Un papa fuori controllo… e una chiesa in balìa del nulla!

Un papa fuori controllo…

e una chiesa in balìa del nulla!

di don Giorgio De Capitani
Anche colpa dei mass media che si aggrappano anche alle sottane di una Chiesa decadente per scrivere tanto per scrivere, riempiendo qualche angolo dei giornali, soprattutto in online (la notizia corre di più!), offrendoci ogni giorno qualche notizia sullo stato fisico e verboso di questo papa, che ogni giorno da parte sua fa di tutto per dare alla massa qualcosa di pruriginoso in ogni senso, sta di fatto che per un verso la massa oramai si sia abituata a tutto, anche agli scandali più vergognosi della Chiesa, e per l’altro non si veda o non si senta vibrare quella santa rabbia di credenti sempre pronti a porsi tante domande sullo stato di salute, anche mentale, di una gerarchia che non sembra reggere più agli urti di un barbarismo, che non è tanto il risveglio dell’antico dis-umanesimo, ma qualcosa di ancor più pernicioso e delirante.
Non ci sono parole per definire l’attuale società, che ha perso ogni pudore che ricordi l’antico Genio, sia nel campo socio-politico e sia nel campo cosiddetto culturale e nel campo religioso, allargando al mondo intero e a ogni fede religiosa.
Già dire che questo papa è fuori controllo è qualcosa di allarmante, ma il problema è più generale, e investe tutta la gerarchia ecclesiastica in ogni suo grado fino a raggiungere in basso quel popolo di Dio che sta prendendo come dio ogni lerciume.
Queste mie impressioni anche sull’attuale Papa non sono di oggi. Già nel 12 luglio del 2015 scrivevo un articolo poi pubblicato sul mio sito, dal titolo: “Questo Papa è illusorio e fumoso, perciò pericoloso”.
«So di dire cose spiacevoli alla massa della gente comune e anche ai perbenisti atei devoti, ora genuflessi a leccare sempre il culo di Papa Francesco, ma da tempo sostengo che questo Papa, salvandogli neppure una certa buona fede, sta catturando l’opinione pubblica mondiale, con quel suo accattivante modo di porsi, che tradisce in realtà pochezza di sostanza evangelicamente radicale e che nasconde quel tipico atteggiamento menzognero che ha sempre animato il potere della Chiesa.
Qualcuno mi obietta: che volevi? Angelo Scola sul soglio pontificio? Il problema non è la scelta tra Bergoglio, Ratzinger o Scola, alla guida della Chiesa di Cristo. Il problema è la Gerarchia di potere in sé, da cui, volere o no, finché ci sarà, non ci si potrà liberare per fare il rivoluzionario, evangelicamente parlando. Come, perciò, liberarsene? Non certo, facendo il populista, illudendo le masse, e nemmeno facendo il finto innovatore, con il consenso degli intellettualoidi mangiapreti di professione.
Una domanda. Quando Papa Bergoglio lascerà di sua spontanea volontà o se ne andrà a godersi la vita eterna, che cosa resterà del suo populismo acchiappamosche? Solo ceneri? E se anche, così come pensano in tanti, Bergoglio avesse realmente aperto qualcosa di nuovo, la struttura della Chiesa (ecco il problema!) non chiuderà ogni breccia, nominando un nuovo Pontefice, con l’incarico di ristabilire l’equilibrio? Non è successo così a Milano? Dopo Martini e Tettamanzi, chi hanno mandato? E questo è sempre successo nella storia della Chiesa. Uno che chiude, e uno che apre o finge di aprire. E poi, di nuovo, uno che chiude. Ecco l’equilibrio del potere della Chiesa.
Ma la cosa paradossale è questa: quando un papa apre, la gente si illude di avere finalmente un profeta alla sua portata, a cui aggrapparsi per ottenere qualsiasi grazia, e poi se la prende quando arriva un Papa ortodosso (ovvero apertamente in linea con la struttura ecclesiastica) che dice semplicemente: è stata solo illusione! Tornate a casa: la festa è finita!
Perché Bergoglio sta illudendo le masse e gli atei devoti? Semplicemente perché usa un linguaggio accattivante, fa battute che sembrano aperture, batte continuamente sul tasto di una umanità che è della stessa specie di quell’umanesimo di facciata, che vive di equivoci: lo stesso umanesimo stile ciellino, di cui parla continuamente Angelo Scola.
Per un verso, Papa Francesco si appella ai buoni sentimenti, distribuendo ogni giorno a piene mani carezze umanitarie, e dall’altra si tiene ben stretti quei Movimenti ecclesiali che si credono fiammelle sempre ardenti dello Spirito santo.
Ho sentito in parte ciò che il Papa ha detto ai fanatici del Rinnovamento nello Spirito. Cose da far paura! Però è riuscito ancora una volta a nascondere la sua grettezza evangelica e ad accalappiare il consenso dei soliti devoti mass media, tirando fuori dal cilindro due cosette ad effetto immediato: il leader non deve essere a vita, e il demonio passa attraverso il portafogli.
Tra parentesi. Forse non c’è mai stato un Papa che abbia parlato del demonio come Bergoglio, ma ai grandi mass media ciò è irrilevante. Ma con Papa Benedetto XVI non si comportavano così! Lo bastonavano, anche quando anticipava le cose che oggi Papa Francesco dice, tra gli osanna generali.
In sintesi, la mia utopia, ovvero il credere in un’altra possibilità di vivere il Vangelo, non mi toglie quel sano realismo che non mi fa perdere la testa appena un gerarca (il papa rimane in ogni caso un gerarca!) vuole spalancare porte e finestre. Accetto pure che la Chiesa cammini con il suo passo, sperando tuttavia che proceda verso l’Umanità integrale, ma mi fa paura quando un papa spinge troppo l’acceleratore, illudendo le masse, per lasciarle poi, come sempre, con il sedere per terra.
Comunque, non starò mai dalla parte del potere, sia che cammini con il suo passo, e tanto meno che finga di farsi nostro amico o fratello. La mia vocazione sta nell’essere vigile: la menzogna è sempre di casa, sia che le porte rimangano chiuse, sia che si aprano, ma sul vuoto di un falso progresso».
***
Il 25 ottobre del 2016 inviavo una lettera al sito super cattolico “La Fede Quotidiana”, che l’ha resa nota, dal titolo: “Papa Francesco è fumoso e ingannevole”. Riporto qualche stralcio.
«Da parte dei mass media, di destra, di centro e di sinistra, in particolare quelli italiani, c’è una generale e supina adulazione nei riguardi di “questo” Papa. Anche i telegiornali fanno coro. Difficilmente leggo una critica. Ogni pretesto è buono (anche l’ovvietà più ovvia) per presentarlo come il Papa aperto, rivoluzionario, anticonformista, vicino alla gente, contro il potere, ecc. ecc. Ciò che ritengo paradossale è la devozione viscerale da parte di quanti, fino all’altro ieri, non facevano altro che denigrare la Chiesa, parlar male del Papa, dei vescovi, dei preti, della religione, ecc. […]
In realtà, il consenso generale per questo Papa, anche da parte della massa, credente e non credente, mi sembra particolarmente pericoloso: è la persona in quanto tale, ovvero il personaggio, che incanta, indipendentemente dalla Chiesa nelle sue strutture, che continua ad avere poca credibilità tra la gente.
Un fenomeno impressionante, almeno qui al Nord, è lo svuotamento delle chiese, con il paradosso – lo definirei “osceno” – che si continui ad usare gli ambienti parrocchiali, ma solo per fare feste e baldorie varie. Nella Diocesi milanese, in parte anche per colpa dell’attuale cardinale Angelo Scola (una scelta sbagliata di Papa Ratzinger), c’è stato ultimamente un rilassamento pauroso, per cui la fede si è svuotata del suo senso più profondo.
Ma credo che sia un fenomeno generale della Chiesa, e fa specie che ciò stia succedendo proprio durante il pontificato di Papa Francesco. Ed ecco il paradosso: da una parte, assistiamo ad un generale consenso per la “persona” del Papa, e dall’altra ad un abbandono altrettanto generale dei valori cristiani.
Che poi questo momento storico sia uno dei più drammatici sulla scena internazionale (dopo l’ultimo conflitto mondiale), beh, lo vediamo tutti: certo, ciò non significa che sia colpa di questo Papa, ma ritengo che in questi anni sia venuta meno la “vis” evangelica, nella sua novità più radicale.
Ecco perché, dopo un iniziale entusiasmo, via via che il tempo passava, ho iniziato ad allontanarmi dal consenso generale, e ho intuito la pericolosità di questo Papa, troppo fumoso e ingannevole.
Sì, più il tempo passava, più mi rendevo conto che Papa Bergoglio fosse lui stesso vittima del consenso generale, e non prendesse il coraggio di essere chiaro. Sembra moderno e progressista, ma solo perché fa battute (per me superficiali, ma accattivanti) sui gay o su altri problemi scottanti, e poi non ha il coraggio di prendere posizioni: illude la gente, lasciando le cose come stanno. Basterebbe pensare al caso della comunione ai divorziati risposati o ai conviventi, ecc. o al caso della teoria gender, sulla quale da più parti si è detto che non si tratta di una ideologia (non si mette in discussione la distinzione dei sessi, ma il ruolo sociale che è stato attribuito al maschio o alla femmina). Il Papa con delle battute talora infelici vuole risolvere i problemi, richiamando la coscienza che solo Dio può giudicare, ma li complica, anche per una certa sua deformazione ideologica o per ignoranza dei problemi (e anche consigliato male).
Mi ritengo uno spirito libero e tanti conoscono le mie aperture, ma non è questo il problema di oggi: essere cioè tradizionalisti oppure progressisti. Il vero problema è su che cosa puntare veramente. La vera domanda da porsi è questa: che cosa è essenziale, che cos’è l’Essenziale per il bene della società e dell’essere umano?
Figlio del ’68, ho creduto anch’io ad una rivoluzione strutturale, poi man mano ho capito che le strutture non cambiano o, meglio cambiano sì ma per lasciare il posto ad altre, magari peggiori. Il cardinale di Milano, Giovanni Colombo, all’epoca degli anni della contestazione accusava noi preti giovani di essere “orizzontali”, ovvero di pensare troppo alle cose sociali, e di essere poco “verticali”, ovvero di pensare poco alle realtà divine. Aveva ragione, e aveva torto. Aveva ragione nel dire che eravamo “orizzontali”, ovvero all’esterno del nostro essere interiore, ma aveva torto perché intendeva per “verticale” il verticalismo puramente religioso, ovvero legato ad una specifica religione, dimenticando che il cristianesimo non è una religione, ma qualcosa di completamente “altro”, di meglio, di essenzialmente interiore.
Ultimamente, da quando nel 2013 Angelo Scola ha pensato bene di “farmi fuori” (dopo aver convissuto pure dialetticamente con Carlo Maria Martini, che per anni mi aveva preso sotto le sue ali, e con Dionigi Tettamanzi, sempre pronto a dialogare), emarginandomi (da più di tre anni vivo in casa privata, con la possibilità di celebrare una sola Messa la Domenica in una parrocchia vicina) ho fatto una grande scoperta, ed è la Mistica: una scoperta rivoluzionaria e sconvolgente. Ho cominciato a capire la differenza tra “sacro” e “religioso” (il profano/laico non esiste, se non come ideologia): il sacro è la natura stessa dell’essere umano, mentre il religioso appartiene alla struttura di una religione, perciò è qualcosa di esteriore.
Sì, ho iniziato a capire l’essenziale, ed è il mondo interiore dell’essere umano, dove lo spirito s’incontra con il Divino, senza bisogno di alcuna mediazione o, meglio, senza quelle mediazioni strutturali che vietano o interrompono il dialogo: spirito umano/Spirito divino.
Figlio del ’68, sembrerebbe assurdo che sia diventato “mistico”, ma è proprio questa scoperta che mi ha reso ancor più “dissidente” verso una Chiesa-strutturalmente esteriore, alla ricerca di un consenso puramente esteriore.
Vorrei che fosse chiaro il mio pensiero. Se per un verso sogno una Chiesa più aperta (verso le unioni civili, verso anche il matrimonio dei gay, verso il matrimonio dei preti, verso il diaconato e anche, perché no, il sacerdozio femminile, verso una Chiesa meno monarchico-papale, ma a più larga partecipazione di potere, coinvolgendo i vescovi, ecc.), per l’altro verso vorrei una Chiesa sempre più radicalmente mistica, al di fuori di un recinto religioso: una Chiesa che educhi la gente, oggi così distratta e alienata, all’essenzialità dell’essere umano, che è il regno dello spirito. Sia chiaro: non si tratta di una forma di spiritualismo o di interiorismo o di misticismo (gli -ismi fanno sempre paura!), ma di far scoprire ad ogni essere umano che la conversione parte dal di dentro: non lo ha detto Gesù Cristo? Qui, dentro di noi, non c’è un dio determinato, schematizzato, dogmatizzato, ma c’è quella Divinità (così preferivano chiamarla i grandi Mistici), che è puro Spirito di libertà e di verità.
Si può discutere su questo, ma almeno mi si permetta di sognare che il futuro si costruirà solo se l’essere umano scoprirà la propria identità divina».
Concludevo così:
«Fra poco, Milano avrà un nuovo vescovo. Ho già fatto sapere ai miei superiori che la nostra Diocesi avrebbe bisogno di un vescovo “mistico”, non per una sua vocazione personale, ma nel senso che risvegli nella gente ambrosiana il segreto della sua dignità interiore. Il più grave difetto della Diocesi milanese è il suo pragmatismo, che si riflette ovunque: anche i preti ambrosiani ne sono vittime. Non si tratterà allora di ri-organizzare la Diocesi nelle sue forme strutturali o di fare opera di proselitismo per riagganciare i lontani. La vera scommessa consisterà nel risvegliare nei milanesi la loro sete d’Infinito, riportandoli nel loro mondo interiore, e da lì partire per rifare il tessuto religioso, sociale e politico.
Così sogno un Papa, magari il prossimo, che dia una svolta “mistica” alla Chiesa, con una parola autorevole e non autoritaria, anche con gesti profetici provocatori, senza badare al consenso, ma con l’unico intento di “risvegliare” nell’essere umano quel mondo interiore assopito e narcotizzato, anche per colpa di una Chiesa-struttura che ha fatto del cristianesimo una religione vuota d’anima vitale.
Non posso concludere senza dire una mia preoccupazione: questo Papa ha distrutto il dissenso nella Chiesa, quel dissenso profetico e mistico che punta al mondo interiore. Certo, ha scatenato le ire dei fondamentalisti, tipo Antonio Socci, che conosco molto bene. Papa Bergoglio si è conquistato anche il consenso delle “comunità di base”, che una volta erano come il sale sulle ferite della Chiesa. È perciò rimasto solo il dissenso fondamentalista.
Oggi sembra sparito anche quel piccolo “resto d’Israele”, che negli anni più bui del cristianesimo era come un faro, una voce, talora un grido».
E successe che dopo Angelo Scola venne nominato Mario Delpini come arcivescovo di Milano
Sogno infranto? È sotto gli occhi di tutti!
Dopo Papa Francesco chi avremo sul soglio pontificio?
Lo Spirito santo ci punirà un’altra volta?

6 Commenti

  1. Miranda ha detto:

    Guardasse che l’elenco di preti è stato messo per evidenzare non solo il livello molto alto di malessere che si trova nella Chiesa, ma anche che di questo malessere si può fare ormai una diagnosi molto precisa. Infatti non ho messo un elenco di preti che hanno fatto peccati sessuali o altro (questo tipo di comportamenti sono sempre esistiti) ma persone che pensano di portare avanti la Chiesa come un partito-azienda. Nemmeno un imprenditore con un’etica condurrebbe un’impresa in questo modo.
    Inoltre guardasse che la differenza tra tradizionalisti e progressisti è del tutto fantasiosa. Papa Francesco è stato forse più conservatore di papa Benedetto se andiamo al contenuto dei discorsi. L’unica differenza è che papa Francesco ha avuto un piglio populista. La differenza che andrebbe fatta è tra chi ha la fede e chi non ha più la fede. Se non c’è più la fede la Chiesa diventa un’associazione caritatevole, al pari dell’Associazione Nazionale di Lupi Mannari e Licantropi.

    Se andiamo ancora più a fondo, il problema è se ha ancora senso parlare di unità della Chiesa e in che termini.

    Andiamo ad approfondire anche che problemi immani ha creato Chiara Lubich, non solo nella vita di molte persone, ma anche a livello ecclesiale, essendosi istituita come mediatrice del rapporto con Dio al posto di Cristo:
    «Ogni anima dei Focolari ha da essere una mia espressione e null’altro. La mia Parola contiene tutte quelle delle focolarine e focolarini. Io li sintetizzo tutti. Quando io appaio così dunque devono lasciarsi generare da me, comunicarsi con me. Anch’io, come Gesù, debbo dir loro: “E chi mangia la mia carne … “. Per vivere la Vita che Dio ha loro data, essi debbono nutrirsi del Dio che vive nella mia anima. Il loro atteggiamento di fronte a me deve essere un nulla di amore che chiama l’amore mio» (Lettera, Roma, 23/11/1950).

    Qui devo dare merito al cardinale Martini di aver previsto il problema, ma putroppo è scomparso prima di poterlo affrontare.

  2. Simone ha detto:

    Leggendo i commenti penso si sia perso il senso dello scritto di don Giorgio. Cosa serve elencare i preti che hanno commesso errori o ricordare, come si fa sempre, che sono umani?
    Non entro nella discussione del ruolo del prete perché, unicamente su questo tema, sono d’accordo con Papa Francesco.
    Il vero tema è l’illusione creata da Papa Francesco. Tante parole e gesti che rimarranno incompiuti senza riuscire a cambiare questa Chiesa. Non cambiarla solamente nelle regole ma nel modo di essere concepita. Martini ha condotto la Chiesa milanese, i preti, verso una nuova dimensione. Mettendo al centro la Parola; dando una forma spirituale ad ogni azione. Poi negli ultimi anni sembra si voglia cancellare tutto preoccupandosi solo di conti e di correre a destra e sinistra. Ma questi vescovi, il papa, non stanno lasciando niente. Creano tifoserie ma non trovano un consenso largo che solo il primato della Parola può costruire. La gente se ne va perché non vede al centro Gesù ma l’ego del prete. Sente prediche vuote e materiali. Si va in Chiesa per trovare Gesù, per trovare pace e ambire al cielo. Per sentirsi elevare da questa società carnale. E poi un giorno arriverà un nuovo Papa o un nuovo vescovo e tornerà indietro. Cancellerà i passi avanti incompiuti o accennati per poi ritornare alle origini. Penso a quanti motu proprio scritti dal papa ma mai definitivi, sempre lasciati alla discrezione del sacerdote. Così un prete assolve e uno no. Uno comunica e uno no. Tutto diventa relativo e il prete, paradossalmente, assume lui il potere di scegliere a nome della chiesa. Insomma anche i pochi slanci in avanti sono confusi. Manca di autorevolezza, di coraggio e di testa questo papa.
    Usciremo ancor più confusi da questo pontificato e la chiesa sceglierà di certo un pontefice tradizionalista per rimettere ordine e cancellare tutti questi parziali passi in avanti. Vedremo cosa resterà di questa chiesa vuota di persone, di idee e di Spirito. Oggi rimane solo un devozionismo indecente e una pletora di teste fasciate in pensione. C’è poco futuro se non si cambia.

  3. Giuseppe ha detto:

    Penso sia necessario ricordarsi che i preti e le suore sono, prima di tutto, esseri umani e lo restano a prescindere dall’abito che indossano o dal ruolo di cui sono investiti. E l’essere umano, come ben sappiamo, non è perfetto.

  4. Miranda ha detto:

    Non conosco alcun sacerdote che non sia un fenomeno da baraccone, non abbia disturbi psichici o non insegni dubbia dottrina. Ecco alcuni degli ultimi casi.

    Don Bruno Maggioni
    Invitato un Rai in una trasmissione di pettegolezzi per casalinghe, senza che nessuno glielo abbia chiesto si è messo a cantare sguaiatamente una canzone di montagna che dice che fare l’amore con le belle donne è peccato, ma farlo con quelle brutte è un opera di carità.

    Don Ambrogio Mazzai
    Il vescovo gli ha ordinato di frequentare il corso di laurea in marketing e comunicazione. Si tratta del corso di laurea inutile per eccellenza, buono per gente complessata che ha bisogno di dire che ha una laurea, e quel pochissimo di vero che vi si insegna sono tecniche per imbrogliare il prossimo raccontando il falso.

    Don Alberto Ravagnani
    Ha fatto un video dicendo che i ragazzi non vanno a confessarsi perché il prete puzza.

    Don Mario Galbiati
    Ha fatto una radio fotocopia di quella di un altro e passato tutta la vita in invidia e complesso di inferiorità.

    Don Silvio Zonin
    Ha detto che durante alcuni suoi esorcismi, nella bocca del posseduto di materializzano oggetti metallici

    Don Paolo Piccoli
    Ha ucciso un altro prete.

    Don Luca Parolari
    Entrato in crisi spirituale, dopo una lunga pausa di riflessione viene destinato ad altro incarico.

    Don Diego Pirovano
    Suicida.

    Don Donatien Mbayhornom
    Suicida.

    Suor Cristina Scuccia
    Lascia e va in Spagna a fare la cameriera.

    • Don Giorgio ha detto:

      Non si deve mai generalizzare. Conosco anche personalmente preti bravissimi, autentici uomini di Dio. Ciò che contesto è la Chiesa in quanto grossa istituzione che ha perso l’anima o lo Spirito. È sempre successo così: c’è la santità o la profezia nella Chiesa, c’è la Mistica (condannata dalla Chiesa istituzionale!), e c’è anche il marciume. Lei ha fatto un elenco di preti “fenomeni da baraccone”,potrei fare un lungo elenco di preti, veri ministri del Cristo radicale. Dio ci ha dato due occhi…

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