Basta con queste ridicole e insopportabili parate di facciata!
di don Giorgio De Capitani
Quando ho visto, nella foto, i confratelli del SS. Sacramento, portando i cilostri (ceroferari o torce), che precedevano in processione verso la chiesa di Barzanò (Lecco) il cardinale Angelo Scola, attorniato da diversi sacerdoti, mi è venuto da ridere e nello stesso tempo da piangere. Non immaginavo si arrivasse a tal punto!
Ma i confratelli con i cilostri è stato l’inizio. La parata via via si è ingigantita dalla presenza di associazioni laiche e religiose, dalle autorità cittadine, insomma da tutto ciò che poteva fare colpo sull’Eminenza, venuta da Milano, per inaugurare i lavori fatti recentemente in chiesa, in occasione anche del 75° anniversario della Parrocchia.
Dimenticavo. Prima di recarsi a Barzanò, il cardinale si era recato a Viganò, per pregare sulla tomba di don Fausto Tuissi, storico parroco viganese, che era stato “padre spirituale e maestro” del giovane Angelo Scola, a Malgrate. Doveva essere una visita quasi privata. Ecco il racconto di Casateonline: «Ad accogliere il cardinale al suo arrivo al camposanto, una nutrita folla. Tra i tanti fedeli, il parroco don Enrico Baramani, il sindaco Renato Ghezzi, le autorità militari, i rappresentanti delle principali associazioni viganesi, come il Gruppo Alpini, il G.S. Oratorio e i giovanissimi dell’ACR. Dopo le benedizioni e i saluti ai presenti, l’Arcivescovo si è quindi portato alla cappella dei sacerdoti. Qui don Fausto è stato sepolto, alla sua morte nel luglio del 1992, dopo aver guidato la parrocchia viganese per oltre diciott’anni, dal 1° gennaio 1974». Addirittura un grande striscione in paese accoglieva l’eminenza con queste parole: BENVENUTO EMINENZA!
Anche qui, non è mancata la grande voglia di far luccicare qualche apparenza, e far suonare le campane a festa, il tutto per dire a sua Eminenza: “ANCHE NOI, VIGANESI, CI SIAMO!”. Forse il corpo di don Tuissi si sarà rivoltato nella tomba, anche nel vedere in quale stato si è ridotta ormai la comunità di Viganò.
Chiusa parentesi. Torniamo a Barzanò. Che certe cose possano succedere in qualche paesino di montagna, può anche essere comprensibile, ma che succedano a Barzanò, un Comune con più di 5.000 abitanti, in Comunità pastorale con le parrocchie di Cremella e di Sirtori, è davvero inaccettabile. È vero che a Barzanò i parroci devono essere ritagliati su misura della gente, la quale, ancora oggi, ha una mentalità medioevale, in fatto di fede, e politicamente di destra. Ma non c’è possibilità che qualcosa cambi. I preti o si adeguano o se ne vanno. E la chiesa di Barzanò chiude i battenti ad ogni novità. Si rimane addormentati, con i cilostri in mano. I confratelli sono la migliore immagine di una Parrocchia dei tempi che fu.
Qualcuno mi obietterà: “Il cardinale ha l’intelligenza di non di fermarsi alle apparenze”. È vero! Tuttavia, non può, non deve favorire simili parate di facciata. Come nel caso di Viganò, poteva e doveva far sì che la visita al “suo” prete di gioventù rimanesse privata. Poteva farlo. Perché non l’ha fatto? E nel caso di Barzanò, usando anche la tattica del momento, Scola poteva far intuire qualcosa, e da tempo doveva far capire ai preti che le parete di facciate non le gradisce, e deve insistere, scrivendo una lettera, dopo l’incontro, al parroco facendogli capire che non è così che si deve fare.
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Sono un residente a Barzanò. Con l’aggravante che ho partecipato a quella che il signor Giuseppe definisce “una sfilata di maschere di carnevale”, portando la mantellina rossa e il cilostro. Ho letto con attenzione tutti gli interventi, che non ho alcuna intenzione di giudicare o confutare: ognuno può pensarla come vuole. Voglio soltanto ricordare che la Confraternita del SS. Sacramento di Barzanò risale a San Carlo Borromeo, che la eresse il 22 dicembre 1579. Già il fatto che una tradizione sia sopravvissuta alle tempeste dei secoli e alle irrisioni degli illuminati, e sia tuttora viva ed attiva, significa che qualche valore per i barzanesi ce l’ha. Certo, rappresenta una fede semplice e popolare, di cui qualcuno può sorridere. Come molti possono sorridere del fatto che tanta gente semplice, la domenica, si stringa con affetto attorno al proprio Vescovo anziché fare un tour culturale all’Ikea. Vorrei anche tranquillizzare il signor don: la Confraternita di Barzanò è quanto di più lontano dalle lobbies di potere, limitando la sua azione alla liturgia e alla pietà.
Sono grato comunque a tutti, perché i commenti mi convincono ancor più del fatto che mantellina e cilostro non hanno alcun significato (anzi diventano veramente obsoleti, ridicoli e scandalosi) se non sono segni semplici di una fede viva, seppur sempre perfettibile, che permei la vita e i comportamenti di ogni giorno.
Non capisco questa gente che si inginocchia davanti a un uomo – sia vescovo, arcivescovo cardinale o papa -, ma ancora meno capisco che il sullodato prelato, a qualsiasi grado gerarchici esso appartenga, se lo lasci fare! Cosa c’entra, questo, con il rispetto e l’amore che tra gli uomini e nei confronti di Dio? E cosa ci fa il sindaco: ci sarà a Barzanò almeno un ateo! Un Sindaco è sindaco di tutto il paese: perché va a omaggiare un prelato? … non sarò perché i voti dei pii credenti sono la maggioranza? Ma allora, cosa si deve dire di queste maggioranze che schiacciano le minoranze? Purtroppo il vezzo è esteso ai comuni delle più diverse grandezze! Cosa va a fare Marino in America in concomitanza con la visita del Papa? Per reggergli la tonaca o, anche qui, perché i voti fanno gola? Ma, mi si scusi, non si sta, qui, mischiando il diavolo con l’acqua santa?
L’impressione negativa di queste sfilate (con dignitari, “gentiluomini si S.S.”, “camerieri segreti” che ricordano un po’ certe scene del film Il Marchese del Grillo) l’ho anche io. Come pure l’impressione che il tempo si sia fermato solo per alcune cose: mentre la vita reale corre avanti noi siamo qui a stirare i pizzi e contare le frange dei piviali.
Però mi dico anche che sarebbe presuntuoso giudicare l’autenticità della fede che per tanti ha bisogno di nutrirsi anche di gesti esteriori un po’ ingenui e di rivestirsi anche di mantelline e cilostri. Abbiamo pazienza: queste cose finiranno da sole (nelle città più grandi ormai già sono finite). La sensibilità religiosa ha un radicamento che richiede tempi lunghi per mutare.
Per dirla molto in generale: è vero che il cristianesimo è una fede e non una religione, ma è anche vero che ogni fede ha bisogno di “riti”; finché saremo su questa terra e avremo un corpo di carne, non potremo farne a meno.
Il cardinale poteva scoraggiare? In parte sì e in parte no. Quando si è ospiti, si prende e si accetta quello che la casa offre, magari sorridendo dentro di sé per l’ingenuità del gesto, ma non si può offendere l’offerente. Sta semmai ai preti del luogo (ma anche ai laici più avveduti… non diamo sempre la colpa ai preti…) contenere e indirizzare certe manifestazioni esteriori fuori tempo.
Tutto trae origine dalle vere origini della chiesa cattolica.
All’origine il cristianesimo era, come evidente dal termine, la dottrina dei seguaci di Cristo.
Ma sin dalla sua ufficializzazione ed approvazione da parte di Costantino, divenendo religione appunto ufficiale dell’impero, il cristianesimo non fu più quello delle origini, ma un’altra cosa.
In pratica, cosa divenne il cristianesimo?
Costantino usò il cristianesimo per unificare l’impero, praticamente fondando una nuova religione, basta sulla commistione tra precedenti culti pagani e cristianesimo.
Questo perchè si rese conto che l’impero, comprensivo di popolazioni diverse, non poteva essere tenuto insieme da una religione che si presentava come nuova e sostitutiva, ma doveva assorbire i precedenti culti e credenze.
Molti dei dogmi, dei rituali, degli usi e costumi, insomma, del cosiddetto cattolicesimo, non trovano pertanto origine dal cristianesimo stesso, ma dal paganesimo.
Lo stesso concetto fondamentale di stato-chiesa, e, tanto per fare alcuni esempi, in chiave storica e, per così dire, etimologica:
dal culto di Iside quello di Maria, a prescindere da fondamenti scritturali;
dal mitraismo l’Eucaristia;
dall’enoteismo il culto dei santi;
dal primato dell’mperatore il primato del papato;
e, per chi volesse approfondire, sia pur riassuntivamente, mi pare abbastanza chiara ed esplicativa questa pagina:
http://www.gotquestions.org/Italiano/origine-Chiesa-Cattolica.html
Pertanto, non c’è nulla in certi riti e, rituali, cerimonie, che non rispecchi l’origine della chiesa cattolica, come sviluppatasi dopo Costantino.
Tutto trova spiegazione nelle origini storiche e reali del cattolicesimo, che forse non tutti conoscono.
Peraltro il termine cattolico fu usato, pare, da Ignazio di Antiochia, I -II secolo d. C., e dopo non molto tempo segue il decreto costantiniano.
Oramai il cristianesimo era, de facto, divenuto elemento unificante di parte cospicua delle popolazioni dell’impero e, con lungimiranza politica, Costantino comprese che poteva usarlo, saldandolo con le tradizioni pagane e militariste dell’impero stesso…..
anche il seguito del potere temporale della chiesa si basava su questa concezione militare e di compenetrazione di aspetti temporali e religiosi, sin dal noto episodio dell’ in hoc signo vinces.
Cui prodest? A chi giova tanta ostentazione? Più che l’incontro religioso di una comunità con il proprio pastore (se non sbaglio in visita privata?) sembra dare l’idea di una sfilata di maschere di carnevale …
Dà l’impressione di essere ripiombati indietro nei secoli, quando i sacerdoti e gli addetti al culto delle divinità indossavano un abbigliamento originale e, spesso, sfarzoso per officiare i sacri riti, unendolo ad una gestualità incomprensibile, apposta per rubare l’occhio degli astanti e alimentare il mistero soggiogando le loro semplici menti, già piuttosto confuse. Cosa c’entra tutto questo con la semplicità e l’essenzialità del messaggio evangelico? Non erano gli ipocriti farisei quelli che esibivano un abbigliamento appariscente arricchendolo di frange e ornamenti vistosi? Evidentemente per alcuni “fedeli “ osrvanti, molto legati all’esteriorità, è sempre molto forte la tentazione di risuscitare forme arcaiche di pomposità e magnificenza, emblemi di un potere mondano ormai superato ed irrimediabilmente consegnato alla storia.
Non piace a nessuno scendere dal trono e non sentirsi piu’ una elite all’interno della societa’ laica e religiosa tutti ambiscono a un buon posto ed ecco proliferare nel clero un sacco di adepti a circoli elitari con il pretesto della religione.
E non dimentichiamo che le confraternite, sia nei tempi andati, sia attualmente, sono sempre state lobby di potere economico e politico!