Omelie 2019 di don Giorgio: EPIFANIA DEL SIGNORE

6 gennaio 2019: EPIFANIA DEL SIGNORE
Is 60,1-6; Tt 2,11-3,2; Mt 2,1-12
Una premessa necessaria
Dire che l’episodio dei magi, presente solo nel Vangelo di Matteo, non è storico, non solo non mette a rischio la veridicità dei Vangeli, ma, letto in senso allegorico, ci aiuta a cogliere meglio uno tra i molti messaggio natalizi.
Attenersi ad ogni costo al senso letterale della Bibbia può portare lontano dal comprendere in profondità la Parola di Dio, cadendo tra l’altro in quel fondamentalismo religioso che ha sempre procurato guai alla religione e alla Chiesa cattolica: pensiamo agli scontri tra scienza e fede, le cui ferite sono tuttora aperte.
Una cosa è certa: siamo stati educati con storielle prese per vere, mettendo a rischio la nostra maturità di fede. Più che negli eventi storici, la Parola di Dio è viva soprattutto nei miti, nei simboli e nelle allegorie che, proprio perché tali, ovvero liberi da involucri rigidamente storici, permettono alla Parola di Dio di parlare più liberamente al cuore umano.
L’episodio dei magi non è storico
Oramai anche gli esegeti concordano nel dire che il racconto della nascita di Gesù è un insieme di storielle da non prendere alla lettera: pensiamo al racconto dei pastori e pensiamo soprattutto al racconto dei magi. In ogni caso, il racconto dei pastori non ha creato alla scienza scontri come la storia di una cometa che si muove, guidando i magi verso il bambino Gesù.
Lo confesso: da quando ho iniziato a leggere in senso allegorico, diciamo mistico, e non in senso strettamente letterale/storico il racconto dei magi, ogni qualvolta lo leggo scopro cose sempre nuove sull’essere umano alla ricerca del Divino, evitando così di cadere, come si è fatto e si continua a fare, nel grottesco e nel ridicolo, andando addirittura alla ricerca di particolari del tutto secondari e inutili (da quale paese esattamente i magi provenivano, quanti erano, chi erano, dando un nome anche alla cometa, ecc. ecc.).
Il racconto dei magi è uno tra i più allegorici che troviamo nel Vangelo di Matteo. Proviamo allora a leggerlo in senso allegorico/mistico, e scopriremo cose eccezionali.
I magi
Chi sono i magi? Sì, chi sono, e non chi erano. I personaggi storici appartengono al passato, quelli simbolici appartengono al presente.
Mago non è un nome che richiama un ceto sociale, culturale o religioso. Possiamo dire che i magi sono gente incuriosita dai misteri della vita o, meglio, da quel qualcosa di arcano che affascina lo spirito che scruta l’essere divino presente nel creato.
Nel racconto di Matteo, il mago non ha nulla di stravagante, di eccentrico o di stregoneria. È, invece, colui che si fa prendere dalla magia (da qui la parola “mago”) dell’infinito.
La magia è ovunque: ne siamo attirati, quando risvegliamo, dentro di noi, l’attrattiva del bello, come immagine del Bene Sommo.
Allora, possiamo anche dire che mago è il filosofo o il mistico d’altri tempi.
Oriente
Da dove provenivano o, meglio, da dove provengono i magi? Matteo parla di oriente, senza specificare oltre. A differenza del nome “occidente”, che significa “là dove il sole sta per tramontare”, “oriente” significa “là dove il sole sorge”.
I magi, ovvero gli incantati dalla magia del Bello e del Bene, non sono mai al termine di un cammino, come se la verità avesse già esaurito il suo interesse, ma per i magi la bella avventura della vita è sempre da iniziare, come al sorgere di un nuovo giorno.
La stella
Per i magi, gli affascinati dalla novità della ricerca interiore, c’è sempre una stella pronta a farsi viva, lucente, come una guida provvidenziale: nulla, dunque, di appariscente proveniente dall’esteriore al nostro essere.
I Mistici parlavano, e potrebbero ancora parlare, di “scintilla divina”, che è nel fondo della nostra anima. Le stelle, diciamo fisiche, brillano nel firmamento, di notte. La “scintilla divina” brilla dentro di noi, quando i sensi dall’esterno non agiscono con le loro false luci, quasi oscurando la “scintilla divina”.
Altro che una cometa tale da far arrabbiare la scienza! La “scintilla divina” è più potente di ogni scienza. E la stessa scienza dovrebbe beneficiarne, visto che è troppo orgogliosa delle proprie scoperte, più meccanicistiche che vitali, tali da far soffrire il vero progresso dell’umanità.
La città
I magi entrano nella città di Gerusalemme, per chiedere informazioni sulla nascita del Messia. La stella scompare, per lasciare il posto al potere politico, che subito si preoccupa, e del potere religioso che dà indicazioni sul luogo della nascita, ovvero Betlemme.
Questo aspetto del racconto, se preso alla lettera, è del tutto eccessivo. Del resto, la nascita di Gesù, essendo rimasta sconosciuta sia al potere politico che religioso, non poteva preoccupare nessuno dei due. Se, invece, leggiamo l’incontro dei magi con Erode il Grande e con il capi religiosi in senso allegorico/mistico, allora possiamo fare almeno una considerazione. Ogni intromissione di carattere politico o religioso fa tacere la voce della coscienza, offusca la “scintilla divina” che è in noi, ci distoglie dal nostro incontro con Dio. Ma tutto serve, anche fare conoscenza con il male, che si può anche definire “la legge della forza”. La grazia di Dio, che è l’incontro con il mondo del Divino, è l’anti-forza, ovvero amore intelligente, ovvero illuminato dallo Spirito santo.
Il Bimbo e il ritorno a casa
Vorrei soffermarmi di più sull’incontro dei magi con il Bimbo eccezionale e sul loro ritorno in patria, ma mi rimane poco tempo. Dico solo che, secondo i grandi mistici medievali, l’incontro con il Divino è una rinascita o rigenerazione dell’anima. Da tempo insisto su questa straordinaria realtà. Non siamo noi a fare doni a Dio, ma è Dio è farci dono del Figlio che si rigenera nella nostra anima. Questa è la nostra vera conversione: non è qualcosa di carattere morale o comportamentale, ma di “essere”: da esseri umani diventiamo esseri divini. Qui cambia non solo la nostra storia, ma anche quella del mondo.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*