E la Chiesa continua… Speriamo in meglio!

 

 

di don Giorgio De Capitani

Papa Ratzinger ha dato le dimissioni!

Per ora non ho nulla da commentare,
altrimenti direi le stesse scontate cose dei mass media.

Più che il papa in sé mi stanno a cuore
le sorti della Chiesa di Cristo.

Certo, la figura del papa conta, eccome!
Ma vorrei che contasse di più ciò che la Chiesa
dovrebbe rappresentare, ovvero l’amore universale di Dio.

Basta con una Chiesa-potere!
Basta con una Chiesa-struttura di una religione di potere!

Si andrà presto al conclave!
Si continuerà negli errori del passato
di affidare le sorti della Chiesa a un collegio di cardinali
che, nella loro stragrande maggioranza, sono tutto
tranne che ministri di una Chiesa al servizio dell’Umanità.

Non dico che il papa andrebbe scelto
chiedendo il parere della base della Chiesa,
ma che almeno i vescovi del mondo venissero interpellati.

Lo so che è difficile riunire per il conclave
tutti i vescovi e i cardinali a Roma,
ma chi ha detto che il conclave
dovrebbe svolgersi nel segreto delle stanze vaticane?

Perché non rivedere anche il primato del papa?
Perché non dare più “potere” ovvero più autorità al collegio episcopale
nelle decisioni sia in campo dogmatico che in quello morale?

Sento dire da più parti:
– Il Papa è prigioniero in Vaticano e del Vaticano!
Il rischio c’è.
E allora perché non rimettere le sorti della Chiesa
nelle mani di tutti i vescovi del mondo?

Una Chiesa monarchica non potrà mai sfuggire
alle logiche di potere, tanto più se la reggia è occupata
da gente losca e affaristica,
da fondamentalisti ciechi e ottusi.

Forse è giunto il momento in cui il papa
cambi residenza, fuori dalle mura del Vaticano.

Non si può restare nel covo delle vipere!
Prima o poi qualcuna di queste morderà,
se un papa dovesse uscire da certi canoni.

Inutile fare previsioni sul nuovo papa:
bianco nero o giallo? di destra o di sinistra?
conservatore o innovatore?

Una cosa però è certa: la Chiesa
o si aprirà all’Umanità, o sarà costretta
a subire altre umiliazioni, perdite e fallimenti.

Eppure basterebbe poco:
uscire dalla prigione di una religione
e respirare aria pura, quella dello Spirito di Libertà.

Per ora non dico oltre:
avrò modo di approfondire ciò che ho detto.

Per ora lascio la parola agli ipocriti estimatori
di un papa che ha lasciato la Chiesa ai ceppi
di un dogmatismo e di un moralismo senza Umanità.

Le dimissioni sono l’atto estremo
di un pontificato ormai agonico.

 

87 Commenti

  1. antonio luigi mori ha detto:

    Credo che lo scambio a volte bellicoso tra me e Gioele, conclusosi con reciproci sinceri auguri sia la dimostrazione di come lo STILE di Don Giorgio sia profondamente evangelico. Egli ci insegna a dire pane al pane, vino al vino: alla fine l’umanità vera nella schiettezza di ciascuno di noi prevale. Ai sepolcri imbiancati lasciamo la finta etichetta e l’ipocrita viltà.

  2. Antonio Luigi Mori ha detto:

    Circa la frase del prof. Le Goff su Giovanni Paolo II. riporto fedelmente dal libro “Intervista sulla Storia”, a cura di F. Maiello, Mondadori, 1993:

    “Credo che un’espressione particolarmente spettacolare del successo del Medioevo e del suo mito oggi si incarni nell’attuale papa. Questo papa che, con il suo comportamento, con le sue idee, con la sua parola è un uomo del Medioevo, ma che allo stesso tempo è l’uomo dei mass media, dei quali sa servirsi perfettamente. Per me, l’attuale papa Giovanni Paolo II è il Medioevo più la televisione. è in definitiva il simbolo, il riassunto, l’espressione stessa dei legami che esistono fra il mondo attuale e il Medioevo”.

    Sarò un povero geometra appassionato di storia ma cerco di documentarmi e non offendere nessuno con saccenza e arroganza. tutti abbiamo da imparare dagli altri. Grazie don Giorgio della tua ospitalità su questo blog.

    • Gioele ha detto:

      Vede Mori, il problema sta alla base.
      La Storia, che come diceva un altro professore (di sta minchia, o di sto cazzo, SONO SUE ESPRESSIONI molto limitate ed invidiose) è la Scienza degli uomini nel tempo, spesso subisce stornamenti di impervia accettazione. Le Goff utilizza un’iperbole in un contesto specifico che, permetta, non è quello che lei indica. In altre parole solo un profano come lei potrebbe dedurne un semplicismo così didascalico.
      Contesto, signore mio, contesto.
      Io ho pubblicato per diverse case editrici, ma mi creda, raramente ho DOVUTO spiegare il mio obiettivo attraverso frecce semantiche non conformi al dettato della mia missione storiografica.
      Turpiloquio? Il mio? Non mi faccia sorridere, Mori! I suoi dsm, o dsc, sono molto più volgari di ciò che io le ho detto in forma diretta.
      Se poi vuole continuare a fare la ninfa dai candidi manti, si accomodi, faccia pure.
      Io sono di “dura cervice”, ricorda?
      Ah, ma già, lei proviene da una famiglia di partigiani che ha salvato tanti, tanti, tanti miei correligionari…
      Le fiabe, che bello crederci in un paese che ci ha venduti a peso…
      Addio, Mori.
      Ah, se passa per Trieste vada a visitare S. Saba.
      Io non ci riesco più.
      Come? Chi ha pronunciato quella frase sulla Storia? Marc Bloch, un po’ il padre culturale di tutti noi storici della Scuola di Torino. Ma non si preoccupi, era anche lui “di dura cervice” e, come mi ricordava sempre il compianto Duby, sparava parolacce in Ateneo a pioggia.
      Gentaglia, questo siamo.
      Meglio non frequentarci verbalmente, mi creda, anche perché le battute sulla badante od i miei nipoti…l’hanno proprio fatta cadere in basso.
      Ci vada a S. Saba, capirà tante cose.

      • antonio luigi mori ha detto:

        Grazie professore per la sua dotta e preziosa lezione.Personalmente non riesco a starle dietro perché sono un povero ignorante (oltre che un bugiardo). Sono convinto che il suo alto magistero meriti un contesto più adatto di questo. Le auguro ogni bene.

        • Gioele ha detto:

          Ciao Antonio, io non sono un bugiardo, ma ti auguro ogni bene ugualmente. E sinceramente.

          • antonio luigi mori ha detto:

            Ciao Prof. anch’io non sono bugiardo. E’ vero che un mio zio ha salvato una famiglia di ebrei, questo lo voglio sottolineare, mentre un cugino prete era partigiano in montagna. Se in gioventù hai sofferto mi dispiace, ma ora sii più sereno e goditi gli affetti assieme ai libri che ami. E domenica mi sa che voteremo nella stessa maniera se sei un vecchio socialista. Stammi bene!

          • Gioele ha detto:

            E dillo subito, Antonio! Butta via il “professore” e chiamami Gioele. Siamo rimasti in pochi, compagno. Ti abbraccio.

  3. Antonio Luigi Mori ha detto:

    Interessante analisi di Alberto Melloni

    La rinunzia (Corsera 12-2-2013)

    La situazione che si è aperta con l’annuncio della rinunzia di Benedetto XVI all’ufficio di vescovo di Roma e pastore della chiesa universale è delicatissima. Il fatto in sé è imprevisto nei suoi tempi (anche se l’enormità ecclesiologica di far vescovo il proprio segretario poteva farlo presagire). Il diritto canonico, però, ha sempre contemplato la possibilità che il papa possa “rinunciare liberamente” al proprio mandato, senza che nessuno debba discutere, votare o accettare le sue dimissioni. E così è stato (con la variante non del tutto banale che Benedetto XVI ha fissato la sua cessazione dall’ufficio distante due settimane dall’annuncio di oggi). La fisiologia del diritto ha fatto sì che il primo ad essere informato sia stato il collegio cardinalizio, a cui incombe l’obbligo di provvedere all’elezione del papa, e che il suo decano, il cardinale Angelo Sodano, l’unico ad essere preavvertito, si sia messo in moto per un conclave certo singolare.

    L’andamento dell’episcopato romano di Ratzinger non è così dissimile da quello che aveva vissuto quello di Monaco. Là un accumularsi di tensioni e ripicche che avevano sovrastato le sue doti di governo. Con in più, nel caso vaticano, un accumularsi di tradimenti, nefandezze e traffici, dai quali si è ritratto, aumentandone incolpevolmente la magnitudo. Forse valutando da sé la propria salute. Certo pressato l’amarezza di aver fallito in quella riconciliazione con i lefebvriani che l’hanno attratto nella trappola delle concessioni senza nulla concedere. Fino a convincersi a passare la mano, anziché cercare persone nuove per gli alti ranghi nuovi nella sua curia.

    I precedenti storici di un gesto simile sono lontani. Riguardano eretici e monaci: non un uomo che nel precedente conclave ha enunciato in modo durissimo un programma pontificale di lotta ideologica al relativismo. Il futuro, invece, è vicinissimo: ed è pieno di anomalie, di insidie, di strettoie.

    Il papa, dicevo, ha posto come termine del suo mandato il 28 febbraio: e già questo introduce nella procedura qualcosa di anomalo. S’apre oggi un tempo lunghissimo nel quale tutti i cardinali – anche gli ultraottantenni che non parteciperanno al conclave – faranno sentire la loro voce, il loro peso, le loro inclinazioni: seguito dalle congregazioni generali per l’attesa degli elettori, che normalmente coincidono con il lutto del papa e che in questo caso andranno fissate e modulate: congregazioni che vedranno presenti i grandi vecchi di un collegio intimidito dalla circostanza non meno di quanto lo fu dalla folla venuta a venerare il corpo morto di Giovanni Paolo II. Nulla di male, ma da quando nel 1968 Paolo VI escluse dall’elettorato attivo gli ottuagenari la tensione fra il gruppo del 120 elettori e i non elettori, ormai una folla, è stata un fattore critico. Sarà il cardinal Sodano il regista di questo passaggio delicatissimo e sarà lui a decidere quando pronunciare l’orazione de eligendo pontifice che accompagnerà gli elettori alle porte della Cappella Sistina.

    Il secondo punto ancor più delicato riguarda il peso della eredità di Ratzinger nel conclave stesso. La morte del pontefice, infatti, concede agli elettori lo spazio per una valutazione breve e tutto sommato libera dell’andamento del pontificato precedente: non è la chiesa cattolica il luogo di sbraitate sterzate; ma è quello nel quale avvengono grandi svolte, come quella fra Pio X e Benedetto XV o fra Pio XII e Giovannni XXIII o fra Paolo VI e Giovanni Paolo II. Svolte che si basano sulla capacità e la volontà dei cardinali di dichiarare chiusa una stagione e prendere atto che il papa defunto “aveva mille doti, però…”. Qui le cose rischiano di essere diverse: il fremito di pre-beatificazione di Benedetto XVI, che fece per nobilitate il gran rifiuto, se dovesse durare nel tempo (un tempo nel quale Ratzinger parlerà, dirà, apparirà) mette i cardinali elettori davanti al dilemma: o esporsi per cercar di capire c’è stato di strutturale e teologico nella crisi che ha travolto il papato tedesco; oppure presentarsi come i fautori di una continuità e cercare di dare ancora spazio ad una linea di governo in funzione di un papa quasi-teologo e quasi-tedesco.

    Il terzo punto riguarda la destinazione fisica di Ratzinger. Ieri è stato detto (ma sono notizie di stampa) che il papa si ritirerà a Castello per la seconda metà della quaresima e poi andrà ad abitare dentro il perimetro Vaticano, in un convento in via di risistemazione. Nel secolo XX qualcuno ha accarezzato l’idea delle dimissioni, come Paolo VI all’indomani dell’Humanæ vitæ. Wojtyła nella acuzie della malattia aveva immaginato di poter rinunziare e di ritirarsi in un convento polacco, per svanire dalla scena pubblica. Le notizie di oggi dicono invece che il l’ex papa vivrà a Roma, in Vaticano. Non si tratta certo della tragedia dei due papi dei tempi dello scisma d’Occidente. Il papa sarà uno solo e Ratzinger sarà uno delle migliaia di vescovi emeriti della chiesa cattolica. Ma certo l’idea che l’ex papa decida di sé, obbligando il successore o ad accettare un condominio non facilissimo (andrà a trovarlo? concelebrerà? lo consulterà?) o ad allontanarlo con un provvedimento che tutti leggeranno come prepotente, dice quali e quante siano le cose di cui tener conto in quello che di nuovo, com’è stato nei secoli passati, sarà un conclave lunghissimo di cui l’ansa delle 11.27 dell’11 febbraio 2013, ha segnato l’inizio.

    Alberto Melloni

  4. paolo69 ha detto:

    1: sono convinto che Papa Benedetto ha fatto la scelta giusta e dato un esempio morale rinunciando al papato (è l’ottavo da Pietro e la rinuncia è tranquillamente disciplinata dal can.332§2), lascia il posto a un altro che proverà con modalità diverse (spero!) a risolvere gli stessi problemi, in questo ha fatto la scelta esattamente contraria di Giovanni Paolo 2 che ha mostrato un tragicomico attaccamento alla poltrona con la scusa che “Gesù non è sceso dalla croce”… sì però restando in carica avendo irreversibilmente perdute le capacità mentali…si fa salire sulla croce il miliardo circa di cattolici nel mondo che restano o senza decisioni o, venivano prese per lo più, di fatto, dal Suo Segretario particolare il giustamente criticato Stanislaw Dziwisz che si era, di fatto, autopromosso…vice-papa!! Riguardo a questa rinuncia c’entra molto penso la mentalità tedesca, anglo-sassone del Nostro, più pronta all’autocritica e ai risultati, meno autoreferenziale e chiusa di una latina: un Papa italiano o polacco non me li vede proprio a lasciare spazio a altri…
    2: …del resto questa di Benedetto di rinunciare è una delle poche scelte azzeccate di un Pontificato fallimentare, già dimenticato, che è stata una successione di errori anche grossolani sia sul piano dottrinale (es.:la restaurazione della liturgia preconciliare) sia sulle scelte pastorali (es.:la remissione della scomunica a un vescovo…negazionista!).
    Questo libri critici fondati su fatti sostanzialmente precisi pubblicati dalla benemerita casa editrice Kaos su papa Ratzinger (www.kaosedizioni.com) nell’occultamento mafioso della servile pubblicistica italiana, che elenco a partire dagli ultimi 2 pubblicati, aiutano a sapere di più su Lui e sulla situazione criticissima in cui è la Chiesa cattolica oggi.
    L’ultimo dell’elenco, quello del tedesco Posener, pubblicato da Garzanti offre anche uno spaccato psicologico sull’uomo fra cui la sua solo apparentemente felice infanzia e il suo presumibilmente difficile e sofferto rapporto con la propria identità sessuale.

    · INTRIGO PAPALE
    · autore Discepoli di verità
    · isbn 978-88-7953-243-3
    · pagg. 170
    · prezzo € 15,00
    · sottotitolo :Faide di potere in Vaticano per la successione di Benedetto XVI
    · http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=214:intrigo-papale&Itemid=14
    ·
    · LA BESTIA IN VATICANO
    · autore I Millenari
    · isbn 978-88-7953-240-2
    · pagg. 254
    · prezzo € 20,00
    · http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=210:la-bestia-in-vaticano&Itemid=14
    ·
    · POVERO CRISTO
    · autore Discepoli di verità
    · isbn 978-88-7953-200-6
    · pagg. 196
    · prezzo € 17,00
    · sottotitolo :Potere, denaro, omofobia: Satana nella Chiesa di Benedetto XVI
    · http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=145:povero-cristo&Itemid=14
    ·
    · I TRIANGOLI ROSA DI BENEDETTO XVI
    · autore Discepoli di Verità
    · isbn 88-7953-151-4
    · pagg. 192
    · prezzo € 15,00
    · sottotitolo : La fobia antigay di Joseph Ratzinger
    · http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=81:i-triangoli-rosa-di-benedetto-xvi&Itemid=14
    ·
    · LA CHIESA ANTISEMITA DI PAPA RATZINGER
    · autore Discepoli di verità
    · isbn 978-88-7953-203-7
    · pagg. 218
    · prezzo € 18,00
    · http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=144:la-chiesa-antisemita-di-papa-ratzinger&Itemid=14

    · L’INQUISITORE
    · autore Discepoli di verità
    · isbn 978-88-7953-213-6
    · pagg. 250
    · prezzo € 18,00
    · sottotitolo :Soprusi, omissioni e connivenze del cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione dottrinaria negli anni del pontificato wojtyliano
    · http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=143:linquisitore&Itemid=14

    · titolo SEGRETO PONTIFICIO
    · autore Discepoli di verità
    · isbn 978-88-7953-178-8
    · pagg. 190
    · prezzo € 15,00
    · sottotitolo :I crimini sessuali nella Chiesa nascosti da papa Wojtyla e dal cardinale-prefetto Ratzinger.
    · http://www.kaosedizioni.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=86:segreto-pontificio&Itemid=14
    ·
    La crociata di Benedetto. Il Vaticano in guerra contro la modernità [Brossura]
    Alan Posener (Autore),
    · Brossura: 214 pagine
    · Editore: Garzanti Libri (6 maggio 2010)
    · Collana: Saggi
    · Lingua: Italiano
    · ISBN-10: 8811601096
    http://www.amazon.it/crociata-Benedetto-Vaticano-guerra-modernit%C3%A0/dp/8811601096/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1361131983&sr=1-1

    ·

    • Gioele ha detto:

      Tutte letturine fantastiche della Kaos edizioni…una serie di cagate incredibili.

      • Antonio Luigi Mori ha detto:

        Mi scusi prof. Gioele, ma rileggendo i suoi cortesi commenti mi sembra di cogliere espressioni gergali giovanili proprie di uno studente e non di un anziano docente universitario. Beato lei. Si vede che insegnando ai giovani si rimane giovani! chissà come apprezzeranno alle scuole di comunità di CL il suo spirito sempre fresco.

        • Gioele ha detto:

          Il problema per lei è che non si rende conto del suo basso grado di perspicacia.
          Che cosa c’entro io con “le scuole di comunità” di Cl resta un mistero.
          Sei il secondo che insinua che io sia uno studente universitario. Mi fa piacere. Il primo però era un fascista. Tu?

          • Antonio Luigi Mori ha detto:

            La prego di mantenere il tutoyer egregio signor professore dsm. Io sono oltre. Come lei: al di là del bene e del male, Nietzsche dixit. o forse no, mio caro?

          • Gioele ha detto:

            Mi spiace, caro geometra, io sono stato socialista per una vita. E resto convinto che il socialismo di Treves e poi di Pertini fosse la strada giusta.
            Non so che cosa voglia dire la sigla dsm. Ma non m’importa granché.

    • paolo69 ha detto:

      a Gioele:
      1:Non mi lascio provocare da Lei, perchè lascia un commento offensivo, aggressivo e volgare che non entra nel merito?
      2: Ne ha letto qualcuno? Non sono libri di barzellette o blasfemi: contengono FATTI precisi (gravi)per cui va semmai indagato se è vero o falso ogni preciso fatto riportato dato che un fatto o è vero o è falso:questa è una mentalità aperta critica pragmatica e propositiva.Poi Lei sa sicuramente bene che gli autori cioè i Millenari o i Discepoli di Verità sono non anticlericali da osteria ma chierici anche Vescovi che lavorano in Vaticano e che vogliono denunciare anonimamente l’immoralità che devono vivere in quegli ambienti…si capisce subito che le informazioni vengono dal di dentro e non certo da portalettere…buona lettura (critica certo!)

      • Gioele ha detto:

        Ha ragione, Paolo 69. Le chiedo scusa.

      • antonio luigi mori ha detto:

        Concordo con te. Ma il professor Gioele, già docente universitario dsc, è abituato così: che ci vogliamo fare. Lui in cattedra e noi appecoronati ad ascoltare il suo verbo.

        • Gioele ha detto:

          Lei è un povero stronzo, caro il mio signor Antonio Luigi mori, uno stronzo malcagato.

          • Claudio ha detto:

            credo (ma potrei sbagliarmi) che stiano per ‘di sta minchia’ e’ di sta’ ceppa.
            seriamente, dai, tu hai pensato (anche comprensibilmente visto l’affaire di quello stronzo di Kaisersose) che fosse un nazi di quelli che passano di qui quando ha detto ‘polacco’, lui non e’ nazi e sentitosi offeso ha detto la stronzata su S. Saba ( e se la poteva decisamente risparmiare, che non si scherza su queste cose), dopo di che il delirio. Riappacificatevi e-o ignoratevi, tanto mica vi dovete sposare , che gia i matrimoni tra cattolici ed ebrei sono disincentivati, tra due uomini poi …
            Un abbraccio a te (che qua tra geometri e professori io c’avrei anche una tesi di dottorato da scrivere e un relazione da salvare anche se non a causa dei trady come sosteneva Federico. e la devo scrivere in inglese, che anche con me l’accademia Italiana non e’ stata tenerissima..ne converrai che e’ dura, quindi mica posso mettermi a fare il paciere tra due polentoni che litigano:)

          • Antonio Luigi Mori ha detto:

            Non ho mai letto espressioni così volgari dette da un professore dsc (di scienza chiara), dsm (di scienza massima). Questo lo scrivo per Claudio. Sono un geometra, non sarò un professore, ma non sono volgare. Mi piace scherzare. Pensare che io fossi un nazista o un fascista mi ha ferito. La questione di san Sabba (e non san Saba) l’ho detta perché il professore mi sembrava un ragazzo.Non era una battuta ma una precisazione. Rispetto chi ha sofferto, ma ciò non toglie che qui ormai siamo caduti nel turpiloquio che non c’entra niente con tematiche che meriterebbero ben altra serietà. Professore mi offenda pure quanto vuole. Scarichi tutto il suo rancore: come si dice a Firenze per me le parolacce solo “Acqua halda”.

  5. Antonio Luigi Mori ha detto:

    Pwr usare l’efficace terminologia di Don Giorgio, il Polacco fu un papa medievale: forte e carismatico, ma dalle decisioni inflessibibili e poco collegiale. Il Tedesco è stato il papa della Parola e della profondità riflessiva. Risparmiateci il Brianzolo.

    • Gioele ha detto:

      Ma non dica imbecillità, prego. A quale papa medievale si riferisce?

      • antonio luigi mori ha detto:

        Medievale è un aggettivo per definirne il tratto carismatico, il decisionismo e la forte spiritualità. non mi sembra di aver detto una imbecillità. Don Giorgio nel caso ha la facoltà di cancellare il mio post se non sono alla’ altezza. Sono un semplice geometra con la passione della lettura.

        • Gioele ha detto:

          Io sono uno storico, vedi tu. Ma più un Gregorio VII o, che so, un Innocenzo III?

          • Antonio Luigi Mori ha detto:

            A professo’…allora sei de coccio: t’ho detto che medievale è ‘n aggettivoooo! Inzomma: vedi te quello cche te piace de ppiù. Come ha detto er grande storico Jacques Le Goff (‘o conosci? c’hai magnato inzieme?): “Per me, l’attuale papa Giovanni Paolo II è il Medioevo più la televisione”. Me pare ‘na bella definizzione.

          • Gioele ha detto:

            Jacques Le Goff, che ho il piacere di conoscere bene, non ha mai detto una frase del genere.Se lei vuole andare avanti con questa scialba polemica faccia pure. Posso elencarle altri miei colleghi con i quali “ho mangiato”: Tabacco (la terra gli sia lieve), Duby (con lui parlare di Storia era come volare, riposi in pace), il mio allievo Giuseppe Sergi, Renato Bordone (strappatoa questa vita troppo presto), e poi Luis Firpo, Nicola Tranfaglia, Fabiolino Levi. Se vuole ne ho altri con cui ho mangiato, vissuto, lottato. Non sono di coccio, sono di acciaio. Spero ancora per un po’…

  6. Gioele ha detto:

    Prego chiunque abbia voglia e tempo per farlo di andare a leggere il commento del signor Antonio Luigi Mori ad un mio intervento.
    E’ un commento che trovo molto sgradevole, soprattutto nella parte finale.
    Antisemita è il termine acconcio per evidenziarlo.
    Così si gioca sporco, molto sporco.
    Ma si sa, sono affari di famiglia.
    Il giudeo di dura cervice non è ammesso.
    Dovevo ricordarmene.
    Stupido io che ho voluto esprimere un giudizio.
    Posso dire una cosa? Ho la nausea.
    Grazie a tutti…di tutto.

    • Claudio ha detto:

      @ Gioele minchia, ma manco il tempo di essere contento di risentirti su questo blog e gia’ mi ti devono fare incazzare? Antonio Luigi Mori, combattemmo insieme le guerre contro il ciellino rompiballe che trollava, che ti accade, sindrome post -traumatica?

      Comunque Gioele trovo molto interessante il tuo commento, sopratutto considerando che da parte cattolica i giudizi su questa faccenda sono decisamente poco lusinghieri, non tanto da chi con Benedetto XVI ce l’ha sempre avuta ma proprio dai catto tradizional fascisti che fino a ieri lo idolatravano (o dicevano di)….hanno perso quello che consideravano il loro spacciatore di anticaglie (che per questi la Chiesa e’ un po come il mercato dell’antiquariato, da cui estrarre roba-che-nessuno-conosce-o-ricorda per meglio vestire il loro moralismo narcisista e snob) e ora da buoni tossici si sentono traditi….

      • Antonio Luigi Mori ha detto:

        Alla persona che mi ha dato velatamente del nazista per aver indicato col termine “polacco” Giovanni Paolo II, dal momento che in famiglia abbiamo avuto partigiani che hanno rischiato la vita sull’appennino e uno zio che salvò una famiglia ebrea dalle retare nazifasciste nascondendola nella propria abitazione, ho voluto rispondere provocatoriamente. Se al signor Gioele piace far la vittima, affari suoi. Lo lascio nel suo brodo condito di insulti.

        • Gioele ha detto:

          Punto primo: lei è un cretino perché ha accennato al “popolo di dura cervice”.Questo lo trovo disdicevole e antisemita.
          Secondo: i miei torturatori a S. Saba erano italiani e lei non sa nemmeno di cosa parla quando afferma la famosa frase: “Ho avuto partigiani in famiglia”.
          Terzo : io non uso fare la vittima, e nonostante la mia età, creda, se viene a Torino le tiro un cazzotto sui denti da farle fare in un secondo il giro del mondo.
          Quarto: sono stato docente universitario per molti, molti anni. Mi chiami professore: LEI è signore…nell’accezione sminuente del termine.

          • antonio luigi mori ha detto:

            Signori si nasce e io modestamente lo nacqui! Diceva il grande Totò.
            PS. Ma non era s. Sabba con due B la tragicamente nota risiera?
            PSS. Siamo tutti italiani

          • Gioele ha detto:

            La risiera è ben nota come S. Saba in dialetto tergestino.
            Mi spiace, ma a me hanno inibito l’italianità nel ’38.

    • Gianni ha detto:

      Contento di rivederti su questo sito.
      DA sempre ho invitato tutti ad usare il ragionamento,evitando di usare, invece della dialettica della ragione, epiteti e via dicendo, con cui non si va da nessuna parte…
      Ben tornato!

      • Gioele ha detto:

        Ciao Claudio, ciao Gianni.
        E’ davvero bello rileggervi e partecipare con voi di questo blog.
        Quanto al signor Mori gli rinnovo il mio disprezzo.

      • Antonio Luigi Mori ha detto:

        Mi son preso dell’antisemita, dell’imbecille, del cretino. Don Giorgio si è preso velatamente del nazista: ammazza alla faccia di chi usa epiteti cortesi. Portiamo pazienza dei vecchietti…o dei ragazzini che trollano…

        • Gioele ha detto:

          E ridagli col ragazzino. Sono molto contento che mi si scambi per un cit, il problema è che sono nonno. Vede, geometra, bisogna arrivarci.

          • Antonio Luigi Mori ha detto:

            Ha ragione esimio professore dsc, lei ci è arrivato. Nonno? poveri nipoti….hanno tutta la mia comprensione….

          • Gioele ha detto:

            dsc? Che cosa significa? Ho sei nipoti, e sono molto legati a me. Vivono in Erez Israel, ma pur essendo israeliani, sabre, vengono spesso a trovarmi. Perché dovrebbero avere la sua comprensione? Che cosa ne sa di come mi vogliono bene?Che cosa sono le sigle “DSM” e “DSC”?

  7. ada ha detto:

    Io penso (e spero!!!) che il prossimo papa non sia europeo, amerei molto il filippino che è diventato cardinale pochi mesi fa.
    Comunque, per me è significativo che l’annuncio sia stato fatto dal Santo Padre nel giorno della ricorrenza del concordato del 1929: secondo me è la fine di Roma sede del papato e dell’accordo stato-chiesa.
    Meno male! Io lo vedo come un vantaggio per tutti e due!
    Probabilmente i beni della chiesa passeranno allo stato e il clero tornerà ad essere nel e con il suo popolo che lo manterrà direttamente, se credente e se vuole godere del ministero del sacerdote.
    Ci sono gionalisti che si chiedono come Ratzinger troverà i soldi per mantenersi (maligna domanda!!!): se anche non gli dessero un vitalizio, basta che pubblichi un libro, che questo verrà comprato in tutto il mondo, da me per prima;
    il papa, infatti, come S Paolo, ha sempre lavorato e non ha passato il tempo libero dagli impegni del suo ministero a cianciare: da buon tessitore, ha sempre lodato Dio servendolo anche con lo scrivere TANTI libri!
    Si diceva che alla Chiesa serve la fede, ma io ritengo che oggi serva soprattutto togliere il portafoglio:
    Dio non ha mai fatto mancare il necessario a chi lo serve con dedizione!

  8. Federico ha detto:

    <>
    1) Infatti la remissione della scomunica a Williamson, Fellay, Gallareta e Tissier de Mallareis e il proseguimento dei colloqui mi sembra proprio un’atto di estrema chiusura…
    2) A me non risulta che de Mattei o simili abbiano avuto problemi con la Santa Sede, sono forse scomunicati e/o condannati dall’autorità ecclesiastica?
    E per la cronaca, un preambolo dottrinale dovrebbero firmarlo il “prete” che gestisce questo ridicolo sito e coloro che approvano le sue livorose (e quanto mai anaLcronistiche) tesi.

    <>
    Ah, quindi questo “articolo” non va bene perchè è troppo duro nei confronti di un Pontefice “anti-tradizionalista”? Forse sarebbe il caso di leggersi dei pezzi scritti su siti giusto un filino più seri a tal riguardo (ad es: http://radiospada.org/2013/02/12/tu-sei-pietro/ ; http://www.corrispondenzaromana.it/considerazioni-sullatto-di-rinuncia-di-benedetto-xvi/ oppure http://www.campariedemaistre.com/2013/02/la-lezione-dellumile-servo.html ).

    <>
    Oserei dire con le quali non voleva parlare, Deo gratias. Teneteveli per voi King-Kung e compagnia brutta.

    • Claudio ha detto:

      @ Federico Levare le scomuniche e’ stato un inizio di dialogo, che a Econe, essendo quei nazinecrofilofeticisti travestiti da ‘veri cattolici’ che sono, non hanno saputo sfruttare. La bravura di Benedetto XVI e’ stata proprio questa; mostrare il vero volto dei ‘difensori della tradizione’. Chi vuole latinare, ora latina; chi vuole buttare un intero concilio nel gabinetto, nel gabinetto finira’.Per quanto riguarda il punto 2:
      Le scomuniche non si comminano cosi’ ad minchiam, Federico, sopratutto considerando che De Mattei e’ a)laico b) storico e non teologo non lo possono ‘condannare (che al massimo significherebbe levare a qualcuno la missio canonica; neanche Mancuso in questo senso e’ stato ‘condannato’, a parte ovviamente le durissime recensioni su Civilta’ Cattolica). Ma sul dibattito, e su quanto gli anti-conciliaristi ‘duri e puri’ si scomunichino da soli, rimando a questo scambio e sopratutto all’intervento di Padre Cavalcoli: http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1348041

      e quest’altro (contro la scuola di Bologna)

      http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/05/31/padre-cavalcoli-scrive-da-bologna-e-chiama-in-causa-i-bolognesi/

      Ne dubito, ma magari i vari anti-conciliaristi capiranno che rifiutare di pacca un intero concilio ecumenico manco fosse stata una specie di woodstock ecclesiale , e la pretesa di decidere cosa e’ dottrina tradizionale e cosa no sulla base del libero esame dei testi magisteriali li mette allegramente nella Gehenna degli eretici in cui cercano di infilare gli altri….

  9. Gioele ha detto:

    Dopo lunga riflessione torno a scrivere qui.
    E lo faccio per due motivi. Caro signor Bregaglio, “il polacco”, come lo chiama lei ricordandomi con paura e terrore altri uomini di altri tempi, a mio umile avviso è stato un gigante. Carlo Maria Martini, a mio avviso di lettore attento, è stato un intellettuale finissimo e per nulla inoperoso nel sociale.
    Non capisco il problema circa il papa Ratzinger. Ma una persona, dico io, non può stare male, cari cristiani? Non può sentirsi debole o vomitare (che brutta parola, vero?) per la fatica?
    Io penso che la mia idea su questo papa non cambi.
    L’ho sempre detestato con antipatia epidermica perché tedesco, ed è un limite che mi riconosco per primo. ma come teologo lo trovo eccezionale. Ieri Moshe Idel l’ha pubblicamente riconosciuto, ripeto…Moshe Idel, come il più importante e lodevole teologo vivente (sic).
    Come collega universitario, Joseph Ratzinger è un intellettuale acribico e speculativo al massimo grado e nessuno, nessuno, mi toglie dalla testa un’idea. Che si sia rotto le scatole e che abbia nostalgia dei suoi libri.
    In ogni caso è il capo della Chiesa cristiana e sta ai cristiani il giudizio.
    Peccato che mi sembrino giudizi in gran parte spietati.

    • Antonio Luigi Mori ha detto:

      Gioele, chi ti ricorderebbe don Giorgio usando il termine “Il polacco” per indicare GPII?. Forse i Nazisti? ma fattu una bella doccia fredda sulla cervice. Ops, forse anch’io ho usato un termine che ti ricorda qualcos’altro….

      • Gioele ha detto:

        Signor Mori, lei è un povero cretino. mi dia del “lei” per favore e, visto che io sarei un uomo dalla “dura cervice”, mi chiami professore. E’ il titolo che mi spetta. Con gentaglia come lei mi piace tenere le distanze.

        • antonio luigi mori ha detto:

          Egregio Professore dsm, credo che per lei urga badante. Ovviamente con almeno due lauree, altrimenti non è all’altezza della conversazione.

          • Claudio ha detto:

            @ Antonio e Gioele: Geometri Professori Ragionieri e titoli vari a parte, mi si conceda un simpatico e orizzontale wagnun: wagnun'(Antonio e Gioele), ma la vogliamo finire?Per favore Signore mandaci su queste pagine come fai spesso e volentieri un ciellino-lefebvriano-clericofascista-pontifexromano-leghista e tutta la marmaglia che per Tuo imperscrutabile disegno spingi a vomitar cagate sul sito di don Giorgio, cosi’ che se proprio si deve litigare, lo si faccia a ragion veduta, e non per misunderstandings, frasi infelici, lei-non-sa-chi-sono-io e stronzate varie!
            PS anticipo la probabile obiezione: perche’ non mi faccio i cazzi miei? Perche’ ho avuto modo di leggere i commenti di entrambi prima di questo scazzo e credo che siate tutti e due meglio di cosi’ ( e anche perche’ poi si intasa il server a don Giorgio; e poi come fanno gli amici integralisti di cui sopra a vergare le loro sgrammaticate reprimende?)

          • Gioele ha detto:

            Ciao Claudio, vorrei proprio sapere che cosa vogliono dire gli acronimi dsm, dsc, che mori usa nei miei riguardi.
            Vedi, lui può anche insultare, ma deve avere il coraggio di farlo senza nascondersi dietro ad un dito. E’ partito col classico riferimento veterocattolico al “popolo di dura cervice”, ha detto che ho bisogno di una badante, che compiange i miei nipoti (di cui vado fiero). Questo è scorretto. Io ho subito l’antisemitismo di questo paese anche per affermarmi nel mio campo, quello accademico. Lui mi dia pure del tu, io gli darò del lei. E’ importante che fra me ed un vile, che sprigiona acrostici per celare insulti, ci sia sempre una certa DISTANZA! Detto questo ti abbraccio cordialmente, Claudio caro.

  10. Valdo ha detto:

    al centro del Meditarraneo c’è un potentissimo Stato con un misero Staterello… attorno

  11. Valdo ha detto:

    speriamo in meglio ma… se viene nominato Scola????

  12. Gianni ha detto:

    E SE CI FOSSE UN’ALTRA VERITA’?

    non c’è dubbio che il tema, a parte le valutazioni personali che ognuno può farsi, è di interesse storico.
    Nel mio precedente commento parlavo del fatto che il precedente delle dimissioni risale a Celestino V,ma…..
    Visto che si è fatto, in uno o più precedenti commenti, cenno a un Gregorio XVII,vorrei dire una cosa che forse non tutti sanno….
    La storia, certo, è fatta di eventi noti,e la storia della chiesa è fatta di eventi formali.
    MA non è detto che non ci siano segreti e fatti che poi, solo dopo anni, saltano fuori, perchè rivelati da fonti, che prima erano rimaste nascoste….
    Di seguito la non certa ma probabile storia di un altro cardinale, segretamente eletto papa e poi dimessosi altrettanto segretamente.
    E questa risale a tempi recenti, agli anni ’50. Ci sono varie fonti a testimoniarla, e ne faccio copia ed incolla da wikipedia, anche perchè riassunto tra i più brevi.
    Eccolo:
    In ambienti tradizionalisti e sedevacantisti è stata a più riprese sostenuta la tesi secondo cui nel conclave del 1958, Siri sia stato eletto papa. Il 26 ottobre, a conclave in corso, i numerosi fedeli presenti in piazza San Pietro per diversi minuti ebbero l’impressione che la tradizionale fumata dalla cappella Sistina fosse bianca, segno dell’avvenuta elezione del pontefice.[5] La tesi è stata sostenuta, tra gli altri, dal giornalista Paul L. Williams, che in una sua pubblicazione dichiarò di aver esaminato un rapporto dell’FBI del 10 aprile 1961 secondo cui i servizi segreti statunitensi erano informati del fatto che Siri era stato eletto papa il 26 ottobre 1958. Secondo questo rapporto (oggi irreperibile), Siri sarebbe stato legittimamente eletto papa, avrebbe accettato l’elezione e scelto il nome di Gregorio XVII, ma gli sarebbe stato imposto dai cardinali dell’Europa orientale di rinunciare al papato poiché la sua elezione avrebbe causato “gravi disordini e l’assassinio di diversi vescovi oltre la cortina di ferro”.[

  13. Luigi Bregaglio ha detto:

    Non ho provato nessuna emozione quando è morto il polacco. Non mi è interessata neppure la fine di Carlo Maria Martini per me tutta queta gente ha trovato la maniera di non fare niente. Questo papa tedesco ha dovuto andarsene sull’odata degli scandali sessuali, finanziari e poi la storia incredibile del corvo che poi era un pappagallo questo peso avrebbe stroncato chiunque ma a me non me ne frega niente ripudio la religione cattolica che è marcia e piena di gentaglia fin dalle fondamenta delle parrocchie distrutta da dei maneggioni che vogliono i primi posti nella società. la rinnego, la ripudio la religione cattolica come il capo dei paolotti di una parrocchia di mia conoscenza ha ripudiato la moglie per infertilità? e questi scorrazzano per le parrocchie che si comportano peggio che nelle faide della locride. Se ha fatto bene il papa o a fatto male non me ne può fregare di meno io credo in un DIO che non è il loro dio della nomenclatura ecclesiatica cattolica

    • Valdo ha detto:

      quello che citi sembra il mio paese ma, credo siano tutti uguali

      Io ho il dubbio circa l’inesistenza di un Dio ma non credo nel loro e, ancor meno, nella loro liturgia. Preferisco quella protestante, senza santi, senza confessione, senza obblighi (povertà castità) ma con il confronto della propria coscienza.

  14. giovanni ha detto:

    I POVERETTI di Messainlatino e quello di Fides et Forma sono sconcertati! Prima inneggiavano al Papa riformatore o reazionario ora sono disorientati e gli dicono “traditore”; lo paragonano perfino a Schettino con tanto i frasi dette dalla Capitaneria, girate per l’appunto al Papa. La delusione, per me sono questi retrogradi che amano una “fede” fatta di rigide regolette da rispettare senza se e senza ma…Una salvezza ottenuta con la raccolta di punti… più novene, più merletti e pizzi, più latino = uguale a più salvezza. Ora si attendono Papa Scola.

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