La filosofia del calcio in politica

 

di don Giorgio De Capitani

Mi sto sempre più convincendo che tra il mondo politico e il gioco del calcio ci sia un nesso veramente stringente. Attenzione: ho detto “mondo politico”, che non è la stessa cosa che dire Politica con la P maiuscola. È vero, in Italia è la stessa cosa: ma qui da noi chi conosce che cos’è la Politica come arte di governare il Bene comune?

Non m’intendo di gioco del calcio, e quando sento parlare di numeri che indicherebbero il tipo di formazione di una squadra, mi metto a ridere al pensiero che dietro a tutto a questo ci sia una tale filosofia da appassionare per ore e ore, per giornate intere una schiera di opinionisti che dimenticano perfino di essere anzitutto “umani”. Forse per questo Silvio Berlusconi ha fatto del suo Milan una tra le armi vincenti per le sue campagne elettorali. Non è stato lui a coniare l’espressione “scendere in campo”? Si sa, in Italia succede di tutto: il calcio fa scuola in ogni campo (anche quello più spirituale del nostro vivere), mentre la scuola italiana è decaduta tanto in basso da promuovere i più ignoranti, i più analfabeti nei vari settori della società. Il caso Lega Nord è un altro esempio.

Anche oggi sento parlare di numeri nel campo politico per le prossime elezioni. Si parla di polo uno, due, tre, quattro, cinque. E in ciascun schieramento politico ci sono sempre numeri che lo compongono quasi a indicare la formazione della squadra. Come si giocherà la partita anzitutto per la vittoria elettorale, e poi per la democrazia del paese? Campo, squadra, numeri, come appunto il calcio. Né più né meno. Tutti pronti a scendere in campo. Magari senza allenamento. Senza alcuna preparazione atletica. Basta scendere in campo. Ciò che conta in politica è il nome dell’individuo, la sua professionalità nei vari campi: giudiziario, medico, manageriale, religioso, di volontariato. E tutti parlano di cambiamento, di rivoluzione (civile o democratica s’intende!), e tutti pronti a formare ala squadra vincente. Chi farà il capitano, o il centroavanti, o il terzino o l’attaccante di sfondamento? Si vedrà. Nel frattempo, occorre preparare una squadra forte, coi nomi giusti, accattivanti, con slogan ad effetto, e poi, una volta al potere, ci si metterà d’accordo pur di far divertire i cittadini.

Voi credete che io voti il polo cinque o il polo sei solo perché ci sono personaggi come Ingroia, o Gino Strada? Ma scherziamo? I cantanti facciano i cantanti, i magistrati facciano i magistrati, i comici facciano i comici, gli imprenditori facciano gli imprenditori, i sindacalisti facciano i sindacalisti. Tranne casi eccezionali, in cui si chiede l’intervento di tecnici prestati alla politica, la Politica con la P maiuscola esige un’arte tutta sua. Che è di pochi. Negli anni della nostra Repubblica possiamo contare sulle dita di un palmo della mano Politici nel vero senso del termine. Non solo uomini, anche donne. Basterebbe pensare a Nilde Iotti e a Tina Anselmi. Politica non è solo magistratura, e tanto meno legalità. Politica non è solo lavoro, e tanto meno sindacato. Politica non è solo capacità manageriale, e tanto meno mercato. Politica è un’arte che chiede rettitudine morale e competenza, l’amore per il Bene comune che richiede realismo ma anche utopia, agire nel presente pensando al domani. Basta sentir parlare solo di tasse, solo di sviluppo economico, solo di spread, solo di pil, solo di legalità. Piedi per terra, ma con gli occhi in alto, in avanti, per quel progresso che affonda nei valori più profondi dell’essere umano.

La Politica non è una questione di numeri, di una formazione di squadra. I Valori umani non possono essere contati, e non stanno in un gioco di squadra.      

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14 Commenti

  1. franz ha detto:

    Articolo ondivisibile e condiviso. Non avevo però mai pensato all’ipotesi che la locuzione “scendere in campo” in senso figurato fosse stata coniata quando si buttò in politica Berlusconi . A me sembra che esistesse gia.

  2. Gioele ha detto:

    Da sempre amo molto il football. Nella fattispecie faccio il tifo per la mia Juventus, la squadra che è nata nello stesso Liceo dove, migliaia di anni fa, ho frequentato anch’io. Gli interscambi fra politica e calcio ci sono sempre stati, soprattutto per ciò che attiene gli aspetti deteriori.Non per nulla il porco di Predappio foraggiava la Lazio perché divenisse emblema di regime…L’aggressività del tifo è spesso manifestata attraverso simboli “forti” che appartengono alla politica estremista. L’altroieri, nel paesino di Busto Arsizio, il giocatore di colore Boateng, pur giocando in amichevole contro una squadretta di serie C2, ha scagliato la palla contro la tribuna perché stanco di cori razzisti indirizzati alla sua persona. Il sindaco di Busto ha detto che SI ASPETTAVA MAGGIORE PROFESSIONALITA’ DA PARTE DEL CALCIATORE DI COLORE! Da “gobbo” consumato, da uomo,da ebreo, sono vicino al calciatore del Milan Boateng. Ha sbagliato soltanto in una cosa: DOVEVA CENTRARE I RAZZISTI SUI DENTI CON LA PALLA! QUESTA GENTE NON CAPISCE ALTRO! INDOVINATE BUSTO ARSIZIO DI CHE TENDENZA POLITICA E’?

    • Marzio ha detto:

      Da gobbo a gobbo:
      Il signor Boateng (da anni preso di mira da cori pseudo-razzisti) non si sarebbe mai sognato di fare ciò che ha fatto a Busto durante una partita di campionato o di champions, sa sig. Gioele, li ci sono i soldi e ai bamboccioni milionari e viziati di colore (e non) non frega nulla degli insulti…
      Gli ignoranti che ululavano a Busto manco conoscono il significato della parola razzismo.
      Di contro lo conoscono molto bene dirigenti e allenatori del Milan che nulla hanno mai fatto per dissociarsi dalle canzoncine razziste verso Eto o dai vergognosi striscioni contro Pessotto che i loro tifosi, all’occasione, hanno sempre intonato o esposto.
      Un suggerimento (se permette): lasci stare la politica, non la associ a questi episodi perchè gli imbecilli non hanno fede calcistica, colore della pelle o credo politico, SONO IMBECILLI E BASTA!
      Cordialmente
      Marzio

    • Gianfranco ha detto:

      @ Gioele. Approfitto del suo intervento sul razzismo per porle una questione a proposito di Rita Levi Montalcini, che lei ha salutato con una formula rituale ebraica e credo anche con un “arriverderci”. A ogni buon conto premetto di non avere assolutamente nulla contro le donne colte, intelligenti e socialmente attive e che riconosco l’alto tasso di acculturamento degli Ebrei, da cui il profluvio di personalità eminenti e di Nobel.
      Da quanto ho letto sul “Corriere della Sera”. La Montalcini credeva alla sopravvivenza delle opere dell’ingegno, ma non a quella dell’anima; invitava i giovani a coltivare i valori, a prescindere dal fatto che fossero umanistici o religiosi. Con il che ho trovato conferma all’idea che la grande donna fosse un'”ebrea laicizzata”, dunque agnostica, come oggi molti, suppongo anzi moltissimi ebrei. A questo punto chiedo: una volta reciso il legame fra gli Ebrei e l’immagine sovraeminente di Dio Onnipotente, il Dio del Sinai( un legame per almeno due millenni ritenuto talmente forte e unico da farne il “popolo eletto” ) che cosa rimanwe dell’Ebraismo? Pensi al caso di Woody Allen, intellettuale ebreo al cento per cento e totalmente ateo, direi anzi sarcasticamente antiteista e nichilista.
      Certo, c’è la memoria dell'”Olocausto” che sarà tenuta viva da tutta l’umanità; ma per il resto che cosa impedirà la rifusione degli Ebrei nel resto della popolazione, come nel caso degli italo-americani, ormai larghissimamente integrati? Forse una specie di escusivismo etnico-culturale?
      E’ una domanda, non una sfida.

      • Gioele ha detto:

        Un’ ebrea…laicizzata?Molti, anzi moltissimi ebrei?Woody Allen…ateo? Ateo?EsCUsivismo? NON E’ UNA DOMANDA…E’ UNA SERIE DI CAGATE INFAMI! Primo:Eita era credente, può coltivare il sogno agnostico lei…non Rita. Secondo, Allen non è ateo per niente! Con chi ha parlato lei per dire una simile imbecillità? Lo sa quanto dona annualmente alla Comunità di New York Woody Allen? All’Università ebraica? Alle tre sinagoghe maggiori newyorkesi? Solo la Bacall, restando fra gli attori, ed in parte la Stone, sono parimenti prodighe.Terzo, la “formula” con cui ho salutato Ritin è il KADDISH, la nostra preghiera per i defunti. Sia io che lei apparteniamo al culto sefardita, o spagnolo. MA CHE ACCIDENTI HA BEVUTO SIGNOR MIO?

        • Gioele ha detto:

          No no no! Ma povera Rita! Ebrea “laicizzata”…ma lei Gianfranco l’ha mai visto di persona, fisicamente intendo, un ebreo? Ma in che mondo vive!Io sono credente, il signor Treves è ateo, Paul Newman se ne fregava!Marcel Proust amava scrivere…e come a Kafka o a Zweig gli riusciva piuttosto bene! Moni Ovadia è un coglione, Terracini un comunista, Treves un socialista. Sarah Jessica Parket, Sharon Stone e l’ormai attempata Rachel Welch, e ne ho prese solo alcune, sono state o sono ottime attrici e belle figliole! Ruth Shapiro è bellissima, ma di mestiere fa il capitano del Golani…il corpo più specializzato di Tzahal,l’esercito israeliano…per entrare nel Golani devi avere una laurea tecnica ed una umanistica oltre a possedere requisiti psicofisici perfetti.INSOMMA, OGNUNO DI NOI E’ UN ESSERE LIBERO E PENSA O CREDE ESATTAMENTE COME I CRISTIANI ED I MUSULMANI!CERTO ANCHE DA NOI ESISTE L’ATEO, L’IDIOTA, Il GENIO. PS Talvolta utilizziamo anche la forchetta ed il coltello…ma solo dopo avere sacrificato il bambino cristiano rapito di turno! Ma pensa te!

  3. Giuseppe ha detto:

    Il paragone, almeno riguardo all’aspetto più deteriore, mi sembra azzeccato. Quando studiavo storia, mi ricordo lo spazio dedicato al “trasformismo” di Depetris che segnò i primi trasferimenti di parlamentari da uno schieramento all’altro e destò grande scandalo. Oggi, cioè da quando Berlusconi è sceso in campo e a dominare l’agone politico è rimasto solo il dio denaro, non ha più praticamente senso parlare di schieramenti istituzionali, visto che ci sono parlamentari che hanno militato praticamente in tutti i partiti. Ma non per convinzione o perché fautori del detto che solo gli idioti non cambiano mai idea, quanto piuttosto perché ci hanno guadagnato economicamente. L’altro aspetto, infatti, che sembra mutuato dal mondo del calcio è quello della campagna trasferimenti, che non essendo a titolo gratuito, è meglio conosciuta come calcio mercato. E neanche a farlo apposta il leader riconosciuto di questo squallido mercato è sempre lui: Papi Berlusconi!
    Diventa irrilevante a questo punto che tutto ciò tolga spazio alla Politica vera e ogni cosa venga decisa con trattative (spesso di tipo economico) condotte alle spalle degli elettori, ormai delegati solo a comparse e chiamati in causa solo in campagna elettorale.

  4. Gianni ha detto:

    Credo che la politica con la P, quella maiuscola, da tempo non alberghi più in Italia.
    Ovvio che poi i sostenitori delle diverse forze politiche diranno che non è così, chi osannando Berlusconi, chi Vendola eccetera.
    Sicuramente negli ultimi tempi si è accentuata una tendenza al tutto contro tutti, tutto per distruggere, e niente per costruire.
    Anche Monti, nelle sue recenti dichiarazioni, ne ha dette di cotte e di crude a destra e manca, in tal modo non differenziandosi dai suoi avversari.
    Io credo ci voglia altro, per tornare alla Politica, cioè l’arte della gestione della polis, ed alla gestione, come tale, della Repubblica, intesa come cosa pubblica.
    Tutti mi sembrano, chi più, chi meno, mestieranti della politica,senza escludere Grillo.
    Chiunque vinca, non sarà un politico con la P,quella maiuscola, ma un politicante, e rischiamo di avere, invece di un governo, un governicchio.
    Appunto, proprio come se fare politica volesse dire giocare a calcio.
    Mah, speriamo bene!

  5. Fausto ha detto:

    A parte qualche affermazione di buon senso ci sono anche affermazioni molto discutibili come quella che Nilde Iotti sia stata una grande figura. Ce ne vuole di fantasia per dire questo. Il resto dell’articolo a mio modesto parere ha poco senso, tranne la sacrosanta constatazione che la scuola italiana è caduta talmente in basso da promuovere gli asini più patentati. Quante volte infatti sentiamo laureati parlare un italiano approssimativo, sbagliare congiuntivi o non essere neppure in grado di comporre una semplice frase con soggetto, verbo e complemento senza farla iniziare con un “niente” o un “cioè”?
    Ebbene, di chi è la colpa di tutto questo? Diciamolo a voce alta: degli studenti del ’68 che hanno lottato per il 6 politico e dei politici (tutti di sinistra) che lo hanno concesso. Ora questi studenti, diventati insegnanti senza alcun merito, hanno il nulla da insegnare.

    • Don Giorgio ha detto:

      Certo che ragioni proprio col sedere, qui sta il tuo cervello!

    • Osvaldo ha detto:

      ahahahahah!!ahahahahah!!!
      QUINDI SEI UNO DELLA MISCHIA ANDATO AVANTI CON IL 6 POLITICO,CHE SI È LASCIATO CIRCONVENZIONARE DALLE BARZELLETTE E SLOGAN DI BERLUSCONI!!!
      IL POPOLO IGNORANTE FA PIACERE ALLA POLITICA,GUARDA CASO LE ORE DI EDUCAZIONE CIVICA NELLE SCUOLE SONO STATE ABOLITE.

      • Fausto ha detto:

        Caro Osvaldo, io a scuola mi sono fatto un culo così… per usare il lessico di don Giorgio. Studiavo di sera e lavoravo di giorno perché mio padre (operaio) e mia madre (portinaia) facevano fatica a tirare avanti! E non venirmi a dire che l’ignoranza degli studenti di oggi dipende dal mancato insegnamento di educazione civica! Hai mai letto un testo scolastico di tale materia? Chi ha buona volontà lo legge in una mezza giornata come ho fatto io ed è finita lì.
        La vera “Educazione Civica” è un’altra cosa e non si impara sui libri; la insegnano (sarebbe meglio dire la insegnavano) i genitori e la società. L’altro giorno sul Metro a Milano è salita una vecchietta che camminava col bastone. Tre studenti stavano seduti a chiacchierare e non hanno fatto una mossa per cederle il posto. Si è alzata una signora che aveva in braccio una bambina. Ebbene, a questi studenti puoi insegnare tutta la Costituzione Italiana, quella Europea, gli ordinamenti regionali, provinciali e comunali ma saranno sempre dei cafoni illetterati anche se prenderanno la laurea in Scienze Sociali.

        • Osvaldo ha detto:

          SE BERLUSCONI È BRAVO AD INCANTARE IL POPOLINO NELLE SUE CAMPAGNE ELETTORALI,LA SUA BRAVURA LA DEVE ALL’IGNORANZA.
          AD UN POPOLO CHE CONOSCE L’ORDINAMENTO COSTITUZIONALE BASILARE,NON GLI DICI IN CAMPAGNA ELETTORALE TOGLIAMO LE PROVINCE,QUANDO PER TOGLIERLE LE TOGLI CON MODIFICA COSTITUZIONALE,NON GLI DICI CHE I PALAMENTARI SONO IMMUNI,QUANDO LA COSTITUZIONE DICE CHE I PARLAMENTARI NON SONO PERSEGUIBILI PER LE OPINIONI ESPRESSE NELL’ESERCIZIO DELLE LORO FUNZIONI,CON BERLUSCONI SI VA IN POLITICA PER NON ESSERE PROCESSATI….

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