Resurrexit!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Resurrexit!

Un grido di speranza?
Un grido di liberazione?
Un grido di gioia?
Un cammino, che parte dalla speranza che apre cieli chiusi perché rivelino la Sorpresa divina.
Dalla speranza al grande desiderio che si fa volontà di rompere ogni catena, mediante un distacco radicale dal vecchiume e dall’inganno del presente.
Dalla liberazione alla gioia, che è Grazia divina.
Purtroppo, in una società carnale, tutto è così piatto, banale, riduttivo che alla fine il cerchio resta chiuso, e ci si illude di sperare ma invano, di rompere le catene ma invano, di gioire ma invano.
Rompere il cerchio è d’obbligo, ma è impossibile, finché non si scende dentro di noi, là dove gli anelli della catena si sciolgono nella libertà dello Spirito.
Resurrexit!
Il grido subito sembra spegnersi nel cerchio carnale di una società carnale.
Resurrexit!
Il grido risuona invano, in una alienazione che illude ogni speranza, ogni volontà di liberazione, ogni gioia.
Resurrexit!
Ho voglia anche io di gridare, in una speranza liberatoria per una gioia incontenibile.
Resurrexit!
Non è un programma politico, non è un dogma religioso, non è poesia accademica, non è l’ultima disperazione.
Nel Resurrexit vedo, sento, vivo la mia realtà di essere interiore, che ha sete, tanta sete, infinita sete di un Mistero che va oltre l’umano.
Nel Resurrexit sento vibrare in me il Divino, e solo il Divino mi fa sentire me stesso, nel mio essere divino.
E vorrei urlare a tutti:
«“Risorgete!”, dentro di voi. “Fuori” siete cadaveri, ma “dentro” siete ”risurrezione”. Cristo ha lasciato la carne, per risorgere nello Spirito. Non andate a cercarlo nella tomba del vostro corpo. Un angelo vi dirà: “Non è qui! È risorto!”. Perché non ascoltate?».
Resurrexit!
Anche quest’anno le campane a festa suoneranno invano?
3 aprile 2021
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