Omelie 2015 di don Giorgio: Quinta di Pasqua

3 maggio 2015: Quinta di Pasqua
At 7,2-8.11-12a.17.20-22.30-34.36-42a.44-48a.51-54; 1Cor 2,6-12; Gv 17,1b-11
Stefano ucciso dal fanatismo ebraico
Il primo brano della Messa ripropone, benché in modo frammentario, il discorso del diacono Stefano davanti al sinedrio ebraico, dopo che era stato arrestato. Secondo i suoi avversari, egli aveva pronunciato «parole blasfeme contro Mosè e contro Dio» (At 6,11), ovvero contro la Legge e contro il Tempio, i due pilastri della religiosità ebraica. Le stesse accuse erano state rivolte contro Gesù Cristo.
Le persecuzioni della Chiesa ad intra
Ma succederà che, lungo i secoli, la Chiesa stessa cadrà negli stessi errori della religione ebraica, e si difenderà da chi metterà in pericolo la legge e il tempio. Se agli esordi la Chiesa è stata perseguitata prima da parte degli ebrei, e poi dall’impero romano, non dobbiamo però dimenticare le persecuzioni che la stessa Chiesa infliggerà nei riguardi dei propri seguaci. Dall’esterno la persecuzione passerà all’interno della Chiesa. Pensate alle scomuniche, pensate poi alle torture e alle condanne a morte. Sempre le stesse accuse: tu hai messo in dubbio una verità di fede, tu hai screditato la struttura della Chiesa. Ancora oggi succede così. Le epurazioni non sono finite all’interno della Chiesa.
Le persecuzioni della Chiesa ad extra
Ma c’è un’altra cosa che non va taciuta. La Chiesa da essere perseguitata è passata poi a perseguitare, non solo al suo interno, ma anche al suo esterno. Ci sono pagine vergognose che la Chiesa ha scritto lungo la sua storia. Perciò, attenzione: quando la Chiesa è perseguitata, non faccia troppo la vittima!
Ma Cristo che cosa ha detto…
D’altronde, l’essere perseguitati fa parte della nostra natura di credenti. L’ha detto Gesù Cristo: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi…”» (Gv 15,18-20). Che cosa vogliamo? Dirci seguaci di Cristo il perseguitato, e poi stare tranquilli nel nostro brodo, conducendo una vita comoda? Nessuno resta indifferente alla strage di cristiani, in atto in questi tempi, ma se volete una mia chiara parola, eccola: non me la prendo perché sono dei cristiani, ma perché sono persone innocenti, e qualsiasi omicidio nei riguardi delle persone innocenti esige tutta la mia condanna.
Lo Spirito santo e il mondo
Luca, negli Atti degli Apostoli, scrive che i nemici di Stefano «non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava» (At 6,10). Sono importanti queste parole perché ci portano al secondo brano della Messa.
Anche San Paolo, nella Prima Lettera ai cristiani di Corinto parla di sapienza e di Spirito di Dio. Anzitutto, l’Apostolo distingue tra sapienza che è di questo mondo e sapienza che non è di questo mondo. La parola “mondo” andrebbe subito chiarita.
Già l’evangelista Giovanni, quando parlava di “mondo”, lo intendeva nel suo senso negativo: l’insieme delle forze del male. Carlo Maria Martini specifica meglio: il mondo è «l’ordinamento ingiusto, la violenza istituzionalizzata». Dunque, il mondo non è una parola vaga, astratta, tanto universale da non dire nulla di concreto. Tutti i giorni ci troviamo di fronte a un “ordinamento ingiusto”, alla “violenza istituzionalizzata”. Sono cose concrete, cose che incarnano il male.
Martini poi richiama tre passi del quarto Vangelo. Anzitutto, nel Prologo Giovanni scrive: «(Il Verbo) era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto» (1,10). E subito dopo: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto» (1,11). C’è, quindi, anche un mondo negativo, che fa parte della stessa cerchia di Gesù. “I suoi”! C’è un mondo esterno alla Chiesa, e c’è un mondo all’interno della Chiesa.
Martini cita poi un altro passo del quarto Vangelo, quando Giovanni il Battista, vedendo passare Gesù, lo indica come «colui che toglie il peccato del mondo!». Da notare che il peccato del mondo è al singolare: non sta a indicare l’insieme dei singoli peccati del mondo. Purtroppo, ancora oggi la preoccupazione della Chiesa consiste nel potenziare la confessione individuale. Certo, anche i peccati individuali sono una realtà, ma non possiamo dimenticare la fonte dei singoli peccati, che è “il peccato” per eccellenza. Il peccato del mondo è quel disegno perverso che vorrebbe bloccare il disegno armonico di Dio: un disegno perverso che, come fa notare Martini, si incarna nell’«ordinamento ingiusto, nella violenza istituzionalizzata». Per sistemare le cose, non basta dare un ritocco agli ordinamenti, alle istituzioni. Qui il discorso si farebbe lungo, non solo nel campo politico, ma anche in quello religioso. Le cose non migliorano, o meglio migliorano poco e per poco tempo, migliorando gli ordinamenti e le istituzioni. Bisogna andare alla radice. Il che è difficile. Ciò esige un cambiamento radicale di mentalità.
Infine, Martini richiama la parte finale della preghiera cosiddetta sacerdotale di Gesù: «Padre, il mondo non ti ha conosciuto» (17,25). Ci sono altre espressioni di Gesù sul mondo, anche se bisogna stare attenti: ora il mondo è inteso come l’insieme storico e ambientale del nostro vivere, ora come l’insieme delle forze del male. Gesù molto bene così sintetizza: «Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo» (Gv 17,15).
Si può parlare allora di sapienza di questo mondo, quando per mondo s’intende la potenza del maligno che s’incarna nell’”ordinamento ingiusto”. È chiaro che il male non si presenta nel suo volto perverso, ma si nasconde dietro alle apparenze accattivanti. Gesù aveva parlato di falsi profeti: intendeva dire che c’è gente che dice di essere profeta, che illude con i propri carismi, che imbroglia presentandosi come persone dabbene. Esiste anche la sapienza di un mondo perverso, il quale attira gli esseri umani con le menzogne.
Come distinguere la sapienza del mondo dalla sapienza divina?
Come, dunque, distinguere la sapienza del male dalla sapienza di Dio? C’è un criterio. San Paolo dice che la sapienza di Dio è nel Mistero: una sapienza nascosta, che non appare agli occhi, non cerca le vie della spettacolarità, dell’efficienza, del potere, della forza. La sapienza di Dio agisce all’interno dell’essere umano. La sapienza di Dio non ama l’esteriorità, i movimenti di massa, le strutture gigantesche.
Forse la Chiesa non ha ancora capito quale sia la sapienza di Dio: finché resterà una grossa istituzione, finché percorrerà le vie del consenso di massa, finché farà pesare il proprio organismo tentacolare, non potrà cogliere la sapienza di Dio, che invece agisce nel profondo dell’essere umano. La sapienza di Dio percorre altre vie, che sfuggono agli occhi umani. San Paolo è esplicito quando scrive: le profondità di Dio sono state rivelate e sono tuttora rivelate per mezzo dello Spirito di Dio.
Lo Spirito di Dio che cos’è?
Lo Spirito di Dio che cos’è? Difficile dirlo con parole umane. Lo Spirito divino è una realtà che sfugge, che non puoi controllare, che non puoi catalogare. Non puoi dire: “questo” è lo Spirito di Dio! Lo Spirito di Dio non è  “questo” o “quello”. Ne possiamo dire qualcosa nel senso negativo: questo non è lo Spirito di Dio. Più ne parliamo nel senso positivo (lo Spirito di Dio è questo), più lo tradiamo.
Meglio usare termini di somiglianza: lo Spirito è “come” il vento. Gesù ha detto a Nicodemo: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Certo, il vento lo sento, ma non lo posso toccare o trattenere o quantificare. Non posso dire: questo pezzetto di vento è mio. Non posso né comperarlo né venderlo. Nessuno, neppure la Chiesa può dire: lo Spirito è di mia proprietà, fa parte di questa mia struttura Lo Spirito è nella Chiesa, ed è al di fuori della Chiesa. Proviene dall’alto: è al di sopra della Chiesa ed è al di là della Chiesa. Più scendiamo nel nostro essere umano, più lo troviamo.
La presenza dello Spirito santo non può essere valutata in base alle manifestazioni esteriori. I cosiddetti doni carismatici, di cui talora si vantano certi Movimenti ecclesiali sono aspetti secondari, che possono essere anche dannosi, perché possono bloccare la libertà, la crescita, la profezia.
Lo Spirito di Dio agisce nel Mistero di Dio. Il Mistero di Dio agisce nella caverna del cuore, come dicono i mistici.

 

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