Quando un’altra Maddalena darà il primo annuncio del Cristianesimo delle origini?

Il Risorto e Maria di Magdala
(dipinto di Martina Viganò, olio su tela, 30 x 40 cm)

Quando un’altra Maddalena darà

il primo annuncio del Cristianesimo delle origini?

di don Giorgio De Capitani
Abissale Mistero del Risorto,
purissimo chiarore di antica misticità,
in quel primo giorno della settimana
– detto dai pagani “dies solis”,
cioè il “giorno del Sole”,
in onore della divinità del “Sol invictus” –
ancora oggi ami rivelarsi
a donne Donne, come Maria di Magdala,
di una tale leggerezza d’essere
da sfuggire ad ogni presa carnale.
Odo un canto gregoriano provenire da antiche cattedrali gotiche, o da umili cappelle eremitiche:
Victimæ paschali laudes
immolent Christiani…
Surrexit Christus spes mea!…
Surrexit!
Al primo sorgere dell’alba, quasi pudica e timida, solo una Donna attendeva davanti al sepolcro che il suo Maestro uscisse dal sonno della morte, e il Risorto era già pronto all’Incontro più sconvolgente e più mistico della storia.
“Maria!”, le disse, e quel nome uscì come emettere un soffio divino.
Maria di Magdala “riconobbe” quella voce, e cadde in una estasi senza parole.
Il Risorto ricambiò, nel suo stile divino.
Fu un attimo? Forse un’ora?
Il tempo non esiste tra il Risorto e la Donna mistica: l’Eterno presente dis-incarna il tempo!
Maria di Magdala è ancora qui, oggi come ieri, e lo sarà domani, sempre, nella essenzialità di quel suo voler misticamente Bene al Bene Sommo.
Per favore, almeno oggi,
non parlatemi di amore!
Al sorgere di quell’Alba, tinta di Misticità, immersa in una Luce silenziosa, ecco la Donna, Maria di Magdala, come uscita purissima dal Mistero trinitario.
Dall’Incontro con il Risorto ogni donna si fa Nobile, nella essenzialità del suo voler misticamente Bene, che non è anzitutto amore, ma Intelletto/Luce.
Almeno oggi, Giorno di Pasqua,
svestitevi di ogni carnalità,
e ascoltate la voce dello Spirito,
dono del Cristo morente!
Non vi chiedo l’oltre umano:
solo un lieve soffio del vostro spirito,
anche esso sorpreso dalla tomba vuota.
“Non è qui!”.
E così la tomba svelerà il segreto di quelle due notti, quando il corpo esanime del Gesù di Nazaret rimase al buio.
Un lampo, e la tenebra si squarciò. Sì, un lampo, quanto bastò al Figlio di Dio di deporre nel nulla d’essere un corpo oramai inutile.
Maria di Magdala non “vide” il corpo, quando sentì quella voce provenire dallo Spirito. Non era una voce carnale.
Si toccò il volto: era un ”altro” volto.
In quell’attimo o in quell’ora che durò l’Incontro con il suo Bene, solo un albero tentava di sorridere, simbolo della nuova Creazione. Richiamo redentivo di un altro albero? La Natura si ri-genera, e la sua infinita gestazione fa tacere simbologie senza senso.
Il Risorto dà un ordine alla Donna in contemplazione: “Va’ ad annunciare ai miei fratelli che Io sono il Risorto!”.
Il Logos, o Parola eterna, si fa voce nella testimonianza di una donna Donna, e il Cristianesimo dovrà iniziare proprio da qui, dopo essere stato soffocato da quel Maligno che fece sì che la Chiesa istituzionale assumesse fin dall’inizio ogni ingannevole sembianza religiosa.
Una donna Donna, Maria di Magdala, diede il primo annuncio del Cristianesimo, ma quante altre donne Donne come la Maddalena ci vorranno per riporterare l’attuale Chiesa alle sue radici misticamente divine?

1 Commento

  1. diogene ha detto:

    … rubo e posto questa meditazione!
    Per tutte le Maddalene
    parvenze d’inizio
    per il loro cuore profumato
    per la luce premuta nel vaso
    per la primavera
    per lo scorrere delle assenze
    per la ragnatela di speranza intessuta sul Nulla
    per lo sfrontato modo
    di prendere in controtempo le nostre paure
    per tutte le Maddalene che ci vivono dentro
    per l’Amore che sposta i macigni
    per il loro coraggio
    per l’Amore che in loro
    è libertà
    ma solo dalla disperazione
    per la loro vita schiava
    dell’Assente
    che strega i cuori.
    Per le Maddalene e le loro traiettorie
    per quando non sappiamo stare al loro passo
    per il loro modo di non dare sentenze
    per la corsa nel buio
    per saper confidare lo smarrimento
    Perché non è credibile il loro grido
    l’hanno portato via
    ma anche a noi manca
    e non sappiamo
    non lo sappiamo ancora
    dove l’hanno posto. E non lo sapremo
    non ora
    non qui.
    Per le Maddalene che ci portiamo dentro
    che non sanno
    e non sapranno che solo nell’attimo esatto
    dell’ultimo inciampo.
    Per Pietro
    pesante e goffo
    sempre un passo dietro l’accadere
    smarrito a se stesso
    incapace d’amore, incapace di morte
    per il mediocre
    cuore ingolfato
    per la sua e nostra lentezza
    per essere almeno caduto nel sepolcro
    peso morto
    franato nella voragine del Sacro Niente
    unico merito da ascrivere a santità
    la morte, almeno per un istante
    per averlo visto da lì, piegato come il sudario
    inutile e ordinato
    il mondo
    dal pontificio trono
    che è tomba e assenza
    per il Pietro che pesantemente non sa
    se voglia ancora
    credere
    e in cosa e in chi
    per quando anche noi siamo morti
    e abbiamo visto il mondo
    dalla tenebra,
    per la prospettiva nuova
    che anticipa il Passaggio,
    Per l’insopportabile discepolo amato
    che è solo un’ombra
    di luce
    un rapido silenzio
    l’arrogante cinguettio del pettirosso
    per i suoi occhi presuntuosi e aperti
    per l’istante
    che anche noi conosciamo
    per l’attimo consapevole
    per la sicurezza di aver capito
    per quando ci pare tutto chiaro
    per quando, per fortuna, tutto passa
    e rimane come il gusto di una nostalgia
    di quella Pasqua che sarà.
    Ma non ora
    non qui.
    Per quando ci lasceremo finalmente amare
    perdendo il nome
    discepoli solo della nostra fame
    per quando smetteremo di predicare, di fare l’amore, di costruire e perfino di bestemmiare
    per quando smetteremo,
    smetteremo anche di respirare,
    e ci lasceremo fare
    solo fare
    amati
    e niente più.

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