Questa diocesi cieca e interdetta non è la “mia” diocesi!

di don Giorgio De Capitani
Quando penso alla “mia” diocesi, non penso senz’altro alla diocesi, gestita prima da Angelo Scola e ora da Mario Delpini.
La “mia” diocesi è di tutt’altro spessore morale e mistico. Sì, dico anche morale, perché la morale proviene dalla Mistica, ovvero dalla riscoperta dell’essere umano.
L’intento della religione consiste nel far dipendere la Mistica dalla morale, ovvero dalla “carnalità” di un agire che è l’espressione di una legge che non ha nulla di sacro, intendendo per sacro la realtà dell’essere interiore.
Così la religione ebraica è finita nella più paradossale e oscena ipocrisia e dis-Umanizzazione dell’essere umano (l’Umano è sacro per natura!), e Cristo l’ha distrutta nelle sue colonne (Legge e Tempio): ma non l’ha fatto per istituire un’altra religione!
Lo vogliamo o no capire che il Cristianesimo autentico, quello di Cristo, non è una nuova religione, e non può essere assolutamente una religione, se si vuole essere fedeli alle intenzioni vere di Cristo?
La religione non è solo la banalizzazione del Divino, ma è è dis-sacrazione dell’essere umano.
Pensando alla diocesi di Mario Delpini devo dire di più. Non solo è una religione di ipocrisie, ma è la nullità del Cristianesimo.
A parte la pochezza morale e la vacuità profetica o mistica del “poveretto”, grottescamente o ridicolmente seduto sulla Cattedra di Sant’Ambrogio, la diocesi milanese è in balìa del nulla: di un clero senza Spirito e di comunità cristiane, vittime della ideologia di una barbarie che ha polverizzato la mente di milioni di leghisti.
Una diocesi con un pastore indegno della vocazione del Buon Pastore, con un clero “castrato” nello Spirito e con comunità cristiane “carnalmente” pelle e ossa.
Non c’è via di scampo!
O si toglie di mezzo il “miserello”, ombra dell’ombra di se stesso o di una presunzione da far paura, o si andrà verso la rovina totale.
O si scuote il clero, distogliendolo dal pragmatismo più becero, degno di ministri del fare senza pensare, del pensare senza lo Spirito, o si avrà un gregge sempre più disperso nella più folle alienazione.
O si educherà il popolo di Dio ai valori più alti dello Spirito, riportandolo nella sua sorgente vitale, o si avrà una massa di caproni, degni figli del più dissoluto troiame socio-politico.
 
È vero che in diocesi c’è una cecità spaventosa: ma come si può rimanere del tutto indifferenti?
Non esiste un prete, almeno uno, che alzi la testa e gridi come il Battista nel deserto?
Tutti conniventi o consenzienti? Non lo vorrei nemmeno pensare.
Ma la realtà è questa: nessuno tra il clero milanese ha il coraggio di gridare: “Adesso basta! Il vaso è colmo di ipocrisie e di nullità! O meglio: il vaso è vuoto dello Spirito di Novità!”.
E le cosiddette Comunità di base dove sono? Già, dove sono! Anch’esse vittime di una cecità terrificante e di una inutilità spaventosa!
E la diocesi milanese sfugge ad ogni tentativo di rinascita, vittima di una stupidità educativa, solo pelle, nient’altro che pelle.
E poi ci lamentiamo che si è nelle mani di barbari leghisti, che stanno distruggendo il futuro dei più piccoli?
Questa diocesi cieca e interdetta non è la “mia” diocesi!
Questo vescovo insulso e incosciente non è il “mio” vescovo!
Non si vede ancora uno spiraglio.
Solo Dio potrà darci una nuova speranza.

 

7 Commenti

  1. Luigi ha detto:

    Il vescovo ha l’obbligo di istruire, santificare e governare spiritualmente il popolo della diocesi. Delpini riesce in questo compito? Se non riesce hanno buon gioco gli anticristi. Chi sono questi anticristi? Il primo è quello degli imbonitori: promettono cose irrealizzabili, sogni astratti e illusori. Dominano la politica e alterano le coscienze con promesse da credulone arricchite da menzogne, controlli e censure sull’informazione. Il secondo è quello dei bramosi di benesseri e piaceri, degli avidi di guadagni e ricchezze, desiderosi di quieto vivere e sonni tranquilli ai quali bisogna contrapporre la certezza che l’uomo non è solo carne e un bruto, ma anima, spirito, coscienza e intelletto. Il terzo sono i paurosi dei propri simili (gli uomini), di quello che respirano, dei poteri terreni, delle persecuzioni e della morte. Il quarto è il peggiore: il fanatismo religioso perchè il più atroce e inguaribile. Sabato ho avuto esperienza di una fanatica religiosa cattolica da una parrucchiera (aveva visto la Madonna a Lourdes) che inneggiava a Salvini. Delpini ha l’obbligo di contrastare questi anticristi. Può essergli d’aiuto la lettura, la preghiera, la meditazione e la contemplazione dell’inno del perdono divino, il salmo 130 noto come il Miserere: “Dal profondo a te grido, o Signore (sono un peccatore pentito e graziato?) … Se consideri le colpe, Signore (sono in grado di stare in piedi o sono prono di Salvini?)…”. La preghiera più adatta oggi per la diocesi milanese è quella della grande desolazione e della forte speranza del salmo 69: “… Sono sfinito dal gridare … (è la condizione e il lamento struggente di un infelice)”.

    • FRANCO ha detto:

      Ma chi stabilisce chi sono i Cristi e chi gli antiCristi? Tutti credono di essere in linea con il Vangelo, alcuni e’ certo che sono in mala fede, ma altri sicuramente credono che quello che praticano sia il cristianesimo sano, perfetto, quello comandato da Dio!

      • Luigi ha detto:

        La mistica è l’essenza del cristianesimo. Il cristianesimo non va praticato, ma vissuto. A me interessano solo i cristiani che lo vivono siano essi laici o religiosi. La mistica Teresa di Lisieux seguì, per circa due mesi, sul quotidiano La Croix lo svolgersi del processo di Enrico Pranzini, che aveva assassinato tre donne. Teresa, in una sorta di sfida personale contro il male e quasi per provare la solidità della sua fede prese come compito quello di convertire il “grande criminale” coinvolgendo in quest’azione di preghiera anche sua sorella Celine. Gli sforzi di Teresa furono in un certo senso ricompensati quando apprese dal giornale che, sul patibolo, Pranzini si pentì delle sue azioni e baciò il crocifisso dopo un primo rifiuto. Dal quel poco che ne so su Delpini, mi pare più un cristiano “praticante” (come Salvini) che un cristiano “vivente” (come don Giorgio).

  2. marco ha detto:

    Ma davvero il “nulla” che siede sulla cattedra di Ambrogio e Carlo è arrogante e presuntuoso ?
    Don giorgio dimmi almeno che é solo inadeguato,se no…addio !

Lascia un Commento

CAPTCHA
*