Non sopporto Vie Crucis spettacolari: sono la dissacrazione della Croce. Che dire poi della parata dei sindaci locali con la fascia tricolore?

Prima di riportare la nuda cronaca apparsa su Casateonline vorrei fare qualche personale riflessione.
Sì, non sopporto, sono fortemente allergico a ogni spettacolarizzazione dei Misteri divini, che, anche nella già sobria ritualità della Liturgia, meritano sempre rispetto e dignità. Ecco perché i Mistici medievali contestavano anche duramente le credenze religiose, per una profonda interiore Fede da attingere alla Sorgente dello Spirito.
Non considero nemmeno le manifestazioni folcloristiche del Sud Italia (meriterebbero un approfondito discorso a parte), e neppure tutto ciò che riguarda i nostri molteplici anche variopinti impegni nel campo socio/caritativo (anche questo meriterebbe un discorso a parte), ciò che ora vorrei dire è semplicemente questo: quando si parla di Quaresima, all’inizio si spendono parole in favore del deserto, della contemplazione, dell’ascolto interiore, e poi si organizzano conferenze, incontri, catechesi, spettacoli, concerti, il tutto in contrasto con il silenzio, il deserto, la contemplazione ecc. ecc.
Ma c’è una cosa che ritengo veramente insopportabile: la spettacolarizzazione della Via Crucis, che ritengo il colmo di una dissacrazione di quella Croce che l’evangelista Giovanni ha avvolto in un alone di Luce mistica.
Se da ogni prete si richiede sempre il massimo rispetto per ogni celebrazione liturgica (e qui si aprirebbe una voragine di imbecillità tra l’altro molto creative), in particolare si richiede un’attenzione del tutto particolare per la celebrazione liturgica dei Misteri della Settimana santa.
Da qualche anno c’è l’usanza che in ognuna delle sette Zone pastorali della Diocesi milanese in un centro individuato si organizzi una Via Crucis all’aperto, con la presenza dell’arcivescovo. Mi sono accorto che ogni anno ci sia quasi una gara per organizzarle nel modo più spettacolare, a svantaggio della sacralità del Mistero della croce. Perché parole, gesti, teatralità, scene con figuranti, per non parlare del discorso “a modo suo” del vescovo?
Immaginate una Via Crucis nel puro silenzio, solo con fiaccole per le vie del paese? Impossibile? No! Parlate con quelli di Monte, e vi sapranno dire qualcosa delle Vie Crucis con la salita ai Pini il Venerdì santo sera di anni fa.
In una società dove tutti i giorni si è immersi in un mondo di parole e di gesti, la gente ha bisogno di forti momenti mistici nel vero senso della parola.
La Via Crucis richiede silenzio, silenzio, silenzio. Luci sì, quelle delle fiaccole la cui fiamma parla da sola.
Infine, uno sfogo. Veramente irritante la parata di sindaci con la fascia tricolore! Qualcosa di osceno! Da proibire!
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da Casateonline

Oggiono:

in centinaia alla Via Crucis

con l’arcivescovo Delpini

È stato un gradito ritorno in città quello che l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini ha compiuto nella serata di venerdì 23 febbraio facendo visita a Oggiono per celebrare la Via Crucis. Il maltempo non ha scoraggiato alcune centinaia di fedeli che sono giunti per l’occasione da tutto il territorio.
La Via Crucis celebrata dall’arcivescovo Delpini è stata un evento che ha direttamente interessato tutte le oltre 180 parrocchie della Zona pastorale di Lecco: dall’alto Lario al meratese, passando ovviamente per il capoluogo provinciale e comprendendo anche i decanati di Erba e Asso.
In occasione della Quaresima l’appuntamento oggionese è stato il primo previsto dal programma della Diocesi ambrosiana. L’arcivescovo Delpini è giunto in città con un ampio anticipo, ritagliandosi uno spazio di tempo per una visita privata presso l’antico battistero romanico che risale all’XI secolo.
All’uscita dalla chiesa di Sant’Eufemia, nelle fasi iniziali della Via Crucis, in Piazza della Chiesa, erano presenti molti fedeli, fra cui tanti ragazzi e ragazze della comunità pastorale di San Giovanni Battista. Oltre al parroco don Maurizio Mottadelli e al vicario don William Abbruzzese, in occasione della cerimonia è giunto in città anche il vicario episcopale di Lecco monsignor Giovanni Cesana. ”Siamo contenti di percorrere il cammino della croce con il nostro arcivescovo” ha esordito quest’ultimo che ha anche ringraziato il parroco di Oggiono per l’organizzazione dell’evento.
La Via Crucis si è svolta fra le vie del centro storico della città con sei stazioni. La prima ”Gesù nell’orto degli ulivi” è stata allestita nei pressi di Piazza Sironi dove è stato letto il vangelo di Marco e sono stati ricircondati i momenti in cui Gesù prova paura e angoscia per ciò che lo aspetta.
I numerosi fedeli presenti si sono poi incamminati verso Piazza Manzoni dove è stata allestita la seconda stazione: ”Gesù Rinnegato da Pietro”. La terza stazione ”Gesù è caricato della croce” è, invece, stata allestita in Piazza Garibaldi davanti al portone del palazzo del Municipio.
Da Piazza Garibaldi la cerimonia è proseguita facendo ritorno verso la chiesa di Sant’Eufemia. Dopo la quarta stazione ”Gesù è aiutato dal cireneo a portare la croce” è stata ricordata l’importanza dell’aiuto nel portare la croce: ”aiutare un fratello a portare la sua croce è solidarietà e grazia. Farci aiutare a portare la nostra croce è umiltà e fiducia”.
Piazza della Chiesa ha accolto tutti i fedeli che si sono soffermati mentre è stato ricordato il vangelo di Giovanni di fronte alla quinta stazione: ”Gesù in croce, la madre e il discepolo”. La cerimonia si è poi conclusa in Piazza Alta il balcone della città che si affaccia sul lago di Oggiono e sulle montagne.
A fatica la piazza è riuscita a contenere tutti i fedeli che hanno salito la lunga scalinata dietro la croce. ”Nella sua morte ci è dato il dono dello spirito che riconcilia col padre. Una vita nuova scaturisce dal cuore trafitto di Cristo che è la misericordia di Dio”.
Al culmine della cerimonia è intervenuto l’arcivescovo Delpini commentando i passi del vangelo letti e gli atti compiuti da Gesù: ”Tu hai scelto gente meschina, ancora alla fine dopo anni di vita condivisa con te che, sei venuto non per essere servito, ma per servire, stavano a discutere fra di loro chi dovesse essere il più grande e chi doveva sedere alla tua destra e alla tua sinistra. Tu hai scelto gente presuntuosa pronti a promettere e incapaci di mantenere”.
”Neppure nel momento dell’angoscia sanno vegliare con te, si addormentano” ha proseguito Delpini ricordando come nel momento dell’arresto le persone con Gesù siano scappate, mentre Giuda lo ha tradito e Pietro rinnegato. ”Ho scelto non per meriti, ma per amore, […] perché ho desiderato che diventassero miei amici. […]. Perché gli volevo bene. Così come ho scelto questi dodici inadeguati ho scelto voi uomini e donne imperfette e vi ho amato, ho dato la mia vita per voi” ha spiegato l’Arcivescovo ricordando le parole e il pensiero di Gesù.
”Voi gente imperfetta formate al Chiesa, non giudicate la chiesa come quelli che stanno a guardare da fuori e ne vedono i difetti, formate la chiesa” ha poi aggiunto.
Prima della conclusione della cerimonia l’arcivescovo Delpini ha espresso un pensiero di vicinanza nei confronti del cardinal Angelo Scola – suo predecessore – che risiede a Imberido e ha aggiunto: ”Non posso esser qui se non per pensare alle tante persone sole e malate a cui voglio che giunga attraverso di voi la mia benedizione”.
Don Maurizio Mottadelli ha ringraziato le numerose associazioni e i volontari che hanno contribuito alla riuscita della cerimonia. Fra questi i membri della Pro Loco che hanno allestito realizzato le sei diverse stazioni con i figuranti, sotto la meticolosa puntualissima supervisione del signor Giorgio. Presenti a presidiare le strade oggionesi anche i membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri, oltre agli Alpini e alla Protezione Civile.
Oltre al sindaco della città Chiara Narciso, e ai membri della giunta, alla Via Crucis erano presenti molti sindaci del territorio: Elena Pirovano di Ello, Patrizio Sidoti di Annone, Tiziana Galbusera di Colle Brianza, Roberta Marabese di Cassago, Mirko Ceroli di Barzago, Luca Cattaneo di Bulciago, Sabina Panzeri di Costa Masnaga e Ave Pirovano di Cremella.
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Nel rito presieduto a Oggiono per la Zona III l’Arcivescovo ha meditato sugli uomini che Cristo ha chiamato alla sua sequela: mediocri, incapaci, fragili. Scelti non perché erano santi, ma per dare loro la grazia di diventare santi. E rendere gli altri e il mondo un po’ migliori
Per leggere il Discorso/omelia di Delpini
 La scelta di Gesù è per amore, non per merito

1 Commento

  1. Claudio ha detto:

    D’accordissimo.
    Per questo motivo, l’eccessiva spettacolarizzazione della religione, ultimamente mi da fastidio anche ascoltare la Messa in alcune chiese, dove la luce eccessiva quasi accecante non permette quel minimo di raccoglimento mistico.

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