L’EDITORIALE
di don Giorgio
Europei, ovvero “dagli occhi grandi”
Nel messaggio di Papa Francesco ai partecipanti alla Conferenza europea dei giovani, che si è tenuta a Praga nei giorni 11-13 luglio 2022, leggo:
«Voi giovani europei avete una missione importante. Se nel passato i vostri antenati si sono spinti in altri continenti non sempre per nobili interessi, ora spetta a voi presentare al mondo un nuovo volto dell’Europa. Riguardo all’origine del nome “Europa” non ci sono ancora spiegazioni certe. Tra le varie ipotesi, una è particolarmente suggestiva: è quella che risale all’espressione “eurús op”, cioè “occhio grande”, “ampio sguardo”, che evoca la capacità di guardare oltre. Europa, figura mitologica che aveva fatto innamorare di sé gli dei, era chiamata “la fanciulla dagli occhi grandi”. Quindi penso anche a voi, giovani europei, come a persone dallo sguardo ampio, aperto, capaci di guardare oltre».
Certo, affascinante l’etimologia della parola “Europa”, ma già le parole con cui Cristo iniziava il ministero pubblico (quanti giovani aveva tra le folle che lo ascoltava?; basterebbe pensare ai suoi discepoli, scelti tra gente di mezza età, quindi nel fiore della loro esistenza), dovrebbero sempre farci riflettere, almeno noi credenti, anche se Cristo parlava all’intera umanità, al di là di ogni credo religioso e anche ai non credenti: “Metanoèite!”, il che significa: abbiate gli occhi grandi, ovvero aperti, quelli dell’intelletto.
Europei o no europei, siamo esseri con gli occhi immensi. E più ci chiudiamo nel nostro piccolo, non facciamo che chiudere gli occhi dello spirito.
Nella Bibbia, in particolare nei Vangeli, tutto parla di luce, fin da quando l’Onnipotente ha creato l’universo, iniziando dalla luce: “Fiat lux!”, e la luce fu, e così nacque la vita.
Il Logos eterno, che è il Pensiero divino, quindi Intelletto, quindi Luce, si è incarnato per ridare luce all’universo, che lungo i secoli si era spento nella ottusità della mente e nella imbecillità d’agire.
Il Logos eterno incarnandosi di nuovo disse: “Fiat lux!”, e in questa ottica (già la parola!) incontrava la gente e compiva miracoli. Cristo, predicando e agendo, ripeteva: “Fiat lux!”, e ridava anche la vita.
In questa ottica va letto l’incontro di Gesù con la samaritana (scendere nel pozzo della verità, e lì scoprire la vera fede: “adorerete il Padre in spirito e verità”), l’incontro di notte con Nicodemo (che inizia a vedere quando rientra nel grembo materno del proprio essere), la guarigione del cieco dalla nascita (prima ridandogli la vista fisica, poi quella degli occhi dello spirito), la risurrezione di Lazzaro (il cui senso profondo è da cogliere nella dichiarazione di Gesù alla sorella Marta: “Io Sono la risurrezione e la vita”; risurrezione, dunque, Luce, e dalla luce la Vita.
Come dimenticare le parole, che scateneranno la dura e anche violenta reazione dei suoi simpatizzanti ebrei, quando Gesù gisse loro: “La verità vi farà liberi!”.
E come non pensare proprio ai giovani, vittime di chiusure mentali, soprattutto quando si lasciano affascinare da leader o guru di ogni risma, che, è nella loro tattica, manipolare la mente dei loro seguaci?
“La verità vi farà liberi!”. La vera libertà sta nella verità, e inizia appena apriamo la nostra mente alla Luce divina.
I giovani credono di essere liberi appena si sganciano dall’autorità (per loro autoritarismo) dei loro genitori, cascando poi nelle reti di falsi maestri che predicano falsità o di leader anche religiosi che annunciano idolatrie, a iniziare da quel dio, imposto con tutte le arti psicologiche del caso, che è immagine di una struttura mentale distorta.
Solo la Verità renderà liberi, ovvero solo la Luce darà inizio a quel cammino di libertà, che non è uscire dalla casa del proprio essere interiore, entrando poi in quella “regione della dissomiglianza”, come scriveva Sant’Agostino nelle “Confessioni” a indicare quel luogo, fisico o non fisico, dove ci si allontana dalla immagine divina, e perciò nel buio ci si disgrega, ci si dissocia dall’Uno.
Certo, crediamo di camminare alla luce del sole, in realtà si tratta di un sole artificiale, che è un complesso ingannevole di luci psichedeliche. Illuminati dal di fuori, e ciechi dentro.
E allora? Apriamo gli occhi dell’intelletto attivo. Occhi grandi sì, ma quelli dello spirito. I giovani sono i primi a farsi ingannare da miraggi: vivono in un deserto arido e credono di vedere chissà che cosa, oasi immaginari di acqua dissetante.
Anche nel deserto è nascosto un pozzo d’acqua, e per vederlo o dissotterrarlo occorrono speciali occhi, quelli dello spirito.
Già tanto sarebbe sentirci europei con gli occhi grandi, ma siamo tutti universali, ovvero appartenenti a quell’universo, che, già la parola lo dice, tende all’Uno.
09/03/2024
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