Milano, civile e religiosa: un efficientismo fuori misura

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Milano, civile e religiosa:

un efficientismo fuori misura

Certo, Milano è Milano, e Roma è Roma. Ma, non per questo, Milano è il meglio del mondo e della Chiesa. Anche a Milano manca qualcosa di essenziale, di quell’essenziale che è la realtà spirituale dell’essere umano. E sì, perché  puoi anche essere ateo finché vuoi, ma non puoi essere dis-umano, ed essere dis-umano è misconoscere o nascondere la realtà dello spirito interiore, che fa necessariamente parte di ogni essere umano, che tu sia credente oppure no. 
Ed è a questo, ovvero alla realtà dello spirito interiore dell’essere umano che chiesa e stato, religione e società civile, cultura o filosofia o teologia, si devono confrontare; se non c’è alcun confronto, si è necessariamente “alienati”.
Non è la credenza o la laicità in quanto tali la strada da percorrere per rendere la società il campo più autentico del vivere “umano”,  Si è “umani (smettiamola con gli slogan svuoti e solo populisti), quando si è interiormente se stessi, ovvero alla ricerca di ciò che “siamo”.
Normalmente ci si crede “umani” o perché si ha una credenza religiosa in un presunto divino-umano o umano-divino, oppure perché si ha una credenza in presunti valori sociali. Ma non ci si accorge di essere ancora e sempre “fuori di sé”, o fuori di spirito.
Non basta credere in un qualcosa di “verticale” o in valori orizzontali di solidarietà umana per essere se stessi. Si è, quando si rientra radicalmente in quel mondo “interiore”, dove c’è lo spirito, la realtà più profonda dell’essere umano, ben più profonda e reale dell’anima (psiche), o del corpo come carne.
Secondo la concezione ancora attuale dell’essere umano, noi saremmo composti di psiche e di corpo, dimenticando o trascurando o addirittura rinnegando la realtà del nostro essere, che è lo spirito. E lo spirito è dimenticato o rinnegato perfino dalla religione, per non parlare di una Chiesa, quella cattolica, che propone e impone dogmaticamente la sua mediazione, ovvero un dio esteriore all’essere umano, un dio dunque tutt’altro che Spirito.
Pensate alla confessione sacramentaria: qualcosa che agisce sulla psiche e sul corpo, ovvero su quegli atteggiamenti o comportamenti che toccano l’essere umano nella sua parte più esteriore. E poi si ha la spudoratezza di parlare di salvezza, mediante quel qualcosa che sembra un meccanismo che entra in gioco con l’applicazione di determinati mezzi o sacramenti rituali, inventati o furbescamente usati per soggiogare le anime e i corpi, facendo tacere la voce dello spirito interiore, e di conseguenza reprimendo l’essere umano. 
La rivoluzione nella Chiesa avverrà, quando riusciremo a far riemergere, in tutta la sua carica esplosiva, la realtà più profonda dell’essere umano, che è lo spirito divino. Così pure la società civile saprà “umanizzarsi”, solo quando ogni essere umano scoprirà il suo vero mondo, e quella ragione per cui si è, al di là di quel che si ha o non si ha, che sembra essere ancora l’unico vero problema esistenziale dell’uomo d’oggi, come se nell’avere ci fosse la strada della vera felicità.
Non vorrei sembrare pessimista. Credo ancora che si possa seriamente affrontare e risolvere almeno in parte il problema dell’essere umano, ma ciò avverrà con l’abbandono della via dell’alienazione (religiosa e politica) per rientrare in se stessi, e qui scoprire chi siamo, e così scopriremo che non siamo in realtà soli, ma uni con il Divino.
27 maggio 2017
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

2 Commenti

  1. Geremia ha detto:

    Condivisibilissime le considerazioni fatte, ma cosa c’entra Milano? Si possono applicare a Brescia, Crotone o Trento. Manca forse all’articolo una conclusione che lo rende legato tipicamente a questa città?

  2. GIANNI ha detto:

    L’articolo mi pare che, più che vertere sulla città, si rivolga al tema della differenza tra religione e mistica, una oggettivazione della metafisica, l’altra interiorizzazione e ricerca di un’essenza, di uno spirito, peraltro non necessariamente inteso in senso metafisico.
    E’ evidente che per la religione la mistica altro non è che la componente interna, per così dire, di elementi invece oggettivamente metafisici, che possono operare anche a prescindere dalll’uomo.

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