secondo dopo. In ogni caso, sono due articoli complementari.
Anch’io, prete, dico sì
di don Giorgio De Capitani
Sì, io prete dico sì alle unioni civili e alla “adozione del figliastro” (non uso l’espressione inglese, sia perché mi risulterebbe difficile pronunciarla bene, sia perché non amo né gli inglesismi né i francesismi o quei termini mutuati dalle lingue straniere).
Dico sì, per varie ragioni. Anzitutto, sono uno spirito libero, e vorrei che il mondo non fosse più diviso tra coloro che stanno nelle regole istituzionali e coloro che sono giudicati irregolari. Il verbo dividere contiene già la radice del male. Il bene risiede nell’unità. Ma la Chiesa, si sa, ha sempre avuto un concetto di unità a modo suo: accorpare ogni valore nel seno della propria struttura massificante. Per fare questo, non le interessa dividere anche l’anima, pur di farla propria, ma lo spirito è un’altra cosa, e sfugge sempre ad ogni appropriazione. Per questo la Chiesa ha sempre dato la caccia agli spiriti liberi, pensando che, distruggendo il loro corpi, anche lo spirito si potesse spegnere.
Ho parlato a proposito di Chiesa, perché essa è il vero ostacolo ancora oggi, nonostante papa Francesco (solo apparenza, ma anch’egli chiuso tra le quattro mura di una religione dogmatica e moralistica).
E sappiamo quanto la Chiesa-religione influenzi ancora politici e fondamentalisti, sempre pronti, nonostante vergognose contraddizioni, a sbandierare i principi cattolici, e preoccupati dell’avanzare di un laicismo distruttivo della famiglia, dimenticando che il virus corrosivo è invece all’interno della Chiesa, a partire dalla gerarchia che predica bene e poi razzola male, e anche dalle pecore che belano nell’ovile, solo perché c’è ancora erba da brucare, disposti anche a rubare l’erba del vicino.
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo a tempo perso di Genova, in merito al dibattito parlamentare sul ddl Cirinnà sulle unioni civili, a margine della Messa celebrata domenica, 17 gennaio, nella cattedrale San Lorenzo, nel capoluogo ligure, in occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato, ha detto. «Nelle nostre parrocchie noi vediamo una grandissima coda di disoccupati, inoccupati, di gente disperata che non sa come portare avanti giorno per giorno la propria famiglia. Di fronte a questa situazione, tanto accanimento su determinati punti che impegnano il governo e lo mettono in continua fibrillazione mi pare che sia una distrazione grave e irresponsabile».
Già, caro Bagnasco, lo Stato deve impegnarsi altrove, quando ti fa comodo. Infatti, in fondo il problema del lavoro e della povertà non vanno a colpire il dogma della Chiesa, che invece, quando si tocca la famiglia, allora salta in cattedra e detta legge a tutti.
E quale famiglia lo Stato metterebbe in crisi? La famiglia tradizionale, ovvero quella sempre sostenuta dallo stesso potere politico ed ecclesiastico? Ma la Chiesa dimentica che il vero motore di una famiglia non è il diritto civile o il diritto canonico, ma l’amore, e l’amore non può essere regolamentato da nessuna norma istituzionale.
Ecco, qui sta il cuore del problema: l’amore umano, che la Chiesa nei suoi organi gerarchici non conosce, perché è proibito, tanto proibito da essere vissuto come un dramma per i suoi ministri, che talora si vedono costretti a nasconderlo.
L’amore che cos’è? Che la Chiesa la smetta di dire che è un riflesso dell’amore di Dio, ma per costringerlo poi sui binari della propria pretesa di sindacare anche su Dio, e ci è riuscita finora, da quando, fin dall’inizio del cristianesimo, si è costruito un proprio dio.
Ma l’amore finalmente si sta svincolando dagli artigli di una Chiesa che ha sempre preteso di stabilire ciò che è amore da ciò che non lo è, e che tuttora pretende che tutti, cattolici e non cattolici, la seguano, condizionando anche lo Stato, sostenendo anche economicamente manifestazioni in favore della famiglia tradizionale, che non sono altro che la dimostrazione della peggiore umanità.
***
Sì alle unioni civili, senza se e senza ma,
nonostante papa Francesco
Non credo di essere l’unico prete che dice sì alle unioni civili e anche alla “adozione del figliastro”, tuttavia pochi hanno il coraggio di manifestare pubblicamente il proprio pensiero, forse per paura di ritorsioni. Ma, rimanendo sempre nascosti, i preti non potranno mai fare una vera rivoluzione all’interno della Chiesa, la quale, tra apparenti silenzi e dichiarazioni buoniste alla Bergoglio, alla fine riesce sempre a imporre le proprie direttive, manovrando dietro le quinte cattolici fondamentalisti e politici ciecamente succubi del Vaticano, magari sostenendo anche economicamente manifestazioni di piazza.
Venerdì 22 gennaio, durante la tradizionale udienza al Tribunale della Rota Romana, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, papa Bergoglio ha detto tra l’altro: “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Che dire? In quanto capo supremo della Chiesa cattolica, il Papa ha il diritto e il dovere di dire tutto ciò che vuole sulla famiglia, ma all’interno della Chiesa, per i suoi membri. Non lo contesto per questo. Casomai, contesto il suo buonismo: con dichiarazioni a grande effetto mediatico, Bergoglio sembra il più aperto tra i pontefici di tutti i secoli, quando in realtà è come tutti gli altri, tranne che i suoi predecessori non fingevano. E contesto il fatto che vuole imporre il proprio modello di famiglia, al di fuori della Chiesa.
Ciò che mi ha fatto arrabbiare, anche in quanto cristiano, è quando il Papa ha detto: «La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità». Qual è il “sogno” di Dio? Se è un “sogno”, come tu, povero papa di una Chiesa che si è inventato un proprio dio, puoi dire che si tratta della famiglia tradizionale? A meno che il “sogno” non sia quello di una Chiesa diventata religione che, proprio per questo, ha tradito il Mistero di Dio.
E poi, che significa “per la salvezza dell’umanità”? Salvezza e umanità: due parole da capogiro! Se “salvezza” è un termine tipicamente biblico, su cui bisognerebbe discutere per intere giornate, “umanità” abbraccia un universo di valori che non possono essere la prerogativa di nessuna religione, e tantomeno di quella cattolica. La religione non deve servirsi dell’umanità, ma servire l’umanità!
Ma non è finita. Il Papa ha detto: «Quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa». Ho letto bene: “vivono in uno stato oggettivo di errore”? Con quale presunzione la Chiesa parla di stato oggettivo e di stato soggettivo, come se avesse il diritto di distinguere ciò che è legge naturale da ciò che non lo è? Da qui è facile arrivare alla distinzione tra buoni e cattivi, tra giusti e peccatori. Ma l’ipocrisia di papa Bergoglio arriva al punto di affermare, sempre con il solito buonismo accattivante: «Quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa». Come a dire: meno male che ci siete voi, che vivete in uno stato di errore, così Dio potrà dimostrare di essere misericordioso, ma non solo Dio, ma anche la Chiesa, che in tal modo potrà attivare il meccanismo sacramentario, per non farlo arrugginire. Ma la Chiesa-struttura non si è mai guardata nello specchio? Se lo facesse, forse non avrebbe bisogno di creare altri stati oggettivi di errore, dal momento che essa stessa è in stato permanente oggettivo di errore.
Dovrei a questo punto allargare il discorso e parlare di amore. Ma non è qui il momento di trattare argomenti che meriterebbero un altro confronto. Con la Chiesa-struttura sarà sempre difficile parlare di amore in tutta la sua ampiezza. Basterebbe dire che, quando si scende nel proprio essere, la Chiesa preferisce starsene fuori, perché l’essere è qualcosa di profondamente divino che sfugge alla religione in quanto tale. Eppure, basterebbe scendere un pochino dentro di noi, per incontrare quell’unità che coinvolge tutti, senza dover distinguere o separare, perché questo è il vero male dell’umanità: distinguere e separare, in nome di un ordine che solo apparentemente compatta, per il semplice motivo che ognuno di noi è se stesso, indipendentemente da ogni imposizione politica o religiosa. Le parole come normalità o anormalità, regolarità o irregolarità, stato oggettivo o stato soggettivo non fanno parte del mondo dell’essere. Ma la Chiesa, continuerà, nonostante papa Francesco, a dare sfoggio di bravura distinguendo e separando. Questa è l’arte del maligno.
Si alle unioni civili. Ne sono convinto. Senza se e senza ma. No alle adozioni del “figliastro”.
Mi faccia capire. Maternità surrogata, utero in affitto, inseminazione eterologa non per problemi nel concepimento, ma per rispetto delle proprie scelte sessuali sono gesti di Amore? E se fossero atti di egoismo? E’ solo di questo che parliamo, non facciamo inutili giri di parole.
Una coppia di donne che legittimamente si amano ricorrono alla inseminazione. Una coppia di uomini all’utero in affitto. Gesto di amore lo chiama? Una transazione economica piuttosto per esaudire un proprio desiderio.
Grazie
la precedente risposta era per Andrea
Per tutti coloro che non intendono bersi le boiate scritte da don Giorgio: in questo sito trovate tutte le informazioni utili per partecipare al Family Day 2016 http://www.familyday2016.it/.
Chiediamo maggior rispetto e maggiori tutele per l’unica vera famiglia. No ad ogni ideologia, anche quelle propalate da imbarazzanti sacerdoti che feriscono la Chiesa, come don Giorgio.
Sapete chi sono i “cattolici romani”? Una congrega di fondamentalisti, beceri, che prendono tutto alla lettera, e ignoranti perché sono fermi al Catechismo di Pio X. Con loro la Chiesa è solo quell’ottusa struttura che stritola le coscienze e i Valori umani. Il futuro è già morto. Poveretti! Mi onorano i loro insulti!
Sei libero di professare la tua religione l’importante che non obblighi gli altri a seguirla.La legge parte dal presupposto di tutelare l’uomo (guarda a caso ha le radici nella parola di gesu’).La legge dovrebbe trarre anche insegnamento dallo stato di natura dell’ uomo che per sua natura ammette il matrimonio tra uomo e donna e non tra donna e donna e tra uomo e uomo.Le unioni civili ci stanno le adozioni ci stanno non ci sta il mercimonio dei bimbi che va combattuto.Per i bimbi soli prima dovrebbero venire le coppie maschio femmina poi le coppie femmina femmina e ultime maschio maschio.I diritti non sono assoluti ma si devono confrontare con lo stato di natura dell’ uomo.Ricordiamo sempre gli studi da Freud in poi sulla psiche umana.Cmq cattolici integralisti usate il buon senso
…Dove c’è Dio, c’è la Pace ???
Per tutti coloro che non intendono bersi le boiate degli integralisti (di qualsiasi religione)!!!
per Elisa Mancardi:
noto che il tema dell’infallibilità pontificia, che per primo ho richiamato nel mio commento, ha suscitato un po’ di interesse……
Al riguardo, integro con le le seguenti osservazioni:
esiste un parlare ex cathedra esplicito ed uno implicito.
Quello esplicito si ha quando il papa usa certe formule, come ..dichiariamo verità di fede……
dichiariamo dogma di fede… ma gli interventi ex cathedra non riconducono solo a questi.
Secondo la prevalente dottrina, il papa potrebbe parlare ex cathedra anche informalmente, quando afferma verità di fede o morale che, come tali, sono dogmatiche.
A me pare che le espressioni usate siano, nel caso di specie, riconducibili ad un parlare ex cathedra.
Lei domanda se un cattolico può disattendere?
Immagino che il complemento oggetto della frase siano..verità di fede o comunque magistero:
Per la dottrina cattolica, no.
Come ho cercato di spiegare innumerevoli volte, il cattolicesimo si basa su una concezione gerarchica nella definizione del suo insegnamento, e non a caso a tutt’oggi esiste uno specifico istituto, la congregazione per la dottrina delle fede.
Per sintetizzare, possiamo dire che, come dicevo anche nel precedente commento, una religione, una confessione, è un insieme di principi, appunto in materia di fede e di morale.
Nel cattolicesimo non sono definiti da una pluralità di fedeli, ma, appunto, solo da certi organismi, come sopra abbiamo visto. E questa è un realtà storica ed istituzionale.
Un fedele non può disattenderli, né ad oggi è venuta meno la scomunica…non a caso alcune scomuniche sono intervenute anche sotto questo pontificato.
Praticamente la questione è analoga al ritenere ingiusta una certa legge e desiderare che cambi: fin tanto che la legge è quella, ogni contrarietà è illegale, poi se cambia…..ma sono solo alcune istituzione a poter cambiare la legge, anche se il singolo cittadino non la condivide…..parimenti se il magistero cattolico è quello, fin tanto che quello è…….
Alcuni dicono: io sono cattolico, e però la penso autonomamente…io preferisco dire che se non la penso come il cattolicesimo, la mia posizione è appunto esterna al medesimo…non mi sono mai fatto problemi in tal senso, anche per chiarezza intellettuale.
IL libero arbitrio, infatti, non va confuso con la libertà di definire principi in materia di fede o di morale, che nel cattolicesimo non sussiste in capo al singolo fedele.
Il cosiddetto libero arbitrio è solo la libertà se condividere quei principi o meno, appunto come dicevo nell’altro commento: o dentro o fuori.
Come nel caso dei matrimoni omo, penso che sia evidente la contrapposizione tra le parole pontificali e quelle di chi a favore…poi, per me, che questo sia contrario al cattolicesimo, o non riconduca ad esso, è irrilevante.
Alcuni, invece, come dire, teologicamente preferiscono dire che certe gerarchie non avrebbero l’autorità per definire, ex cathedra o meno, principi in materia di fede e morale…vedi il teologo Kung, che ha contestato questo..ma a mio avviso questo conduce ad una contraddizione…..se infatti il cattolicesimo è un insieme di principi…tra cui quello dell’infallibilità..allora dichiarare che questo non è vero…contraddice ad un dogma…..infatti io penso che teologicamente si possa pensarla diversamente, ma essendo ben chiaro che, appunto, si dice qualcosa di esterno al cattolicesimo…..ed allora secondo me non è necessario cercare, per onestà intellettuale, sempre una concordanza con il cosiddetto magistero, quando non c’è…..
Peraltro, il dogma dell’infallibilità corrisponderebbe, secondo gli studiosi, ad una sorta di verità rivelata già fondata sulle scritture…..
Comunque, alla sua domanda, preferisco rispondere dicendo:
soprattutto se si ritiene che il pontefice parli ex cathedra, allora è evidente che siamo in presenza di un dogma, e quindi……
la ringrazio della risposta, davvero molto esaustiva.
Finalmente ho trovato la risposta che cercavo.
Riporto un commento che feci in occasione del caso “Eluana Englaro”che mi sembra caschi a pennello. Dialogo tra laico e cattolico: “di chi è la vita?” “Mia!” dice il laico. “Di Dio” risponde il cattolico. “Della mia vita rispondo io” dice il laico. “Sono nelle mani del Signore” risponde il cattolico. “Ognuno, laico o cattolico, deve essere libero di vivere secondo i propri principi etici” dice il laico. “No la mia etica deve essere imposta anche a te” dice il cattolico.
più che imposta direi proposta, altrimenti in italia non ci sarebbero le leggi su divorzio e aborto. alla fine deciderà la maggioranza degli italiani, perché fortunatamente siamo in un paese democratico e perché Dio ama di più la nostra libertà che la nostra salvezza
Proprio perché è maggioranza dovrebbe aver rispetto per la minoranza. (non in senso politico)
Bello d Giorgio, ho letto proprio volentieri. Ti ho rilanciato sulla mia pagina FB per condividere queste riflessioni in cui mi ritrovo al 100%. Grazie!!
E per quanto riguarda il dogma dell’infallibilita` pontificia, inutilmente temo potrei informare la signora che esso e` stato proclamato assai tardivamente, all’interno di una struttura dottrinale assai cementificata da secoli di brutture storiche.
Cementificazione che spinge oggi i cattolici a credere nelle parole del papa vicario di Cristo in terra (parole che mi sono sentita ripetere piu` volte da esponenti di CL) piuttosto che a leggere e meditare quello che i testimoni delle origini ci raccontano di Gesu`nei vangeli. Abissale ignoranza colpevole dei laici, e della chiesa istituzione che ha abbruttito la fede dei semplici rendendoli incapaci di pensare.
Mi domando come si può pretendere che un Papa faccia finta di non aver letto il Vangelo.Leggo dal Vangelo di Matteo 19, 3-9 che alla domanda dei Farisei se fosse lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qulasiasi motivo, Gesù rispose che il Creatore da principio li creò maschio e femmina dicendo che per questo l’uomo avrebbe lasciato padre e madre e si sarebbe unito alla moglie per diventare una sola carne. GEsù afferma che ciò che Dio ha congiunto l’uomo non lo avrebbe potuto separare. Il passo del Vangelo termina con queste parole di Gesù: “Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra, commette adulterio”.
Nella parabola del giovane ricco, alla domanda di costui su cosa fare per ottenere la vita eterna, Gesù gli risponde di osservare i comandamenti, ossia non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso. E poi gli chiede di abbandonare i beni materiali per raggiungere la perfezione. Il Papa non può affermare il contrario del Vangelo, però uno è libero di fare le sue scelte. Vogliamo le unioni civili? Va bene. Ma se uno vuole vivere la sua vita, non è che va contro al pensiero di un Papa, ma mi sembra che non sia in linea con il Vangelo. Quindi faccia pure la sua scelta di vita senza volere a tutti i costi il beneplacito della Chiesa. Magari, se nella loro vita avranno praticato la carità verso il prossimo, passeranno davanti ai bigotti nel Regno dei Cieli. Non capisco questo volere a tutti i costi il beneplacito della Chiesa. Le leggi dello Stato sono una cosa il Vangelo un’altra. Se il Vangelo riporta effettivamente parole di Gesù, la strada del cristiano è in salita e per niente facile. Oppure le parole del Vangelo non sono vere?
Discorso molto lungo e complesso parlare dell’autenticità dei Vangeli in ogni sua espressione o parola. Anche gli studiosi più moderati concordano nel dire che, essendo i quattro vangeli stati scritti dopo decenni e decenni dalla morte di Cristo, almeno qualche interferenza ci sia stata da parte della Chiesa che si stava già organizzando. Un dato è certo, la Chiesa lungo secoli ha perso la strada evangelica.
Come sacerdote cattolico non dovrebbe avere studiato almeno l’ABC sulle Sacre Scritture?
Come può scrivere una stronzata cosmica come la seguente: «Anche gli studiosi più moderati concordano nel dire che, essendo i quattro vangeli stati scritti dopo decenni e decenni dalla morte di Cristo», quando anche i sassi oramai sanno che – ad esempio – il Vangelo di Marco è stato scritto non più di quarantanni dopo la morte del Signore Gesù… (e non mi dica che “decenni e decenni” per lei significano 40 anni. Non si sputtani ulteriormente).
Patetico.
Sapete chi sono i “cattolici romani”? Una congrega di fondamentalisti, beceri, che prendono tutto alla lettera, e ignoranti perché sono fermi al Catechismo di Pio X. Con loro la Chiesa è solo quell’ottusa struttura che stritola le coscienze e i Valori umani. Il futuro è già morto. Poveretti! Mi onorano i loro insulti!
Don Giorgio, sono appena approdato sul tuo sito e non conosco tutte le tue posizioni. Tu ti dici cattolico?
Don Giorgio, come può essere amore quello che dà un prezzo alla vita di una persona (circa 150.000 dollari, nel caso del piccolo Luca, comprato dal sen. Sergio Lo Giudice e dal suo compagno Michele Giarratano, che è il padre naturale del bimbo)?
Come può essere amore quello che sfrutta il ventre di una donna per 9 mesi, per poi strapparle il bimbo una volta nato?
Come può essere amore quello che priva di un diritto fondamentale un bimbo: conoscere, essere cresciuto ed educato da entrambi i suoi genitori?
Grazie al Cielo il Card. Bagnasco ha finalmente parlato, zittendo l’ipocrisia di Mons. Galantino. Era ora che il Presidente della CEI seguisse l’esempio del suo illustre predecessore, il Card. Ruini.
La vita non ha un prezzo. La dignità delle donne non ha prezzo (tanto più se sono in gravi difficoltà economiche, come quelle donne costrette ad affittare il proprio utero e a vendere i propri figli per tirare a campare). I diritti dei bambini non hanno prezzo.
Prego per Lei, perché si penta delle gravi affermazioni che ha fatto nel Suo blog, ingenerando confusione e scandalo in chi La legge.
Cordiali saluti!
Non prego il Padre Eterno per le cazzate che Lei ha scritto, perché sarebbe inutile.
Si ricordi che risponderà al Signore della sua condotta immorale.
Chieda pure a Luca, il piccolo di un anno e mezzo comprato dal sen. Lo Giudice, quanto siano cazzate quelle che ho scritto.
Si vergogni un pochino del suo comportamento.
Lo faccia per la sua salvezza.
E cresca. Non faccia il bambino: inizi ad accettare le critiche.
Sapete chi sono i “cattolici romani”? Una congrega di fondamentalisti, beceri, che prendono tutto alla lettera, e ignoranti perché sono fermi al Catechismo di Pio X. Con loro la Chiesa è solo quell’ottusa struttura che stritola le coscienze e i Valori umani. Il futuro è già morto. Poveretti! Mi onorano i loro insulti!
Dove c’è Dio, c’è la Pace!!!
… la pace ed anche il diritto e l’autorità di sparare sentenze ???
Povera Chiesa cattolica… ancora e sempre contraddizioni, ancora e sempre dotte enunciazioni ed ardite esercitazioni linguistiche per “suggerire” comportamenti “idonei” ai precetti ecclesiastici, che si presuppone conformi alla volontà di Dio. Forse sarebbe necessario un piccolo bagno di umiltà, considerato che nessuno, neanche il Papa, sa con certezza quale sia realmente la volontà del Padreterno, altrimenti oltre ad essere dei presuntuosi, spoglieremmo il Creatore della sua essenza. Da una parte si riconosce l’esistenza del libero arbitrio, che anzi è ritenuto una valore, perché deriva dal soffio di divinità che Dio ha voluto donarci, e che ci consente di operare delle scelte in piena autonomia, visto che siamo in grado di distinguere da soli ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, e cosa sia meglio per la nostra vita. Dall’altra si cerca di imporre il proprio modello di umanità e di società frutto della tradizione ecclesiastica, e perciò accettato supinamente senza essere messo in discussione, come succede -ad esempio- per il celibato ecclesiastico. Riguardo al matrimonio e alla famiglia, solo uno sprovveduto non riuscirebbe ad accorgersi dei cambiamenti e delle trasformazioni che hanno subito nel corso della storia, sempre considerando soltanto quei comportamenti che sono ritenuti conformi alla morale e socialmente accettabili. Basti pensare che ancora oggi presso alcuni popoli ed alcune chiese che basano le loro leggi e tradizioni sulla parola della Bibbia è considerata normale (e a volte imposta) la poligamia, che di per sé già presuppone un ruolo subalterno della donna rispetto all’uomo. Già, la donna! Che mentre per un verso è considerata la più alta delle creature, perché è colei che materialmente mette al mondo i figli ed ha trovato la sublimazione della sua maternità nella figura radiosa di Maria Santissima, d’altro canto è ritenuta indegna di accedere ai sacri uffici e diventare ministro della chiesa. Il suo corpo, quello stesso che partorisce, viene addirittura in alcuni casi ritenuto impuro, fonte di tentazione e di istigazione ad atti contrari alla morale, al punto che fino al Concilio Vaticano II° il matrimonio veniva considerato ancora un “remedium concupiscentiae”, una sorta cioè di medicina atta a curare la bramosia e gli appetiti sessuali. Se poi volessimo allargare il ragionamento ai comportamenti illeciti, come non ricordare le amanti più o meno ufficiali di cardinali e perfino di papi del passato, o del periodo in cui era la chiesa stessa a gestire i bordelli?
Mi sembra evidente a questo punto, quanto sia pretestuoso l’atteggiamento della curia e di coloro che vi si allineano per fare cosa gradita alle autorità ecclesiastiche, senza un briciolo di libertà intellettuale ed affettiva. Dimenticando che il messaggio che la Chiesa è chiamata a trasmette è essenzialmente l’Amore. Che è sempre amore, in tutte le sue manifestazioni e che solo il sospetto, le convenzioni sociali e la malignità di chi vuol vedere il male dappertutto può ritenere degradante. I principi della Chiesa saranno pure animati dalle migliori intenzioni, ma sappiamo bene cosa si dice delle buone intenzioni…
@ giuseppe
…..”nessuno, neanche il Papa, sa con certezza quale sia realmente la volontà del Padreterno…”
forse ricordo male, ma nel cattolicesimo non c’è anche un dogma sull’infallibilità pontificia su fede e morale?
Un cattolico può disattendere?
Il dogma sull’infabilità afferma che il papa non può sbagliare quando parla “ex cathedra”, ossia come insegnante o pastore universale della Chiesa, ma vale solo quando proclama un nuovo dogma di fede stabilendo in modo definitivo come rivelata una verità già presente nella tradizione, come è successo per l’Immacolata Concezione o l’Assunzione di Maria Santssima in paradiso in corpo e anima. Comunque l’infallibilità, pur essendo riconosciuta da sempre, venne ufficializzata solo con il Concilio indetto da Pio IX, probabilmente più che altro per motivi politici.
Concordo con don Giorgio, il Papa ha sbagliato non ad affermare la propria visione (era prevedibile anche se avrebbe potuto fare uno sforzo e stupirci, ricordandoci che cosa c’è a monte della “famiglia voluta da Dio”), ma a pronunciare la frase successiva. Personalmente penso che il voler imporre agli altri la propria visione è quanto meno di cristiano ci possa essere. Ecco, un conto è proporre, l’altro è imporre. Penso che Cristo abbia proposto, mentre la Chiesa finora ha imposto.
Mah, a quanto pare non hai letto il Vangelo
E’ ovvio che una religione, o confessione, intesa come insieme di principi in materia di fede e di morale, soprattutto se strutturata in modo gerarchico, quanto a fonti teologiche ed ermeneutiche, non farà altro che esprimere regole e dogmi, ritenendoli vincolanti per i fedeli.
Nel caso in questione, credo sia un aspetto forse poco dibattuto, ma rilevante, teologicamente, quello di capire in quale veste si sia pronunciato Bergoglio.
Chiaramente, i principi indicati sono quelli tradizionali del cattolicesimo, ma assumerebbero una valenza particolare, ancora più stringente, se pronunciati ex cathedra.
La questione è rilevante, non tanto o non solo, sotto un profilo strettamente religioso (perché già conosciamo la posizione ufficiale della chiesa cattolica), ma storico, perché sarebbe la seconda volta che un pontefice usa il dogma dell’infallibilità pontificia.
Sotto il profilo più strettamente teologico, a me pare che il papa parli ex cathedra, perché quando afferma che certi principi sono conformi al sogno di Dio, è come dire che egli, cioè Bergoglio, non parla come uomo, come sacerdote, ma come latore di un messaggio che esprime la voluntas Dei direttamente, rivelata come in una visione, proprio in virtù del dogma dell’infallibilità.
Il rilevo storico è indubbio, nel definire, quindi, se ancora ve ne fosse bisogno, la figura del pontefice. Quanto al resto, non ci sono novità rilevanti.
Il cattolicesimo da sempre si fonda su una visione gerarchica delle fonti della teologia, teoretica e morale, ed il dogma dell’infallibilità non fa altro che confermare tutto questo.
Comunque applicazione superflua, visto il peso assunto dal cosiddetto magistero, anche se espresso in forma diversa rispetto ad interventi ex cathedra.
In altri termini, nihil sub sole novi, il papa ha voluto ricordare la posizione della chiesa, e parlare ad una chiesa intesa come insieme di fedeli che, come tali, non avrebbero che una scelta, o dentro o fuori.
Tutto questo, ripeto, a me serve per confermare alcune tesi interpretative, che avevo espresso sul significato e sulla portata di questo pontificato, sin dalla salita al soglio petrino di Bergoglio.
La famiglia concepita come luogo perfetto per allevare figli è una grande boiata anche se esistono famiglie sane capace di rendere i figli liberi e capaci di pensare in proprio..i genitori sono portati a credere di essere padroni dei loro figli e usano spesso con loro un affetto ricattante..ecco i messaggi che comunicano in vari modi anche subdoli i genitori..
se tu non rispetti le mie aspettative non ti voglio più bene!rischiando di far innescare nel figlio una paura cronica del rifiuto..oppure,non ne combini una buona!rendendolo incapace di prendersi le proprie responsabilità..oppure,se non incuti timore dimostrando di essere il più forte gli altri ti calpesteranno!innescando la paura di essere colpito e sottomesso..oppure,ti voglio bene ma non voglio vederti soffrire!innescando la paura della sofferenza..oppure,qualunque cosa tu faccia c’è sempre qualcosa che non va!innescando la paura del giudizio..oppure,se dimostri di essere migliore degli altri ,sei in gamba!innescando la paura di perdere..ecc
i migliori genitori sono quelli che amano la libertà e non sono imprigionati in schemi rigidi che portano a giudicare con odio ,ad essere intolleranti verso tutto ciò che non riescono a digerire..e disprezzano gli altri perchè in fondo disprezzano se stessi!ma il brutto è che sanno di amarsi ed amare..si!in modo totalmente egoistico o egoico inconsapevolmente!
Pertando a voi schiavi della vostra ignoranza vi auguro che venga subito un verme a mangiare le radici dell’albero dove vi mettete a riposare, sotto un ombra di cui siete indegni!!
@ Andrea:
copio il commenti di risposta, che era finito ad inizio pagina:
a scanso di equivoci: concordo.
Io ho semplicemente cercato di mettere in luce taluni aspetti, sotto il profilo dell’analisi storica e teologica, mai detto che io condivido certi principi.
Infatti, purtroppo, la maggior parte dei genitori anche biologici non è idonea a fare il genitore, e spesso la famiglia è appunto, solo una serie di legami.
Qualcuno li defimisce legami affettivi, ma secondo me sono vere e proprie catene.
Tanto che io trovo perfettamente giustificata la scelta di alcuni partenti anche di non frequentarsi, invece della tradizionale ipocrisia, per cui ci si debba ad ogni costo vedere con una certa routine.
Meglio la libera frequentazione tra persone che non sono parenti, che quella obbligata tra parenti che non si sopportano.
E, come si vede, ho allargato il concetto ai parenti in genere.
Infatti, secondo me non si tratta solo di genitori inadeguati, ma più in generale di parenti inadeguati, compresi fratelli e sorelle.
Potrebbe essere che mi sia più fratello un amico qualunque, di quello biologico.
Preciso appunto una cosa: quando cerco di formulare un’analisi di certe realtà, qualcuno potrebbe cadere nell’equivoco che io lo faccia per sostenere certe tesi…nel caso di specie, appunto, qualcuno potrebbe pensare che io dica: vedete…questo dice il papa e questo si deve seguire…
No, io mi limito a fare un’analisi di certi ambiti, proprio perché sostenevo, sin dall’inizio della sua salito al soglio petrino, che questo era un papa conservatore e che non bisognava lascarsi ingannare da certi forme apparenti…
spero che il concetto sia chiaro….
personalmente non lancio epiteti o invettive contro nessuno, perché sono per la libera espressione del pensiero…..ma certo, se non condivido qualcosa lo dico chiaramente……