I tre Comuni della Valletta: verso la fusione?

perosanta
Alcune osservazioni preliminari.
Da giorni sono apparsi su Merateonline i due articoli che vi presenterò. Finora non ho letto nessuna reazione da parte dei Comuni della Valletta.
Capisco il silenzio del Comune di Rovagnate, ma non capisco il silenzio dei Comuni di Perego e di Santa Maria Hoè.
È vero che il Sindaco di Santa Maria si è già espresso con un categorico no, ma vorrei, se fosse possibile, che egli spiegasse le vere ragioni, e che dicesse il motivo per cui rifiuta di interpellare la sua popolazione su una eventuale fusione.
Inoltre, perché il Sindaco di Perego non spiega alla sua popolazione le ragioni del suo NI. Sì o no? Con i ni non si va da nessuna parte, e si peggiorano le cose, tanto più, ripeto, che l’anno prossimo i cittadini di Perego saranno chiamati alle urne per eleggere la nuova amministrazione. Ma che si aspetta?
Il signor Gianfranco Barbieri ha proposto di costituire eventualmente un Comitato a-partitico con la finalità di
sensibilizzare le popolazioni dei tre Comuni sul problema della fusione. Di fronte al no di Santa Maria e al ni di Perego, non vedo altra via d’uscita. Bisogna però darsi da fare in fretta. Non c’è proprio nessuno a cui sta a cuore la fusione dei tre Comuni, e che potrebbe impegnarsi in tal senso? Il Comitato deve essere a-partitico, senza secondi fini. Il bene comune va al di là degli schieramenti e delle fazioni.

I tre Comuni della Valletta: verso la fusione?

Da più di vent’anni ho la residenza nel Comune di Perego e, dal settembre dell’anno scorso, anche ci abito fisicamente. Come cittadino, mi sto ponendo il problema se l’anno prossimo voterò o non voterò per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Da diversi anni, le mie scelte sono state dettate dal minor male, pur sapendo che anche il minor male è pur sempre un male, e che tra due nullità non saprei quale sia la minore.
Quando ero prete di Monte, la situazione amministrativa di Perego non mi coinvolgeva più di tanto, sentendomene esente per il fatto che svolgevo altrove la mia missione pastorale, che mi impegnava in toto, facendomi quasi dimenticare di avere un paese di residenza civile. Certo andavo a votare, ma senza un particolare coinvolgimento come cittadino.
Ora le cose sono diverse. Non posso più far finta di nulla, e aspettare il giorno delle votazioni, e rassegnato dire: Tapperò ancora il naso!
Prima di procedere voglio fare una premessa. Non metterei sullo stesso piano la comunità pastorale e le comunità civili che attualmente compongono l’Unione della Valletta. Per il fatto che, quando ero a Monte, contrastavo lo schema pastorale imposto dalla Comunità S. Antonio abate, e per il fatto che negli ultimi tempi, quando era in gioco la mia permanenza, avevo chiesto a Scola la possibilità di fare una Comunità di base staccata dalle altre parrocchie, non per questo dovrei astenermi dal dire la mia sulla fusione dei tre Comuni, come se mi contraddicessi. Ero allora, non tanto contro la Comunità pastorale in sé, ma per come era nata, era stata condotta in diversi anni e continuava ad essere guidata da pastori poco “intelligenti”. Soffrivo dover subire una tale omologazione sul criterio del peggio da non accettare in coscienza che si bloccasse il cammino di fede intrapreso dalla mia comunità. Infine, vorrei aggiungere che, ancora oggi, i parroci vengono nominati dall’alto, e non dal popolo, come invece vengono eletti i sindaci e gli amministratori, e questa non è una differenza da poco. I preti sono obbligati a rendere conto del loro operato anzitutto ai loro superiori, mentre gli amministratori ai loro cittadini, che li hanno votati.
Fatte queste doverose precisazioni, a proposito dei Comuni della Valletta vorrei dire con tutta schiettezza che la loro fusione è richiesta per diverse ragioni. Mi soffermo su una, ed è il caso di Perego. L’ho detto subito all’inizio: dal punto di vista amministrativo, la situazione è a dir poco scadente per non dire allarmante. Mi sembra di toccare come un vuoto di politica, intesa nel suo aspetto più nobile del termine. A parte la minoranza che non esiste o non si fa vedere, chi amministra non osa oltre quel minimo imposto dalla legge. Il paese di Perego non cammina: sta immobile, in attesa che il giorno passi indenne. Ma questo sarebbe ancora poco, se non ci fosse l’Unione dei tre Comuni, la cui efficacia dipende dalla reciproca collaborazione su quel bene comune che è l’insieme e anche l’oltre dei beni dei singoli paesi. Più che l’insieme, che dovrebbe essere facile da intuire, è l’oltre a mettere in crisi la cortezza di visuali dei nostri amministratori. Certo, sarebbe opportuno chiarire in che consista questo “oltre”.
Gli amministratori di Perego, se riflettessero seriamente sulla reale situazione in cui si trovano, non avrebbero vantaggio a fondere il loro Comune almeno con il Comune di Rovagnate? Rovagnate, maggioranza e minoranza (forse la minoranza con più determinazione) sono d’accordo sulla fusione, mentre gli amministratori di Santa Maria, vittime di un bieco campanilismo, non sono d’accordo, tanto da rifiutare anche la possibilità di una consultazione popolare.
Perego ha una opportunità che non deve farsi sfuggire. L’anno prossimo sarebbe troppo tardi. È questo il momento “opportuno”, direi improrogabile, perché si valuti ponderatamente l’occasione, senza farsi prendere dall’incertezza, tra il sì e il no, sapendo poi che ogni ritardo produrrà effetti negativi sullo stesso sviluppo del paese.
Perché non aprire una discussione su Merateonline, o in altre sedi, o organizzando incontri? Ma è corretto che il sindaco decida da solo, senza avere un confronto con i suoi cittadini che l’hanno votato?
don Giorgio De Capitani (Cereda, frazione di Perego)
 
da Merateonline
Penso che Don Giorgio abbia letto il delirante manifesto della Lega Nord Lega Lombarda di Robbiate e del Comitato per il no alla fusione di Verderio Inferiore e Verderio Superiore, pubblicato su Merateonline, dopo l’istituzione di un Comune unico, con delibera regionale.
Credo abbia notato i toni di battaglia e le parole: “criminale volontà, libro nero dell’infamia, cancellazione forzosa e vergognosa, comportamento vergognoso dei due Sindaci, tradimento della Storia, tribunale elettorale del popolo, scellerate politiche, la più scellerata delle fusioni, con la ciliegina fantasiosa, perché non documentata e non avvalorata da qualche studio preventivo, che con la fusione ci saranno più spese meno servizi”.
Tralascio poi le dichiarazioni minacciose di guerra alle prossime elezioni, che richiamano tanto le “grida” di manzoniana memoria, prolisse, inutili e inascoltate e che secondo le loro previsioni, porteranno alla vittoria e ad essere di nuovo due Comuni liberi e indipendenti.
Perché questa premessa al discorso di Don Giorgio sull’unificazione dei nostri tre Comuni della Valletta? Perché questi discorsi campanilistici trovano terreno fertile nei discorsi anche nel nostro territorio!
La proposta che Perego si unisca a Rovagnate lasciando isolato Santa Maria Hoè non la ritengo sbagliata, perché costringerebbe gli amministratori della stessa a recedere dal loro isolazionismo di comodo, in quanto oggi utilizzano l’attuale comoda coperta dell’Unione per l’erogazione dei servizi.
Ritengo che il Comune di Perego con il Sindaco e il suo Consiglio abbiano fatto un passo importante nel mettere per iscritto e con delibera ufficiale l’intenzione di costruire un Comune unico; reso ancora più ufficiale e concreto dalla medesima decisione dell’Amministrazione Comunale di Rovagnate.
Per questo motivo non si possono addossare responsabilità in questo cammino di fusione alle amministrazioni comunali di Perego e Rovagnate.
In democrazia vige la regola aurea che chi vince le elezioni governa e se Santa Maria ed è nel suo diritto e non compie, con la sua decisione contraria alla fusione, un sopruso.
Nello Statuto è previsto che la volontà popolare possa votare con un referendum la decisione di un comune unico, assunta attualmente da due sole amministrazioni.
Deve nascere all’interno dei tre Comuni un comitato apartitico, perché si possa arrivare ad una decisione finale; un progetto di unificazione che all’inizio, pur con qualche distinguo, vedeva d’accordo tutte e tre le Amministrazioni, tanto che era nata e poi realizzata in seguito l’Unione dei Comuni della Valletta.
Ci vuole coraggio e iniziativa popolare ,se non vogliamo copiare il malvezzo dei politici a livello nazionale che sulla legge elettorale, hanno scritto tante chiacchiere per tanti anni e , almeno per il momento, sono ancora indecisi sul da farsi.
Riallacciandomi alla proposta iniziale e forte di Don Giorgio, vorrei che anche il mio Comune di Santa Maria e i suoi amministratori, che oggi governano il Comune, accettassero questo progetto di fusione; c’è sempre un referendum popolare che confermerà o negherà la nascita di un Comune unico.
Gianfranco Barbieri

 

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