Ancora mi aspetto dal cardinale Scola un mea culpa per tutte le oscenità commesse da Comunione e liberazione

scola berlu

di don Giorgio De Capitani

Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, verso la fine dell’omelia che ha tenuto durante la Messa del primo gennaio 2014, così ha detto:

«Anche in Italia i partiti sono in grave difficoltà a causa delle formidabili mutazioni in atto all’inizio di questo terzo millennio, ma lo sono anche per uno squilibrato eccesso della cosiddetta politica del realismo (realpolitik) che spesso, magari proclamando a parole di perseguire il bene possibile, nasconde forme gravi di egoismo personale, di lobbies e di nazioni. I cristiani e gli uomini delle religioni devono promuovere con decisione, anche pagando di persona, figure e forme politiche nuove. A garanzia di un rinnovato, necessario stile politico non basta il pur utile venire in primo piano di generazioni più giovani. È richiesta tensione all’ideale del bene comune che non è utopia, ma richiede di subordinare sempre gli interessi legittimi delle persone, dei corpi sociali e dei partiti al bene della famiglia universale. La fraternità è questo bene. E la fraternità domanda gratuità, abnegazione. Nessuna diversità e nessun conflitto riuscirebbero ad impedire questo nuovo ordine, se l’ideale del bene comune fosse stabilmente e tenacemente ricercato, mediante l’auto-esposizione di tutti gli attori in campo. Questo stile di vita sociale, culturale e politica comporta uno sguardo integrale sull’umano. Per i cristiani domanda che non si separi la fede dalla vita».

Certo, sono parole più che sacrosante, tuttavia vorrei fare alcune osservazioni.

1. Come mai il signor cardinale non ha alzato la voce, quando doveva alzarla, precisamente qualche anno fa, quando l’Italia era nelle mani di un porco mafioso: l’attuale pregiudicato Berlusconi? Come mai, allora tutto andava bene o, meglio, le autorità ecclesiastiche tacevano, addirittura andando a braccetto con un potere politico criminoso?

2. Il cardinale sapeva o non sapeva ciò che succedeva in Comunione e liberazione, e gli intrallazzi, talora mafiosi, della Compagnia delle Opere? A me non sembra che, pubblicamente, anche quando era patriarca di Venezia, abbia denunciato tale blasfemo connubio!

3. Mi aspetto dal cardinale Scola un mea culpa per tutte le oscenità commesse da Comunione e liberazione. Sanno tutti che lui ne faceva parte. Sanno tutti che fino ad ora non ha ancora fatto una esplicita abiura.

4. E allora perché parla? Se ne stia zitto, oppure abbia il coraggio di dire le cose come stanno. All’attuale Governo ci sono o non ci sono ancora ciellini, spudoratamente berlusconiani fino all’altro giorno? Chi era e chi è il signor Maurizio Lupi? Avrà il coraggio un simile verme ciellino presentarsi come candidato sindaco a Milano? 

5. Cavoli! Oggi tutti si atteggiano a censori dei cattivi costumi della politica. Ieri conniventi, oggi giudici! Ma che coraggio, signor cardinale!

 

 

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