Omelie 2023 di don Giorgio: IMMACOLATA CONCEZIONE

8 dicembre 2023: IMMACOLATA CONCEZIONE
Gen 3,9a.11b-15.20; Ef 1,3-6.12-12; Lc 1,26b-28
Non solo la Quaresima, anche l’Avvento, pur nella propria peculiarità, ha una sua essenzialità, che è quella radicalità che tutto orienta a Dio, l’Unico Bene Necessario.
Specificherei che non solo in Avvento e in Quaresima, in ogni momento della nostra vita di fede tutto è relativo all’Unico Bene Necessario. Già dire Unico Bene Necessario che significa? Unico… Bene… Necessario…
Perciò tiriamo qualche indispensabile conseguenza: già Giovanni Battista in quanto Precursore è relativo al Messia veniente (tutta la sua missione, di predicatore e di testimone, lo dimostra), anche la Vergine Maria non fa eccezione, in ogni suo aspetto o privilegio divino. Se Dio l’ha esentata da ogni peccato, perfino da quell’ego o “amor sui” che è l’essenza del peccato originale, non ha fatto ciò per metterla sul trono come una dea accanto a sé, ma è sempre da vedere come la Madre del Figlio di Dio, e, aggiungiamo, come modello di quella rigenerazione del Logos eterno che avviene, ogni istante, in ogni grembo dell’essere umano. So che non si può pretendere di sradicare dalla massa dei devoti, più o meno spirituali, quel bisogno anche morboso, per non dire opportunistico, di aggrapparsi alle socche di madonne piangenti, tanto più che, se parlano, dicono nulla in più del Messaggio o Vangelo di Cristo.
Così viviamo anche questa festa dell’Immacolata in onore di Maria, in attesa del Cristo veniente, o, meglio di quel Logos eterno che si rigenera in ogni grembo dell’’essere umano.
Angelus Silesius, uno tra i più grandi mistici del ‘600 (nasce il giorno di Natale del 1624), noto per il suo capolavoro “Il pellegrino cherubico”, ci ha lasciato alcune perle sulla Madonna, tra cui due che vorrei brevemente commentare.
Ecco la prima, che ha come titolo già fortemente indicativo “La Maria spirituale”. Scrive Silesius: «Devo esser Maria e da me far nascere Dio / perch’egli mi conceda beatitudine eterna».
Sì, così: “Devo esser Maria”: notate già del “devo”, e notate che il paradosso mistico che salta ogni paragone, parlando di assoluta identità. Silesius non dice “devo essere come Maria, no, scrive: “devo essere Maria”.
“Esser Maria” va al di là del possibile umano, ma a Dio nulla è impossibile, e Dio non ama i paragoni.
Maschio o femmina, che io sia anzitutto grembo di vita. Non carnalmente.
“Esser Maria”: la Donna, genitrice di Dio, ieri, oggi e domani. Per opera dello Spirito.
Il grembo di Maria è anche il mio grembo, quando in me il Logos si genera e si ri-genera misticamente.
Non è piacere di un corpo, non è felicità di emozioni psichiche, ma è beatitudine evangelica, che parla di Eternità dello Spirito nello spirito dell’essere umano come grembo.
Non è qualcosa di momentaneo, ma di misticamente Eterno.
Ed ecco la seconda perla. Anche qui il titolo è fortemente significativo: “Il concepimento spirituale”. Silesius scrive: Se l’anima tua è vergine e pura come Maria / dev’essere all’istante gravida di Dio».
Anima, spirito, verginità e grembo: tutt’uno per dire semplicemente Generazione divina.
Il corpo genera corpo, ma lo spirito è un grembo che genera solo spirito.
Maria ha generato fisicamente il Figlio di Dio, e il Figlio di Dio genera misticamente Se stesso nel grembo di ogni essere umano.
La maternità spirituale richiede verginità, ovvero libertà da ogni carnalità, ma la verginità non ha valore in sé: non può non tradursi in maternità, altrimenti sarebbe sterile.
Ogni essere umano è un grembo fertile, pronto alla generazione del Logos divino, ma tutto avviene nella più assoluta nudità o essenzialità.
Per i Mistici purezza è quella dello spirito, libero da ogni legame egoico, che inganna trasformando ogni carnalità in apparenze di piacere o di felicità.
E allora diciamo che l’Avvento, ed è sempre Avvento – non dura solo quattro o sei settimane – è sì un’attesa, ma è più che attesa. L’Attesa è già reale, qui, ora, nel grembo del mio essere.
L’Avvento allora è prendere “coscienza” della Presenza del Logos eterno, che si genera e si rigenera ad ogni istante nel mio essere più profondo. Questa generazione e ri-generazione da “possibile” diventa reale”, quando disponiamo il nostro essere alla fecondazione del Logos, per opera dello Spirito.
Il nostro modello è Maria, la vera protagonista di ogni Avvento. Certo, anche l’opera di Giovanni il Battista è importante, in quanto ci porta in un deserto, e qui, nel silenzio e nella essenzialità, fa sentire il suo grido: “Metanoèite!”. Forse per il Precursore l’invito riguarda un cambiamento morale, ma poi lo stesso Cristo chiarirà: “Metanoèite!” riguarda la conversione della mente, del pensiero per riprendersi l’intelletto più puro, da cui procedere per cambiare anche il nostro modo di viverre.
Sì, Maria è il modello, l’archetipo divino, per dirci che tutto è umanamente possibile, come ha detto l’arcangelo Gabriele alla ragazza di Nazaret, quando le annunciava che lo Spirito avrebbe fecondato il suo grembo verginale.
Tutto è possibile a Dio, ma a una condizione: che predisponiamo il nostro animo, il nostro essere, alla generazione del Logos, e qui possono, devono entrare tutto ciò di cui ho parlato all’inizio, parlando di silenzio, di contemplazione, di essenzialità, di deserto, di conversione, di distacco, di apertura agli altri.
Ma tutto in vista della generazione e rigenerazione in noi del Logos eterno: questo è il Mistero natalizio, che si rinnova ogni giorno.
Possiamo anche dire che l’Avvento è una ulteriore opportunità divina, perché prendiamo coscienza di ciò che siamo: nell’essere Dio è già presente, ma tale Presenza divina esige distacco, radicalità perché l’essere non sia contaminato dall’avere, l’unico ostacolo diabolico che ci rende continuamente sterili di Dio.

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